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Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
24/02/2008 10:05
 
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III DOMENICA DI QUARESIMA - A
(Domenica della Samaritana)

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42


Cristo: acqua per la nostra sete

Vivere da cristiani è assimilare progressivamente l’esperienza di Cristo sintetizzata nelle prime due domeniche di quaresima: camminare nella fedeltà al Padre per raggiungere la meta della trasfigurazione gloriosa. L’itinerario è reso possibile a una condizione: ascoltare la Parola di Dio, radicarsi in essa, accettarne le esigenze. La liturgia di questa domenica e delle due successive fa rivivere, nel mistero, al cristiano le grandi tappe attraverso cui i catecumeni erano (e sono) aiutati a scoprire le esigenze profonde della conversione a Cristo, nei segni dell’acqua, della luce, della vita.

L’uomo assetato di valori
Al centro della liturgia odierna sta l’acqua come punto di convergenza e di incontro di due interlocutori: l’uomo e Dio. L’acqua diventa il simbolo che compendia ed esprime la richiesta dell’uomo e la risposta di Dio (vangelo).
L’esistenza umana rivela aspirazioni sconfinate: sete di amore, ricerca della verità, sete di giustizia, di libertà, di comunione, di pace... Sono desideri spesso inappagati; la domanda di totalità riceve in risposta solo piccoli frammenti; piccoli sorsi che lasciano inappagata la sete. Dal profondo del suo essere l’uomo muove verso un «di più», un assoluto capace di acquietare e di estinguere la sua sete in modo definitivo. Ma dove trovare un’acqua che plachi ogni inquietudine e appaghi ogni desiderio?

L’acqua che disseta per sempre
La risposta è data da Gesù nell’incontro con la Samaritana. Nella tradizione biblica Dio stesso è la fonte dell’acqua viva. Allontanarsi da Lui e dalla sua Legge é conoscere la peggiore siccità (cf Ger 2,12-13; 17,13). Nel difficile cammino verso la libertà Israele, arso dalla sete, tenta Dio, esige il suo intervento come un diritto e contesta l’operato di Mosè che sembra il responsabile di un’avventura senza sbocchi. Il popolo rimpiange il passato e rifiuta il futuro, denunciato come illusorio. Vorrebbe impadronirsi di Dio per sciogliere in modo miracolistico le sue difficoltà (prima lettura). Ma Dio si sottrae a questo tipo di richiesta. Tuttavia Egli dà prova di non abbandonare il suo popolo: gli assicura l’acqua che disseta perché riconosca in Lui il Salvatore e impari ad affidarsi a Lui.
La roccia da cui Mosè fa scaturire l’acqua è segno della Provvidenza divina che segue il suo popolo e gli dà vita. Paolo spiegherà (cf I Cor 10,4) che quella roccia era Cristo, misteriosamente all’opera già in quegli eventi. Cristo è anche il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti (cf Ez 47; Zc 13,1), sgorgherà l’acqua, segno dello Spirito, che dona fertilità e vita. Chi ha sete può attingere gratuitamente a Lui (cf Gv 7,37-39) e non avrà più sete; egli stesso anzi, diverrà una sorgente d’acqua zampillante per sempre (vangelo).

Generati dall’acqua e dallo Spirito
La promessa dell’acqua viva è divenuta realtà nella Pasqua di Gesù; dal suo costato squarciato sono usciti «sangue ed acqua» (cf Gv 19,34). La persona di Gesù diventa la sorgente da cui scaturisce l’acqua dello Spirito, cioè l’amore di Dio riversato nei nostri cuori (seconda lettura) nel giorno del battesimo. E’ questo amore che ci ha purificati e generati a vita nuova prima ancora che potessimo consapevolmente rispondere. Il Padre ci ha ammessi alla comunione con Lui. Per opera dello Spirito siamo diventati una sola cosa con Cristo, figli nel Figlio, veri adoratori del Padre. L’esistenza cristiana animata dallo Spirito è un’esperienza filiale. Non è altro che vivere nell’amore, irradiando ciò che abbiamo ricevuto. L’eucaristia è accostarsi alla fonte dell’acqua viva per ricevere la piena effusione dello Spirito, l’alimento sempre nuovo dell’amore: «Chi beve dell’acqua che io gli darò... avrà in sé una sorgente che zampilla fino alla vita eterna» (ant. di com.). Ma il dono ricevuto diventa compito di annuncio e di testimonianza. Come la Samaritana, bisogna raccontare ai fratelli ciò che Dio ha compiuto in noi perché essi, come i compaesani della donna, arrivino a confessare che Gesù è «il Salvatore del mondo». La fede deve diventare contagiosa. I battezzati, generati a vita nuova, radicalmente rinnovati nel cuore e nello spirito, devono rendere ragione della vita e della speranza che è in loro. Se la ricerca e la sete dell’uomo trovano in Cristo pieno appagamento è necessario testimoniare come la salvezza non sta nelle «cose» che accendono nuovi desideri ed inquietudini, ma nell’unico valore a cui abbiamo aderito: Gesù Salvatore dell’uomo. Non c’è altra acqua che faccia fiorire il nostro deserto e che definitivamente plachi il nostro cercare: «Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te» (s. Agostino).


Arrivò una donna di Samaria ad attingere acqua

Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo
(Trattato 15, 10-12. 16-17; CCl 36, 154-156)
«E arrivò intanto una donna» (Gv 4, 7): figura della Chiesa, non ancora giustificata, ma ormai sul punto di esserlo. E' questo il tema della conversione.
Viene senza sapere, trova Gesù che inizia il discorso con lei.
Vediamo su che cosa, vediamo perché «Venne una donna di Samaria ad attingere acqua». I samaritani non appartenevano al popolo giudeo: erano infatti degli stranieri. E' significativo il fatto che questa donna, la quale era figura della Chiesa, provenisse da un popolo straniero. La Chiesa infatti sarebbe venuta dai pagani, che, per i giudei erano stranieri.
Riconosciamoci in lei, e in lei ringraziamo Dio per noi. Ella era una figura non la verità, perché anch'essa prima rappresentò la figura per diventare in seguito verità. Infatti credette in lui, che voleva fare di lei la nostra figura. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua, come sogliono fare uomini e donne.
«Gesù le disse: Dammi da bere. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani» (Gv 4, 7-9).
Vedete come erano stranieri tra di loro: i giudei non usavano neppure i recipienti dei samaritani. E siccome la donna portava con sé la brocca con cui attingere l'acqua, si meravigliò che un giudeo le domandasse da bere, cosa che i giudei non solevano mai fare. Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana.
Ascolta ora appunto chi è colui che domanda da bere. «Gesù le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4, 10).
Domanda da bere e promette di dissetare. E' bisognoso come uno che aspetta di ricevere, e abbonda come chi è in grado di saziare. «Se tu conoscessi», dice, «il dono di Dio». Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma Gesù parla alla dottrina in maniera ancora velata, e a poco a poco si apre una via al cuore di lei. Forse già la istruisce. Che c'è infatti di più dolce e di più affettuoso di questa esortazione: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva»?
Quale acqua, dunque, sta per darle, se non quella di cui è scritto: «E' in te sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
Infatti come potranno aver sete coloro che «Si saziano dell'abbondanza della tua casa»? (Sal 35, 9).
Prometteva una certa abbondanza e sazietà di Spirito Santo, ma quella non comprendeva ancora, e, non comprendendo, che cosa rispondeva? La donna gli dice: «Signore dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua» (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, ma la sua debolezza non vi si adattava volentieri. Oh! se avesse sentito: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò»! (Mt 11, 28). Infatti Gesù le diceva questo, perché non dovesse più faticare, ma la donna non capiva ancora.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 24,15-16
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
perché libera dal laccio i miei piedi.
Volgiti a me e abbi misericordia, Signore,
perché sono povero e solo.



Oculi mei semper ad Dóminum,

quia ipse evéllet de láqueo pedes meos.

Réspice in me et miserére mei,

quóniam únicus et pauper sum ego.


Oppure: Ez 36,23-26
«Quando manifesterò in voi la mia santità,
vi raccoglierò da tutta la terra;
vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre sozzure
e io vi darò uno spirito nuovo», dice il Signore.



Cum sanctificátus fúero in vobis,

congregábo vos de univérsis terris;

et effúndam super vos aquam mundam,

et mundabímini ab ómnibus inquinaméntis vestris,

et dabo vobis spíritum novum, dicit Dóminus.

Colletta
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



Deus, ómnium misericordiárum et totíus bonitátis auctor, qui peccatórum remédia in ieiúniis, oratiónibus et eleemósynis demonstrásti, hanc humilitátis nostrae confessiónem propítius intuére, ut, qui inclinámur consciéntia nostra, tua semper misericórdia sublevémur. Per Dóminum.


Oppure:
O Dio, sorgente della vita, tu offri all'umanità riarsa dalla sete l'acqua viva della grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo popolo il dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e annunzi con gioia le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Es 17, 3-7
Dacci acqua da bere!

Dal libro dell'Esodo.
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 94
Fa' che ascoltiamo, Signore, la tua voce.

Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Ascoltate oggi la sua voce: «Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere».

Seconda Lettura Rm 5, 1-2. 5-8
L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Canto al Vangelo Cf Gv 4,42.15
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo:
dammi dell'acqua viva, perché non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!





Vangelo Gv 4, 5-42
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

Dal vangelo secondo Giovanni
[ In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». ] Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replicò la donna: «Signore, [ vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». ]
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?» , o: «Perché parli con lei?». [ La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». ] Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».
[ Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» . E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». ]

Sulle Offerte
Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.



His sacrifíciis, Dómine, concéde placátus, ut, qui própriis orámus absólvi delíctis, fratérna dimíttere studeámus. Per Christum.

Prefazio
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Egli chiese alla Samaritana l'acqua da bere,
per farle il grande dono della fede,
e di questa fede ebbe sete così ardente
da accendere in lei la fiamma del tuo amore.

E noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie
e, uniti agli angeli, celebriamo la tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, dum aquae sibi pétiit potum a Samaritána praebéri,

iam in ea fídei donum ipse creáverat,

et ita eius fidem sitíre dignátus est,

ut ignem in illa divíni amóris accénderet.



