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No World Order. Migliaia di vaccini ritirati

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2024 16:49
25/05/2022 13:31
 
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Radio Radio - Dato dell'Istituto Superiore di Sanità inglese stupisce tutti ▷ "92% dei ricoveri sono trivaccinati"



Secondo le stime dell'UK Health Security Agency le percentuali del solo mese di marzo delle persone che hanno ricevuto anche la terza dose di vaccino, tra ricoveri e decessi, sarebbero altissime. Risuonano, a leggerle, le parole del Presidente del Consiglio MarioDraghi, secondo il quale "se non ti vaccini muori e fai morire". Il 27 dicembre del 2020 è ricordato come il 'Vax Day', che dà il via alla campagna vaccinale in tutto il mondo e, proprio qui, iniziano a crearsi le dispute tra vaccinati e non. In ogni caso, il Covid-19 non è ancora sparito e, nonostante l'alta percentuale di persone vaccinate (anche con terza dose), le stime, per queste ultime, in termini di ricoveri e contagi, sarebbero tutt'altro che al ribasso. In particolare, tra il 28 febbraio e il 27 marzo 2022, secondo l'Istituto Superiore di Sanità inglese, è stato registrato il 92% di contagiati, trivaccinati, e lo stesso vale per i decessi, per i quali è stato stimato l'82%.

"Da un lato c'è il desiderio di scendere in piazza con una mazza da baseball; dall'altro bisogna ricostruire il tessuto sociale", il Docente di ComunicazioneSociale Alberto Contri così conclude il suo intervento in diretta a Un Giorno Speciale, scagliandosi contro quella che lui definisce "l'ignoranza della classe medica". Intorno ai recenti fatti infatti esiste un alone di mistero che gli esperti cercano di risolvere. Le informazioni sui vaccini sembrano essere molto scarse, a differenza di quanto avviene per i farmaci più comuni e semplici. A tal proposito il Professor Contri ha deciso di andare a fondo della questione e le scoperte sono state sbalorditive. A questo punto cosa possiamo fare?
31/05/2022 16:55
 
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«30 milioni di dosi nella spazzatura»: il CEO di Moderna si lamenta al WEF dei vaccini buttati «perché nessuno li vuole»

Il CEO di Moderna Stéphane Bancel si lamenta di dover «buttare via» 30 milioni di dosi di vaccino contro il COVID-19 perché «nessuno le vuole». «È triste dire che sto buttando 30 milioni di dosi nella spazzatura perché nessuno le vuole. Abbiamo un grosso problema con la domanda», ha detto Bancel a un pubblico al World Economic Forum di Davos ora in corso, aggiungendo che i tentativi di contattare vari governi per vedere se qualcuno volesse recuperare i lotti sono stati un totale fallimento. «In questo momento ci sono governi che abbiamo cercato di contattare attraverso le ambasciate a Washington. Ogni Paese… e nessuno vuole prenderseli». «Il problema in molti Paesi è che le persone non vogliono i vaccini». I commenti di Bancel arrivano pochi giorni dopo che Bloomberg ha riferito che i funzionari sanitari dell’UE vogliono modificare i contratti con Pfizer e altri produttori di vaccini al fine di ridurre le forniture. In una lettera congiunta della Commissione UE è possibile leggere che «alcuni Paesi stanno cercando di modificare i cosiddetti accordi di acquisto anticipato firmati con i produttori, poiché la domanda di vaccini diminuisce e i budget sono messi a dura prova dalle ricadute della guerra in Ucraina e dai costi di accoglienza dei rifugiati». «L’adeguamento degli accordi con i fornitori potrebbe garantire agli Stati membri il diritto di “riprogrammare, sospendere o annullare del tutto le consegne di vaccini con una breve durata”, hanno scritto i primi ministri di Estonia, Lettonia e Lituania in una lettera congiunta alla Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen alla fine del mese scorso», scrive la testata economica di New York. Nel frattempo, in una lettera separata, il Ministero della Salute della Bulgaria ha chiesto un «dialogo aperto» con la commissione e le aziende farmaceutiche, sostenendo che l’attuale accordo costringe gli Stati membri ad «acquistare quantità di vaccini di cui non hanno bisogno».

Come riportato da Renovatio 21, già dai primi mesi della campagna globale era divenuto chiaro come ad esempio i Paesi africani rifiutassero la vaccinazione COVID. Può darsi che le élite locali spingessero per l’immunizzazione, ma non di certo la popolazione africana, come dimostrano le quantità di dosi donate da Paesi stranieri e programmi vaccinali vari dei Gates rimaste inutilizzate. Prima di Moderna, Stéphane Bancel fu CEO della società francese BioMérieux, posseduta da Alain Mérieux, considerato amico personale di Xi Jinping, che visitò il laboratorio BSLM4 di BioMérieux a Lione nel 2014. Secondo quanto appreso, i cinesi avrebbero contattato i francesi per la costruzione del laboratorio di Wuhan, il primo BSL4 del Paese, nel 2004. Il suo progetto, iniziato nel 2003, è stato realizzato in collaborazione con la Francia. Parte del personale dei biolab di Wuhan ha ricevuto una formazione presso il laboratorio P4 Jean Mérieux a Lione. Nel febbraio 2017, il Primo Ministro francese Bernard Cazeneuve, accompagnato dal Ministro francese degli Affari Sociali e della Salute Marisol Touraine, e Yves Lévy, Presidente dell’INSERM, hanno preso parte alla cerimonia di accreditamento del laboratorio a Wuhan. Su un documento datato 2014 della Fondazione Mérieux, ancora visibile in rete, è possibile leggere che la crisi dell’Ebola, insieme «alla visita presidenziale cinese a Lione, ha reso possibile accelerare il completamento del laboratorio BSL4 in Cina come parte di una cooperazione sino-francese senza precedenti»:

www.fondation-merieux.org/wp-content/uploads/2017/08/merieux-foundation-annual-report-...

Nel 2011, dopo aver lavorato in BioMérieux, Bancel divenne CEO di Moderna, di cui possiede il 9% delle azioni, che oggi valgono almeno un miliardo. La carriera di Bancel è insomma segnata dal coronavirus: prima nella società che aiuterà i cinesi a costruire il laboratorio di Wuhan, poi nel Massachusetts nella società che per il virus di Wuhan, in teoria, dovrebbe aver trovato il vaccino.

27 maggio 2022
www.renovatio21.com/30-milioni-di-dosi-nella-spazzatura-lamministratore-delegato-di-moderna-si-lamenta-al-wef-di-dover-buttare-lotti-di-vaccino-perche-nessuno-l...
03/06/2022 22:50
 
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La Dutch Pilots Association vince causa in tribunale contro l’obbligo vaccinale Covid di KLM per i nuovi piloti

Il 19 maggio, la Dutch Airline Pilots Association (VNV) ha intentato una causa presso la Corte d’Appello di Amsterdam contro gli obblighi “vaccinali” Covid introdotti da KLM per i nuovi piloti. Ieri il giudice si è pronunciato a favore di VNV. KLM non può più chiedere ai nuovi piloti del loro stato di vaccinazione Covid o rifiutare la loro domanda di assunzione in base al loro stato di vaccinazione. KLM rischia una multa di 100.000 euro per violazione. Nella sua sentenza, il giudice Pennink ha osservato che KLM chiede direttamente se un pilota candidato è stato vaccinato o vuole essere vaccinato sulla domanda di lavoro e KLM chiude immediatamente la domanda se la risposta non è imminente o è negativa:

uitspraken.rechtspraak.nl/inziendocument?id=ECLI:NL:RBAMS:2...

Di conseguenza, KLM potrebbe aver esercitato pressioni sui candidati affinché si vaccinassero poiché senza vaccinazione non c’è lavoro in KLM. “Si ritiene che richiedere una vaccinazione costituisca una violazione ingiustificata dei diritti fondamentali dei candidati piloti, e in particolare, violi la privacy dell’articolo 8 CEDU”, ha affermato il giudice:“Richiedendo la vaccinazione contro il corona, KLM sta violando la privacy (articolo 8 CEDU) dei candidati piloti. Dopotutto, la decisione se farsi vaccinare o meno è qualcosa che appartiene in modo preminente alla sfera privata. Richiedere al candidato pilota di essere vaccinato e di dare una risposta positiva a quella domanda sullo stato di vaccinazione, quindi, viola ciò. KLM quindi non lascia scelta ai candidati piloti che vogliono entrare a far parte di KLM”. “È presente anche l’importanza di KLM di finalizzare la propria pianificazione con il dovuto rispetto del contratto collettivo di lavoro e di organizzare al meglio le proprie operazioni commerciali, ma non pesa quanto i diritti dei candidati piloti. Ciò è tanto più vero ora che VNV ha affermato che ci sono alternative a cui i piloti candidati e molti dei piloti che già lavorano in KLM vogliono partecipare, come condurre test, che possono anche raggiungere l’obiettivo di una pianificazione efficace”. A pena di 100.000 euro per violazione, il tribunale ha immediatamente vietato a KLM di raccogliere e/o utilizzare informazioni sullo stato di vaccinazione Covid e/o di respingere i candidati perché dichiarano di non essere stati vaccinati e/o non desiderano vaccinarsi.

