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Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
05/02/2008 09:07
 
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IV SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 105,47
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.

Colletta
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l'anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 2 Sam 15, 13-14. 30; 16, 5-13a
Fuggiamo dalle mani di Assalonne.
Lasciate che Simei maledica, glielo ha comandato il Signore.

Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti si è volto verso Assalonne».
Allora Davide disse a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca la città a fil di spada».
Davide saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando il re Davide fu giunto a Bacurim, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re.
Simei, maledicendo Davide, diceva: «Vàttene, vàttene, sanguinario, scellerato! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario».
Allora Abisài figlio di Zeruia disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!».
Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Zeruia? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?».
Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi».
Davide e la sua gente continuarono il cammino.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 3
Sorgi, Signore: sei tu la mia difesa.

Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
«Neppure Dio lo salva!».

Ma tu, Signore,sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.

Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.

Canto al Vangelo Lc 7,16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto in mezzo a noi:
Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

Vangelo Mc 5, 1-20
Esci, spirito immondo, da quest'uomo!

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.
Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull'altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Comunione Sal 30,17-18
Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto,
e salvami per la tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato.

Oppure: Mt 5,3.5
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore.

05/02/2008 09:08
 
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5 FEBBRAIO
SANT'AGATA
Vergine e Martire (sec. III)
Memoria

LETTURE: 2 Cor 10,17-11,2; Sal 123; Mt 10,28-33


Il popolare culto di questa martire siciliana si sviluppò principalmente a Catania che si ritiene il luogo più probabile del suo martirio al tempo di Decio. Dal secolo VI il suo culto (con gli elementi leggendari, presenti nell'antica officiatura) si estese alla Chiesa universale. A Roma le vennero dedicate due basiliche.



Donata a noi da Dio, sorgente stessa della bontà

Dal «Discorso su sant'Agata» di san Metodio Siculo, vescovo,

La commemorazione annuale di sant'Agata ci ha qui radunati perché rendessimo onore a una martire, che è sì antica, ma anche di oggi. Sembra infatti che anche oggi vinca il suo combattimento perché tutti i giorni viene come coronata e decorata di manifestazioni della grazia divina.

Sant'Agata è nata dal Verbo del Dio immortale e dall’unico suo Figlio, morto come uomo per noi. Dice infatti san Giovanni: «A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 12).

Agata, la nostra santa, che ci ha invitati al religioso banchetto, è la sposa di Cristo. E' la vergine che ha imporporato le sue labbra del sangue dell’Agnello e ha nutrito il suo spirito con la meditazione sulla morte del suo amante divino.

La stola della santa porta i colori del sangue di Cristo, ma anche quelli della verginità. Quella di sant'Agata, così, diviene una testimonianza di una eloquenza inesauribile per tutte le generazioni seguenti.

Sant’Agata è veramente buona, perché essendo di Dio, si trova dalla parte del suo Sposo per ren­derci partecipi di quel bene, di cui il suo nome porta il valore e il significato: Agata (cioè buona) a noi data in dono dalla stessa sorgente della bontà, Dio.

Infatti cos'è più benefico del sommo bene? E chi potrebbe trovare qualcosa degno di essere maggiormente celebrato con lodi del bene? Ora Agata significa «Buona». La sua bontà corrisponde così bene al nome e alla realtà. Agata, che per le sue magnifiche gesta porta un glorioso nome e nello stesso nome ci fa vedere le gloriose gesta da lei compiute. Agata, ci attrae persino con il proprio nome, perché tutti volentieri le vadano incontro ed è di insegnamento con il suo esempio, perché tutti, senza sosta, gareggino fra di loro per conseguire il vero bene, che è Dio solo.



MESSALE

Antifona d'Ingresso

Questa è una vergine martire della fede,

che sparse per Cristo il suo sangue;

non temette le minacce dei giudici

e raggiunse il regno dei cieli.



Colletta

Donaci, Signore, la tua misericordia, per intercessione di sant'Agata, che risplende nella Chiesa per la gloria della verginità e del martirio. Per il nostro Signore...



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura 2 Cor 10,17-11,2

Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi



Fratelli, chi si vanta, si vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Oh se poteste sopportare un pò di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 123
Sei tu, Signore, il nostro rifugio.



Se il Signore non fosse stato con noi,
quando uomini ci assalirono,
ci avrebbero inghiottiti vivi,
nel furore della loro ira.


Le acque ci avrebbero travolti;
un torrente ci avrebbe sommersi,
ci avrebbero travolti acque impetuose.



Noi siamo stati liberati come un uccello
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.



Il nostro aiuto è nel nome del Signore
che ha fatto cielo e terra.



Canto al Vangelo Mt 10,32

Alleluia, alleluia.

Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, dice il Signore,

anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio.

Alleluia.







Vangelo Mt 10, 28-33

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».



Sulle Offerte

I doni che ti presentiamo nel glorioso ricordo della santa martire Agata ti siano graditi, Signore, come fu preziosa ai tuoi occhi l'offerta della sua vita. Per Cristo nostro Signore.



Antifona alla Comunione Gv 15,5

« Io sono la vite e voi i tralci » , dice il Signore,

« chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto ».



Dopo la Comunione

Signore, che hai glorificato sant'Agata con la corona della verginità e del martirio, per la comunione a questo sacro convito donaci energia nuova, perché superiamo la forza del male e raggiungiamo la gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.



www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 05/02/2008 09:09]
07/02/2008 08:42
 
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MERCOLEDI' DELLE CENERI

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Gl 2,12-18; Sal 50; 2 Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18


Il Digiuno che Salva

«Lasciatevi riconciliare con Dio! ... Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza» (seconda lettura). «Convertitevi e credete al Vangelo!» (Mc 1,15).
Con questi due imperativi la comunità cristiana è convocata per accogliere l’azione misericordiosa di Dio e ritornare a Lui. Il rito di imposizione delle ceneri può essere considerato una specie di iscrizione al catecumenato quaresimale, un gesto di ingresso nello stato di penitenti. Nei testi della liturgia la penitenza si esplicita nella pratica del digiuno.

Se non cambia il cuore non cambia nulla
Sobrietà, austerità, astinenza dai cibi sembrano anacronistici in questa società che fa del benessere e della sazietà il proprio vanto. Ma è proprio questa sazietà che rischia di renderci insensibili agli appelli di Dio e alle necessità dei fratelli.
Per il cristiano il digiuno non è prodezza ascetica, né farisaica ostentazione di «giustizia», ma è segno della disponibilità al Signore e alla sua Parola. Astenersi dai cibi è dichiarare qual è l’unica cosa necessaria, è compiere un gesto profetico nei confronti di una civiltà che in modo subdolo e martellante insinua sempre nuovi bisogni e crea nuove insoddisfazioni. Prendere le distanze dalle cose futili e vane significa ricercare l’essenziale: affidarsi umilmente al Signore, creare spazi di risonanza alla voce dello Spirito. Il digiuno perciò riguarda tutto l’uomo ed esprime la conversione del cuore. Rinnegare se stessi (cf Mt 16,24) non è moralismo o mortificazione delle energie vitali, ma è cessare di considerare se stessi come centro e valore supremo. In questo decentramento da sé, Cristo attua ancora la sua vittoria sul male e l’uomo viene rinnovato a somiglianza di Lui.

Rinnovàti, per celebrare la Pasqua del Signore
In seno al popolo di Dio, il digiuno fu sempre considerato come una pratica essenziale dell’anima religiosa; infatti, secondo il pensiero ebraico, la privazione del nutrimento e, in generale, di tutto ciò che è gradevole ai sensi, era il mezzo ideale per esprimere a Dio, in una preghiera di supplica, la totale dipendenza di fronte a lui, il desiderio di vedersi perdonato e il fermo proposito di cambiar condotta. Tuttavia, di fronte all’aspetto formalistico istintivo che il digiuno aveva preso, i profeti hanno ricordato il primato dell’amore verso Dio e verso il prossimo.
Nell’azione ecclesiale del digiuno c’è la presenza del Signore, senza del quale le opere dell’uomo sarebbero un’autoglorificazione. In forza di questa presenza il digiuno della Chiesa non è mesto e lugubre, ma gioioso, festivo. Digiunando, la Chiesa esprime la propria vigilanza e l’attesa del ritorno dello Sposo (cf Mc 2,18-22; Mt 9,14-15; Lc 5,34-35). Se da una parte lo Sposo è sempre presente alla sua Sposa, dall’altra questa presenza non è ancora piena e va dunque, preparata e sollecitata. La rottura definitiva del digiuno avverrà quando tutti saranno assisi al banchetto del Regno (Is 25,6).

«Un cammino di vera conversione»
Il digiuno non si fa per «risparmiare», cioè per motivi economici, ma per amore di Dio. Un amore che si fa preghiera, ma che reclama la sollecitudine per il prossimo, la solidarietà con i più poveri, un maggiore senso di giustizia (cf Is 1,17; Zc 7,5-9). «Il nutrimento di chi ha bisogno sia sostenuto dai nostri digiuni» (s. Leone Magno). In questo senso sono lodevoli le iniziative individuali e comunitarie per una «quaresima di fraternità»; e la partecipazione alla Cena del Signore diventa un gesto di povertà, di pentimento, di speranza, di annuncio. Chi partecipa seriamente alla passione del Signore, tutt’oggi viva nei poveri della terra, sa che il ritorno al Padre (quello proprio, come quello della comunità) è cominciato, e che nella mortificazione della carne può fiorire lo Spirito della risurrezione e della vita.
Sulla scia dell’odierna pagina evangelica si possono verificare le espressioni di una vita di fede autentica: carità fraterna, preghiera, digiuno. E’ questo «Il trinomio per cui sta salda la fede... Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia è la vita del digiuno. Nessuno le divida... Chi prega digiuni... Chi digiuna comprenda bene cosa significa per gli altri non avere da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno... » (s. Pier Crisologo).
Chi pone questi segni sa che il ritorno al Padre è cominciato e che la risurrezione e la vita sono già germogliate.