Unde et nos tibi grátias ágimus,

et tuas virtútes cum Angelis praedicámus,

dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Gv 4,13-14
«Chi beve dell'acqua che io gli darò».
dice il Signore, «avrà in sé una sorgente
che zampilla fino alla vita eterna».



Qui bíberit aquam, quam ego dabo ei,

dicit Dóminus, fiet in eo fons

aquae saliéntis in vitam aetérnam.

Oppure: Sal 83,4-5
Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre
i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi.



Passer invénit sibi domum,

et turtur nidum, ubi repónat pullos suos:

altária tua, Dómine virtútum, Rex meus,

et Deus meus!

Beáti qui hábitant in domo tua,

in saeculum saeculi laudábunt te.

Dopo la Comunione
O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa' che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.



Suméntes pignus caeléstis arcáni, et in terra pósiti iam supérno pane satiáti, te, Dómine, súpplices deprecámur, ut, quod in nobis mystério géritur, ópere impleátur. Per Christum.


Oratio super populum

Rege, Dómine, quaesumus, tuórum corda fidélium, et servis tuis hanc grátiam largíre propítius, ut in tui et próximi dilectióne manéntes plenitúdinem mandatórum tuórum adímpleant. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 24/02/2008 10:06]
26/02/2008 19:54
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 83,3
L'anima mia sospira e languisce,
desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.



Concupíscit et déficit ánima mea

in átria Dómini.

Cor meum et caro mea exsultavérunt in Deum vivum.

Colletta
Con la tua continua misericordia, o Padre, purifica e rafforza la tua Chiesa, e poiché non può sostenersi senza di te non privarla mai della tua guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...



Ecclésiam tuam, Dómine, miserátio continuáta mundet et múniat, et quia sine te non potest salva consístere, tuo semper múnere gubernétur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 2 Re 5, 1-15
C'erano molto lebbrosi in Israele, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro.

Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, Naaman, capo dell’esercito del re di Aràm, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la vittoria agli Aramèi. Ma questo uomo prode era lebbroso.
Ora bande aramèe in una razzia avevano rapito dal paese di Israele una giovinetta, che era finita al servizio della moglie di Naaman. Essa disse alla padrona: «Se il mio signore si rivolgesse al profeta che è in Samarìa, certo lo libererebbe dalla lebbra». Naaman andò a riferire al suo signore: «La giovane che proviene dal paese di Israele ha detto così e così». Il re di Aràm gli disse: «Vacci! Io invierò una lettera al re di Israele».
Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci vestiti. Portò la lettera al re di Israele, nella quale si diceva: «Ebbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naaman, mio ministro, perché tu lo curi dalla lebbra».
Letta la lettera, il re di Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi mandi un lebbroso da guarire? Sì, ora potete constatare chiaramente che egli cerca pretesti contro di me».
Quando Elisèo, uomo di Dio, seppe che il re si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciate le vesti? Quell’uomo venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele». Naaman arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Elisèo. Elisèo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito». Naaman si sdegnò e se ne andò protestando: «Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, si fermerà, invocherà il nome Del Signore suo Dio, toccando con la mano la parte malata e sparirà la lebbra. Forse l’Abana e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per essere guarito?». Si voltò e se ne partì adirato. Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Se il profeta ti avesse ingiunto una cosa gravosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: Bàgnati e sarai guarito». Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito.
Tornò con tutto il seguito dall’uomo di Dio; entrò e si presentò a lui dicendo: «Ebbene, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele».

Salmo Responsoriale Dai Salmi 41 e 42
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Come la cerva anèla ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anèla a te, o Dio.

L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Manda la tua verità e la tua luce;
siano esse a guidarmi,
mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore.

Verrò all'altare di Dio,
al Dio della mia gioia, del mio giubilo.
A te canterò con la cetra, Dio, Dio mio.

Canto al Vangelo Cf Sal 129,5.7
Gloria e lode a te, o Cristo!
Spero nel Signore, spero nella sua parola,
perché grande è la sua misericordia.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Lc 4, 24-30
Gesù, come Elia ed Elisèo, non viene mandato soltanto per i Giudei, ma per tutti gli uomini.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse al popolo radunato nella sinagòga: «In verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria.
Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Zarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagòga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Sulle Offerte
Accetta, o Dio, l'offerta che ti presentiamo, segno della nostra devozione, e trasformala per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Munus quod tibi, Dómine, nostræ servitútis offérimus, tu salutáre nobis pérfice sacraméntum. Per Christum.

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 116,1-2
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.



Laudáte Dóminum,

omnes gentes,

quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.


Dopo la Comunione
Questa partecipazione al tuo sacramento ci purifichi, Signore, e ci raccolga insieme nella tua unità. Per Cristo nostro Signore.



Tui nobis, quæsumus, Dómine, commúnio sacraménti et purificatiónem cónferat, et tríbuat unitátem. Per Christum.



Oratio super populum

Tueátur, quæsumus, Dómine, déxtera tua pópulum deprecántem, et purificátum dignánter erúdiat, ut consolatióne præsénti ad futúra bona profíciat. Per Christum.


26/02/2008 19:55
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 16,6.8
Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
rivolgi a me l'orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore come la pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali.



Ego clamávi, quóniam exaudísti me,

Deus; inclína aurem tuam, et exáudi verba mea.

Custódi me, Dómine, ut pupíllam óculi; sub umbra alárum tuárum prótege me.


Colletta
Non ci abbandoni mai la tua grazia, o Padre, ci renda fedeli al tuo santo servizio e ci ottenga sempre il tuo aiuto. Per il nostro Signore...



Grátia tua ne nos, quæsumus, Dómine, derelínquat, quæ et sacræ nos déditos fáciat servitúti, et tuam nobis opem semper acquírat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 3, 25. 34-45
Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.

Dal libro del profeta Danièle
In quei giorni, Azarìa, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo, Signore
per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo tuo amico,
di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione,
ora siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso,
né luogo per presentarti le primizie e trovar misericordia.
Potessimo esser accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
e ti sia gradito,
perché non c'è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
Fa' con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
dá gloria, Signore, al tuo nome».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 24
Salvaci, Signore, tu che sei fedele.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.

Ricòrdati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.

Canto al Vangelo Lc 6,36.37
Gloria e lode a te, o Cristo!
Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro;
perdonate e vi sarà perdonato.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Mt 18, 21-35
Se non perdonerete di cuore al vostro fratello, il Padre non vi perdonerà.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A questo proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

Sulle Offerte
L'offerta di questo sacrificio, Signore, ci salvi dai nostri peccati e ci ottenga il dono del tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore.



Concéde nobis, quæsumus, Dómine, ut hæc hóstia salutáris nostrórum fiat purgátio delictórum, et tuæ propitiátio potestátis. Per Christum.

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ... ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 14,1-2
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Chi cammina in santità e agisce secondo giustizia.



Dómine, quis habitábit in tabernáculo tuo?

aut quis requiéscet in monte sancto tuo?

Qui ingréditur sine mácula, et opératur iustítiam.


Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, rinnovi, o Dio, la nostra vita; ci ottenga la libertà dal peccato e il conforto della tua protezione. Per Cristo nostro Signore.



Vivíficet nos, quæsumus, Dómine, huius participátio sancta mystérii, et páriter nobis expiatiónem tríbuat et munímen. Per Christum.



Oratio super populum

Pópuli tui, Deus, institútor et rector, peccáta, quibus impugnátur, expélle, ut semper tibi plácitus et tuo munímine sit secúrus. Per Christum..


07/03/2008 08:41
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 16,6.8
Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
rivolgi a me l'orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore come la pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali.



Ego clamávi, quóniam exaudísti me,

Deus; inclína aurem tuam, et exáudi verba mea.

Custódi me, Dómine, ut pupíllam óculi; sub umbra alárum tuárum prótege me.


Colletta
Non ci abbandoni mai la tua grazia, o Padre, ci renda fedeli al tuo santo servizio e ci ottenga sempre il tuo aiuto. Per il nostro Signore...



Grátia tua ne nos, quæsumus, Dómine, derelínquat, quæ et sacræ nos déditos fáciat servitúti, et tuam nobis opem semper acquírat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 3, 25. 34-45
Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.

Dal libro del profeta Danièle
In quei giorni, Azarìa, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo, Signore
per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo tuo amico,
di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione,
ora siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso,
né luogo per presentarti le primizie e trovar misericordia.
Potessimo esser accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
e ti sia gradito,
perché non c'è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
Fa' con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
dá gloria, Signore, al tuo nome».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 24
Salvaci, Signore, tu che sei fedele.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.

Ricòrdati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.

Canto al Vangelo Lc 6,36.37
Gloria e lode a te, o Cristo!
Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro;
perdonate e vi sarà perdonato.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Mt 18, 21-35
Se non perdonerete di cuore al vostro fratello, il Padre non vi perdonerà.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A questo proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

Sulle Offerte
L'offerta di questo sacrificio, Signore, ci salvi dai nostri peccati e ci ottenga il dono del tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore.



Concéde nobis, quæsumus, Dómine, ut hæc hóstia salutáris nostrórum fiat purgátio delictórum, et tuæ propitiátio potestátis. Per Christum.

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ... ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 14,1-2
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Chi cammina in santità e agisce secondo giustizia.



Dómine, quis habitábit in tabernáculo tuo?

aut quis requiéscet in monte sancto tuo?

Qui ingréditur sine mácula, et opératur iustítiam.


Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, rinnovi, o Dio, la nostra vita; ci ottenga la libertà dal peccato e il conforto della tua protezione. Per Cristo nostro Signore.



Vivíficet nos, quæsumus, Dómine, huius participátio sancta mystérii, et páriter nobis expiatiónem tríbuat et munímen. Per Christum.



Oratio super populum

Pópuli tui, Deus, institútor et rector, peccáta, quibus impugnátur, expélle, ut semper tibi plácitus et tuo munímine sit secúrus. Per Christum..


07/03/2008 08:42
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 118,133
Guida i miei passi secondo la tua parola,
nessuna malizia prevalga su di me.



Gressus meos dírige secúndum elóquium tuum,

et non dominétur mei omnis iniustítia.