VNV ha rilasciato una dichiarazione dopo la sentenza:“Il VNV è soddisfatto della decisione della Corte d’Appello di Amsterdam che vieta immediatamente a KLM di chiedere ai piloti candidati il loro stato di vaccinazione e di utilizzarlo per respingere i candidati. Il VNV sostiene la posizione del governo secondo cui la vaccinazione è importante, ma che la vaccinazione obbligatoria da parte del datore di lavoro non è consentita. Eravamo del parere che KLM non si fosse conformato a questo e che, inoltre, avesse violato i nostri accordi in merito, senza che vi fosse alcuna necessità operativa”. Peter Westerneng, presidente di VNV, ha dichiarato:"In diversi Paesi, i giudici hanno già posto fine all’obbligo di vaccinazione. Non molto tempo fa, diversi ospedali nei Paesi Bassi si sono espressi contro tale obbligo e hanno indicato che non lo avrebbero applicato. KLM la pensava diversamente e ha introdotto un obbligo di vaccinazione per i nuovi piloti, dopo di che l’Associazione dei Piloti del Traffico Aereo Olandese (Associazione dei piloti delle Compagnie Aeree Olandesi) è andata in tribunale. Dopo il rito abbreviato del 19 maggio, il giudice ha emesso oggi una decisione e ha annullato l’obbligo di vaccinazione per i nuovi piloti introdotto da KLM, contrariamente agli accordi con il VNV. A KLM è vietato chiedere informazioni sullo stato di vaccinazione dei nuovi piloti e tenerne conto nel processo di richiesta, a pena di pesanti multe.

03 giugno 2022
www.databaseitalia.it/la-dutch-pilots-association-vince-causa-in-tribunale-contro-lobbligo-vaccinale-covid-di-klm-per-i-nuovi...
10/06/2022 14:12
 
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Hanno scoperto la “Sindrome da Morte Improvvisa nell’Adulto Sano” (SADS)

I medici non sanno spiegarsela. Dall’articolo del Daily Mail:“SADS è un “termine generico per descrivere morti inaspettate nei giovani”, ha affermato il Royal Australian College of General Practitioners, che si verificano più comunemente nelle persone di età inferiore ai 40 anni. La Fondazione SADS con sede negli Stati Uniti ha affermato che oltre la metà dei 4.000 decessi annuali per SADS di bambini, adolescenti o giovani adulti presenta uno dei due principali segnali di allarme. Il Baker Heart and Diabetes Institute di Melbourne sta sviluppando il primo registro SADS del Paese. “Ci sono circa 750 casi all’anno di persone di età inferiore ai 50 anni nel Victoria a cui si ferma improvvisamente il cuore (arresto cardiaco)”, ha detto un portavoce. “Tra questi, per circa 100 giovani all’anno non si trova una causa, anche dopo indagini approfondite, come un’autopsia completa (fenomeno SADS)”.
- www.dailymail.co.uk/news/article-10895067/Doctors-trying-determine-young-people-suddenly-dy...

Vediamo che solo il 10 per cento sopravvive e arriva in ospedale. Ormai ne parla anche l’ANSA:

Vaccini, in Israele +25% problemi cardiaci fra 16 e 39 anni
È stata rilevata una corrispondenza fra la somministrazione dei vaccini anti Covid-19 e l’aumento del 25% delle chiamate per problemi cardiovascolari, da parte di giovani e adulti fra 16 e 39 anni, arrivate alle strutture di pronto soccorso in Israele fra gennaio e maggio 2021, rispetto ai periodi pre-pandemia e pre-vaccini. Il dato è pubblicato sulla rivista Scientific Reports da Christopher Sun e Retsef Levi del Massachusetts Institute of Technology e da Eli Jafe del Servizio di medicina di emergenza di Israele a Tel Aviv.
- www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ricerca_istituzioni/2022/06/07/vaccini-israele-25-problemi-cardiaci-fra-16-e-39-anni_deaf456c-fb0f-488f-bff2-fcfe108e4...

Benedetta Reiser-Gilardini:“20 maggio 2022; eventi avversi vaccino Covid (fonte VAERS): 28.312 decessi, 159.000 ospedalizzazioni, 129.000 urgenze, 4.700 aborti, 41.000 miocarditi, 42.000 reazioni allergiche, 15.000 infarti, 53.000 disabilità permanenti. #Norimberga”
- twitter.com/benireiser/status/1531661776076562433

Maurizio Blondet
08 giugno 2022
www.maurizioblondet.it/hanno-scoperto-la-sindrome-da-morte-improvvisa-nelladulto-sa...
14/06/2022 01:35
 
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Green Pass fino al 2023? Gli europei dicono no

Volete unirvi al vostro Green Pass e varcare con esso ogni frontiera e ogni altro ingresso, nella buona e nella cattiva sorte? Volete che tale unione sia indissolubile fino al giugno 2023? Si è conclusa l’8 aprile la Consultazione Popolare del Parlamento Europeo sulla proroga di adozione del certificato Covid in UE. La notizia non è stata molto diffusa, perlomeno in Italia. La abbiamo appresa da Alessandra Vandone Dell’Acqua, che ne ha scritto qui:

www.informazionelibera.org/editoriale/proroga-del-regolamento-sul-certificato-covid-digitale-dell-ue-iniziative-pubblic...

Vi invito a leggere l’articolo e qualcuno dei 385.191 commenti arrivati in due mesi.

ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13375-Proroga-del-regolamento-sul-certificato-COVID-digitale-d...

Come la collega di Informazione Libera, pur non avendoli letti tutti, ho scorto solo stroncature. I cittadini europei non hanno affatto apprezzato il Green Pass e lo vorrebbero archiviare nel giugno 2022. Lo considerano uno strumento inutile “poiché presuppone una vaccinazione che non protegge dai contagi”; “ha fallito il suo compito e creato un pericoloso precedente limitando le libertà di circolazione senza un motivo (non si sa se chi possiede la tessera è infettivo o no)”; “ha permesso una serie di abusi all’interno dei vari Paesi, la UE dovrebbe vigilare sull’operato dei governi e delle commissioni”; “le minacce provocate dalle normative anti Covid sono più pericolose del Covid 19”; “questa digitalizzazione è un passo indietro rispetto alle democrazie”. I cittadini europei che hanno votato di più sono stati tedeschi (39%), italiani (10%), austriaci (10%), olandesi (8%), slovacchi (6%), cechi (6%), francesi (5%). In genere le Consultazioni Popolari del Parlamento Europeo non godono di grande seguito nè ottengono molte risposte ma il quesito sulla proroga del Green Pass ha coinvolto più di 385mila europei; è un tema più che sentito, non c’è dubbio. Ne terrà conto il Parlamento Europeo che ha promosso la Consultazione? E i vari Stati si giocheranno… la carta verde in vista delle elezioni? Vero è che durante la campagna elettorale Macron ha abolito il Green Pass in tutta Francia…

10 aprile 2022
blog.ilgiornale.it/locati/2022/04/10/green-pass-fino-al-2023-gli-europei-di...
16/06/2022 16:42
 
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Come disintossicarsi dalla proteina spike dopo il Covid o l’iniezione. Dal Consiglio Mondiale per la Salute

In sintesi
Se siete stati colpiti da Covid-19 o avete ricevuto “l’iniezione”, è possibile che nel vostro corpo circolino pericolose proteine spike. Le proteine spike possono circolare nel corpo dopo un’infezione o un’iniezione, causando danni a cellule, tessuti e organi. Il Consiglio Mondiale per la Salute ha pubblicato una guida per la disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce semplici passi da intraprendere per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche nel vostro corpo. Gli inibitori e i neutralizzatori delle proteine spike includono: aghi di pino, ivermectina, neem, N-acetilcisteina (NAC) e glutatione. I 10 elementi essenziali per la disintossicazione da proteine spike includono vitamina D, vitamina C, semi di nigella sativa [cumino nero], quercetina, zinco, curcumina, estratto di cardo mariano, NAC, ivermectina e magnesio.