Fate penitenza

Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa e martire.
Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e portò al mondo intero la grazia della penitenza.
Passiamo in rassegna tutte le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che furono disposti a ritornare a lui. Noè fu l’araldo della penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi.
Giona predicò la rovina ai Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio.
Non mancarono mai ministri della grazia divina che, ispirati dallo Spirito Santo, predicassero la penitenza. Lo stesso Signore di tutte le cose parlò della penitenza impegnandosi con giuramento: Com’è vero ch’io vivo — oracolo del Signore — non godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza (cfr. Ez 33, 11). Aggiunse ancora parole piene di bontà: Allontànati, o casa di Israele, dai tuoi peccati. Di’ ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del cilicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamiate « Padre », ed io vi tratterò come un popolo Santo ed esaudirò la vostra preghiera (cfr. Is 1,18; 63,16; 64,7; Ger 3,4; 31,9).
Volendo far godere i beni della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo della sua parola.
Obbediamo perciò alla sua magnifica e gloriosa volontà. Prostriamoci davanti al Signore supplicandolo di essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò che sta scritto. Dice, infatti, lo Spirito Santo: Non si vanti il saggio della sua saggezza, né il ricco delle sue ricchezze, ma chi vuol gloriarsi si vanti nel Signore, ricercandolo e praticando il diritto e la giustizia (cfr. Ger 9,22-23; 1 Cor 1,31). Ricordiamo soprattutto le parole del Signore Gesù quando esortava alla mitezza e alla pazienza: Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate, perché anche a voi sia perdonato; come trattate gli altri, così sarete trattati anche voi; donate e sarete ricambiati; non giudicate, e non sarete giudicati; siate benevoli, e sperimenterete la benevolenza; con la medesima misura con cui avrete misurato gli altri, sarete misurati anche voi (cfr. Mt 5, 7; 6, 14; 7, 1.2). Stiamo saldi in questa linea e aderiamo a questi comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell’obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: Su chi si posa il mio sguardo se non su chi è umile e pacifico e teme le mie parole? (cfr. Is 66, 2).
Perciò, avendo vissuto grandi e illustri eventi, corriamo verso la meta della pace, preparata per noi fin da principio. Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici incomparabili.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sap 11,24-25.27
Tu ami tutte le creature, Signore,
e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio.



Miseréris ómnium, Dómine,

et nihil odísti eórum quae fecísti,

dissímulans peccáta hóminum

propter paeniténtiam et parcens illis,

quia tu es Dóminus Deus noster.


Colletta
O Dio, nostro Padre, concedi, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per il nostro Signore.



Concéde nobis, Dómine, praesídia milítiae christiánae sanctis inchoáre ieiúniis, ut, contra spiritáles nequítias pugnatúri, continéntiae muniámur auxíliis. Per Dóminum. Benedictio et impositio cinerum


I - LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gl 2,12-18
Laceratevi il cuore e non le vesti.

Dal libro del profeta Gioele
Così dice il Signore:
« Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti ».
Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio,
perché egli è misericordioso e benigno,
tardo all'ira e ricco di benevolenza
e si impietosisce riguardo alla sventura.
Chi sa che non cambi e si plachi
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libazione per il Signore vostro Dio.
Suonate la tromba in Sion, proclamate un digiuno,
convocate un'adunanza solenne.
Radunate il popolo, indite un'assemblea,
chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo tàlamo.
Tra il vestibolo e l'altare piangano
i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
« Perdona, Signore, al tuo popolo
e non esporre la tua eredità al vituperio
e alla derisione delle genti ».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli: « Dov'è il loro Dio? ».
Il Signore si mostri geloso per la sua terra
e si muova a compassione del suo popolo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Seconda Lettura 2 Cor 5,20-6,2
Riconciliatevi con Dio... Ecco il momento favorevole.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: "Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso".
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

Canto al Vangelo Cf Sal 94,8
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!





Vangelo Mt 6,1-6.16-18
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà ».


II - LITURGIA DI PENITENZA

Terminata l'omelia, il sacerdote benedice le ceneri:
Raccogliamoci, fratelli carissimi, in umile preghiera, davanti a Dio nostro Padre, perché faccia scendere su di noi la sua benedizione e accolga l'atto penitenziale che stiamo per compiere.



Deum Patrem, fratres caríssimi, supplíciter deprecémur, ut hos cíneres, quos paeniténtiae causa capítibus nostris impónimus, ubertáte grátiae suae benedícere dignétur.

Tutti si raccolgono, per alcuni istanti, in preghiera silenziosa; e il sacerdote prosegue:
O Dio, che hai pietà di chi si pente e doni la tua pace a chi si converte, accogli con paterna bontà la preghiera del tuo popolo e benedici questi tuoi figli, che riceveranno l'austero simbolo delle ceneri, perché, attraverso l'itinerario spirituale della Quaresima, giungano completamente rinnovati a celebrare la Pasqua del tuo Figlio, il Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.


Deus, qui humiliatióne flécteris et satisfactióne placáris, aurem tuae pietátis précibus nostris inclína, et super fámulos tuos, horum cínerum aspersióne contáctos, grátiam tuae benedictiónis + effúnde propítius, ut, quadragesimálem observántiam prosequéntes, ad Fílii tui paschále mystérium celebrándum purificátis méntibus perveníre mereántur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.



Oppure:
O Dio, che non vuoi la morte ma la conversione dei peccatori, ascolta benigno la nostra preghiera: benedici queste ceneri, che stiamo per imporre al nostro capo, riconoscendo che il prezioso corpo tornerà in polvere; l'esercizio della penitenza quaresimale ci ottenga il perdono dei peccati e una vita rinnovata a immagine del Signore risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Deus, qui non mortem sed conversiónem desíderas peccatórum, preces nostras cleménter exáudi, et hos cíneres, quos capítibus nostris impóni decérnimus benedícere + pro tua pietáte dignáre, ut qui nos cínerem esse et in púlverem reversúros cognóscimus quadragesimális exercitatiónis stúdio, peccatórum véniam et novitátem vitae, ad imáginem Fílii tui resurgéntis, cónsequi valeámus. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum. R. Amen.


Il Sacerdote asperge con l’acqua benedetta le ceneri mentre fedeli processionalmente, si presentano al celebrante, il quale impone a ciascuno le ceneri, dicendo:
Convertitevi, e credete al Vangelo.

Paenitémini, et crédite Evangélio.

Oppure:
Ricòrdati che sei polvere, e in polvere tornerai.

Meménto, homo, quia pulvis es, et in púlverem revertéris.



Si canta mentre queste antifone:



Antiphona 1

Immutémur hábitu, in cínere et cilício, ieiunémus, et plorémus ante Dóminum, quia multum miséricors est dimíttere peccáta nostra Deus noster.



Antiphona 2

Cf. Jl 2,17; Est 4,17 Inter vestíbulum et altáre plorábunt sacerdótes minístri Dómini, et dicent: Parce, Dómine, parce pópulo tuo, et ne claudas ora canéntium te, Dómine.



Antiphona 3

Ps 50,3 Dele, Dómine, iniquitátem meam.

Quae repeti potest post singulos versus psalmi 50 Miserére mei, Deus.



Responsorium

Cf. Ps 78,9

R/. Emendémus in mélius, quae ignoránter peccávimus, ne súbito praeoccupáti die mortis quaerámus spátium paeniténtiae, et inveníre non possímus. *

Atténde, Dómine, et miserére, quia peccávimus tibi.

V/. Adiuva nos, Deus salutáris noster, et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos. *

Atténde, Dómine


III - LITURGIA EUCARISTICA

Sulle Offerte
Accogli, Signore, questo sacrificio, col quale iniziamo solennemente la Quaresima, e fa' che mediante le opere di carità e penitenza vinciamo i nostri vizi e liberi dal peccato possiamo celebrare la Pasqua del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Sacrifícium quadragesimális inítii sollémniter immolámus, te, Dómine, deprecántes, ut per paeniténtiae caritatísque labóres a nóxiis voluptátibus temperémus, et, a peccátis mundáti, ad celebrándam Fílii tui passiónem mereámur esse devóti. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.


Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre voci nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et praemia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Caeli caelorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Sal 1,2-3
Chi medita giorno e notte sulla legge del Signore
al tempo opportuno porterà il suo frutto.



Qui meditábitur in lege Dómini

die ac nocte, dabit fructum suum in témpore suo.


Oppure: Mt 6,6
Prega il Padre tuo nel segreto
ed egli ti ricompenserà.

Dopo la Comunione
Questo sacramento che abbiamo ricevuto, o Padre, ci sostenga nel cammino quaresimale, santifichi il nostro digiuno e lo renda efficace per la guarigione del nostro spirito. Per Cristo nostro Signore.


Percépta nobis, Dómine, praebeant sacraménta subsídium, ut tibi grata sint nostra ieiúnia, et nobis profíciant ad medélam. Per Christum.



Oratio super populum

Ad dimissionem sacerdos, stans versus ad populum, et super illum manus extendens, dicit hanc orationem: Super inclinántes se tuae maiestáti, Deus, spíritum compunctiónis propítius effúnde, et praemia

07/02/2008 08:43
 
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GIOVEDÌ DOPO LE CENERI
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Sal 54,17-20.23
Quando invoco il Signore, egli ascolta la mia voce
e mi salva da coloro che mi avversano.
Affida al Signore la tua sorte,
ed egli sarà il tuo sostegno.



Dum clamárem ad Dóminum,

exaudívit vocem meam ab his,

qui appropínquant mihi.

Iacta cogitátum tuum in Dómino, et ipse te enútriet.


Colletta
Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...



Actiónes nostras, quæsumus, Dómine, aspirándo præveni et adiuvándo proséquere, ut cuncta nostra operátio a te semper incípiat, et per te copta finiátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dt 30, 15-20
Io pongo oggi davanti a te la benedizione e la maledizione.

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo e disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano.
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Beato chi spera nel Signore.

Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.

Canto al Vangelo Cf Am 5,14
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Cercate il bene e non il male:
allora vivrete e il Signore sarà con voi.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Lc 9, 22-25
Chi perderà la propria vita per me, la salverà.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno» .
E a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.
Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?».

Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Dio, le offerte che presentiamo al tuo altare, perché ci ottengano il perdono e rendano onore al tuo nome. Per Cristo nostro Signore.



Hóstias, quæsumus, Dómine, propítius inténde, quas sacris altáribus exhibémus, ut, nobis indulgéntiam largiéndo, tuo nómini dent honórem. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito,
alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 50,12
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
e rinnova in me uno spirito saldo.



Cor mundum crea in me, Deus,

et spíritum rectum ínnova in viscéribus meis.