Colletta
Signore Dio nostro, fa' che i tuoi fedeli, formati nell'impegno delle buone opere e nell'ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...



Præsta, quæsumus, Dómine, ut, per quadragesimálem observántiam erudíti et tuo verbo nutríti, sancta continéntia tibi simus toto corde devóti, et in oratióne tua semper efficiámur concórdes. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dt 4, 1. 5-9
Osserverete le leggi e le norme e le metterete in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo e disse: «Ascolta, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente. Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?
Ma guàrdati e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 147
Benedetto il Signore, gloria del suo popolo.

Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.
Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.

Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

Canto al Vangelo Cf Gv 6,63.68
Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Mt 5, 17-19
Chi osserverà e insegnerà i precetti sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Sulle Offerte
Accetta, o Dio, le nostre umili offerte e preghiere, e difendi da ogni pericolo i tuoi fedeli che celebrano i santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, quæsumus, Dómine, preces pópuli tui cum oblatiónibus hostiárum, et tua mystéria celebrántes ab ómnibus nos defénde perículis. Per Christum.

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Sal 15,11
Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore,
gioia piena nella tua presenza.



Notas mihi fecísti vias vitæ,

adimplébis me lætítia cum vultu tuo, Dómine.

Dopo la Comunione
Il pane di cui ci siamo nutriti alla tua mensa ci santifichi, Signore, e riscattandoci da ogni colpa, ci renda degni delle tue promesse. Per Cristo nostro Signore.



Sanctíficet nos, Dómine, qua pasti sumus, mensa cæléstis, et, a cunctis erróribus expiátos, supérnis promissiónibus reddat accéptos. Per Christum.



Oratio super populum

Tibi plácitam, Deus noster, pópulo tuo tríbue voluntátem, quia tunc illi próspera cuncta præstábis cum tuis aptum féceris institútis. Per Christum.





07/03/2008 08:45
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso
«Io sono la salvezza del popolo»,
dice il Signore.
«In qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre».



Salus pópuli ego sum, dicit Dóminus.

De quacúmque tribulatióne clamáverint ad me,

exáudiam eos, et ero illórum Dóminus in perpétuum.


Colletta
Dio grande e misericordioso, quanto più si avvicina la festa della nostra redenzione, tanto più cresca in noi il fervore per celebrare santamente la Pasqua del tuo Figlio. Egli è Dio...



Maiestátem tuam, Dómine, supplíciter implorámus, ut, quanto magis dies salutíferæ festivitátis accédit, tanto devótius ad eius celebrándum proficiámus paschále mystérium. Per Dóminum...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 7, 23-28
Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio.

Dal libro del profeta Geremìa
Così dice il Signore: «Questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici.
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l'ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle, da quando i loro padri uscirono dal paese d'Egitto fino ad oggi.
Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro cervice, divennero peggiori dei loro padri.
Tu dirai loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 94
Fa' che ascoltiamo, Signore, la tua voce.

Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Ascoltate oggi la sua voce:
«Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Canto al Vangelo Cf Gv 6, 63.68
Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Lc 11, 14-23
Chi non è con me, è contro di me.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

Sulle Offerte
Purifica, Signore, il tuo popolo dal contagio del male, perché sia a te gradita la nostra offerta; non permettere che siamo attratti da falsi ideali e guidaci al premio da te promesso. Per Cristo nostro Signore.



Ut tibi grata sint, Dómine, múnera pópuli tui, ab omni, quæsumus, eum contágio perversitátis emúnda, nec falsis gáudiis inhærére patiáris, quem ad veritátis tuæ præmia veníre promíttis. Per Christum.

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 118,4-5
Tu hai dato, Signore, i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
Siano diritte le mie vie
nell'osservanza dei tuoi comandamenti.



Tu mandásti mandáta tua custodíri nimis:

útinam dirigántur viæ meæ ad custodiéndas iustificatiónes tuas.


Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti in questo sacramento, fa' che la forza della tua salvezza operante nel mistero trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.


Quos réficis, Dómine, sacraméntis, attólle benígnus auxíliis, ut tuæ salvatiónis efféctum et mystériis capiámus et móribus. Per Christum.



Oratio super populum

Cleméntiam tuam implorámus, Dómine, in misericórdia tua confidéntes, ut, sicut nos ex te habémus esse quod sumus, sic per grátiam tuam et bene velle sumámus et bonum posse quod vólumus. Per Christum.
07/03/2008 15:11
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 85,8.10
Non c'è nessuno come te in cielo, Signore,
perché tu sei grande e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.



Non est símilis tui in diis, Dómine,

quóniam magnus es tu et fáciens mirabília; tu es Deus solus.


Colletta
Padre santo e misericordioso, infondi la tua grazia nei nostri cuori, perché possiamo salvarci dagli sbandamenti umani e restare fedeli alla tua parola di vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



Córdibus nostris, quæsumus, Dómine, grátiam tuam benígnus infúnde, ut ab humánis semper retrahámur excéssibus, et mónitis inhærére valeámus, te largiénte, cæléstibus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Os 14, 2-10
Non chiameremo più « dio nostro » l'opera delle nostre mani.

Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire e tornate al Signore;
ditegli: "Togli ogni iniquità: accetta ciò che è bene
e ti offriremo il frutto delle nostre labbra.
Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più dio nostro l'opera delle nostre mani,
poiché presso di te l'orfano trova misericordia" .
Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò di vero cuore,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
esso fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Lìbano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell'olivo e la fragranza del Lìbano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano, coltiveranno le vigne,
famose come il vino del Lìbano.
Efraim, che ha ancora in comune con gli ìdoli?
Io l'esaudisco e veglio su di esso;
io sono come un cipresso sempre verde,
grazie a me tu porti frutto.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v'inciampano».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 80
Signore, tu hai parole di vita eterna.

Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell'angoscia e io ti ho liberato.

Avvolto nella nube ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.
Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un altro dio
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse,
se Israele camminasse per le mie vie!
Li nutrirei con fiore di frumento,
li sazierei con miele di roccia».

Canto al Vangelo Eb 4,12
Gloria e lode a te, o Cristo!
La parola di Dio è viva, efficace;
scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Mc 12, 28-34
Il Signore Dio nostro è l'unico Signore: lo amerai.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Sulle Offerte
Guarda con benevolenza, Signore, questi doni che ti presentiamo, perché siano a te gradirti e diventino per noi sorgente di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Réspice, quæsumus, Dómine, propítius ad múnera, quæ sacrámus, ut tibi grata reddántur, et nobis salutária semper exsístant. Per Christum.


Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Cf Mc 12,33
Più di tutti i doni offerti, questo è grande:
amare Dio con tutto il cuore
e il prossimo come se stessi.



Dilígere Deum ex toto corde,

et próximum tamquam seípsum,

maius est ómnibus sacrifíciis.


Dopo la Comunione
La forza del tuo Spirito ci pervada corpo e anima, o Dio, perché possiamo ottenere pienamente la redenzione alla quale abbiamo partecipato in questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Mentes nostras et córpora, Dómine, quæsumus, operátio tuæ virtútis infúndat, ut, quod participatióne súmpsimus, plena redemptióne capiámus. Per Christum.



Oratio super populum

Implorántes, Dómine, misericórdiam tuam, fidéles tuos propítius intuére, ut, qui de tua pietáte confídunt, tuæ caritátis dona ubíque diffúndere váleant. Per Christum..


07/03/2008 15:12
 
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III SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 102,2-3
Anima mia, benedici il Signore,
non dimenticare tanti suoi benefici:
egli perdona tutte le tue colpe.



Bénedic, ánima mea, Dómino, et noli oblivísci omnes retributiónes eius, qui propitiátur ómnibus iniquitátibus tuis.

Colletta
O Dio, nostro Padre, che nella celebrazione della Quaresima ci fai pregustare la gioia della Pasqua, donaci di approfondire e vivere i misteri della redenzione per godere la pienezza dei suoi frutti. Per il nostro Signore...



Observatiónis huius ánnua celebritáte lætántes, quæsumus, Dómine, ut, paschálibus sacraméntis inhæréntes, plenis eórum efféctibus gaudeámus. Per Dóminum..

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Os 6, 1-6
Io voglio l'amore, e non il sacrificio.

Dal libro del profeta Osèa
«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l'aurora.
Verrà a noi come la pioggia di autunno,
come la pioggia di primavera, che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all'alba svanisce.
Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l'amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Tu gradisci, o Dio, gli umili di cuore.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

Nel tuo amore fa' grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocàusto e l'intera oblazione.

Canto al Vangelo Cf Ez 18,31
Gloria e lode a te, o Cristo!
Liberatevi da tutte le vostre iniquità, dice il Signore,
formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo Lc 18, 9-14
Il pubblicano tornò a casa sua giustificato, a differenza del fariseo.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Sulle Offerte
O Dio, che ci doni la grazia di accostarci con animo purificato ai misteri pasquali, fa' che celebrando i giorni della loro istituzione ti rendiamo l'omaggio di una lode a te gradita. Per Cristo nostro Signore.



Deus, de cuius grátia venit, ut ad mystéria tua purgátis sénsibus accedámus, præsta, quæsumus, ut, in eórum traditióne sollémniter honoránda, cómpetens deferámus obséquium. Per Christum.


Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Lc 18,13
Il pubblicano, stando a distanza,
si batteva il petto e diceva:
«O Dio, abbi pietà di me peccatore».



Publicánus, stans a longe,

percutiébat pectus suum dicens:

Deus, propítius esto mihi peccatóri.

Dopo la Comunione
Signore, il pane del cielo che ci doni con tanta larghezza, susciti in noi sincera devozione e coerenza di vita. Per Cristo nostro Signore.



Da nobis, quæsumus, miséricors Deus, ut sancta tua, quibus incessánter explémur, sincéris tractémus obséquiis, et fidéli semper mente sumámus. Per Christum.