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La proteina spike è naturalmente presente nel SARS-CoV-2, indipendentemente dalla sua variante, ma viene prodotta nel corpo anche quando si riceve l’iniezione per il Covid-19. Nella sua forma nativa nel SARS-CoV-2, la proteina spike è responsabile delle patologie dell’infezione virale. Nella sua “wild form” (forma selvaggia), è nota per aprire la barriera emato-encefalica, causare danni alle cellule (citotossicità) e, come ha affermato il dottor Robert Malone, inventore della tecnologia della piattaforma base per il vaccino a mRNA e DNA, in un commento su News Voice:“E' attiva nel manipolare la biologia delle cellule che rivestono l’interno dei vasi sanguigni, le cellule endoteliali vascolari, in parte attraverso la sua interazione con l’ACE2, che controlla la contrazione dei vasi sanguigni, la pressione arteriosa e altre cose”. È stato anche detto che la proteina spike in sé è sufficiente a causare infiammazioni e danni al sistema vascolare, anche indipendentemente da un virus. Ora, il World Council for Health (WCH - Consiglio Mondiale per la Salute), una coalizione mondiale di organizzazioni sanitarie e gruppi della società civile che cercano di ampliare le conoscenze in materia di salute pubblica, ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalla proteina spike, che fornisce misure semplici da adottare per ridurre gli effetti della proteina spike tossica. È possibile consultare la guida completa dei rimedi naturali, compresi i dosaggi, alla fine di questo articolo.

Perché si dovrebbe prendere in considerazione una disintossicazione dalle proteine spike?
Le proteine spike possono circolare nel corpo dopo un’infezione o un’iniezione, causando danni a cellule, tessuti e organi. “La proteina spike è una proteina letale”, afferma in un video il dottor Peter McCullough, internista, cardiologo ed epidemiologo esperto. Può causare infiammazione e coagulazione in qualsiasi tessuto in cui si accumula. Per esempio, lo studio di biodistribuzione di Pfizer, utilizzato per determinare dove finiscono le sostanze iniettate nell’organismo, ha mostrato che la proteina spike del Covid, derivante dalle iniezioni, si è accumulata in “concentrazioni piuttosto elevate” nelle ovaie:

www.thelivingspirits.net/dalla-germania-documenti-fda-mostrano-peculiarita-strane-per-la-messa-in-commercio-dello-studio...

Inoltre, uno studio di biodistribuzione giapponese relativo alla iniezione di Pfizer ha rilevato che le particelle del vaccino si spostano dal punto della iniezione al sangue, dopodiché le proteine spike circolanti sono libere di viaggiare in tutto il corpo, comprese le ovaie, il fegato, i tessuti neurologici e altri organi. Il WCH ha osservato:“La proteina spike del virus è stata collegata a effetti avversi come trombi, cervello annebbiato, polmonite criptogenica organizzata e miocardite. È probabilmente responsabile di molti degli effetti collaterali della iniezione Covid-19… Anche se non avete avuto alcun sintomo, non siete risultati positivi al Covid-19 o non avete avuto effetti collaterali negativi dopo l’iniezione, è possibile che le proteine spike persistano nel vostro corpo. Per eliminarle dopo il vaccino o un’infezione, medici e operatori olistici suggeriscono alcune semplici azioni. Si ritiene che ripulire l’organismo dalle proteine spike il prima possibile dopo un’infezione o una inizione possa proteggere dai danni causati dalle proteine spike rimaste o in circolazione”.

Inibitori e neutralizzatori delle proteine spike
Un gruppo di medici internazionali e di operatori olistici che hanno esperienza nell’aiutare le persone a guarire dal Covid-19 e dalla malattia post-iniezione ha compilato una lista di opzioni naturali per aiutare a ridurre il carico di proteine spike del corpo. Ciò che segue sono inibitori della proteina spike, ovvero inibiscono il legame della proteina spike con le cellule umane:

- Prunella vulgaris
- Aghi di pino
- Emodina
- Neem
- Estratto di foglie di tarassaco
- Ivermectina

(…) Hanno anche compilato un elenco di neutralizzatori della proteina spike che la rendono incapace di causare ulteriori danni alle cellule. Tra questi vi sono:

- N-acetilcisteina (NAC)
- Glutatione
- Tisana al finocchio
- Tisana all’anice stellato
- Tisana agli aghi di pino
- Erba di San Giovanni (iperico)
- Foglie di sinfito
- Vitamina C

I composti vegetali riportati nella tabella precedente contengono acido shikimico, che può contrastare la formazione di coaguli di sangue e ridurre alcuni degli effetti tossici della proteina spike. Anche la nattokinasi, una forma di soia fermentata, può contribuire a ridurre la formazione di coaguli di sangue.

Come proteggere i vostri recettori ACE2 e disintossicare l'Interluchina-6 (IL-6)
La proteina spike si attacca ai recettori ACE2 delle cellule, compromettendo il normale funzionamento dei recettori. Questo blocco può alterare il funzionamento dei tessuti e potrebbe essere responsabile dell’innesco di malattie autoimmuni o di emorragie o coagulazioni anomale, tra cui la trombocitopenia indotta da vaccino. L’ivermectina, l’idrossiclorochina (con zinco), la quercetina (con zinco) e la fisetina (un flavonoide) sono esempi di sostanze che possono proteggere naturalmente i recettori ACE2. L’ivermectina agisce in questo senso legandosi ai recettori dell’ACE2, impedendo alla proteina spike di agire. L’interleuchina 6 (IL-6) è una citochina proinfiammatoria che viene espressa dopo l’iniezione e i cui livelli aumentano nelle persone affette da Covid-19. Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda gli inibitori dell’IL-6 per le persone affette da Covid-19 in forma grave. Esistono molti inibitori naturali dell’IL-6, o antinfiammatori, che possono essere utili per chi cerca di disintossicarsi dal Covid-19 o dalle iniezioni Covid-19:

- Boswellia serrata
- Estratto di foglie di tarassaco
- Cumino nero (Nigella sativa)
- Curcumina
- Olio di krill e altri acidi grassi
- Cannella
- Fisetina
- Apigenina
- Quercetina
- Resveratrolo
- Luteolina
- Vitamina D3 (con vitamina K)
- Zinco
- Magnesio
- Té al gelsomino
- Spezie
- Foglie di alloro
- Pepe nero
- Noce moscata
- Salvia

Come disintossicarsi da proteasi, furina e serina
Per entrare nelle cellule, il SARS-CoV-2 deve prima legarsi a un recettore ACE2 o CD147 sulla cellula. Successivamente, la subunità della proteina spike deve essere scissa proteoliticamente (tagliata). Senza questa scissione proteica, il virus si attaccherebbe semplicemente al recettore e non andrebbe oltre. “Il sito della furina è il motivo per cui il virus è così trasmissibile e invade il cuore, il cervello e i vasi sanguigni”, così ha spiegato il dottor Steven Quay, medico e scienziato, in occasione di un’audizione alla GOP House, “Oversight and Reform Subcommittee on Select Coronavirus Crisis”. L’esistenza di un nuovo sito di clivaggio della furina sul SARS-CoV-2, mentre altri coronavirus non contengono alcun esempio di sito di clivaggio della furina, è un motivo significativo per cui molti ritengono che il SARS-CoV-2 sia stato creato attraverso una ricerca di laboratorio con guadagno di funzione. Gli inibitori naturali della furina, che impediscono la scissione della proteina spike, possono aiutare a disintossicarsi dalla furina e comprendono:

- Rutina
- Limonene
- Baicaleina
- Esperidina

La serina proteasi è un altro enzima “responsabile della scissione proteolitica della proteina spike del SARS-CoV-2, che consente la fusione del virus con la cellula ospite”. L’inibizione della serina proteasi può quindi impedire l’attivazione della proteina spike e l’ingresso del virus nelle cellule. Il WCH ha raccolto diversi inibitori naturali della serina proteasi, tra cui:

- Té verde
- Tuberi di patata
- Alghe verdi e blu (spirulina e klamath)
- Soia
- N-acetilcisteina (NAC)
- Boswellia

Pasti consumati in una finestra di 6-8 ore e dieta sana per tutti
Oltre alle sostanze mirate sopra menzionate, il WCH ha notato che una dieta sana è il primo passo per un sistema immunitario sano. Ridurre il consumo di alimenti trasformati e di altri alimenti proinfiammatori, compresi gli oli vegetali (di semi), è essenziale per una risposta immunitaria ottimale. Anche un’alimentazione limitata nel tempo, che consiste nel condensare i pasti in una finestra di sei-otto ore, è utile. Questo migliora la salute in vari modi, soprattutto migliorando la salute mitocondriale e la flessibilità metabolica. Può anche aumentare l’autofagia, che aiuta il corpo a eliminare le cellule danneggiate. Come indicato da WCH:“Questo metodo… viene utilizzato per indurre l’autofagia, che è essenzialmente un processo di riciclaggio che avviene nelle cellule umane, dove le cellule degradano e riciclano i componenti. L’autofagia viene utilizzata dall’organismo per eliminare le proteine cellulari danneggiate e può distruggere virus e batteri dannosi dopo un’infezione”. Un’altra strategia per aumentare la salute e la longevità, e possibilmente per aiutare a disintossicare le proteine, è l’uso regolare della sauna. Quando il corpo è sottoposto a una quantità ragionevole di stress termico, si adatta gradualmente al calore, provocando una serie di cambiamenti benefici nell’organismo.