Dopo la Comunione
Il pane di vita eterna che ci hai donato, Signore, santifichi il tuo popolo e sia principio inesauribile di perdono e di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstis doni benedictióne percépta, súpplices te, Deus omnípotens, deprecámur, ut hoc idem nobis semper et indulgéntiæ causa sit et salútis. Per Christum.



Oratio super populum

Qui pópulo tuo, omnípotens Deus, notas fecísti vias vitæ ætérnæ, per eas ad te, lumen indefíciens, nos fácias, quæsumus, perveníre. Per Christum.


11/02/2008 19:45
 
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VENERDÌ DOPO LE CENERI
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 29,11
Il Signore mi ha ascoltato, ha avuto pietà di me:
il Signore è il mio aiuto.



Audívit Dóminus,

et misértus est mihi,

Dóminus factus est adiútor meus.


Colletta
Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perché all'osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito. Per il nostro Signore...



Inchoáta pæniténtiæ ópera, quæsumus, Dómine, benígno favóre proséquere, ut observántiam, quam corporáliter exercémus, méntibus étiam valeámus implére sincéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 58, 1-9
Questo è il digiuno che voglio.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
Grida a squarciagola, non aver riguardo;
come una tromba alza la voce;
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi ricercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio:
«Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
E' forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire chi è nudo,
senza distogliere gli occhi dalla tua gente?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Tu gradisci, Signore, il cuore penitente.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocàusti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

Canto al Vangelo Cf Mt 4,17
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Fate penitenza, dice il Signore,
perché il regno dei cieli è vicino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 9, 14-15
Quando lo sposo sarà tolto, allora gli invitati digiuneranno.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono a Gesù e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno».

Sulle Offerte
Il sacrificio che ti offriamo, Signore, in questo tempo di penitenza, renda a te graditi i nostri cuori, e ci dia la forza per più generose rinunce. Per Cristo nostro Signore.



Sacrifícium, Dómine, observántiæ quadragesimális offérimus, quod tibi, quæsumus, mentes nostras reddat accéptas, et continéntiæ promptióris nobis tríbuat facultátem. Per Christum.


Prefazio di Quaresima II
La penitenza dello spirito

È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale,
perché si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.

Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui fíliis tuis ad reparándam méntium puritátem,

tempus præcípuum salúbriter statuísti,

quo, mente ab inordinátis afféctibus expedíta,

sic incúmberent transitúris

ut rebus pótius perpétuis inhærérent.



Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis,

te collaudámus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 24,4
Mostrami, o Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.



Vias tuas, Dómine,

demónstra nobis,

et sémitas tuas édoce nos.


Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, Dio onnipotente, ci liberi da ogni colpa e ci ottenga dalla tua misericordia la conversione del nostro spirito. Per Cristo nostro Signore.



Quæsumus, omnípotens Deus, ut, huius participatióne mystérii a delíctis ómnibus expiáti, remédiis tuæ pietátis aptémur. Per Christum.



Oratio super populum

De magnálibus tuis, Deus miséricors, grátias iúgiter réferat plebs tua, et observatiónes antíquas peregrína recenséndo ad perpétuam tui visiónem perveníre mereátur. Per Christum.


11/02/2008 19:48
 
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SABATO DOPO LE CENERI
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 68,17
Ascoltaci, Signore,
perché generosa è la tua misericordia;
nella tua grande clemenza
volgiti a noi, Signore.



Exáudi nos, Dómine, quóniam benígna

est misericórdia tua; secúndum multitúdinem

miseratiónum tuárum réspice nos, Dómine.


Colletta
Guarda con paterna bontà, Dio onnipotente, la debolezza dei tuoi figli, e a nostra protezione e difesa stendi il tuo braccio invincibile. Per il nostro Signore...



Omnípotens sempitérne Deus, infirmitátem nostram propítius réspice, atque ad protegéndum nos déxteram tuæ maiestátis exténde. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 58, 9b-14
Non seguendo le tue vie onorerai il Signore.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua oscurità sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni àridi, rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le antiche rovine,
ricostruirai le fondamenta di epoche lontane.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
restauratore di case in rovina per abitarvi.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerando il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò calcare le alture della terra,
ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 85
Insegnaci, Signore, la tua via.

Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.

Canto al Vangelo Cf Ez 33,11
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non voglio la morte del peccatore, dice il Signore,
ma che si converta e viva.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Lc 5, 27-32
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Séguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?».
Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

Sulle Offerte
Questo sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, Signore, perché tutti i nostri pensieri e le nostre azioni siano conformi alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, quæsumus, Dómine, sacrifícium placatiónis et laudis, et præsta, ut, huius operatióne mundáti, beneplácitum tibi nostræ mentis offerámus afféctum. Per Christum.


Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

È veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater,

omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam

tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab

insoléntia mitigáret, et,

egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 9,13
«Io voglio misericordia e non sacrificio»,
dice il Signore;
«non sono venuto a chiamare i giusti,
ma i peccatori».



Misericórdiam volo et non sacrifícium,

dicit Dóminus; non enim veni

vocáre iustos, sed peccatóres.


Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che questo sacramento, fonte di vita per la tua Chiesa, sia per noi pegno sicuro di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstis vitæ múnere vegetáti, quæsumus, Dómine, ut, quod est nobis in præsénti vita mystérium, fiat æternitátis auxílium. Per Christum.



Oratio super populum

Adésto, Dómine, benígnus pópulo tuo, qui sacra mystéria contígerit, ut nullis perículis affligátur, qui in te protectórem confídit. Per Christum.


11/02/2008 19:49
 
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I DOMENICA DI QUARESIMA - A
(Domenica della Tentazione)

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Gn 2, 7-9; 3, 1-7; Sal 50; Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11


Adora il Signore Dio tuo

Questa prima domenica del «ciclo battesimale» celebra lo scontro vittorioso di Cristo sul maligno e il suo fedele «sì» alla volontà del Padre. Gesù che nel battesimo al Giordano è stato manifestato dal Padre come «Figlio dilettissimo» (cf Mt 3,17), subito dopo viene condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato.

Esistenza tentata
L’episodio è sconcertante per certa «pietà» che legge nella tentazione un disordine e che trasferisce sulla vita terrena di Gesù la gloria del Figlio di Dio. Non si tratta neppure di una narrazione a scopo edificante, ma di un racconto-chiave che presenta la condizione pienamente umana nella quale Gesù vive la sua relazione con il Padre. Si hanno qui le prime avvisaglie di una prova che attraverserà tutta la vita di Gesù fino al momento culminante della croce. Tra il battesimo del Giordano e il battesimo della croce si apre e si snoda così un cammino di progressiva fedeltà alla vocazione ricevuta.
La triplice insinuazione diabolica: «Se sei Figlio di Dio...» (vangelo) fa da contrappunto alla dichiarazione del Padre al battesimo di Gesù. La tentazione dunque va alla radice della condizione filiale di Gesù. Se Cristo avesse eluso la «povertà» della condizione umana e avesse percorso la «scorciatoia» del successo facile, non sarebbe stato autenticamente uomo, né Figlio di Dio. In fondo questa è la tentazione di ogni uomo, e il cristiano deve fare i conti con una simile realtà che diventa il banco di prova della sua fede e della sua esistenza filiale.

La risposta di Cristo, nuovo Israele e nuovo Adamo
Teatro dell’azione è il deserto, tradizionale luogo della prova e dell’intimità con Dio. Nel deserto, al tempo dell’esodo, il popolo d’Israele conobbe la tentazione e risultò sconfitto. Nello stesso luogo Cristo, come nuovo Israele, esce vincitore di Satana.
Il tentatore, con raffinata abilità, fa balenare a Cristo il miraggio di un facile messianismo: le suggestioni del potere, del prestigio, della ricchezza. Ma la scelta di Cristo è inequivocabile. Con un triplice: «Sta scritto...» mostra come la sua vita scorra all’ombra della divina Parola. Suo cibo è la volontà del Padre: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4; cf Dt 8,3). Questo inciso, che risulta centrale nella liturgia odierna (accl. al vangelo; ant. di comun.; oraz. dopo la com.), sta ad indicare quale sia l’unica scelta che promuove l’uomo e che lo costituisce nella libertà. L’altra scelta possibile è l’autonomia da Dio, la sfiducia in Lui, nell’illusoria presunzione di raggiungere la propria pienezza (prima lettura). Le indicazioni del Signore, anziché un dono e una garanzia di vita, vengono interpretate da Adamo, per insinuazione diabolica, come un segno di difesa da parte di Dio delle sue prerogative divine. L’errore di valutazione manifesta subito un effetto devastante: il senso di vergogna, annotato dallo scrittore sacro, indica una disarmonia, una lacerazione dell’uomo in se stesso che non sa più guardare la realtà con occhi limpidi e innocenti. E il peccato porterà con sé la divisione profonda della prima coppia, la frantumazione dell’armonia umana e cosmica.
Con la scomparsa dell’illusione appare la drammatica verità dell’uomo orgoglioso e peccatore. La sua scelta negativa non può che condurre alla morte. Cristo, con la risposta positiva al progetto del Padre, appare come nuovo Adamo che rettifica lo scacco subito dal primo uomo (seconda lettura) e dà inizio a una umanità nuova.

Una vocazione da verificare
La quaresima è il tempo in cui si fa memoria viva del proprio battesimo. Ciò implica una consapevolezza sempre più chiara della vocazione divina, della nostra condizione di figli. Nessuno però ha ricevuto una fedeltà irreversibile. La nostra vista miope rischia di ingigantire la consistenza delle cose; i nostri desideri sono sollecitati da suggestioni che falsano le prospettive. Gli idoli di sempre si propongono come pienezza e realizzazione dell’uomo. L’avere, il potere, il valere quando impongono la loro logica generano solo chiusura, delusione, vuoto, conflitti. La storia dell’umanità documenta in modo drammatico la potenza devastatrice degli idoli dei mondo. Su scala minore, nel nostro ambiente e nella nostra vita, siamo testimoni degli effetti prodotti dalla sete di denaro, dall’ambizione e dal potere: ingiustizia, menzogna, odio, violenza, incomprensione tra coniugi o tra genitori e figli.
Il credente, come Cristo, affidandosi alla Parola di Dio testimonia e conferma la fecondità della sua scelta. Suo unico Signore è Dio e a Lui solo presta il suo culto filiale. Scegliere Dio è certamente scomodo e lo scontro può fare paura; ma la vittoria di Cristo pervade di ottimismo chi ha aderito a Lui.