07/03/2008 15:13
 
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IV DOMENICA DI QUARESIMA - A
(Domenica del cieco nato)

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: 1 Sam 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a; Sal 22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41


Cristo: luce per le nostre tenebre

Quando nasce un bambino, con felice espressione si dice che «è venuto alla luce». Solo questo passaggio permette la continuità della vita. Quando un uomo muore si dice che «si è spento». E’ significativo che il linguaggio comune identifichi la vita con la luce e la morte con la tenebra. Luce e tenebre esprimono simbolicamente la condizione umana nelle sue contraddizioni: non solo vita-morte, ma anche verità-menzogna, giustizia-ingiustizia. Lo stesso avvicendarsi cosmico del giorno e della notte sta ad indicare la fondamentale importanza del rapporto luce-tenebra: avvolto nella tenebra il mondo perde la sua consistenza, le cose non hanno contorno né colore, l’uomo è cieco, inerte, afferrato da un senso acuto di solitudine, di smarrimento, di paura. Il primo bagliore risveglia la vita, la gioia e la speranza.

Dalle tenebre alla luce
Luce e tenebre sono poste di fronte nel brano evangelico. Un uomo colpito da irrimediabile cecità, ai margini della considerazione sociale e religiosa: è la personificazione simbolica della condizione di peccato in cui si trova l’uomo non ancora «illuminato» da Cristo. Solo l’incontro con Cristo — Luce del mondo, Luce «che illumina ogni uomo» (Gv 1,9) — toglie il velo dagli occhi, riabilita l’uomo, lo restituisce alla sua piena dignità, gli permette di cogliere lo splendore delle cose e il sapore nuovo della vita.
Il racconto evangelico del «cieco nato» è stato sempre interpretato in prospettiva battesimale. Il battesimo è la nostra piscina di Siloe, il passaggio dalle tenebre alla luce, il momento dell’illuminazione. Fin dai tempi apostolici il battezzato era chiamato «illuminato» (cf Eb 6,4; 10,32), appellativo che esprimeva la sua nuova condizione. Aderire a Cristo-Luce è acquisire la capacità di vedere la realtà di Dio, il mistero dell’uomo e della storia con occhi nuovi; è acquisire una mentalità di fede, assumendo come criterio di valutazione e di scelta la logica del vangelo. Il battezzato è entrato nella zona luminosa di Cristo-Luce che lo porta «a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo» (Il rinnovamento della catechesi, 38; cf Catechesi tradendae, 20). Questo obiettivo, però, non è mai totalmente compiuto. Permangono sempre zone d’ombra, di impermeabilità alla luce. Lo spessore opaco della storia, gli avvenimenti drammatici in cui il cristiano è coinvolto, i miraggi del benessere possono ridurre la luce a lucignolo fumigante.
Tanto più che la fede porta allo scontro con lo spirito e la logica del mondo. La storia del cieco nato è eloquente in proposito: i genitori temono l’impatto con i detentori del potere, sono paralizzati dalla paura dei Giudei e delle loro sanzioni; il figlio invece diventa audace e provocatorio nei confronti dei suoi ottusi interlocutori che, nella loro presunzione, diventano i veri ciechi.

« Comportatevi come i figli della luce »
Eletti da Dio in modo assolutamente gratuito, i battezzati ricevono la consacrazione regale dello Spirito che permea tutto l’essere (cf prima lettura) e conferisce l’illuminazione della fede. L’assemblea esprime così la consapevolezza di questa realtà: «Nel mistero della... incarnazione (Cristo) si è fatto guida dell’uomo che camminava nelle tenebre, per condurlo alla grande luce della fede» (prefazio). «Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce...» (seconda lettura). Il passaggio di condizione implica il dovere di rendere visibile nella vita la novità operata dal battesimo. La stessa celebrazione eucaristica è nuova illuminazione perché comunione vitale con Colui che è la Luce: «... sono andato, mi sono lavato, ho acquistato la vista...» (ant. di comunione). Essere luce nel Signore significa anche essere fonte di luce, produrre quei frutti che Paolo identifica «in ogni bontà, giustizia e verità» (seconda lettura).

Quale presenza?
In un mondo in cui violenza, conflitto, rivalità e menzogna sembrano avere il sopravvento, la presenza dei cristiani pone una forza di segno contrario che diventa accusa di queste opere di morte. La bontà è vita di amore, accoglienza, disponibilità, perdono; la giustizia è onestà, rettitudine, apertura alla volontà del Signore; la verità è adesione al Vangelo e ai suoi criteri, possibilità di essere liberi dalla menzogna del peccato e dalla sua schiavitù. Le tenebre sono incapaci di «produrre», possono soltanto «operare», ma la loro opera è sterile.
La famiglia e la comunità cristiana sono davvero luoghi in cui si manifesta la luce, in cui si educa alla fede e ai suoi valori? Se la Parola del Signore ci accusa, essa ci aiuta anche a riprendere consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che dovremmo essere.


Cristo è via alla luce, alla verità, alla vita

Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo
(Tratt. 34, 8-9; CCL 36, 315-316)
Il Signore in maniera concisa ha detto: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8, 12), e con queste parole comanda una cosa e ne promette un'altra. Cerchiamo, dunque, di eseguire ciò che comanda, perché altrimenti saremmo impudenti e sfacciati nell'esigere quanto ha promesso, senza dire che, nel giudizio, ci sentiremmo rinfacciare: Hai fatto ciò che ti ho comandato, per poter ora chiedere ciò che ti ho promesso? Che cosa, dunque, hai comandato, o Signore nostro Dio? Ti risponderà: Che tu mi segua.
Hai domandato un consiglio di vita. Di quale vita, se non di quella di cui è stato detto: «E' in te la sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
Dunque mettiamoci subito all'opera, seguiamo il Signore: spezziamo le catene che ci impediscono di seguirlo. Ma chi potrà spezzare tali catene, se non ci aiuta colui al quale fu detto: «Hai spezzato le mie catene»? (Sal 115, 16). Di lui un altro salmo dice: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore rialza chi è caduto»(Sal 145, 7. 8).
Che cosa seguono quelli che sono stati liberati e rialzati, se non la luce dalla quale si sentono dire: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre»? (Gv 8, 12). Si, perché il Signore illumina i ciechi. O fratelli, ora i nostri occhi sono curati con il collirio della fede. Prima, infatti, mescolò la sua saliva con la terra, per ungere colui che era nato cieco. Anche noi siamo nati ciechi da Adamo e abbiamo bisogno di essere illuminati da lui. Egli mescolò la saliva con la terra: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Mescolò la saliva con la terra, perché era già stato predetto: «La verità germoglierà dalla terra» Sal 84, 12) ed egli dice: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6).
Godremo della verità, quando la vedremo faccia a faccia, perché anche questo ci viene promesso. Chi oserebbe, infatti, sperare ciò che Dio non si fosse degnato o di promettere o di dare?
Vedremo faccia a faccia. L'Apostolo dice: Ora conosciamo in modo imperfetto; ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia (cfr. 1 Core 13, 12). E l'apostolo Giovanni nella sua lettera aggiunge: «Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che, quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2). Questa è la grande promessa.
Se lo ami, seguilo. Tu dici: Lo amo, ma per quale via devo seguirlo? Se il Signore tuo Dio ti avesse detto: Io sono la verità e la vita, tu, desiderando la verità e bramando la vita, cercheresti di sicuro la via per arrivare all'una e all'altra. Diresti a te stesso: gran cosa è la verità, gran bene è la vita: oh! se fosse possibile all'anima mia trovare il mezzo per arrivarci!
Tu cerchi la via? Ascolta il Signore che ti dice in primo luogo: Io sono la via. Prima di dirti dove devi andare, ha premesso per dove devi passare: «Io sono», disse «la via»! La via per arrivare dove? Alla verità e alla vita. Prima ti indica la via da prendere, poi il termine dove vuoi arrivare. «Io sono la via, Io sono la verità, Io sono la vita». Rimanendo presso il Padre, era verità e vita; rivestendosi della nostra carne, è diventato la via.
Non ti vien detto: devi affaticarti a cercare la via per arrivare alla verità e alla vita; non ti vien detto questo. Pigro, alzati! La via stessa è venuta a te e ti ha svegliato dal sonno, se pure ti ha svegliato. Alzati e cammina!
Forse tu cerchi di camminare, ma non puoi perché ti dolgono i piedi. Per qual motivo ti dolgono? Perché hanno dovuto percorrere i duri sentieri imposti dai tuoi tirannici egoismi? Ma il Verbo di Dio ha guarito anche gli zoppi.
Tu replichi: Si, ho i piedi sani, ma non vedo la strada. Ebbene, sappi che egli ha illuminato perfino i ciechi.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Is 66,10-11
Rallégrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l'amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell'abbondanza
della vostra consolazione.



Laetáre, Ierúsalem,

et convéntum fácite,

omnes qui dilígitis eam;

gaudéte cum laetítia, qui in tristítia fuístis,

ut exsultétis,

et satiémini ab ubéribus consolatiónis vestrae.


Colletta
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina. Per il nostro Signore...



Deus, qui per Verbum tuum humáni géneris reconciliatiónem mirabíliter operáris, praesta, quaesumus, ut pópulus christiánus prompta devotióne et álacri fide ad ventúra sollémnia váleat festináre. Per Dóminum.

Oppure:
O Dio, Padre della luce, tu vedi le profondità del nostro cuore: non permettere che ci domini il potere delle tenebre, ma apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito, perché vediamo colui che hai mandato a illuminare il mondo, e crediamo in lui solo, Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore. Egli è Dio...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Sam 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a
Davide è consacrato con l'unzione re d'Israele.

Dal primo libro di Samuele
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando Iesse e i suoi figli gli furono davanti, egli osservò Eliàb e disse: «E' forse davanti al Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore».
Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto.
Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici:
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Seconda Lettura Ef 5, 8-14
Déstati dai morti e Cristo ti illuminerà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto:
«Svégliati, o tu che dormi,
déstati dai morti e Cristo ti illuminerà».

Canto al Vangelo Cf Gv 8,12b
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me avrà la luce della vita.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!






Vangelo Gv 9, 1-41
Il cieco andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Dal vangelo secondo Giovanni
[ In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita ] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo [ sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Siloe (che significa "Inviato")». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «E' lui» ; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Siloe e lavati!". Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so».
Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!». ] Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagòga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
[ Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. ] Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane».