I 10 elementi essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike
Di seguito trovate la guida completa del WCH delle sostanze utili per disintossicarsi dalle proteine spike tossiche [consultare sempre il proprio medico olistico per una cura ad hoc, ndt]. Se non sapete da dove cominciare, i 10 composti seguenti sono gli “essenziali” per la disintossicazione dalle proteine spike. Si tratta di un buon punto di partenza per elaborare una strategia di salute più completa:

- Vitamina D
- Vitamina C
- NAC
- Ivermectina
- Semi di nigella sativa (cumino nero)
- Quercetina
- Zinco
- Magnesio
- Curcumina
- Estratto di cardo mariano

Joseph Mercola

Fonte: www.theepochtimes.com/world-council-for-health-reveals-spike-protein-detox_4304171.html?utm_source=top5noe&utm_campaign=top5-2022-03-10&utm_medium=email&est=7Az3fV%2Bbx1pBT1k4330FIybGm0V%2BINiA%2B%2FzAhN7PIJwtXO1Z%2BG0B%2Buv3Wj1ghGkx8l3e%2FMjA...

Traduzione: Cristina Bassi
06/06/2022
www.thelivingspirits.net/dr-mercola-come-disintossicarsi-dalla-proteina-spike-dopo-il-covid-o-liniezione-dal-consiglio-mondiale-per-la...
[Modificato da wheaton80 16/06/2022 16:42]
23/06/2022 16:19
 
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Long Covid, effetto collaterale da vaccino? La ricerca made in USA dà una risposta che non piacerà ai vaccinati

Si è discusso tanto, in questi mesi, degli effetti del cosiddetto “Long Covid”, quei sintomi che si trascinano nei mesi anche dopo la guarigione dal virus e che rendono difficile la riabilitazione dei pazienti. Solitamente associati, si badi bene, sempre e solo alla malattia. Secondo alcuni esperti o presunti tali, addirittura, queste complicazioni di lungo corso tenderebbero a manifestarsi quasi esclusivamente nei non vaccinati, mentre chi ha ricevuto le regolari dosi sarebbe al riparo. Uno studio americano pubblicato in queste ore ha invece smentito in maniera categorica questa ennesima stortura. I dati della ricerca americana, pubblicati anche dalla testata La Verità, sono stati confermati dal professor Andrea Francesco De Maria, esperto di malattie infettive dell’Università di Genova. “Il pre print, pubblicato a maggio su Medrxiv da scienziati di Boston, Philadelphia e Baltimora, riporta conclusioni che aprono nuovi, inquietanti interrogativi sugli effetti delle punture nella popolazione”. L’ennesimo allarme che rischia di cadere nel vuoto, in un mondo in cui in pochi hanno ancora il coraggio di discutere pubblicamente dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini. Lo studio ha evidenziato come, tra gennaio e settembre 2021, 23 persone con un’età media di 40 anni e nella maggior parte donne avevano sviluppato, entro 21 giorni dalla somministrazione del vaccino, polineuropatia, ovvero il malfunzionamento simultaneo di alcuni nervi periferici sparsi lungo il corpo. Il 39% aveva sviluppato i sintomi dopo la seconda dose. I pazienti avevano ricevuto principalmente i farmaci Pfizer e Moderna. Per 9 delle persone prese in esame sono stati riscontrati anche problemi alla bocca, al viso e sul cuoio capelluto, il 52% aveva “evidenze obiettive di neuropatia delle piccole fibre”. Secondo i ricercatori si tratterebbe di una manifestazione solitamente associata, appunto, al Long Covid, un insieme di sintomi altamente debilitanti che fin qui i medici non avevano però mai collegato ai vaccini. Anche il Long Covid, qualora i dati fossero confermati da ulteriori ricerche, andrebbe quindi inserito tra i possibili effetti collaterali dei farmaci imposti dal governo italiano ai cittadini, privati della libertà di scelta.

21 giugno 2022
www.ilparagone.it/attualita/long-covid-effetto-collaterale-da-vaccino-la-ricerca-made-in-usa-da-una-risposta-che-non-piacera-ai-va...
26/06/2022 20:39
 
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Il tragico destino di star mondiali come Céline Dion e Justin Bieber aprirà gli occhi ai loro fan?

Céline Dion



Visto il numero di follower di Céline Dion su Twitter (924.200 iscritti), su Facebook (più di un milione) e su altre reti, possiamo sperare che le disgrazie di questa favolosa cantante colpiranno più persone rispetto ai siti ufficiali di EudraVigilance o di Vaers, più difficili da consultare, e allarmerà alcuni di loro. Se non altro per instillare fertili dubbi... Cosa le è successo? Per il momento la sua famiglia e/o i suoi agenti stanno alimentando il suo account con ricordi dei suoi dischi o concerti, ecc... Ma perché questo silenzio, queste eterne cancellazioni di concerti, per il momento rinviate a settembre 2023? Chi ci crede ancora?

@jjdenoual - 2 novembre 2021
“Dopo la sua seconda iniezione del vaccino contro il coronavirus, Céline Dion sarebbe rimasta paralizzata e avrebbe cancellato tutti i suoi concerti! Ma silenzio radiofonico nei media, perché sarebbe panico tra tutti i vaccinati!”.

@Rideaubleu - 31 ottobre 2021
“E allora ricapitoliamo il delirio: un vigile del fuoco vaccina una ragazzina di 12 anni, per festeggiare la 100.000esima dose. Offrono alla bambina i biglietti per il concerto di Céline Dion, concerto che è stato cancellato perché la cantante che ha chiesto la vaccinazione è paralizzata. No, non è uno scherzo".

I nostri colleghi della rivista Public hanno recentemente pubblicato che la cantante 53enne sarebbe stata colpita da una singolare malattia chiamata neuropatia delle piccole fibre, patologia che Céline Dion avrebbe contratto un anno fa, “subito dopo essere stata vaccinata contro il Covid, senza che nessuno abbia fatto il collegamento” apertamente. Tuttavia la cantante non sembra presentare i fattori predisponenti descritti per questa malattia (mutazioni nei geni SCN9A e SCN10A, sindrome metabolica, HIV, celiachia, sindrome di Sjögren, amiloidosi, malattia infiammatoria cronica intestinale, malattie infettive, epatite C, malattia di Lyme, ipotiroidismo, disturbi del sistema immunitario).
- ilestencoretemps.fr/celine-dion-sa-mysterieuse-maladie-liee-au-vaccin-contre-le-covid-revelation-choc-de-bob-ken...

“Un'altra coincidenza? Se la pista vaccinale dovesse essere confermata, Céline sarebbe, come milioni di persone, vittima di una “cospirazione” globale, come sostiene Bob Kennedy Jr., che ha dedicato un libro a questo argomento. “Il 21 maggio Céline ha dichiarato:“Incoraggio tutti a vaccinarsi perché penso che in questo momento sia l'unico modo per ricostruire l'immunità nel mondo". Cosa sapeva? Come osare affermare una tale aberrazione? Avrebbe voluto che la sostituissi per cantare sul palco? Ognuno ha il proprio lavoro, le proprie capacità. Questa mescolanza di generi attraverso la manipolazione delle lobby e dei media deve cessare”. Il 19 e 22 maggio Céline Dion conferma quanto tutti temevano per il suo stato di salute:“Mi dispiace tanto dover cambiare ancora una volta le date del tour in Europa; la prima volta era per colpa della pandemia, ora è per colpa della mia salute”, ha detto la cantante, che oggi ha 54 anni. “Ad essere onesta, non vedo l'ora, ma non sono ancora del tutto pronta…”. “C'è qualcosa di importante. Questi famosi spasmi iniziano a diventare estremamente preoccupanti”. "Ci chiediamo se non stia leggendo un messaggio; sembra estremamente triste, come robotica", ha commentato l'editorialista canadese Sophie Durocher dopo aver visto il breve estratto. “Se un'artista del calibro di Céline Dion rimanda, non è perché ha un piccolo mal di testa, c'è qualcosa di grave. Questi famosi spasmi iniziano a diventare estremamente preoccupanti”, ha proseguito al microfono di una radio locale. "Sono in gioco milioni di dollari! Bisogna porsi la domanda. Céline Dion tornerà sul palco?”, si chiede. Secondo il tabloid britannico "The Express", Céline Dion soffre di distonia. Una patologia che sarebbe caratterizzata da contrazioni muscolari, sopravvenute in modo involontario e prolungato. Insomma, tutti questi commenti confermano l'elevata probabilità di una malattia neurologica post-vaccinazione, evocando il caso di Mauricette, affetta da Creutzfeld-Jacob o da una malattia correlata:

www.ladepeche.fr/2022/05/07/mort-de-mauricette-doyer-de-la-maladie-de-creutzfeldt-jakob-retour-sur-la-polemique-entourant-son-deces-1028...