In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo

Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo (Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)
«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 90,15-16
Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita.



Cf. Ps 90,15-16
Invocábit me, et ego exáudiam eum;

erípiam eum, et glorificábo eum,

longitúdine diérum adimplébo eum.


Colletta
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore...



Concéde nobis, omnípotens Deus, ut, per ánnua quadragesimális exercítia sacraménti, et ad intellegéndum Christi proficiámus arcánum, et efféctus eius digna conversatióne sectémur. Per Dóminum.


Oppure:
O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino quaresimale, per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio, e vive e regna...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 2, 7-9; 3, 1-7
La creazione dei progenitori e il loro peccato.

Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete» . Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Seconda Lettura Rm 5, 12-19
Dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Canto al Vangelo Mt 4,4b
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!






Vangelo Mt 4, 1-11
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"».
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto"».
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servirono.


Sulle Offerte
Si rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri, sempre più al sacrificio, che santifica l'inizio della Quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Fac nos, quaesumus, Dómine, his munéribus offeréndis conveniénter aptári, quibus ipsíus venerábilis sacraménti celebrámus exórdium. Per Christum.

Prefazio
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Egli consacrò l'istituzione del tempo penitenziale
con il digiuno di quaranta giorni,
e vincendo le insidie dell'antico tentatore
ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato,
perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale
possiamo giungere alla Pasqua eterna.

E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.

Qui quadragínta diébus, terrénis ábstinens aliméntis,

formam huius observántiae ieiúnio dedicávit,

et, omnes evértens antíqui serpéntis insídias,

ferméntum malítiae nos dócuit superáre,

ut, paschále mystérium dignis méntibus celebrántes,

ad pascha demum perpétuum transeámus.

Et ídeo cum Angelórum atque Sanctórum

turba hymnum laudis tibi cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

Antifona alla Comunione Mt 4,4
«Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».



Non in solo pane vivit homo,

sed in omni verbo quod procédit de ore Dei.

Oppure: Sal 90,4
Il Signore ti coprirà con la sua protezione
sotto le sue ali troverai rifugio.



Cf. Ps 90,4

Scápulis suis obumbrábit tibi Dóminus,

et sub pennis eius sperábis.


Dopo la Comunione
Il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad avere fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro Signore

Caelésti pane refécti, quo fides álitur, spes provéhitur et cáritas roborátur, quaesumus, Dómine, ut ipsum, qui est panis vivus et verus, esuríre discámus, et in omni verbo, quod procédit de ore tuo, vívere valeámus. Per Christum.



11/02/2008 19:50
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 122,2-3
Come gli occhi dei servi
sono attenti ai cenni del padrone,
così i nostri occhi sono rivolti al Signore, nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi.



Sicut óculi servórum in mánibus

dominórum suórum,

ita óculi nostri ad Dóminum Deum nostrum,

donec misereátur nobis.

Miserére nobis, Dómine, miserére nobis.


Colletta
Convertici a te, o Padre, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l'impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita. Per il nostro Signore...



Convérte nos, Deus, salutáris noster, et, ut nobis opus quadragesimále profíciat, mentes nostras cæléstibus ínstrue disciplínis. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Lv 19, 1-2. 11-18
Giudica il tuo prossimo con giustizia.

Dal libro del Levitico
Il Signore disse a Mosè: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo.
Non ruberete né userete inganno o menzogna gli uni a danno degli altri.
Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; il salario del bracciante al tuo servizio non resti la notte presso di te fino al mattino dopo.
Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. «Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
dànno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell'oro.

Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.

Canto al Vangelo Cf 2 Cor 6,2
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ecco ora il momento favorevole,
è questo il giorno della salvezza!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 25,31-46
Ogni volta che avete fatto qualcosa a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore sepàra le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, queste offerte, segno della nostra devozione; perdonaci nella tua misericordia e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



Accépta tibi sit, Dómine, nostræ devotiónis oblátio, quæ et conversatiónem nostram, te operánte, sanctíficet, et indulgéntiam nobis tuæ propitiatiónis obtíneat. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Mt 25, 40.34
«In verità vi dico: ciò che avete fatto
a uno solo di questi miei fratelli più piccoli
l'avete fatto a me» , dice il Signore.
«Venite, benedetti dal Padre mio,
prendete possesso del regno preparato per voi
fin dall'inizio del mondo».



Amen dico vobis, quod uni ex mínimis meis fecístis,

mihi fecístis, dicit Dóminus:

Veníte, benedícti Patris mei,

possidéte parátum vobis regnum ab inítio sæculi.

Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, Signore, ci sostenga nel corpo e nello spirito, perché, completamente rinnovati, possiamo gloriarci della pienezza del tuo dono. Per Cristo nostro Signore.



Sentiámus, Dómine, quæsumus, tui perceptióne sacraménti, subsídium mentis et córporis, ut, in utróque salváti, de cæléstis remédii plenitúdine gloriémur. Per Christum.



Oratio super populum

Mentem pópuli tui, quæsumus, Dómine, lúmine tuæ claritátis illústra, ut vidére possit, quæ agénda sunt, et, quæ recta sunt, ágere váleat. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm

[Modificato da LiviaGloria 11/02/2008 19:51]
16/02/2008 17:38
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 89,1-2
Signore, tu sei nostro rifugio
di generazione in generazione;
tu sei da sempre, Signore, e per sempre.



Dómine, refúgium factus es nobis

a generatióne et progénie; a sæculo,

et in sæculum tu es.

Colletta
Volgi il tuo sguardo, Padre misericordioso, a questa tua famiglia, e fa' che superando ogni forma di egoismo risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di te. Per il nostro Signore...



Réspice, Dómine, famíliam tuam, et præsta, ut apud te mens nostra tuo desidério fúlgeat, quæ se corporálium moderatióne castígat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 55, 10-11
La mia parola opera ciò che desidero.

Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare,
così sarà della parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Chi spera nel Signore non resta confuso.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.

Canto al Vangelo Mt 4,4
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 6, 7-15
Voi pregate così.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Sulle Offerte
Accetta, Dio creatore, i doni che abbiamo ricevuto dalla tua paterna generosità, e trasforma il pane e il vino che ci hai dato per la nostra vita quotidiana in sacramento di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, creátor omnípotens Deus, quæ de tuæ munificéntiæ largitáte deférimus, et temporália nobis colláta præsídia ad vitam convérte propitiátus ætérnam. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 4,2
Quando t'invoco, esaudiscimi, o Dio,
tu che sei la mia giustizia
e dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, Signore, ascolta la mia preghiera.



Cum invocárem te, exaudísti me,

Deus iustítiæ meæ,

in tribulatióne dilatásti me;

miserére mihi, Dómine,

et exáudi oratiónem meam.


Dopo la Comunione
Per questa comunione ai tuoi misteri insegnaci, Signore, a moderare le passioni e i desideri terreni e a cercare la tua giustizia e il tuo regno. Per il Cristo nostro Signore.



His nobis, Dómine, mystériis conferátur, quo, terréna desidéria mitigántes, discámus amáre cæléstia. Per Christum.



Oratio super populum

Fidéles tui, Deus, benedictióne tua firméntur, sis eis in mæróre solátium, in tribulatióne patiéntia, in perículo præsídium. Per Christum.

16/02/2008 17:39
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 24,6.3.22
Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce.



Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine,

et misericórdiæ tuæ, quæ a sæculo sunt.

Ne umquam dominéntur nobis inimíci nostri;

líbera nos, Deus Isræl, ex ómnibus angústiis nostris.

Colletta
Guarda, o Padre, il popolo a te consacrato, e fa' che mortificando il corpo con l'astinenza si rinnovi nello spirito con il frutto delle buone opere. Per il nostro Signore...



Devotiónem pópuli tui, quæsumus, Dómine, benígnus inténde, ut, qui per abstinéntiam temperántur in córpore, per fructum boni óperis reficiántur in mente. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gio 3, 1-10
I Ninivìti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

Dal libro del profeta Giona
In quel tempo, fu rivolta a Giona la parola del Signore: «Alzati, va’ a Nìnive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Per ordine del re e dei suoi grandi, fu poi proclamato in Nìnive questo decreto: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?».
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Tu gradisci, Signore, il cuore penitente.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato,
tu, o Dio, non disprezzi.

Canto al Vangelo Cf Gl 2,12-13
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ritornate a me con tutto il vostro cuore, dice il Signore,
perché io sono buono e misericordioso.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Lc 11, 29-32
A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».

Sulle Offerte
Ti offriamo, Signore, questi doni che ci hai dato per consacrarli al tuo nome; trasformali in sacrificio di lode e rendili a noi come pegno di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.



Offérimus tibi, Dómine, quæ dicánda tuo nómini tu dedísti, ut, sicut éadem nobis éfficis sacraméntum, ita fíeri tríbuas remédium sempitérnum. Per Christum.

Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 5,12
Si rallegrino, Signore, quelli che in te confidano,
esultino in eterno perché tu sei con loro.



Læténtur omnes qui sperant in te,

Dómine, in ætérnum exsultábunt et habitábis in eis.


Dopo la Comunione
O Dio, che sempre nutri come pastore il popolo cristiano con la tua parola e i tuoi sacramenti, per questi doni della tua bontà, guidaci alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui nos sacraméntis tuis páscere non desístis, tríbue, ut eórum nobis indúlta reféctio vitam, quæsumus, cónferat sempitérnam. Per Christum.



Oratio super populum

Tuére, Dómine, pópulum tuum, et ab ómnibus peccátis cleménter emúnda, quia nulla ei nocébit advérsitas, si nulla ei dominétur iníquitas. Per Christum.


16/02/2008 17:40
 
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14 FEBBRAIO
SANTI CIRILLO, monaco e METODIO, vescovo
Patroni d'Europa (sec. IX)
Festa

LETTURE: Is 52,7-10; Sal 95; Mc 16,15-20



Cirillo e Metodio, fratelli, nativi di Salonicco, inviati in missione presso gli Slavi dalla Chiesa di Bisanzio, compirono la loro missione traducendo la Bibbia in lingua slava e celebrando in tale lingua la liturgia. Gettarono così le basi di una vera cultura cristiana popolare. Gravi difficoltà, in particolare le lotte violente fra Germani e Slavi, ostacolarono il loro apostolato. Poiché Bisanzio non sosteneva sufficientemente i suoi missionari impegnati in tali problemi, essi cercarono personalmente appoggio a Roma. Papa Adriano II autenticò la loro missione e accettò il loro metodo apostolico, specialmente la loro liturgia.