Sulle Offerte
Ti offriamo con gioia, Signore, questi doni per il sacrificio: aiutaci a celebrarlo con fede sincera e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.



Remédii sempitérni múnera, Dómine, laetántes offérimus, supplíciter exorántes, ut éadem nos et fidéliter venerári, et pro salúte mundi congruénter exhibére perfícias. Per Christum.


Prefazio
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Nel mistero della sua incarnazione
egli si è fatto guida dell'uomo
che camminava nelle tenebre,
per condurlo alla grande luce della fede.
Con il sacramento della rinascita
ha liberato gli schiavi dell'antico peccato
per elevarli alla dignità di figli.

Per questo mistero
il cielo e la terra intonano un canto nuovo,
e noi, uniti agli angeli,
proclamiamo con voce incessante la tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui genus humánum, in ténebris ámbulans,

ad fídei claritátem per mystérium incarnatiónis addúxit,

et, qui servi peccáti véteris nascebántur,

per lavácrum regeneratiónis in fílios adoptiónis assúmpsit.



Propter quod caeléstia tibi atque terréstria

cánticum novum cóncinunt adorándo,

et nos, cum omni exércitu Angelórum, proclamámus,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Cf Gv 9,11
«Il Signore ha spalmato un po' di fango sui miei occhi:
sono andato, mi sono lavato,ho acquistato la vista,
ho creduto in Dio».



Dóminus linívit óculos meos:

et ábii, et lavi, et vidi, et crédidi Deo.



Lc 15,32 Opórtet te, fili, gaudére,

quia frater tuus mórtuus fúerat,

et revíxit; períerat, et invéntus est.


Oppure: Sal 121,3-4
Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.



Ierúsalem, quae aedificátur ut cívitas,

cuius participátio eius in idípsum.

Illuc enim ascendérunt tribus, tribus Dómini,

ad confiténdum nómini tuo, Dómine.


Dopo la Comunione
O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo amarti con cuore sincero. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui illúminas omnem hóminem veniéntem in hunc mundum, illúmina, quaesumus, corda nostra grátiae tuae splendóre, ut digna ac plácita maiestáti tuae cogitáre semper, et te sincére dilígere valeámus. Per Christum.


Oratio super populum

Tuére, Dómine, súpplices tuos, susténta frágiles, et inter ténebras mortálium ambulántes tua semper luce vivífica, atque a malis ómnibus cleménter eréptos, ad summa bona perveníre concéde. Per Christum.


07/03/2008 16:45
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,7-8
Io confido nel Signore.
Esulterò e mi rallegrerò per la tua misericordia,
perché hai guardato con bontà alla mia miseria.



Ego autem in Dómino sperábo. Exsultábo,

et lætábor in tua misericórdia, quia respexísti humilitátem meam.


Colletta
O Dio, che rinnovi il mondo con i tuoi sacramenti, fa' che la comunità dei tuoi figli si edifichi con questi segni misteriosi della tua presenza e non resti priva del tuo aiuto per la vita di ogni giorno. Per il nostro Signore...



Deus, qui ineffabílibus mundum rénovas sacraméntis, præsta, quæsumus, ut Ecclésia tua et ætérnis profíciat institútis, et temporálibus non destituátur auxíliis. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 65, 17-21
Non si udranno più voci di pianto, né grida di angoscia.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Ecco io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente,
poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
e farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo un gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni,
né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza;
poiché il più giovane morirà a cento anni
e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto. Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 29
Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.

Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia.

Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.

Canto al Vangelo Gv 6,63.68
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 4, 43-54
Va', tuo figlio vive.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per andare in Galilea. Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

Sulle Offerte
Venga a noi, Signore, dall'offerta di questo sacrificio una forza di vita nuova, perché liberati da ogni compromesso col male possiamo crescere nello spirito del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.



Dicátæ tibi, Dómine, quæsumus, capiámus oblatiónis efféctum, ut, a terrénæ vetustátis conversatióne mundáti, cæléstis vitæ proféctibus innovémur. Per Christum.


Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Ez 36,27
«Porrò il mio spirito dentro di voi,
perché camminiate secondo i miei precetti
e osserviate fedelmente le mie leggi»,
dice il Signore.



Spíritum meum ponam in médio vestri,

et fáciam ut in præcéptis meis ambulétis,

et iudícia mea custodiátis,

et operémini, dicit Dóminus.


Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, questo tuo sacramento rinnovi e santifichi la nostra vita e ci renda degni di possedere l'eredità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Sancta tua nos, Dómine, quæsumus, et renovándo vivíficent, et sanctificándo ad ætérna perdúcant. Per Christum.



Oratio super populum

Plebem tuam, Dómine, quæsumus, intérius exteriúsque restáura, ut quam corpóreis non vis delectatiónibus impedíre, spiritáli fácias vigére propósito. Per Christum.


07/03/2008 16:47
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Is 55,1
«Voi che avete sete, venite alle acque»,
dice il Signore;
«anche voi, che non avete denaro,
venite, e dissetatevi con gioia».



Sitiéntes, veníte ad aquas,

dicit Dóminus;

et qui non habétis prétium,

veníte, et bíbite cum lætítia.

Colletta
Dio fedele e misericordioso, in questo tempo di penitenza e di preghiera disponi i tuoi figli a vivere degnamente il mistero pasquale e a recare ai fratelli il lieto annunzio della tua salvezza. Per il nostro Signore...



Exercitátio veneránda sanctæ devotiónis, Dómine, tuórum fidélium corda dispónat, ut et dignis méntibus suscípiant paschále mystérium, et salvatiónis tuæ núntient præcónium. Per Dóminum...


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ez 47, 1-9. 12
Vidi l'acqua che usciva dal tempio; e là dove essa giungeva, tutto era risanato.

Dal libro del profeta Ezechièle
In quei giorni, l'angelo mi condusse all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare.
Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro. Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo?».
Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; voltandomi, vidi che sulla sponda del fiume vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra.
Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il fiume, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 45
Con la tua presenza salvaci, Signore.

Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.
Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.

Canto al Vangelo Ez 33,11
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Non voglio la morte del peccatore, dice il Signore,
ma che si converta e viva.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 5, 1-3. 5-16
Sull'istante quell'uomo guarì.

Dal vangelo secondo Giovanni
Era un giorno di festa per Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzeta, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».
Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Sulle Offerte
Accetta, Signore, i doni che ci hai dato a sostegno della nostra vita mortale e trasformali per noi in sorgente di immortalità. Per Cristo nostro Signore.



Offérimus tibi, Dómine, múnera quæ dedísti, ut et creatiónis tuæ circa mortalitátem nostram testificéntur auxílium, et remédium nobis immortalitátis operéntur. Per Christum.


Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 22,1-2
Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli ed erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.



Dóminus regit me, et nihil mihi déerit;

in loco páscuæ ibi me collocávit,

super aquam refectiónis educávit me.


Dopo la Comunione
Purifica, o Dio, il nostro spirito e rinnovalo con questo sacramento di salvezza, perché anche il nostro corpo mortale riceva un germe di risurrezione e di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.



Purífica, quæsumus, Dómine, mentes nostras benígnus, et rénova cæléstibus sacraméntis, ut consequénter et córporum præsens páriter et futúrum capiámus auxílium. Per Christum.



Oratio super populum

Concéde, miséricors Deus, ut devótus tibi pópulus semper exístat et de tua cleméntia, quod ei prosit, indesinénter obtíneat. Per Christum.





07/03/2008 16:50
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 68,14
Signore, innalzo a te la mia preghiera;
nel tempo opportuno mi rivolgo a te, o Dio.
Rispondimi nel tuo grande amore,
nella tua fedeltà al patto di salvezza.



Ego vero oratiónem meam ad te, Dómine;

tempus benepláciti, Deus.

In multitúdine misericórdiæ tuæ exáudi me in veritáte salútis tuæ.


Colletta
O Padre, che dài la ricompensa ai giusti e non rifiuti il perdono ai peccatori pentiti, ascolta la nostra supplica: l'umile confessione delle nostre colpe ci ottenga la tua misericordia. Per il nostro Signore...



Deus, qui et iustis præmia meritórum et peccatóribus véniam per pæniténtiam præbes, tuis supplícibus miserére, ut reátus nostri conféssio indulgéntiam váleat percípere delictórum. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 49, 8-15
Ti ho posto come alleanza per il popolo

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Al tempo della misericordia ti ho ascoltato,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e posto come alleanza per il popolo,
per far risorgere il paese,
per farti rioccupare l'eredità devastata,
per dire ai prigionieri: Uscite,
e a quanti sono nelle tenebre: Venite fuori.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
Non soffriranno né fame né sete
e non li colpirà né l'arsura né il sole,
perché colui che ha pietà di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti di acqua.
Io trasformerò i monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da mezzogiorno e da occidente
e quelli dalla regione di Assuan».
Giubilate, o cieli; rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consóla il suo popolo
e ha pietà dei suoi miseri.
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio del suo grembo?
Anche se vi fosse una donna che si dimenticasse,
io invece non ti dimenticherò mai.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Ricòrdati, Signore, del tuo amore.

Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Il suo regno è regno di tutti i secoli,
il suo dominio si estende ad ogni generazione.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano,
a quanti lo cercano con cuore sincero.

Canto al Vangelo Gv 11,25.26
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morrà in eterno.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 5, 17-30
Come, il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

Sulle Offerte
Signore Dio nostro, la potenza di questo sacrificio elimini in noi le conseguenze del peccato, e ci faccia crescere come nuove creature. Per Cristo nostro Signore.



Huius sacrifícii poténtia, Dómine, quæsumus, et vetustátem nostram cleménter abstérgat, et novitátem nobis áugeat et salútem. Per Christum.

Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 3,17
Dio ha mandato il Figlio nel mondo
non per giudicare il mondo,
ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.



Non misit Deus Fílium suum in mundum,

ut iúdicet mundum,

sed ut salvétur mundus per ipsum.

Dopo la Comunione
Abbiamo ricevuto i tuoi doni, Signore: non permettere che diventi motivo di condanna il sacramento istituito per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstia dona capiéntibus, quæsumus, Dómine, non ad iudícium proveníre patiáris, quæ fidélibus tuis ad remédium providísti. Per Christum.