Ciò che è stato tanto più sconvolgente e per un certo tempo negato è che Céline Dion si fosse resa una tenace sostenitrice dell'iniezione sperimentale al punto da imporre la vaccinazione ai suoi spettatori in concerto. Ci credeva davvero ed è stata una vittima della sua fede! Vaccinazione divenuta religione. Che tristezza, che errore, che aberrazione! Come possono artisti lontani dalla vera medicina e probabilmente troppo vicini ai deliri giornalistici imposti dai laboratori desiderosi di vendere, entrare in questa manipolazione fino al punto da lasciarvi la vita, in ogni caso già fuori da quella artistica? La corruzione non si limita al settore finanziario ma colpisce tutte le sfaccettature dell'animo umano, come il desiderio di compiacere, consigliare, agire come salvatori, ecc... Una storia tragica che si ripete più e più volte con il passare dei giorni e l'effetto tossico di questi prodotti sperimentali si radica nel corpo.

Dopo Céline, Justin Bieber



Un secondo esempio è giunto questa notte del 10 giugno 2022. Agenzia France-Presse:“Justin Bieber aveva ospitato il 27 giugno 2020 un concerto a favore degli pseudo vaccini Covid organizzato da Global Citizen Ursula, con il supporto di von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, Melinda Gates, Presidente della Global Alliance for Vaccines and Vaccinations (Gavi), Ngozi Okonjo-Iweala o Derrick Johnson (Presidente della NAACP)”. Il giovane Justin Bieber, come Céline, aveva chiesto in concerto ai suoi spettatori una tripla vaccinazione anti-Covid. Ricordiamo che si tratta di una pop star di 28 anni, che sui social ha 539,2 milioni di follower. Si può immaginare la capacità di influenzare di queste stesse star manipolate da Big Pharma e/o dai suoi fiduciari. Il cantante aveva già sperimentato un'allerta riguardante le iniezioni dopo le complicazioni della moglie Hailey che, nonostante la giovane età, aveva subito un ictus forse post vaccinazione. Speriamo che i suoi giovani fan si pongano alcune domande in questa occasione ed esiteranno ad andare a farsi iniettare di nuovo. Con quale meccanismo di pensiero tortuoso si era trasformato in un commerciante di iniezioni, di cui non sapeva nulla, tanto più che tutti gli elementi erano nascosti? L'unica certezza verificabile era che queste sostanze fossero sperimentali, come ha subito dimostrato il sito Clinicaltrials.gov:

www.mondialisation.ca/wp-content/uploads/2022/06/Capture-d%E2%80%99%C3%A9cran-le-2022-06-15-%C3%A0-15.46.28-768...

Lo sono ancora e bisognerà attendere il 2023 per ottenere i dati ufficiali del test. Ma al momento dobbiamo ringraziare la giustizia americana di parte dei documenti nascosti della Pfizer che hanno rivelato l'imbroglio che dovrebbe far vietare qualsiasi prosecuzione delle iniezioni. E i dati forniti dall'ONS inglese dimostrano anche il pericolo letale delle iniezioni per la popolazione. Quindi il 10 giugno 2022 apprendiamo tramite Twitter:

“Dopo la sua compagna, Justin Bieber è a sua volta gravemente malato e costretto a interrompere il suo tour. Triplo vaccinato, aveva chiesto ai suoi fan piani di vaccinazione completi per assistere ai suoi concerti”.

O tramite @vl_plus:

“Dopo che sua moglie Hailey è stata ricoverata in ospedale per un coagulo di sangue nel cervello, è lo stesso Justin Bieber a soffrire di una misteriosa malattia "in peggioramento" che lo costringe persino a sospendere i suoi concerti”
- marieclaire.fr/hailey-bieber

@AldoSterone111:

“Justin Bieber sta cancellando i suoi concerti. È molto malato. La sua faccia è paralizzata... Sembra un incidente”
- dailymail.co.uk/tvshowbiz/art

Vedi il testo in inglese del Daily Mail:

www.dailymail.co.uk/tvshowbiz/article-10905347/Justin-Bieber-reveals-soffered-facial-paralysis-Ramsay-Hunt-syndr...

Bieber ha scritto su Instagram:"Non posso credere che lo sto dicendo. Ho fatto di tutto per stare meglio, ma la mia malattia sta peggiorando”. La star di 28 anni non ha fornito dettagli sulla sua misteriosa malattia.
- www-uol-com-br.translate.goog/splash/noticia

Insomma, il nostro famoso e affascinante cantante è sfigurato da una paralisi facciale ben descritta nelle complicazioni della vaccinazione anti-Covid sotto il nome di paralisi di Bell. Presentarlo sotto il nome di sindrome di Ramsay può essere accademico, ma non cambia il fatto. Che disgrazia aver fatto ammalare questi bei giovani che avevano il futuro davanti e che, inoltre, hanno ritenuto utile avvisare gli altri di questo delirio assoluto.

Instagram/JustinBieber:

“Secondo uno specialista in malattie infettive, l'herpes zoster di Justin Bieber è apparso lungo i due nervi del viso, il facciale e l'uditivo; ecco perché il cantante ha difficoltà a parlare e sicuramente a sentire”.

Dobbiamo chiedere alle autorità mondiali la completa cessazione di queste pericolose iniezioni, le cui tragedie iniziano a farsi conoscere a breve e medio termine (miocardite, morte improvvisa degli atleti in gara, malattia vicina al morbo della mucca pazza, ecc... ) e restano sconosciute a lungo termine. L'evoluzione rapida e fatale di tumori che sono stati curati per molti anni o di tumori recenti è sempre più constatata dopo le iniezioni, in particolare dopo la terza. Si ricorda che nella prima fase della vaccinazione, solo il 5% dei lotti è stato colpito da incidenti vaccinali. Placebo, dosaggi o ingredienti differenti. Non sappiamo. Quel che è certo è che dalla terza dose cosiddetta di richiamo gli incidenti sembrano più frequenti e più rapidi, anche se si possono distinguere anche varietà geografiche, il che suggerisce differenze nei lotti. Roulette russa... Ti va di farlo?

Trasferito da The Uncensored Truth su Telegram:“Justine Bieber: paralisi facciale... La star canadese di 28 anni ha dovuto cancellare due (o più) date del tour di Toronto a causa di questa complicazione che le sta paralizzando parte del viso. Nel video pubblicato sul social network Instagram, appare Justin Bieber, di fronte alla telecamera, incapace di battere le palpebre con l'occhio destro, la bocca semichiusa. “Non riesco più a sorridere da questa parte, parte della mia faccia è paralizzata”. Con i suoi 240 milioni di iscritti su Instagram, è costretto a cancellare il resto del suo tour.
- t.me/LaveriteNcensureeTchat/908367

“Mi si spezza il cuore a dover rimandare questi imminenti spettacoli (ordini del dottore). A tutta la mia gente, vi amo così tanto e mi riposerò e migliorerò". Nella clip rilasciata venerdì, Justin ha mostrato gli effetti devastanti della sua diagnosi poiché il suo occhio non batteva le palpebre, non poteva sorridere e la narice non si muoveva sul lato destro del viso. Lui ha spiegato:“Quindi c'è una paralisi completa su quel lato della mia faccia. Per coloro che sono frustrati dalle mie cancellazioni dei prossimi spettacoli, fisicamente ovviamente non sono in grado di farli. È piuttosto grave come puoi vedere”.

Conclusione
In conclusione, auguriamo a questi artisti e alle tante altre vittime di iniezioni la migliore guarigione possibile. Tuttavia, speriamo che in futuro artisti, atleti, politici e associazioni evitino di lanciare campagne pubblicitarie per vaccini e/o farmaci (presunti miracoli) e/o screening... Non dispongono della sostanza dei dati (spesso nascosti). A ciascuno il proprio lavoro.