Cirillo morì a Roma; Metodio, fatto vescovo dal papa, continuò la missione fra crescenti difficoltà, come Legato apostolico.

Calunniato per le sue iniziative, e ostacolato dalle opposizioni tra Oriente e Occidente e dai conflitti fra principi slavi e germanici, non si scostò mai dalle regole essenziali dell’apostolato cristiano: adattamento del messaggio alla cultura del popolo, valorizzazione dei punti di aggancio del Vangelo con la mentalità della gente, rigetto della uniformità nella ricerca dell’unità.


Fà crescere la tua Chiesa e raccogli tutti nell'unità

Dalla «Vita» in lingua slava di Costantino (Cap. 18; Denkschriften der kaiserl. Akademie der Wissenschaften, 19, Vienna 1870, p. 246)

Costantino Cirillo, stanco dalla molte fatiche, cadde e malato e sopportò il proprio male per molti giorni. Fu allora ricreato da una visione di Dio, e cominciò a cantare così. Quanto mi dissero: «andremo alla casa del Signore», il mio spirito si è rallegrato e il mio cuore ha esultato (cfr. Sal 121, 1).
Dopo aver indossato le sacre vesti, rimase per tutto il giorno ricolmo di gioia e diceva: «Da questo momento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen».
Il giorno dopo vestì il santo abito messianico e aggiungendo luce a luce si impose il nome di Cirillo. Così vestito rimase cinquanta giorni.
Giunta l'ora della fine e di passare al riposo eterno, levate le mani a Dio, pregava tra le lacrime, dicendo: «Signore, Dio mio, che hai creato tutti gli ordini angelici e gli spirito incorporei, che hai steso i cieli e resa ferma le terra e hai formato dal nulla tutte le cose che esistono, tu che ascolti sempre coloro che fanno la tua volontà e ti temono e osservano i tuoi precetti; ascolta la mia preghiera e conserva nella fede il tuo gregge, a capo del quale mettesti me, tuo servo indegno ed inetto.
Liberali dalla malizia empia e pagana di quelli che ti bestemmiano; fà crescere di numero la tua Chiesa e raccogli tutti nell'unità.
Rendi santo, concorde nella vera fede e nella retta confessione il tuo popolo, e ispira nei cuori la parola della tua dottrina. E' tuo dono infatti l'averci scelti a predicare il Vangelo del tuo Cristo, a incitare i fratelli alle buone opere ed a compiere quanto ti è gradito.
Quelli che mi hai dato, te li restituisco come tuoi; guidali ora con la tua forte destra, proteggili all'ombra delle tue ali, perché tutti lodino e glorifichino il tuo nome di Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen».
Avendo poi baciato tutti col bacio santo, disse: «Benedetto Dio, che non ci ha dato in pasto ai denti dei nostri invisibili avversari, ma spezzò la loro rete e ci ha salvati dalla loro voglia di mandarci in rovina».
E così, all'età di quarantadue anni, si addormentò nel Signore.
Il papa comandò che tutti i Greci che erano a Roma ed i Romani si riunissero portando ceri e cantando e che gli dedicassero onori funebri non diversi da quelli che avrebbero tributato al papa stesso; e così fu fatto.


MESSALE

Antifona d'Ingresso

Questi soni i santi, amici di Dio,
gloriosi araldi del Vangelo.



Colletta

O Dio, ricco di misericordia, che nella missione apostolica dei santi fratelli Cirillo e Metodio hai donato ai popoli slavi la luce del vangelo, per la loro comune intercessione fa' che tutti gli uomini accolgano la tua parola e formino il tuo popolo santo concorde nel testimoniare la vera fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Is 52,7-10

Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaia

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace,
messaggero di bene che annunzia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia,
poiché vedono con i loro occhi il ritorno del Signore in Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli;
tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Il Signore ha manifestato la sua salvezza



Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.


Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.



Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,

date al Signore la gloria del suo nome.


Dite tra i popoli: «Il Signore regna!».
Sorregge il mondo, perché non vacilli;
giudica le nazioni con rettitudine.



Canto al Vangelo Cf Mt 10,5.9

Alleluia, alleluia.
Oppure in tempo di Quaresima: Lode e onore a te, Signore Gesù.

Il regno di Dio è in mezzo a voi, dice il Signore;

portate il messaggio di pace a tutti gli uomini.

Alleluia.







Vangelo Mc 16,15-20

Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, apparendo agli Undici disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.



Sulle Offerte

Guarda, o Padre, i doni che nel ricordo dei santi Cirillo e Metodio deponiamo su il tuo altare e fa' che diventino il segno dell'umanità nuova riconciliata nell'amore. Per Cristo nostro Signore.



Antifona alla Comunione Cf Mc 16,20

I discepoli partirono e predicarono il lieto annunzio,
e il Signore operava insieme con loro.



Dopo la Comunione

O Dio, Padre di tutte le genti, che nell'unico pane e nell'unico Spirito ci hai fatti commensali ed eredi del banchetto eterno, per l'intercessione dei santi Cirillo e Metodio fa' che la moltitudine dei tuoi figli, unita nella stessa fede, sia solidale nel costruire la giustizia e la pace. Per Cristo nostro Signore.


16/02/2008 17:41
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 24,17-18
Salvami, o Signore, da tutte le mie angosce.
Vedi la mia miseria e la mia pena,
e perdona tutti i miei peccati.



De necessitátibus meis éripe me,

Dómine. Vide humilitátem meam

et labórem meum,

et dimítte ómnia peccáta mea.


Colletta
Concedi, Signore, alla tua Chiesa di prepararsi interiormente alla celebrazione della Pasqua, perché il comune impegno nella mortificazione corporale porti a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito. Per il nostro Signore...



Da, quæsumus, Dómine, fidélibus tuis observatióni pascháli conveniénter aptári, ut suscépta sollémniter castigátio corporális cunctis ad fructum profíciat animárum. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ez 18, 21-28
Io non ho piacere della morte del malvagio, ma che desista dalla sua condotta e viva.

Dal libro del profeta Ezechiele
Così dice il Signore Dio: «Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei precetti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticata.
Forse che io ho piacere della morte del malvagio — dice il Signore Dio — o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette l’iniquità, imitando tutte lei azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
Voi dite: Non è retto il modo di agire del Signore. Ascolta dunque, popolo d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia per commettere l’iniquità e a causa di questa muore, egli muore appunto per l’iniquità che ha commessa. E se l’ingiusto desiste dall’ingiustizia che ha commessa e agisce con giustizia e rettitudine, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 129
Perdonaci, Signore, e noi vivremo.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono:
e avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore,
l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora.

Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Canto al Vangelo Cf Ez 18,31
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Liberatevi da tutte le vostre iniquità, dice il Signore,
formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 5, 20-26
Va' a riconciliarti con il tuo fratello.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adìra con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Sulle Offerte
Accogli, o Dio, questo sacrificio, che nella tua grande misericordia hai istituito perché abbiamo pace con te e otteniamo il dono della salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, Dómine, propitiátus hóstias, quibus et te placári voluísti, et nobis salútem poténti pietáte restítui. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Ez 33,11
«Com'è vero che io vivo», dice il Signore,
«non voglio la morte del peccatore,
ma che si converta e viva».



Vivo ego, dicit Dóminus;

nolo mortem peccatóris,

sed magis ut convertátur et vivat.


Dopo la Comunione
Questi santi sacramenti che abbiamo ricevuto ci rinnovino profondamente, Signore, perché liberi dalla corruzione del peccato entriamo in comunione col tuo mistero di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Tui nos, Dómine, sacraménti reféctio sancta restáuret, et, a vetustáte purgátos, in mystérii salutáris fáciat transíre consórtium. Per Christum.



Oratio super populum

Réspice, Dómine, propítius ad plebem tuam, ut quod eius observántia profitétur extrínsecus, intérius operétur. Per Christum.


17/02/2008 15:13
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 18,8
La legge del Signore è perfetta e rinfranca il cuore;
la testimonianza del Signore è verace
e rende saggi i semplici.



Lex Dómini irreprehensíbilis,

convértens ánimas;

testimónium Dómini fidéle,

sapiéntiam præstans párvulis.


Colletta
O Dio, Padre di eterna misericordia, fa' che si convertano a te i nostri cuori, perché nella ricerca dell'unico bene necessario e nelle opere di carità fraterna siamo sempre consacrati alla tua lode. Per il nostro Signore...



Ad te corda nostra, Pater ætérne, convérte, ut nos, unum necessárium semper quæréntes et ópera caritátis exercéntes, tuo cúltui præstes esse dicátos. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dt 26, 16-19
Sarai un popolo consacrato al Signore tuo Dio.

Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo e disse: «Oggi il Signore tuo Dio ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme; osservale dunque, mettile in pratica, con tutto il cuore, con tutta l'anima.
Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che Egli sarà il tuo Dio, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e obbedirai alla sua voce.
Il Signore ti ha fatto oggi dichiarare che tu sarai per lui un popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi. Egli, quanto a gloria, rinomanza e splendore, ti porrà sopra tutte le nazioni che ha fatte e tu sarai un popolo consacrato al Signore tuo Dio com'egli ha promesso».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
Beato chi è fedele alle legge del Signore.

Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Tu hai dato, Signore, i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.

Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
Voglio osservare i tuoi precetti:
non abbandonarmi mai.

Canto al Vangelo Cf Lc 8,15
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 5, 43-48
Siate perfetti come il Padre vostro celeste.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Sulle Offerte
Signore Dio nostro, l'offerta di questi santi misteri ci renda degni di ricevere il dono della tua salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Hæc quæ nos réparent, quæsumus, Dómine, beáta mystéria suo nos múnere dignos effíciant. Per Christum.

Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 5,48
«Siate perfetti» , dice il Signore,
«come è perfetto il vostro Padre che è nei cieli».



Estóte perfécti,

sicut et Pater vester

cæléstis perféctus est, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Non manchi mai la tua benevolenza, Signore, a coloro che nutri con questi santi misteri, e poiché ci hai accolto alla scuola della tua sapienza, continua ad assisterci con il tuo paterno aiuto. Per Cristo nostro Signore.



Perpétuo, Dómine, favóre proséquere, quos réficis divíno mystério, et, quos imbuísti cæléstibus institútis, salutáribus comitáre soláciis. Per Christum.