Oratio super populum

Fámuli tui, Dómine, pietátis tuæ protectióne muniántur, ut bonum in hoc sæculo faciéntes ad te, summum bonum, pervéniant. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm





[Modificato da LiviaGloria 07/03/2008 16:54]
07/03/2008 16:51
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 104,3-4
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.



Lætétur cor quæréntium Dóminum.

Quærite Dóminum et confirmámini,

quærite fáciem eius semper.

Colletta
O Padre, che ci hai dato la grazia di purificarci con la penitenza e di santificarci con le opere di carità fraterna, fa' che camminiamo fedelmente nella via dei tuoi precetti, per giungere rinnovati alle feste pasquali. Per il nostro Signore...



Cleméntiam tuam, Dómine, súpplici voto depóscimus, ut nos fámulos tuos, pæniténtia emendátos et bonis opéribus erudítos, in mandátis tuis fácias perseveráre sincéros, et ad paschália festa perveníre illæsos. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Es 32, 7-14
Signore, desisti dall'ardore della tua ira.

Dal libro dell'Esodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto». Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente?
Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra?
Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre».
Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
si prostrarono a un'immagine di metallo fuso;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia fieno.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il mar Rosso.

Egli aveva già deciso di sterminarli,
se Mosè suo eletto
non fosse stato sulla breccia di fronte a lui,
per stornare la sua collera dallo sterminio.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 5, 31-47
Vi accusa Mosè, nel quale avete posto la vostra speranza.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è veràce.
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Sulle Offerte
Dio onnipotente e misericordioso, l'offerta di questo sacrificio guarisca la nostra debolezza dalle ferite del peccato e ci renda forti nel bene. Per Cristo nostro Signore.



Concéde, quæsumus, omnípotens Deus, ut huius sacrifícii munus oblátum fragilitátem nostram ab omni malo purget semper et múniat. Per Christum.

Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Ger 31,33
«Porrò la mia legge nel loro animo,
la scriverò nel loro cuore:
sarò il loro Dio ed essi il mio popolo»,
dice il Signore.



Dabo legem meam in viscéribus eórum,

et in corde eórum scribam eam;

et ero eis in Deum,

et ipsi erunt mihi in pópulum, dicit Dóminus.


Dopo la Comunione
Il sacramento che abbiamo ricevuto, Signore, ci liberi da ogni colpa, perché sollevati dall'umiliazione del peccato possiamo gloriarci della pienezza del tuo dono. Per Cristo nostro Signore.



Puríficent nos, quæsumus, Dómine, sacraménta quæ súmpsimus, et fámulos tuos ab omni culpa líberos esse concéde, ut, qui consciéntiæ reátu constringúntur, cæléstis remédii plenitúdine gloriéntur. Per Christum.



Oratio super populum

Protéctor in te sperántium, Deus, bénedic pópulum tuum, salva, tuére, dispóne, ut, a peccátis liber, ab hoste secúrus, in tuo semper amóre persevéret. Per Christum..

www.maranatha.it/index.htm


[Modificato da LiviaGloria 07/03/2008 16:54]
07/03/2008 16:52
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 53,3-4
Salvami, o Dio, per il tuo nome,
e nella tua potenza rendimi giustizia.
Ascolta, o Dio, la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.



Deus, in nómine tuo salvum me fac, et in virtúte tua líbera me. Deus, exáudi oratiónem meam, áuribus pércipe verba oris mei.


Colletta
Padre santo, che nei tuoi sacramenti hai posto il rimedio alla nostra debolezza, fa' che accogliamo con gioia i frutti della redenzione e li manifestiamo nel rinnovamento della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...



Deus, qui fragilitáti nostræ cóngrua subsídia præparásti, concéde, quæsumus, ut suæ reparatiónis efféctum et cum exsultatióne suscípiat, et pia conversatióne recénseat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Sap 2, 1. 12-22
Condanniamo il Giusto a una morte infame.

Dal libro della Sapienza
Dicono gli empi tra sé con ragionamenti errati:
«Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
E' diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Moneta falsa siamo da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».
La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i segreti di Dio; non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Ascolta, Signore, il grido del tuo povero.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.
Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.

Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato.

Canto al Vangelo Cf Lc 8,15
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 7, 1-2. 10. 25-30
Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora venuta la sua ora.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, vi andò anche lui; non apertamente però, di nascosto.
Alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

Sulle Offerte
La potenza di questo sacrificio ci liberi, Signore, dal peccato e ci faccia giungere più puri alle feste pasquali, principio della nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Hæc sacrifícia nos, omnípotens Deus, poténti virtúte mundátos, ad suum fáciant purióres veníre princípium. Per Christum.


Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Ef 1,7
In Cristo abbiamo la redenzione
mediante il suo sangue,
la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia.


In Christo habémus redemptiónem

per sánguinem eius,

remissiónem peccatórum,

secúndum divítias grátiæ eius.


Dopo la Comunione
O Padre, questo sacramento che segna per noi il passaggio dall'antica alla nuova alleanza, ci spogli dell'uomo vecchio e ci rivesta del Cristo nella giustizia e nella santità. Per Cristo nostro Signore.



Præsta, quæsumus, Dómine, ut, sicut de prætéritis ad nova transímus, ita, vetustáte depósita, sanctificátis méntibus innovémur. Per Christum.



Oratio super populum

Réspice, Dómine, super fámulos tuos, et in tua misericórdia confiténtes cælésti prótege benígnus auxílio. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 07/03/2008 16:53]
08/03/2008 14:32
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 17,5-7
Flutti di morte mi hanno circondato,
mi hanno stretto dolori d'inferno;
nella mia angoscia ho invocato il Signore,
dal suo tempio ha ascoltato la mia voce.



Circumdedérunt me gémitus mortis,

dolóres inférni circumdedérunt me;

et in tribulatióne mea invocávi Dóminum,

et exaudívit de templo sancto suo vocem meam.


Colletta
Signore onnipotente e misericordioso, attira verso di te i nostri cuori, poiché senza di te non possiamo piacere a te, sommo bene. Per il nostro Signore...



Dírigat corda nostra, quæsumus, Dómine, tuæ miseratiónis operátio, quia tibi sine te placére non póssumus. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 11, 18-20
Come un agnello mansueto che viene portato al macello.

Dal libro del profeta Geremia
Il Signore me lo ha manifestato e io l'ho saputo; allora ha aperto i miei occhi sui loro intrighi.
Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: «Abbattiamo l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato».
Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 7
Signore, mio Dio, in te mi rifugio.

Signore, mio Dio, in te mi rifugio:
salvami e liberami da chi mi perseguita,
perché non mi sbrani come un leone,
non mi sbrani senza che alcuno mi salvi.

Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza, o Altissimo.
Poni fine al male degli empi;
rafforza l'uomo retto,
tu che provi mente e cuore, Dio giusto.

La mia difesa è nel Signore,
egli salva i retti di cuore.
Loderò il Signore per la sua giustizia
e canterò il nome di Dio, l'Altissimo.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 7, 40-53
Il Cristo viene forse dalla Galilea?

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». E tornarono ciascuno a casa sua.

Sulle Offerte
Accogli, o Dio, quest'offerta di riconciliazione, e con la forza del tuo amore piega a te, anche se ribelli, le nostre volontà. Per Cristo nostro Signore.



Oblatiónibus nostris, quæsumus, Dómine, placáre suscéptis, et ad te nostras étiam rebélles compélle propítius voluntátes. Per Christum.

Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione 1 Pt 1,19
Siamo stati riscattati
a prezzo del sangue prezioso di Cristo
Agnello senza difetti e senza macchia.



Pretióso sánguine quasi Agni immaculáti

et incontamináti Christi redémpti sumus.


Dopo la Comunione
Padre misericordioso, il tuo Spirito operante in questo sacramento ci liberi dal male e ci renda degni della tua benevolenza. Per Cristo nostro Signore.



Tua nos, quæsumus, Dómine, sancta puríficent, et operatióne sua tibi plácitos esse perfíciant. Per Christum.



Oratio super populum

Tuére, Dómine, plebem tuam, ad sacra ventúra properántem et cæléstis grátiæ largitáte proséquere, ut visibílibus adiúta soláciis ad invisibília bona prómptius incitétur. Per Christum.


10/03/2008 22:24
 
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V DOMENICA DI QUARESIMA - A
(Domenica di Lazzaro)

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Ez 37, 12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45


Cristo: risurrezione per la nostra vita

I temi delle precedenti domeniche convergono in felice sintesi nell’odierna celebrazione: Gesù, sorgente dell’acqua viva (III dom.) e della luce (IV dom.), è colui che conferisce la vita a chi crede in lui. Le tre letture sottolineano la medesima realtà: solo la forza dello Spirito fa rifiorire la speranza, scioglie i legami della morte e restituisce la vita in pienezza. L’uomo è radicalmente impotente di fronte alla forza della morte. Sintomatico è il lamento degli esiliati a Babilonia: «Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è finita» (Ez 37,11). Ma Dio rassicura il suo popolo: questi «conoscerà» il Signore, farà cioè esperienza diretta della sua potenza vivificante (cf prima lettura).

« Dalla morte alla vita... »
Il termine «vita» è un termine chiave del vangelo di Giovanni, tanto da costituirne un tema dominante. Cristo è la Vita: chi accoglie la sua Parola e aderisce alla sua Persona è in grado di spezzare il dominio della morte. Gesù lo sottolinea nella risurrezione di Lazzaro, segno profetico della sua risurrezione.
I diversi attori della scena (Marta e Maria, i discepoli, i presenti) sono condotti da Gesù a compiere il passo della fede, a riconoscere nella sua opera la rivelazione del Dio vivente. Chi ha questa fede possiede già quella vita che si manifesterà in pienezza nella risurrezione finale. Nell’attesa di essere sempre più inseriti come membra vive nel Cristo (cf oraz. dopo la com.), i fedeli invocano il «Dio e Signore della vita (che)... con i suoi sacramenti... fa passare dalla morte alla vita» (prefazio).