Dott.ssa Nicole Delépine
12 giugno 2022

Traduzione: Wheaton80
www.mondialisation.ca/les-destins-tragiques-de-stars-mondiales-comme-celine-dion-et-justin-bieber-vont-ils-ouvrir-les-yeux-de-leurs-fans...
09/07/2022 01:34
 
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Radio Radio - "Abolire i test", e cambia anche la versione sul vaccino ▷ Borgonovo:"Pure i guru ora ci ripensano"



[Modificato da wheaton80 09/07/2022 01:35]
10/07/2022 13:04
 
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Morti da vaccino, in Gran Bretagna arrivano i primi risarcimenti

Una vita spezzata vale 120mila sterline (140mila euro). È questa la cifra che il Regno Unito ha deciso di rimborsare ai familiari delle vittime da vaccinazione anti Covid. Lo divulga il British Medical Journal, il 24 giugno, annunciando il via ai primi risarcimenti:“Non solo alle famiglie che hanno subito un lutto ma anche alle persone che sono state danneggiate, a seguito di un vaccino contro il Covid-19”:

www.bmj.com/content/377/bmj.o1565

Il 20 maggio erano arrivate 1.681 richieste. Leggiamo:“Si ritiene che Vikki Spit della Cumbria sia la prima persona a ricevere un risarcimento, dopo che il suo partner di 48 anni, Zion, si ammalò otto giorni dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca. Zion, un ex cantante rock, è morto alla Royal Victoria Infirmary di Newcastle nel maggio 2021. Altre persone hanno ricevuto pagamenti negli ultimi giorni nell’ambito del regime di pagamento dei danni da vaccino (VDPS) del governo, fino a un massimo di £ 120.000. Sarah Moore, partner dello studio legale Hausfeld, che rappresenta i danneggiati, ha detto a The BMJ che è stato un momento importante. “Sebbene queste cifre siano modeste, e serviranno ben poco per alleviare le difficoltà finanziarie con cui molte famiglie stanno ora lottando a causa di un infortunio o di un lutto, il fatto del pagamento per alcune segnerà un momento di riscatto poiché è il riconoscimento più chiaro finora, da parte del governo, che in alcuni rari casi i vaccini Covid-19 hanno causato lesioni molto significative o morti”. È precisato che la maggior parte dei pagamenti è avvenuta a seguito di trombocitopenie trombotiche immunitarie o di trombosi del seno venoso cerebrale (CVST) avvenute dopo la vaccinazione. Ma che c’è stato un risarcimento anche per chi aveva sviluppato la sindrome di Guillain-Barré. In Gran Bretagna si può fare richiesta di risarcimento qui:

www.gov.uk/vaccine-damage-payment

L’articolo spiega che le valutazioni sono svolte da un perito indipendente e che ogni pratica richiede sei mesi di tempo per esaminare le cartelle cliniche, visto che “i vaccini contro il Covid sono nuovi”. Ma si dice anche che il team di personale dedicato verrà ampliato per velocizzare il lavoro. Vi lascio continuare nella lettura. Chiediamoci come si comporterà il governo italiano davanti alle stesse richieste. Chiediamoci quando cesserà la persecuzione nei confronti dei sanitari che non hanno accettato il rischio dei vaccini nuovi e che, per punizione, sono ancora sospesi, senza stipendio e senza alcun sussidio familiare.

29 giugno 2022
blog.ilgiornale.it/locati/2022/06/29/morti-da-vaccino-in-gran-bretagna-arrivano-i-primi-risar...
11/07/2022 11:06
 
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Smontate le accuse ai no vax, ma la stampa tace



L’ha detto. Nonostante David Parenzo, conduttore su La 7 del programma insieme con Concita De Gregorio, abbia provato a cambiare discorso, Andrea Crisanti ha tirato diritto, completando il suo ragionamento. «Nel 98% dei casi muoiono i vaccinati, non i no vax». Una bomba, sganciata in diretta all’ora di cena, che in studio hanno tentato di arginare, cercando di virare il dibattito sulla necessità della quarta dose, ma il direttore del dipartimento di microbiologia di Padova ha ignorato la questione con un semplice «poi parlo anche della quarta dose». E così, ecco spiattellata senza censure la sua opinione: nonostante per mesi ci abbiano sfracellato i timpani, e anche qualcos’altro, con i pericolosi untori che non avevano accettato di offrire il braccio alla patria, ad ammalarsi e, purtroppo, a morire, sono le persone fragili che si sono vaccinate le quali, convinte da una propaganda sbagliata di essere immuni al Covid, pagano con la vita la mancanza di precauzione. Crisanti non ha dubbi e la sua non è stata un’uscita estemporanea, ma una riflessione ponderata contro il pensiero unico mainstream, che il professore ribadisce oggi con un’intervista alla Verità. Già a Bari la settimana scorsa aveva spiegato che a essere colpiti dal contagio della nuova variante erano principalmente le persone che si erano sottoposte a doppia o tripla dose. Probabilmente, aveva chiarito, sono più sensibili al virus, quasi che l’iniezione, invece di rafforzare il loro sistema immunitario, lo avesse reso più vulnerabile o, quanto meno, più esposto alla mutazione dell’infezione.

La frase, già di per sé sconvolgente in quanto il fenomeno, se confermato, riguarderebbe decine di milioni di italiani, centinaia di migliaia dei quali considerati fragili, è stata ovviamente completamente ignorata dalla grande stampa, attenta a non turbare il pensiero dominante. Così l’altra sera, Crisanti è tornato sull’argomento e senza utilizzare giri di parole. «Noi siamo in una situazione in cui il virus circola, non c’è accettabilità sociale per le misure di restrizione e questo è un dato di fatto di cui i politici e anche i ricercatori e gli operatori di sanità pubblica devono prendere atto e dunque bisogna prendere delle misure ad hoc per proteggere i fragili. Prima di tutto bisogna spiegare alle persone a rischio che devono usare la mascherina, perché la mascherina protegge, e anche le persone che accudiscono i fragili devono indossarla. Io penso che il vero problema sia stato un problema di comunicazione, non è stato spiegato che a levare la mascherina non dovevano essere i fragili». Concita De Gregorio ha provato a interrompere il fiume in piena per dire che la questione non riguardava un evento meteorologico. Ma a questo punto il professore non si è tenuto più.

«Non abbiamo spiegato fin dall’inizio che 160 morti al giorno non erano no vax, ma persone vaccinate e fragili. Tutta la polemica no vax ha creato un corto circuito per cui sembrava che morissero solo i no vax e invece non era vero: morivano persone vaccinate e fragili. Ed è questa la vera priorità». Boom. In studio è sceso il gelo, con il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che pareva una statua di sale. In poche parole, il professore aveva demolito la narrazione ufficiale, che vuole i no vax responsabili dei contagi ed esposti al rischio di finire in ospedale e morire più degli altri. Un sistema dell’informazione degno di questo nome si sarebbe scatenato, chiedendo di conoscere meglio i dati e di avere pareri che confermassero o smentissero la tesi di Crisanti. Invece niente, tutti zitti. Tutti pronti a lasciar passare sotto silenzio un’accusa che chiama in causa il governo e i responsabili della sanità, per aver nascosto all’opinione pubblica la realtà. In Germania la stampa sta mettendo in croce il Robert Koch Institute, equiparabile al nostro Istituto Superiore di Sanità, per avere dati attuali sull’efficacia delle vaccinazioni. Una richiesta di trasparenza per ottenere informazioni affidabili. E da noi? In Italia, giornali e TV, al contrario, si danno da fare per mettere il silenziatore a qualsiasi notizia disturbi il pensiero dominante. E l’articolo 21 della Costituzione, le associazioni che in nome del principio sancito dalla carta su cui si fonda la nostra Repubblica, l’Ordine dei Giornalisti sempre pronto a perseguire i presunti diffusori di fake news? Non pervenuti. Tutti in silenzio e ben allineati. E la chiamano libera stampa. Ma fateci il piacere…

Maurizio Belpietro
09 luglio 2022
www.laverita.info/smontate-accuse-no-vax-2657637695.html
18/07/2022 21:02
 
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Covid, accertato nesso tra vaccino e trombocitemia: 16enne sarà risarcito

"Un ragazzo di 16 anni residente a Pisa riceverà un risarcimento per i danni da vaccinazione anti-Covid, dopo il definitivo accertamento della correlazione tra la somministrazione del vaccino e i gravi danni alla salute riportati dallo stesso". La vicenda viene resa nota oggi dal CODACONS, associazione che assiste legalmente il ragazzo, da sempre favorevole alla campagna vaccinale e ai vaccini ma che, al tempo stesso, ha da tempo avviato diverse iniziative legali affinché tutti i cittadini danneggiati dalle vaccinazioni possano ottenere gli indennizzi cui hanno diritto in base alla legge 210/92. Il Dipartimento Militare di Medicina Legale di La Spezia, infatti, attraverso una relazione tecnica ha riconosciuto il nesso causale tra la vaccinazione e la trombocitemia autoimmune riportata dal ragazzo a distanza di poche settimane dalla somministrazione di una dose di vaccino anti-Covid Moderna. Per il Dipartimento la patologia riportata dal giovane è "una reazione avversa grave potenzialmente innescata dalla procedura stessa anche se come fattore concausale in soggetto fino ad allora perfettamente sano", e pertanto "il danno è ascrivibile alla ottava categoria della tabella A allegata al DPR 30 dicembre 1981 n° 834" per 'menomazione permanente dell’integrità psicofisica'. Nella fattispecie il ragazzo protagonista della vicenda, "uno sportivo nato a Rieti nel 2006 ma residente da tempo a Pisa, e che ha sempre goduto di ottima salute, si sottoponeva a luglio 2021 alla somministrazione in unica dose del vaccino Moderna", ricostruisce all'Adnkronos il CODACONS.