Oratio super populum

Fidéles tuos, Deus, benedíctio desideráta confírmet, quæ eos et a tua voluntáte numquam fáciat discrepáre, et tuis semper indúlgeat benefíciis gratulári. Per Christum.


17/02/2008 15:19
 
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II DOMENICA DI QUARESIMA - A
(Domenica della Trasfigurazione)

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Gn 12,1-4a; Sal 32; 2 Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9


Il rischio della fede

La vita è un cammino verso una mèta. Ciascuno porta nel cuore aspirazioni, progetti e ideali a volte confusi. Per poterli perseguire e realizzare si cerca qualche chiarezza, qualche presenza significativa, qualche segno che indichi la direzione, qualche sprazzo di luce che chiarisca ciò che solo si intravede.

La meta della fede
La quaresima è un itinerario verso la Pasqua, punto vertice dell’anno liturgico e significato ultimo di ogni nostra scelta. Il cammino è lungo e non sempre agevole, anche se pervaso di speranza. La vita cristiana è posta sotto il segno della tentazione e Dio può sembrare lontano, assente. Il silenzio di Dio può suscitare smarrimento e sconcerto. Ma colui che ha scelto Dio e si fida di lui sa che la sua vita avrà un esito positivo. Nella trasfigurazione, la Chiesa intravede in quello di Cristo il senso e l’orientamento del proprio esodo: la gloria della risurrezione, inscindibilmente congiunta allo scandalo della croce (cf prefazio).

Parentesi di luce
La trasfigurazione si pone a un punto critico della vita e del cammino di Gesù e dei discepoli. Chiamati alla sequela del Maestro, a una vita di comunione con lui, i discepoli faticano a riconoscere con lucidità il mistero della sua persona. L’incertezza e l’incomprensione riaffiorano di continuo e diventano scandalo quando Gesù comincia ad annunciare apertamente la sua passione (cf Mt 16,21-23). La prospettiva di una morte violenta, del rifiuto e dei fallimento risultano inconcepibili e inconciliabili con le loro attese. Anche se Gesù nei suoi annunci congiunge la morte con la risurrezione, l’insegnamento rimarrà inefficace prima della Pa­squa e della Pentecoste. Egli allora prende l’iniziativa ed offre a tre discepoli il privilegio di contemplare per un attimo la gloria sfolgorante della sua persona e lo sbocco del suo cammino.
I segni che accompagnano questa Pasqua anticipata (la luce, la nube, la voce) sono caratteristici della manifestazione di Dio. Il Padre indica in Gesù il Figlio «prediletto», il Servo disponibile al compimento della sua volontà (cf Is 42,1), destinato al sacrificio e alla gloria; la nube è il segno dello Spirito che indica in Gesù il luogo della divina presenza.
Importante è la voce che risuona come un invito perentorio: «Ascoltatelo» (cf accl. al vang.; colletta; antif. di com.). Ascoltare significa accogliere la persona di Cristo, obbedire alla sua Parola, dunque seguirlo. La vita cristiana è un impegno alla sequela di Cristo sulla via della croce, per arrivare alla luce e alla gloria: «indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere con lui al trionfo della risurrezione» (prefazio).

Vocazione cristiana
Nel battesimo Dio «ci ha chiamati con una vocazione santa» (seconda lettura) e ci ha concesso in dono l’inizio e il germe della gloria. Ciò significa che la nostra vita ha un orientamento preciso, anche quando la croce sembra estinguere ogni luce. Riesce difficile credere, come gli Apostoli, quando Dio sembra deludere le nostre attese o sottrarsi alle nostre richieste.
La vocazione di Abramo è un esempio riuscito di risposta alla proposta di Dio. La storia precedente (Gn l-11) aveva dimostrato gli effetti devastanti del peccato: disordine, morte, disgregazione dei popoli... Una storia «maledetta» senza apparenti possibilità di riscatto. Ma Dio riprende l’iniziativa irrompendo nella vita di un uomo perché la storia cambi corso. La richiesta divina è radicale. Per l’uomo antico rappresenta un’impresa quasi assurda: si tratta di strappare le radici della propria esistenza lasciando la terra, la propria gente, una cultura, e i propri affetti. Abramo non oppone obiezioni, né resistenza. La sua risposta di fede sta nel semplice verbo «partì». Lascia un presente certo per un futuro incerto, fidandosi della promessa; ed è in questa fiducia incondizionata alla Parola che risiede il radicale cambiamento di rotta di fronte al sospetto e alla sfiducia di Adamo. La «maledizione»si muta in «benedizione» per tutte le genti (prima lettura).
Che cos’è la nostra vocazione santa se non questo fidarsi di Dio? Abramo e Cristo hanno camminato con questa disposizione d’animo, indicando la mèta a cui conduce il piano di Dio. Ciò che fa scandalo è la sofferenza, la tenebra della croce, l’enigma quasi indecifrabile di una storia produttrice di morte che sembra avere il sopravvento sulla vita.
«Alzatevi e non temete» (vangelo). Cristo rincuora i suoi discepoli di ogni tempo ad accogliere nella fede e nella speranza il progetto di Dio. Oltre la notte Egli assicura la luce di un nuovo giorno.


La legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa (Disc. 51, 3-4. 8; PL 54, 310-311. 313)
Il Signore manifesta la sua gloria alla presenza di molti testimoni e fa risplendere quel corpo, che gli è comune con tutti gli uomini, di tanto splendore, che la sua faccia diventa simile al fulgore del sole e le sue vesti uguagliano il candore della neve.
Questa trasfigurazione, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall'animo dei discepoli lo scandalo della croce, perché l'umiliazione della Passione, volontariamente accettata, non scuotesse la loro fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo.
Ma, secondo un disegno non meno previdente, egli dava un fondamento solido alla speranza della santa Chiesa, perché tutto il Corpo di Cristo
prendesse coscienza di quale trasformazione sarebbe stato soggetto, e perché anche le membra si ripromettessero la partecipazione a quella gloria, che era brillata nel Capo.
Di questa gloria lo stesso Signore, parlando della maestà della sua seconda venuta, aveva detto: «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (Mt 13, 43). La stessa cosa affermava anche l'apostolo Paolo dicendo: «Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi» (Rm 8, 18). In un altro passo dice ancora: «Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 3. 4).
Ma, per confermare gli apostoli nella fede e per portarli ad una conoscenza perfetta, si ebbe in quel miracolo un altro insegnamento. Infatti Mosè ed Elia, cioè la legge e i profeti, apparvero a parlare con il Signore, perché in quella presenza di cinque persone di adempisse esattamente quanto è detto: «Ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni» (Mt 18, 16).
Che cosa c'è di più stabile, di più saldo di questa parola, alla cui proclamazione si uniscono in perfetto accordo le voci dell'Antico e del Nuovo Testamento e, con la dottrina evangelica, concorrono i documenti delle antiche testimonianze?
Le pagine dell'uno e dell'altro Testamento si trovano vicendevolmente concordi, e colui che gli antichi simboli avevano promesso sotto il velo viene rivelato dallo splendore della gloria presente. Perché, come dice san Giovanni: «La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1, 17). In lui si sono compiute le promesse delle figure profetiche e ha trovato attuazione il senso dei precetti legali: la sua presenza dimostra vere le profezie e la grazia rende possibile l'osservanza dei comandamenti.
All'annunzio del Vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, e nessuno si vergogni della croce di Cristo, per mezzo della quale è stato redento il mondo.
Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, nessuno dubiti di ricevere la ricompensa promessa, perché attraverso la fatica si passa al riposo e attraverso la morte si giunge alla vita. Avendo egli assunto le debolezze della nostra condizione, anche noi, se persevereremo nella confessione e nell'amore di lui, riporteremo la sua stessa vittoria e conseguiremo il premio promesso.
Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).



MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 26, 8-9
Di te dice il mio cuore: «Cercate il suo volto».
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto.



Tibi dixit cor meum quaesívi vultum tuum,

vultum tuum, Dómine, requíram.

Ne avértas fáciem tuam a me.


Oppure: Sal 24,6.3-22
Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore,
da tutte le sue angosce.



Reminíscere miseratiónum tuárum,

Dómine, et misericórdiae tuae,

quae a saeculo sunt.

Ne umquam dominéntur nobis inimíci nostri;

líbera nos, Deus Israel, ex ómnibus angústiis nostris.


Colletta
O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perché possiamo godere la visione della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...



Deus, qui nobis diléctum Fílium tuum audíre praecepísti, verbo tuo intérius nos páscere dignéris, ut, spiritáli purificáto intúitu, glóriae tuae laetémur aspéctu. Per Dóminum.


Oppure:
O Dio, che chiamasti alla fede i nostri padri e hai dato a noi la grazia di camminare alla luce del Vangelo, aprici all'ascolto del tuo Figlio, perché accettando nella nostra vita il mistero della croce, possiamo entrare nella gloria del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 12, 1-4a
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
Farò di te un grande popolo e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Donaci, Signore, la tua grazia: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.

Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.

Seconda Lettura 2 Tm 1, 8b-10
Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Carissimo, soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo.

Canto al Vangelo Cf Mc 9,7
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo».
Lode e onore a te, Signore Gesù.





Vangelo Mt 17, 1-9
Il suo volto brillò come il sole.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».

Sulle Offerte
Questa offerta, Signore misericordioso, ci ottenga il perdono dei nostri peccati e ci santifichi nel corpo e nello spirito, perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali. Per Cristo nostro Signore.



Haec hóstia, Dómine, quaesumus, emúndet nostra delícta, et ad celebránda festa paschália fidélium tuórum córpora mentésque sanctíficet. Per Christum.


Prefazio
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Egli, dopo aver dato ai discepoli l'annunzio della sua morte,
sul santo monte manifestò la sua gloria
e chiamando a testimoni la legge e i profeti
indicò agli apostoli che solo attraverso la passione
possiamo giungere al trionfo della risurrezione.
E noi uniti agli angeli del cielo
acclamiamo senza fine la tua santità, cantando l'inno di lode:

Santo, Santo, Santo il Signore...



Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.

Qui, própria morte praenuntiáta discípulis,

in monte sancto suam eis apéruit claritátem,

ut per passiónem, étiam lege prophetísque testántibus,

ad glóriam resurrectiónis perveníri constáret.