Battesimo: inizio della nuova creazione
Nell‘ambito dell’itinerario catecumenale, la comunità cristiana vede nella risurrezione di Lazzaro il segno profetico del mistero che si attua nel battesimo. Nella celebrazione infatti la Chiesa si rivolge al catecumeno come fa col cristiano caduto nel peccato: «Lazzaro, vieni fuori»; Cristo e la Chiesa dicono: «Scioglietelo e lasciatelo andare»; le bende del peccato cadono alla voce della Chiesa che prega con Cristo davanti all’uomo peccatore, e la sua preghiera lo rende alla vita, immergendolo nelle acque battesimali.
La risurrezione di Lazzaro è ancora segno della realizzazione della nuova creazione e della nuova alleanza promessa da Ezechiele: Gesù freme davanti alla prima creazione, piombata nel disordine, nella morte e nella dissoluzione; la sua passione, morte e risurrezione ad opera dello Spirito, lo proclamerà signore della morte e della vita. La lettura pasquale del vangelo di oggi è profetica e attuale per noi che misticamente rinasciamo nello Spirito di Cristo e perciò siamo chiamati a vivere secondo lo Spirito una esistenza nuova: morti al peccato, vivi per Dio (seconda lettura).

Una scelta per la vita
Il Dio vivente, il Signore della vita (cf Sap 11,26) ha rivelato soprattutto in Gesù la sua potenza vittoriosa sulla morte. Il battezzato è inserito in Cristo per opera dello Spirito: questa simbiosi (= vita insieme) fa del cristiano un promotore della vita. La «carne», cioè l’uomo chiuso in se stesso, ostile a Dio e sordo alle necessità dei fratelli, non può che generare la morte e affermarne il potere nefasto. Il duello vita-morte è uno scontro che sta davanti agli occhi di tutti; e si traduce in attaccamento alla vita, perché «il germe dell’eternità che (l’uomo) porta in sé, irriducibile com’è alla sola materia, insorge contro la morte» (GS 18). D’altra parte sembra che in pari misura l’uomo avverta un misterioso istinto di morte-distruzione. Quando ideologia, interesse, sfruttamento si trasformano in odio e violenza ci sentiamo soffocare da un’atmosfera di morte. La nostra cultura rivela la sua tragica maschera là dove la vita è umiliata e offesa: i gesti del terrorismo e della delinquenza comune, la corsa agli armamenti, l’aggravata diffusione della droga, la persistente frequenza delle morti bianche, una diffusa incoscienza nella circolazione stradale, la soppressione della vita nel seno materno, l’abbandono dell’infanzia, l’emarginazione della vecchiaia ingombrante e improduttiva. E ancora, nei rapporti interpersonali, le violenze verbali, i tradimenti dell’amore e dell’amicizia, quei sordi rancori che sono veri attentati alla vita.
I battezzati, radicati in Cristo Vita nel mondo, devono farsi promotori di vita. Con le loro scelte positive contribuiscono, nell’immenso cantiere umano, a spingere la storia verso cieli nuovi e terre nuove. Se la nostra civiltà sembra un’accelerazione verso la decadenza e la dissoluzione, la speranza cristiana afferma la possibilità di un mondo nuovo perché la potenza di Dio si è rivelata vincitrice in Cristo. L’Eucaristia, che è celebrazione di una Vita fatta dono, diventa forza di risurrezione se il cristiano ne assimila i contenuti: farsi, come Cristo, pane spezzato per la vita del mondo.


Celebriamo la vicina festa del Signore con autenticità di fede

Dalle «Lettere pasquali» di sant'Atanasio, vescovo (Lett. 14, 1-2; PG 26, 1419-1420)

Il Verbo, Cristo Signore, datosi a noi interamente ci fa dono della sua visita. Egli promette di restarci ininterrottamente vicino. Per questo dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).
Egli è pastore, sommo sacerdote, via e porta e come tale si rende presente nella celebrazione della solennità. Viene fra noi colui che era atteso, colui del quale san Paolo dice: «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato» (1 Cor 5, 7). Si verifica anche ciò che dice il salmista: O mia esultanza, liberami da coloro che mi circondano (cfr. Sal 31, 7). Vera esultanza e vera solennità è quella che libera dai mali. Per conseguire questo bene ognuno si comporti santamente e dentro di sé mediti nella pace e nel timore di Dio.
Così facevano anche i santi. Mentre erano in vita si sentivano nella gioia come in una continua festa. Uno di essi, il beato Davide, si alzava di notte non una volta sola ma sette volte e con la preghiera si rendeva propizio Dio. Un altro, il grande Mosè, esultava con inni, cantava lodi per la vittoria riportata sul faraone e su coloro che avevano oppresso gli Ebrei. E altri ancora, con gioia incessante attendevano al culto sacro, come Samuele ed il profeta Elia.
Per questo loro stile di vita essi raggiunsero la libertà e ora fanno festa in cielo. Ripensano con gioia al loro pellegrinaggio terreno, capaci ormai di distinguere ciò che era figura e ciò che è divenuto finalmente realtà.
Per prepararci, come si conviene, alla grande solennità che cosa dobbiamo fare? Chi dobbiamo seguire come guida? Nessun altro certamente, o miei cari, se non colui che voi stessi chiamate, come me, «Nostro Signore Gesù Cristo». Egli per l'appunto dice: «Io sono la via» (Gv 14, 6). Egli è colui che, al dire di san Giovanni, «toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Egli purifica le nostre anime, come afferma il profeta Geremia: «Fermatevi nelle strade e guardate, e state attenti a quale sia la via buona, e in essa troverete la rigenerazione delle vostre anime» (cfr. Ger 6, 16).
Un tempo era il sangue dei capri e la cenere di un vitello ad aspergere quanti erano immondi. Serviva però solo a purificare il corpo. Ora invece, per la grazia del Verbo di Dio, ognuno viene purificato in modo completo nello spirito.
Se seguiremo Cristo potremo sentirci già ora negli altri della Gerusalemme celeste e anticipare e pregustare anche la festa eterna. Così fecero gli apostoli, costituiti maestri della grazia per i loro coetanei ed anche per noi. Essi non fecero che seguire il Salvatore: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito »(Mt 19, 27).
Seguiamo anche noi il Signore, cioè imitiamolo, e così avremo trovato il modo di celebrare la festa non soltanto esteriormente, ma nella maniera più fattiva, cioè non solo con le parole, ma anche con le opere.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 42,1-2

Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall'uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa.



Iúdica me, Deus,

et discérne causam meam de gente non sancta;

ab hómine iníquo et dolóso éripe me,

quia tu es Deus meus et fortitúdo mea.



Colletta

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio...



Quaesumus, Dómine Deus noster, ut in illa caritáte, qua Fílius tuus díligens mundum morti se trádidit, inveniámur ipsi, te opitulánte, alácriter ambulántes. Per Dóminum.



Oppure:

Eterno Padre, la tua gloria è l'uomo vivente; tu che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l'amico Lazzaro, guarda oggi l'afflizione della Chiesa che piange e prega per i suoi figli morti a causa del peccato, e con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo...



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Ez 37, 12-14

Metterò in voi il mio spirito e rivivrete.

Dal libro del profeta Ezechiele

Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò».


Salmo Responsoriale Dal Salmo 129
Il Signore è bontà e misericordia.



Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono:
e avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore,
l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora.

Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Seconda Lettura Rm 8, 8-11

Lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Canto al Vangelo Cf Gv 11,25.26

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
Lode e onore a te, Signore Gesù!






Vangelo Gv 11, 1-45

Io sono la resurrezione e la vita.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, era malato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [ Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».
All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». ] I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?».
Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
[ Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. ] Betania distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. [Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». ]
Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, [ si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».
Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra.
Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dài ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. ]



Sulle Offerte

Esaudisci, Signore, le, nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore.



Exáudi nos, omnípotens Deus, et fámulos tuos, quos fídei christiánae eruditiónibus imbuísti, huius sacrifícii tríbuas operatióne mundári. Per Christum.


Prefazio
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Vero uomo come noi, egli pianse l'amico Lazzaro;
Dio e Signore della vita, lo richiamò dal sepolcro;
oggi estende a tutta l'umanità la sua misericordia,
e con i suoi sacramenti ci fa passare dalla morte alla vita.

Per mezzo di lui ti adorano le schiere degli angeli e dei santi
e contemplano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, Signore,
che si uniscano le nostre voci nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo il Signore...


Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Ipse enim verus homo Lázarum flevit amícum,

et Deus aetérnus e túmulo suscitávit,

qui, humáni géneris miserátus,

ad novam vitam sacris mystériis nos addúcit.

Per quem maiestátem tuam adórat exércitus Angelórum,

ante conspéctum tuum in aeternitáte laetántium.



Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Gv 11,26
«Chiunque vive e crede in me,
non morirà in eterno », dice il Signore.



Omnis qui vivit et credit in me,

non moriétur in aetérnum, dicit Dóminus.



Jn 8,10-11 Nemo te condemnávit, múlier?

Nemo, Dómine. Nec ego te condemnábo: iam ámplius noli peccáre.



Jn 12,24-25 Amen, amen dico vobis:

Nisi granum fruménti cadens in terram mórtuum fúerit,

ipsum solum manet; si autem mórtuum fúerit, multum fructum affert.


Dopo la Comunione
Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo, poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore.



Quaesumus, omnípotens Deus, ut inter eius membra semper numerémur, cuius Córpori communicámus et Sánguini. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.

Oratio super populum

Bénedic, Dómine, plebem tuam, quae munus tuae miseratiónis exspéctat, et concéde, ut, quod, te inspiránte, desíderat, te largiénte percípiat. Per Christum.



10/03/2008 22:25
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 55,2
Abbi pietà di me, Signore, perché mi calpestano;
tutto il giorno mi opprimono i miei nemici.



Miserére mihi,

Dómine, quóniam conculcávit me homo,

tota die bellans tribulávit me.

Colletta
O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per essere preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno. Per il nostro...



Deus, per cuius ineffábilem grátiam omni benedictióne ditámur, præsta nobis ita in novitátem a vetustáte transíre, ut regni cæléstis glóriæ præparémur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 13, 1-9. 15-17. 19-30. 33-62
Innocenza di Susanna.