"Il mese successivo si manifestavano i primi sintomi, con puntini rossi su braccia e gambe del ragazzo. A settembre la sintomatologia peggiorava, con un ematoma esteso sul braccio destro e sul collo, 'bolle' di sangue sul palato, sulla lingua e nelle guance interne. A questo punto il ragazzo si recava al pronto soccorso di Pisa, dove veniva immediatamente ricoverato sulla base di un valore piastrinico nel sangue pari a 1.000/mm3 (su un valore minimo di 150mila)". Fino al giorno 18 ottobre, riferisce il CODACONS, il giovane sportivo è rimasto ricoverato presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’AOUP 'Santa Chiara' di Pisa. Dopo aver svolto gli accertamenti del caso, gli è stata diagnosticata una piastrinopenia autoimmune e i medici del reparto hanno segnalato all’AIFA il numero del lotto del vaccino effettuato, sospettando una correlazione tra la vaccinazione e l’insorgenza della patologia. La situazione del ragazzo purtroppo non migliora e, nonostante le cure prestate, i valori sanitari rimangono fuori norma: così, a dicembre 2021, la famiglia si rivolge al Reparto di Oncoematologia dell'Ospedale Pediatrico 'Gaslini' di Genova, dove vengono effettuate una serie di analisi immunologiche e genetiche che confermano la diagnosi di 'ITP persistente'. Le analisi mediche e la perizia del Dipartimento Militare di Medicina Legale non solo hanno confermato quanto evidenziato dal consulente di parte del CODACONS, il professor Carlo Rumi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ma danno il via libera in modo formale al risarcimento in favore del ragazzo, che sarà quantificato in separata sede, per danni da vaccinazione, sulla base delle disposizioni della legge 210/92.

16 luglio 2022
www.adnkronos.com/covid-giudice-accerta-nesso-tra-vaccino-e-trombocitemia-16enne-sara-risarcito_24qI9mthUW5glTSjM6lkm2?re...
22/07/2022 16:39
 
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I vaccini anti-Covid alterano il DNA: L’ordinanza del Tribunale di Firenze

“Una persona non può essere costretta, per sostentarsi, a sottoporsi a trattamenti iniettivi sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel suo DNA alterandolo in un modo che potrebbe essere irreversibile, con effetti ad oggi imprevedibili sulla sua vita e salute”. A metterlo nero su bianco, in una recente ordinanza, non è un complottista o un sedicente ricercatore dell’università della vita, ma il giudice Susanna Zanda della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze. Con un pronunciamento pubblicato lo scorso 6 luglio ha disposto il reintegro di una psicologa sospesa dal lavoro perché non ha aderito alla campagna vaccinale contro il Covid 19. Un dispositivo denso di evidenze e molto netto nei toni, che si conclude con l’autorizzazione “dell’esercizio della professione”, si legge, “senza sottoposizione al trattamento iniettivo lavorando in qualunque modalità (in presenza o da remoto) alla stregua dei colleghi vaccinati”.

I contenuti dell’ordinanza

Gli elementi che hanno portato a questa decisione sono esplicitati nelle tre pagine del documento: innanzitutto un riferimento alla dignità, che nella Costituzione Italiana è legata al riconoscimento dei diritti fondamentali del cittadino, primo su tutti il lavoro. “La sospensione”, scrive il giudice, “rischia di compromettere i beni primari dell’individuo quali il diritto al sostentamento e al lavoro inteso come espressione della libertà della persona e della sua dignità”. Ma le affermazioni più forti arrivano nelle righe successive: la legge n. 71/2021, che obbliga al vaccino il personale sanitario, “propone lo scopo di impedire la malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario”, scopo irraggiungibile, secondo il giudice, come evidente dai report dell’ente di farmacovigilanza italiano AIFA. Si legge nell’ordinanza che i dati ufficiali italiani ed europei (pubblicati da Eudravigilance ed Euromomo) riportano “un fenomeno opposto a quello che si voleva raggiungere con la vaccinazione ovvero un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali e il prevalere numerico di infezioni e decessi proprio tra soggetti vaccinati con tre dosi”. Per questo secondo il magistrato Susanna Zanda si riscontra nella legge una mancanza di benefici per la collettività. Scrive ancora il giudice civile:“La Costituzione, dopo l’esperienza del nazi-fascismo, non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente a sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive senza consenso libero e informato”.

E a questo proposito si legge:“Un consenso libero e informato non è possibile allorquando i componenti dei sieri e i meccanismi sul loro funzionamento sono coperti non solo da segreto industriale ma anche, incomprensibilmente, da segreto militare”. Tra i considerata del pronunciamento anche il fatto che oggi, dopo due anni, ancora non si conoscono componenti ed effetti a medio e lungo termine ma nel breve termine i vaccini anti-Covid hanno già causato migliaia di decessi ed eventi avversi gravi. Il magistrato rileva che “l’ordinamento italiano e i trattati internazionali vietano qualsiasi sperimentazione sugli esseri umani” e che il regolamento europeo che disciplina il Green Pass vieta la discriminazione delle persone non vaccinate contro il Covid 19. L’ordinanza firmata da Susanna Zanda mette nero su bianco che sotto un profilo epidemiologico la condizione del soggetto vaccinato non è dissimile da quello del non vaccinato perché “entrambi possono infettarsi, sviluppare la malattia e trasmettere il contagio“. Alla luce di questo, dei rischi ormai espliciti nei documenti ufficiali dei sieri sulla salute e dell’impossibilità di firmare un consenso realmente informato visto il segreto militare sui preparati, viene disposto il reintegro della professionista sul luogo di lavoro alle stesse condizioni dei colleghi vaccinati. Sentenze sulla stessa lunghezza d’onda, citate nel dispositivo del 6 luglio, sono già arrivate da TAR e tribunali di Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e Sardegna. Ricorso dopo ricorso qualcosa si muove per i lavoratori ingiustamente sospesi: quando non possiamo contare sulla speranza, se è scritta con la S maiuscola, forse possiamo ancora contare sulla Giustizia.

Ordinanza del Tribunale di Firenze: www.byoblu.com/wp-content/uploads/2022/07/Delibera-Tribunale-Fire...

Elisabetta Barbadoro
12 luglio 2022
www.byoblu.com/2022/07/12/i-vaccini-anti-covid-alterano-il-dna-lordinanza-del-tribunale-di-...
22/07/2022 16:41
 
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Altra sentenza da Torino: dipendente sospeso viene reintegrato con gli stipendi arretrati

Continuano a susseguirsi sentenze dei tribunali che bocciano la legislatura voluta dal Ministro della Salute Roberto Speranza sull’obbligo di vaccinazione contro il Covid 19. Dopo la storica pronuncia del Tribunale di Firenze in cui si metteva in discussione la stessa opportunità del trattamento sanitario, ora è arrivata la sentenza dal Tribunale di Torino.

L’ASL contro il dipendente sospeso
Il caso riguardava un dipendente amministrativo dell’ASL locale che era stato sospeso dal lavoro senza stipendio per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale. Bene, il lavoratore ha deciso di fare ricorso in quanto la sua mansione amministrativa, nello specifico impiegato presso l’anagrafe zootecnica, non comportava contatti diretti con altri dipendenti o con soggetti fragili. Inoltre il datore di lavoro avrebbe rifiutato di accordare lo Smart Working al proprio dipendente, nonostante questa modalità fosse stata già utilizzata dallo stesso durante l’emergenza sanitaria. Siamo quindi di fronte all’ennesimo caso in cui l’azienda interpreta in maniera ancora più oppressiva la legge già di per sé discutibile introdotta dal governo.

Un accanimento irrazionale
Perché accanirsi contro un dipendente amministrativo del reparto zootecnico, togliendogli l’unica fonte di sostentamento? L’unica spiegazione è che le aziende sanitarie locali, così come gli ordini medici professionali, sono ormai spinti da un furore ideologico quando il tema è quello della vaccinazione contro il Sars Cov 2. Un integralismo vaccinale senza alcuna base scientifica, a fronte di un prodotto che si è per altro dimostrato scadente rispetto alle aspettative. E infatti in questi casi il tempo sa essere fortunatamente galantuomo, così come la giustizia.

La sentenza che riabilita il lavoratore
Il Tribunale di Torino, con una recente sentenza, ha infatti dato piena ragione al lavoratore:"La corte accerta e dichiara l’illegittimità del provvedimento di sospensione del ricorrente dal lavoro e dalla retribuzione e, per l’effetto: dispone la disapplicazione del provvedimento detto, ordinando all’Azienda convenuta l’immediata reintegrazione nel proprio posto di lavoro. Condanna l’ASL al pagamento in favore delle somme che avrebbe percepito nel periodo in cui lo stesso è risultato illegittimamente sospeso dal servizio e fino alla data della reintegrazione nel posto di lavoro, maggiorate degli interessi legali dalle singole scadenze al saldo effettivo". Una bella bastonata nei confronti dell’azienda sanitaria locale che aveva deciso in maniera unilaterale di togliere il sostentamento ad un proprio dipendente solo perché aveva deciso di non vaccinarsi con un farmaco di cui non si conoscono gli effetti avversi nel lungo periodo e la cui efficacia contro la malattia svanirebbe dopo soli due mesi. Viene da chiedersi quale sia l’opportunità di continuare ad applicare questa legge sull’obbligo vaccinale, visto che viene puntualmente bocciata nel momento in cui passa sotto la lente dei giudici, come dimostrano i casi di Ivrea, di Firenze, di Roma, di Treviso e molti altri. Perché continuare ad intasare i tribunali e perché le ASL si ostinano a non rinunciare alla causa, arrivando così a pagare le spese legali, magari con le tasse dei cittadini?