Et ídeo cum caelórum virtútibus in terris te iúgiter celebrámus,

maiestáti tuae sine fine clamántes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Mt 17,5
«Questo è il mio Figlio prediletto
nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».



Hic est Fílius meus diléctus,

in quo mihi bene complácui; ipsum audíte.


Dopo la Comunione
Per la partecipazione ai tuoi gloriosi misteri ti rendiamo fervide grazie, Signore, perché a noi ancora pellegrini sulla terra fai pregustare i beni del cielo. Per Cristo nostro Signore.



Percipiéntes, Dómine, gloriósa mystéria, grátias tibi reférre satágimus, quod, in terra pósitos, iam caeléstium praestas esse partícipes. Per Christum.



Oratio super populum

Bénedic, Dómine, fidéles tuos benedictióne perpétua, et fac eos Unigéniti tui Evangélio sic adhaerére, ut ad illam glóriam, cuius in se spéciem Apóstolis osténdit, et suspiráre iúgiter et felíciter váleant perveníre. Per Christum.



18/02/2008 22:11
 
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Antifona d'Ingresso Sal 25,11-12
Salvami, o Signore, e abbi misericordia.
Il mio piede è sul retto sentiero;
nelle assemblee benedirò il Signore.



Rédime me, Dómine, et miserére mei.

Pes enim meus stetit in via recta,

in ecclésiis benedícam Dóminum.


Colletta
O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell'anima, fa' che ci asteniamo da ogni peccato per aver la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. Per il nostro Signore...



Deus, qui ob animárum medélam castigáre córpora præcepísti, concéde, ut ab ómnibus possímus abstinére peccátis, et corda nostra pietátis tuæ váleant exercére mandáta. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 9, 4-10
Abbiamo peccato.

Dal libro del profeta Danièle
«Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all’alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.
A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te.
Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re,ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 78
Perdonaci, Signore, nella tua misericordia.

Non imputare a noi le colpe dei nostri padri,
presto ci venga incontro la tua misericordia,
poiché siamo troppo infelici.

Aiutaci, Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome,
salvaci e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la potenza della tua mano
salva i votati alla morte.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di età in età proclameremo la tua lode.

Canto al Vangelo Cf Ez 33,11
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Non voglio la morte del peccatore, dice il Signore,
ma che si converta e viva.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Lc 6, 36-38
Perdonate e vi sarà perdonato.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Sulle Offerte
Accogli con bontà, Signore, le nostre preghiere; tu che ci dài il privilegio di servirti nei santi misteri liberaci dalle seduzioni del peccato. Per Cristo nostro Signore.



Preces nostras, Dómine, propitiátus admítte, et a terrénis éffice illécebris liberátos, quos cæléstibus tríbuis servíre mystériis. Per Christum.

Prefazio di Quaresima II
La penitenza dello spirito

E ' veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale perché
si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.

Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime cantiamo l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui fíliis tuis ad reparándam méntium puritátem,

tempus præcípuum salúbriter statuísti,

quo, mente ab inordinátis afféctibus expedíta,

sic incúmberent transitúris ut rebus pótius perpétuis inhærérent.



Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis,

te collaudámus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Lc 6,36
«Siate misericordiosi, come è misericordioso
il Padre vostro» , dice il Signore.



Estóte misericórdes,

sicut et Pater vester miséricors est,

dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Ci purifichi da ogni colpa, Signore, questa comunione al tuo sacramento e ci renda partecipi della gioia eterna. Per Cristo nostro Signore.



Hæc nos commúnio, Dómine, purget a crímine, et cæléstis gáudii fáciat esse consórtes. Per Christum.



Oratio super populum

Confírma, Dómine, quæsumus, tuórum corda fidélium, et grátiæ tuæ virtúte corróbora, ut et in tua sint supplicatióne devóti, et mútua dilectióne sincéri. Per Christum.


www.maranatha.it/index.htm

[Modificato da LiviaGloria 18/02/2008 22:12]
19/02/2008 21:54
 
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Prima Lettura Is 1, 10.16-20
Imparate a fare il bene, ricercate la giustizia.


Dal libro del profeta Isaìa
Udite la parola del Signore, voi capi di Sòdoma;
ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra!
«Lavatevi, purificatevi,
togliete dalla mia vista il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene, ricercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova.
Su, venite e discutiamo, dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada».


Sal 9,2-3
Annunzierò tutte le tue meraviglie.
In te gioisco ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.



Narrábo ómnia mirabília tua.

Lætábor et exsultábo in te,

psallam nómini tuo, Altíssime.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 49
Mostraci, Signore, la via della salvezza.

Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici — dice il Signore —,
i tuoi olocàusti mi stanno sempre dinanzi.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.

Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati.

Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.

Canto al Vangelo Cf Ez 18,31
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Liberatevi da tutte le vostre iniquità, dice il Signore,
formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Mt 23, 1-12
Dicono e non fanno.

Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato».

Sulle Offerte
Il sacrificio che ti offriamo, Signore, compia in noi la tua opera di santificazione, ci guarisca dai nostri egoismi, e ci renda partecipi dei beni eterni. per Cristo nostro Signore.



Sanctificatiónem tuam nobis, Dómine, his mystériis operáre placátus, quæ nos et a vítiis terrénis emúndet, et ad cæléstia dona perdúcat. Per Christum.
"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

Suor Lucia Dos Santos



TURRIS EBURNEA



LIBRI CATTOLICI













20/02/2008 20:05
 
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II SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 37,22-23
Non abbandonarmi, Signore mio Dio,
da me non stare lontano;
vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza.



Ne derelínquas me, Dómine Deus meus,

ne discédas a me; inténde in adiutórium meum,

Dómine, virtus salútis meae.

Colletta
Sostieni sempre, o Padre, la tua famiglia nell'impegno delle buone opere; confortala con il tuo aiuto nel cammino di questa vita e guidala al possesso dei beni eterni. Per il nostro Signore...



Consérva, Dómine, famíliam tuam bonis semper opéribus erudítam, et sic praeséntibus consoláre praesídiis, ut propítius ad supérna dona perdúcas. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 18, 18-20
Venite, e colpiremo il giusto.

Dal libro del profeta Geremìa
I nemici del profeta dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, poiché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi, né l'oràcolo ai profeti. Venite, colpiamolo a motivo della sua lingua e non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce dei miei avversari.
Si rende forse male per bene?
Poiché essi hanno scavato una fossa alla mia vita.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore, per stornare da loro la tua ira.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
Salvami, Signore: in te confido.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.

Se odo la calunnia di molti,
il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano,
tràmano di togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni».
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori.

Canto al Vangelo Cf Mc 10,45
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Gesù Cristo è venuto per servire
e dare la sua vita per la salvezza di molti.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Mt 20, 17-28
Lo condanneranno a morte.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dòminano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».

Sulle Offerte
Volgi con bontà lo sguardo, Signore, alle offerte che ti presentiamo, e per questo santo scambio di doni liberaci dal dominio del peccato. Per Cristo nostro Signore.



Hóstias, Dómine, quas tibi offérimus, propítius intuére, et, per haec sancta commércia, víncula peccatórum nostrórum absólve. Per Christum.

Prefazio di Quaresima II
La penitenza dello spirito

E ' veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale perché
si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.

Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime cantiamo l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:



Qui fíliis tuis ad reparándam méntium puritátem,

tempus praecípuum salúbriter statuísti,

quo, mente ab inordinátis afféctibus expedíta,

sic incúmberent transitúris ut rebus pótius perpétuis inhaerérent.



Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis,

te collaudámus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 20,28
«Il Figlio dell'uomo è venuto
non per essere servito, ma per servire
e dare la sua vita in riscatto per tutti gli uomini».



Fílius hóminis non venit ministrári, sed ministráre,

et dare ánimam suam redemptiónem pro multis.

Dopo la Comunione
Questo sacramento, Signore Dio nostro, che ci hai donato come pegno di immortalità, sia per noi sorgente inesauribile di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Quaesumus, Dómine Deus noster, ut, quod nobis ad immortalitátis pignus esse voluísti, ad salútis aetérnae tríbuas proveníre suffrágium. Per Christum.



Oratio super populum

Praesta fámulis tuis, Dómine, abundántiam protectiónis et grátiae, da salútem mentis et córporis, da plenitúdinem fratérnae caritátis et eos tibi semper fac esse devótos. Per Christum.


21/02/2008 21:48
 
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II SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 138,23-24
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore;
vedi se percorro una via di menzogna,
e guidami sulla via della vita.


Ps 138,23-24 Proba me, Deus, et cognósce sémitas meas; vide si via iniquitátis in me est, et deduc me in via ætérna.


Colletta
O Dio, che ami l'innocenza, e la ridoni a chi l'ha perduta, volgi verso di te i nostri cuori e donaci il fervore del tuo Spirito, perché possiamo esser saldi nella fede e operosi nella carità. Per il nostro Signore...

Deus, innocéntiæ restitútor et amátor, dírige ad te tuórum corda servórum, ut, Spíritus tui fervóre concépto, et in fide inveniántur stábiles, et in ópere efficáces. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 17, 5-10
Maledetto chi confida nell'uomo; benedetto chi confida nel Signore.

Dal libro del profeta Geremìa
Così dice il Signore:
«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e dal Signore allontana il suo cuore.
Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
quando viene il bene non lo vede.
Dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l'uomo che confida nel Signore
e il Signore è sua fiducia.
Egli è come un albero piantato lungo l'acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi;
nell'anno della siccità non intristisce,
non smette di produrre i suoi frutti.
Più fallàce di ogni altra cosa è il cuore
e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere?
Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori,
per rendere a ciascuno secondo la sua condotta,
secondo il frutto delle sue azioni».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Beato chi confida nel Signore.

Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.

Canto al Vangelo Cf Lc 8,15
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Lc 16, 19-31
Hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro i mali; ora lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Làzzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Làzzaro accanto a lui.
Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Làzzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Làzzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi».

Sulle Offerte
Per questo sacrificio, o Signore, santifica il nostro impegno di conversione e fa' che alla pratica esteriore della Quaresima corrisponda una vera trasformazione dello Spirito. Per Cristo nostro Signore.


Præsénti sacrifício, quæsumus, Dómine, observántiam nostram sanctífica, ut, quod quadragesimális exercitátio profitétur extérius, intérius operétur efféctu. Per Christum.


Prefazio di Quaresima II
La penitenza dello spirito

E ' veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale perché
si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.

Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime cantiamo l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui fíliis tuis ad reparándam méntium puritátem,

tempus præcípuum salúbriter statuísti,

quo, mente ab inordinátis afféctibus expedíta,

sic incúmberent transitúris ut rebus pótius perpétuis inhærérent.



Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis,

te collaudámus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 118,1
Beati i perfetti nella loro condotta,
che camminano nelle legge del Signore.

Ps 118,1 Beáti immaculáti in via, qui ámbulant in lege Dómini

Dopo la Comunione
Questo sacramento continui ad agire in noi, Signore, e la sua efficacia cresca di giorno in giorno per la nostra attiva collaborazione. Per Cristo nostro Signore.


Hæc in nobis sacrifícia, Deus, et actióne permáneant, et operatióne firméntur. Per Christum.



Oratio super populum

Adésto, Dómine, fámulis tuis, implorántibus grátiæ tuæ auxílium, ut protectiónis tuæ munímen et régimen obtíneant. Per Christum.

22/02/2008 21:17
 
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22 FEBBRAIO
CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO
Festa

LETTURE: 1 Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19


Il 22 Febbraio gli antichi Romani onoravano la memoria dei defunti e mangiavano presso le loro tombe, attorno alla loro «cattedra» (un seggio riservato al defunto per indicare che egli era presente al banchetto). Dal secolo IV in poi i cristiani hanno cominciato a onorare una «cattedra», molto più spirituale: quella di Pietro, capo della Chiesa di Roma.






La Chiesa di Cristo s’innalza sulla salda fede di Pietro

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa.
Tra tutti gli nomini, solo Pietro viene scelto per essere il primo a chiamare tutte le genti alla salvezza e per essere il capo di tutti gli apostoli e di tutti i Padri della Chiesa. Nel popolo di Dio sono molti i sacerdoti e i pastori, ma la vera guida di tutti è Pietro, sotto la scorta suprema di Cristo. Carissimi, Dio si è degnato di rendere quest’uomo partecipe del suo potere in misura grande mirabile. E se ha voluto che anche gli altri principi della Chiesa avessero qualche cosa in comune con lui, è sempre per mezzo di lui che trasmette quanto agli altri non ha negato.
A tutti gli apostoli il Signore domanda che cosa gli uomini pensino di lui e tutti danno la stessa risposta, fino a che essa continua a essere l’espressione ambigua della comune ignoranza umana. Ma quando gli apostoli sono interpellati sulla loro opinione personale, allora il primo a professare la fede nel Signore è colui che è primo anche nella dignità apostolica.
Egli dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» e Gesù gli risponde «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli» (Mt 16,16-17). Ciò significa: tu sei beato perché il Padre mio ti ha ammaestrato, e non ti sei lasciato ingannare da opinioni umane, ma sei stato istruito da un’ispirazione celeste. La mia identità non te l’ha rivelata la carne e il sangue, ma colui del quale io sono il Figlio unigenito. Gesù continua: «E io ti dico»: cioè come il Padre mio ti ha rivelato la mia divinità, così io ti manifesto la tua dignità. «Tu sei Pietro». Ciò significa che se io sono la pietra inviolabile, «la pietra angolare che ha fatto dei due un popolo solo» (Ef 2,20. 14), il fondamento che nessuno può sostituire, anche tu sei pietra, perché la mia forza ti rende saldo. Così la mia prerogativa personale è comunicata anche a te per partecipazione. «E su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18). Cioè, su questa solida base voglio costruire il mio tempio eterno. La mia Chiesa, destinata a innalzarsi fino al cielo, dovrà poggiare sulla solidità di questa fede.
Le porte degli inferi non possono impedire questa professione di fede, che sfugge anche ai legami della morte. Essa infatti è parola di vita, che solleva ai cielo chi la proferisce e sprofonda nell’inferno chi la nega. E per questo che a san Pietro vien detto: «A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 19). Certo, il diritto di esercitare questo potere è stato trasmesso anche agli altri apostoli, questo decreto costitutivo è passato a tutti i principi della Chiesa. Ma non senza ragione è stato consegnato a uno solo ciò che doveva essere comunicato a tutti. Questo potere infatti è affidato personalmente a Pietro, perché la dignità di Pietro supera quella di tutti i capi della Chiesa.



MESSALE

Antifona d'Ingresso Lc 22,32
Dice il Signore a Simon Pietro:
«Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede,
e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».



Dicit Dóminus Simóni Petro:

Ego rogávi pro te, ut non defíciat fides tua,

et tu aliquándo convérsus confírma fratres tuos.


Colletta
Concedi, Dio onnipotente, che tra gli sconvolgimenti del mondo non si turbi la tua Chiesa, che hai fondato sulla roccia con la professione di fede dell'apostolo Pietro. Per il nostro Signore...



Praesta, quaesumus, omnípotens Deus, ut nullis nos permíttas perturbatiónibus cóncuti, quos in apostólicae confessiónis petra solidásti. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Pt 5,1-4
Pietro, testimone delle sofferenze di Cristo.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

Canto al Vangelo Mt 16,18
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
Lode e onore a te, Signore Gesù.





Vangelo Mt 16,13-19
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, le offerte della tua Chiesa, e fa' che riconosca nell'apostolo Pietro il maestro che ne conserva integra la fede e il pastore che la guida all'eredità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, preces et hóstias benígnus admítte, ut, beáto Petro pastóre, ad aetérnam pervéniat hereditátem, quo docénte fídei tenet integritátem. Per Christum.


Prefazio degli Apostoli I
Gli apostoli, pastori del popolo di Dio
E’ veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Pastore eterno,
tu non abbandoni il tuo gregge,
ma lo custodisci e proteggi sempre
per mezzo dei tuoi santi Apostoli,
e lo conduci attraverso i tempi,
sotto la guida di coloro
che tu stesso hai eletto vicari del tuo Figlio
e hai costituito pastori.
Per questo dono della tua benevolenza,
insieme agli angeli e ai santi,
con voce unanime cantiamo l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:



Qui gregem tuum, Pastor aetérne,

non déseris, sed per beátos Apóstolos contínua

protectióne custódis, ut iísdem rectóribus gubernétur,

quos Fílii tui vicários eídem contulísti praeésse pastóres.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis

exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Mt 16,16.18
Pietro disse a Gesù:
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Gesù rispose: «Tu sei Pietro,
e su questa pietra edificherò la mia Chiesa».



Dixit Petrus ad Iesum:

Tu es Christus, Fílius Dei vivi.

Respondit Iesus:

Tu es Petrus, et super hanc

petram aedificábo Ecclésiam meam.

Dopo la Comunione
O Dio, che nella festa dell'apostolo Pietro ci hai nutriti del corpo e del sangue di Cristo, fa' che la partecipazione ai doni della salvezza sia per noi sacramento di unità e di pace. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui nos, beáti Petri apóstoli festivitátem celebrántes, Christi Córporis et Sánguinis communióne vegetásti, praesta, quaesumus, ut hoc redemptiónis commércium sit sacraméntum nobis unitátis et pacis. Per Christum.


23/02/2008 13:13
 
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II SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal, 144,8-9
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore per tutti,
e la sua misericordia
si estende a tutte le sue creature.


Miserátor et miséricors Dóminus,

pátiens et multum miséricors.

Suávis Dóminus univérsis,

et miseratiónes eius super ómnia ópera eius.


Colletta
O Dio, che per mezzo dei sacramenti ci rendi partecipi del tuo mistero di gloria, guidaci attraverso le esperienze della vita, perché possiamo giungere alla splendida luce in cui è la tua dimora. Per il nostro Signore...

Deus, qui nos gloriósis remédiis in terris adhuc pósitos iam cæléstium rerum facis esse consórtes, tu, quæsumus, in ista qua vívimus nos vita gubérna, ut ad illam, in qua ipse es, lucem perdúcas. Per Dóminum.

Prima Lettura Mic 7, 14-15. 18-20
Dio getta in fondo al mare tutti i nostri peccati.

Dal libro del profeta Michèa
Pasci il tuo popolo, Signore, con la tua verga,
il gregge della tua eredità,
che sta solitario nella foresta tra fertili campagne;
pascolino in Basan e in Galaad come nei tempi antichi.
Come quando sei uscito dall'Egitto,
mostraci cose prodigiose.
Qual dio è come te, che toglie l'iniquità
e perdoni il peccato al resto della tua eredità;
che non serbi per sempre l'ira,
ma ti compiaci d'usar misericordia?
Egli tornerà ad aver pietà di noi, calpesterà le nostre colpe.
Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.
Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà,
ad Abramo la tua benevolenza,
come hai giurato ai nostri padri fino dai tempi antichi.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 102
Il Signore è buono e grande nell'amore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia.

Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia
su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.

Canto al Vangelo Lc 15,18
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te!
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Lc 15, 1-3. 11-32
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
Allora egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Sulle Offerte
Da questo sacrificio che ti offriamo, Signore, venga per noi una forza di redenzione, che ci salvi dai cedimenti umani e ci prepari a ricevere i doni della salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Per hæc véniat, quæsumus, Dómine, sacraménta nostræ redemptiónis efféctus, qui nos et ab humánis rétrahat semper excéssibus, et ad salutária dona perdúcat. Per Christum.


Prefazio di Quaresima II
La penitenza dello spirito

E ' veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale perché
si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.

Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime cantiamo l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui fíliis tuis ad reparándam méntium puritátem,

tempus præcípuum salúbriter statuísti,

quo, mente ab inordinátis afféctibus expedíta,

sic incúmberent transitúris ut rebus pótius perpétuis inhærérent.



Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis,

te collaudámus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Lc 15,32
«Rallegrati, figlio mio,
perché tuo fratello era morto
ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato».



Opórtet te, fili, gaudére,

quia frater tuus mórtuus fúerat,

et revíxit; períerat, et invéntus est.

Dopo la Comunione
La comunione al pane di vita eterna, o Dio, agisca profondamente nel nostro spirito, e ci renda partecipi della forza di così grande sacramento. Per Cristo nostro Signore.



Sacraménti tui, Dómine, divína percéptio penetrália nostri cordis infúndat, et sui nos partícipes poténter effíciat. Per Christum.



Oratio super populum

Páteant aures misericórdiæ tuæ, Dómine, précibus supplicántium, et, ut peténtibus desideráta concédas, fac eos, quæ tibi sunt plácita postuláre. Per Christum.




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