Dal libro del profeta Danièle
In quei giorni, abitava in Babilònia un uomo chiamato Ioakim, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. Ioakim era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui. In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: «L’iniquità è uscita da Babilònia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo». Questi frequentavano la casa di Ioakim e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.
Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla. Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno». Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle» Susanna, piangendo, esclamò: «Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto non potrò scampare dalle vostre mani. Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!» Susanna gridò a gran voce.
Anche i due anziani gridarono contro di lei e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo. Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakim, suo marito, e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna. Rivolti al popolo dissero: «Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakim». Mandarono a chiamarla ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore. Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuso le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto e si è unito a lei. Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme. Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni». La moltitudine prestò loro fede, poiché erano anziani e giudici del popolo, e la condannò a morte.
[ Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Danièle, il quale si mise a gridare: «lo sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che vuoi dire con le tue parole?». Allora Danièle, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Danièle: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità». Danièle esclamò: «Separateli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Danièle disse al primo: «O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco».
Disse Danièle: «In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due». Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: «Razza di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Danièle: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire».
Allora tutta l’assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Danièle aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente. ]

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Con te, Signore, non temo alcun male.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Canto al Vangelo Mt 5,7-8
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 1-11
Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».
_________________________________________________________________

Oppure:
Canto al Vangelo Gv 8,12
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 12-20
Io sono la luce del mondo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Gli dissero allora i farisei: «Tu dài testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.
Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do' testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza».
Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

Sulle Offerte
Signore, concedi ai tuoi fedeli, riuniti per celebrare i santi misteri, di offrirti come frutto della penitenza una coscienza pura e uno spirito rinnovato. Per Cristo nostro Signore.



Concéde nobis, Dómine, quæsumus, ut, celebratúri sancta mystéria, tamquam pæniténtiæ corporális fructum, lætam tibi exhibeámus méntium puritátem. Per Christum..

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 8,10-11 (Quando è stato letto il vangelo dell'adultera)
«Donna, nessuno ti ha condannata?».
«Nessuno, Signore». «Neppure io ti condanno:
d'ora in poi non peccare più».



Nemo te condemnávit, múlier?

Nemo, Dómine.

Nec ego te condemnábo: iam ámplius noli peccáre.

Gv 8,12 (Quando invece è stato letto un altro vangelo)
«Io sono la luce del mondo» dice il Signore.
«Chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».



Ego sum lux mundi,

dicit Dóminus: qui séquitur me

non ámbulat in ténebris, sed habébit lumen vitæ.


Dopo la Comunione
Padre di infinita misericordia, la forza redentrice dei tuoi sacramenti ci liberi da ogni male, e ci avvii all'incontro con te come discepoli del Cristo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Sacramentórum tuórum benedictióne roboráti, quæsumus, Dómine, ut per hæc semper emundémur a vítiis, et per sequélam Christi ad te festinánter gradiámur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.



Oratio super populum

Líbera, Dómine, quæsumus, a peccátis tibi pópulum supplicántem, ut in sancta conversatióne vivens nullis affligátur advérsis. Per Christum.

11/03/2008 20:03
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 26,14
Stà in attesa del Signore, prendi forza e coraggio;
tieni saldo il tuo cuore e spera nel Signore.



Exspécta Dóminum, viríliter age;

et confortétur cor tuum, et sústine Dóminum.


Colletta
Il tuo aiuto, Dio onnipotente, ci renda perseveranti nel tuo servizio, perché anche nel nostro tempo la tua Chiesa si accresca di nuovi membri e si rinnovi sempre nello spirito. Per il nostro Signore...



Da nobis, quæsumus, Dómine, perseverántem in tua voluntáte famulátum, ut in diébus nostris et mérito et número pópulus tibi sérviens augeátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Nm 21, 4-9
Chiunque, dopo essere stato morso, guarderà il serpente di bronzo, resterà in vita.

Dal libro dei Numeri
In quei giorni, gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 101
Ascolta, Signore, il gèmito del misero.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.

I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gèmito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito:
chi crede in lui ha la vita eterna.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Gv 8,21-30
Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».
Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, questa vittima di riconciliazione, perdona le nostre colpe, e guida i nostri cuori vacillanti sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore.



Hóstias tibi, Dómine, placatiónis offérimus, ut et delícta nostra miserátus absólvas, et nutántia corda tu dírigas. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 12,32
«Quando sarò elevato da terra,
attirerò tutti a me» , dice il Signore.



Cum exaltátus fúero a terra,

ómnia traham ad meípsum, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio grande e misericordioso, l'assidua partecipazione ai tuoi misteri ci avvicini sempre più a te, che sei l'unico e vero bene. Per Cristo nostro Signore.



Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, quæ divína sunt iúgiter ambiéntes, donis semper mereámur cæléstibus propinquáre. Per Christum.



Oratio super populum

Deus, qui sperántibus in te miseréri pótius éligis, quam irásci, da fidélibus tuis digne flere mala, quæ fecérunt, ut tuæ consolatiónis grátiam inveníre mereántur. Per Christum.

13/03/2008 16:51
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 17,48-49
Tu mi liberi, Signore, dall'ira dei miei nemici.
Tu mi innalzi sopra i miei avversari,
e mi salvi dall'uomo violento.



Liberátor meus de géntibus iracúndis.

Ab insurgéntibus in me exaltábis me,

a viro iníquo erípies me, Dómine.

Colletta
Risplenda la tua luce, Dio misericordioso, sui tuoi figli purificàti dalla penitenza; tu che ci hai ispirato la volontà di servirti, porta a compimento l'opera da te iniziata. Per il nostro Signore...



Sanctificáta per pæniténtiam tuórum corda filiórum, Deus miserátor, illústra, et, quibus præstas devotiónis afféctum, præbe supplicántibus pium benígnus audítum. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 3, 14-20. 46-50. 91-92. 95
Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.

Dal libro del profeta Daniéle
In quei giorni, il re Nabucodonosor disse loro: «E' vero, Sadrach, Mesach e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto innalzare? Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
Ma Sadrach, Mesach e Abdènego risposero al re Nabucodonosor: «Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto».
Allora Nabucodonosor, acceso d'ira e con aspetto minaccioso contro Sadrach, Mesach e Abdènego, ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.
Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrach, Mesach e Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso.
I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace.
Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azarìa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco e rese l'interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
Allora il re Nabucodonosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero.
Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi».
Nabucodonosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrach, Mesach e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.

Salmo Responsoriale Dn 3,52-56
A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che pènetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Canto al Vangelo Cf Lc 8,15

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 31-42
Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi d'avvero.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo».
Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, questo sacrificio che ci concedi di offrire alla tua santità, e rendilo per noi sorgente di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Tibi, Dómine, sacrifícia dicáta reddántur, quæ sic ad honórem nóminis tui deferénda tribuísti, ut éadem remédia fíeri nostra præstáres. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Col 1,13-14
Dio ci ha fatti passare nel regno
del suo Figlio prediletto;
in lui abbiamo la redenzione
per mezzo del suo sangue,
la remissione dei peccati.



Tránstulit nos Deus in regnum

Fílii dilectiónis suæ,

in quo habémus redemptiónem

per sánguinem eius,

remissiónem peccatórum.

Dopo la Comunione
O Dio, fonte della vita, fa' che la partecipazione al tuo sacramento sia per noi medicina di salvezza; ci guarisca dalle ferite del male e ci confermi nella tua amicizia. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstem nobis, Dómine, præbeant sumpta mystéria medicínam, ut et vítia nostri cordis expúrgent, et sempitérna nos protectióne confírment. Per Christum.



Oratio super populum

Adésto supplicátionibus pópuli tui, omnípotens Deus, et, quibus fidúciam sperándæ pietátis indúlges, consuétæ misericórdiæ tríbue benígnus efféctum. Per Christum.


13/03/2008 16:52
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Eb 9,15
Cristo è mediatore della nuova alleanza
perché, mediante la sua morte,
coloro che sono stati chiamati
ricevano l'eredità eterna che è stata loro promessa.



Novi Testaménti mediátor est Christus,

ut, morte intercedénte,

repromissiónem accípiant,

qui vocáti sunt ætérnæ hereditátis.

Colletta
Assisti e proteggi sempre, Padre buono questa tua famiglia che ha posto in te ogni speranza, perché liberata dalla corruzione del peccato resti fedele all'impegno del Battesimo, e ottenga in premio l'eredità promessa. Per il nostro Signore...



Adésto, Dómine, supplícibus tuis, et spem suam in tua misericórdia collocántes tuére propítius, ut, a peccatórum labe mundáti, in sancta conversatióne permáneant, et promissiónis tuæ perficiántur herédes. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 17, 3-9
Ti renderò padre di una moltitudine di popoli.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Abràm si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: «Eccomi: la mia alleanza è con te
e sarai padre di una moltitudine di popoli.
Non ti chiamerai più Abràm ma ti chiamerai Abramo
perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò.
E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio».
Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 104
Il Signore è fedele per sempre.

Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
E' lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.

Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.

Canto al Vangelo Cf 2 Cor 6.2
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ecco ora il momento favorevole,
è questo il giorno della salvezza!
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 51-59
Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Sulle Offerte
Guarda con bontà, o Dio, il sacrificio che ti presentiamo, perché giovi alla nostra conversione e porti la salvezza al mondo intero. Per Cristo nostro Signore.



Sacrifíciis præséntibus, quæsumus, Dómine, placátus inténde, ut et conversióni nostræ profíciant et totíus mundi salúti. Per Christum.


Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Rm 8,32
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio,
ma lo ha dato per tutti noi:
con lui ci ha fatto dono di ogni cosa.



Próprio Fílio suo non pepércit Deus, sed pro nobis ómnibus trádidit illum: cum illo ómnia nobis donávit.

Dopo la Comunione
Padre misericordioso, il pane eucaristico, che ci fa tuoi commensali in questo mondo, ci ottenga la perfetta comunione con te nella vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Satiáti múnere salutári, tuam, Dómine, misericórdiam deprecámur, ut hoc eódem sacraménto, quo nos temporáliter végetas, effícias perpétuæ vitæ partícipes. Per Christum.



Oratio super populum

Esto, quæsumus, Dómine, propítius plebi tuæ, ut, de die in diem, quæ tibi non plácent réspuens, tuórum pótius repleátur delectatiónibus mandatórum. Per Christum.

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