Sentenza del Tribunale di Torino: www.byoblu.com/wp-content/uploads/2022/07/Tribunale-di-Torino-Sez.-Lav.-20-luglio-2022-oscu...

Michele Crudelini
22 luglio 2022
www.byoblu.com/2022/07/22/altra-sentenza-da-torino-dipendente-sospeso-viene-reintegrato-con-gli-stipendi-ar...
08/08/2022 17:02
 
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Aveva ragione Montagnier: l'ultimo studio che conferma le tesi del premio Nobel su immunità. È terremoto

Ancora una volta, per l’ennesima volta: aveva ragione lui. Aveva ragione il premio Nobel Montagnier. Quello che il televirologo Bassetti liquidò come vecchio rincoglionito. Quello che ha vissuto gli ultimi mesi di vita sotto il fuoco incrociato di Big Pharma, dei media asserviti e dei governi conniventi. Quello che ci ha messo in guardia dai rischi del vaccino per la nostra salute e ha speso le sue ultime energie per salvare più persone possibile dall’inoculazione del siero a mRNA. Il premio Nobel che ci aveva già avvisato sul fatto che sarebbe stato proprio questo vaccino a generare migliaia di varianti e che era sbagliatissimo, contro ogni principio della medicina, vaccinare così mentre l’epidemia è nel suo picco. Ebbene, ora arriva un’altra conferma a quel che lui sosteneva, ma nessuno potrà chiedergli più scusa. Il sistema immunitario può ricordare a lungo di essere stato in contatto con il virus SarsCoV2, per un periodo che va da 3 a 21 mesi dall’infezione. Montagnier lo aveva detto, e ora lo conferma la ricerca pubblicata sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, PNAS, e coordinata da Anna Martner, dell’Università svedese di Göteborg. Come riporta l’ANSA, “il risultato potrebbe aiutare a capire perché nei casi di reinfezione si osserva una riduzione sia dei casi gravi di Covid-19, sia della mortalità. Nella ricerca sono stati analizzati 56 campioni di sangue intero recuperati da 30 pazienti in un periodo compreso fra uno e 21 mesi dall’infezione e per ognuno di essi è stata analizzata la durata della presenza dei linfociti T, le cellule immunitarie specializzate nel combattere il virus SarsCoV2”:

www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2022/07/23/covid-il-sistema-immmunitario-ricorda-linfezione-fino-a-21-mesi_d1986edc-c469-445d-a9ca-5d41cfb0b...

Si è osservato in questo modo, come aveva già avvertito Montagnier, che sono rimasti stabili e duraturi nel tempo soltanto i livelli delle citochine prodotte dai linfociti T helper, ossia le cellule immunitarie che coordinano le difese dell’organismo. Sono rimasti perciò stabili fino a 21 mesi i livelli dell’interleuchina-2 (IL-2), mentre le cellule T responsabili della produzione di altre citochine hanno avuto una durata massima di 12 settimane. Questo studio è ulteriormente importante per confermare ancora una volta che l’immunità naturale è assai più efficace di quella da vaccino e che chi è stato infettato dal Covid deve assolutamente non fare terze, quarte o quinte dosi. O, come vogliono venderla ora, la prima dose del “vaccino aggiornato”. Sì, aveva ragione Montagnier.

Gabriele Angelini
26/07/2022
www.ilparagone.it/attualita/montagnier-memoria-immunitaria-fino-a-...
17/08/2022 18:14
 
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Nuovo Studio - Più diffusione del vaccino porta a più infezioni da Covid 19

Un team di 19 scienziati del Regno Unito ha pubblicato una nuova ricerca che aiuta a spiegare perché i Paesi con i più alti tassi di vaccinazione registrano il maggior numero di quelle che chiamano "infezioni dirompenti", nonché la reinfezione con altre varianti di Covid 19. L'articolo di ricerca, pubblicato il 14 giugno 2022 sulla rivista scientifica Science, è stato scaricato quasi 277.500 volte in meno di due mesi. Si tratta di un dato molto insolito per uno studio scientifico altamente tecnico e denso di contenuti. Possiamo solo ipotizzare il motivo per cui così tante persone lo hanno letto. Ma ciò che questo studio suggerisce, e su cui molti medici e ricercatori hanno espresso preoccupazione, è che i vaccini a base di mRNA Covid 19 e i richiami potrebbero rendere la nostra risposta immunitaria meno efficace contro la variante Omicron del virus. Se questo è vero, significa che il vaccino stesso sta portando a un'infezione diffusa. Invece di fermare il virus, sembra che i programmi di vaccinazione contro l'mRNA in tutto il mondo abbiano inavvertitamente reso il virus più ubiquitario.

www.science.org/doi/10.1126/science.abq1841

Una maggiore diffusione del vaccino porta a tassi di infezione più elevati
Come sottolineano gli scienziati britannici, i Paesi in cui i tassi di adozione del vaccino sono più elevati registrano un alto numero di infezioni primarie e frequenti reinfezioni con il SARS-CoV-2. Al contrario, nei luoghi in cui le campagne di vaccinazione non sono state ampiamente implementate, tra cui la maggior parte dei Paesi del continente africano, le persone non si infettano. Per analizzare il motivo per cui le popolazioni più vaccinate contraggono il maggior numero di infezioni da Omicron, questo studio si è concentrato sui professionisti più vaccinati: il personale medico a cui sono state somministrate le due dosi di vaccino mRNA all'inizio e poi sono state fatte altre due iniezioni di richiamo. Per scoprire cosa accadeva a livello cellulare a questi operatori sanitari altamente vaccinati, gli scienziati hanno tenuto sotto controllo i diversi tipi di immunoglobina nel sangue dei partecipanti. L'immunoglobina (Ig), nota anche come anticorpo (Ab), individua virus, batteri e simili e induce il sistema immunitario a rispondere in modo appropriato. Gli scienziati hanno identificato diversi tipi di immunoglobuline, ognuna delle quali guida la risposta immunitaria in modo diverso a seconda delle fasi e dei tipi di infezione.

IgG4, una risposta immunitaria di tolleranza
La IgG4 è la forma di immunoglobina che attiva una risposta di tolleranza nel sistema immunitario per le cose a cui si è stati esposti ripetutamente e a cui non è necessario dare una risposta infiammatoria. Questo è un bene se si sta cercando di evitare la sensibilità immunitaria a un alimento, per esempio. Ma non è il tipo di risposta immunitaria che i vaccini Covid 19 sono stati progettati per creare. Gli apicoltori, quando vengono ripetutamente punti dalle api nel corso della loro carriera, mettono in atto una risposta IgG4 all'assalto del loro sistema immunitario. In pratica, il loro organismo impara che il veleno delle api non è pericoloso e la loro risposta immunitaria al veleno delle api diventa una risposta IgG4, per cui sono in grado di tollerare molto bene le punture. Mentre il veleno d'api in sé non danneggia l'organismo, la risposta infiammatoria dell'organismo stesso può essere pericolosa. Se l'organismo reagisce in modo eccessivo e sviluppa una risposta generalizzata in cui l'infiammazione stessa mette a rischio la respirazione di una persona, la risposta immunitaria può essere letale.

Più vaccini portano a più infezioni da Covid 19
Questo studio dimostra esattamente come le vaccinazioni ripetute stiano causando una maggiore suscettibilità al Covid 19. Le prime dosi di vaccino hanno provocato le classiche risposte immunitarie infiammatorie. L'infiammazione è una parte fondamentale della risposta immunitaria (a un vaccino o a un'infezione) ed è responsabile della maggior parte di ciò che si prova quando si è malati: febbre, dolori, letargia, ecc... Questa infiammazione è il motivo per cui ci si sente male quando si fa il vaccino antinfluenzale e perché il vaccino Covid 19 è diventato famoso per far sentire le persone malate per alcuni giorni. L'organismo produce una risposta infiammatoria alle proteine del Covid 19. Ma cosa succede nell'organismo dopo aver fatto due vaccini e averne fatto un terzo? Gli scienziati hanno scoperto che dosi successive di vaccini a base di mRNA iniziano ad abituare o desensibilizzare i soggetti alle proteine Covid 19, facendo migrare la loro risposta immunitaria verso la forma IgG4, che essenzialmente insegna all'organismo a tollerare le proteine.

Un diverso tipo di protezione?
La risposta dei partecipanti al Covid 19 è stata di fatto disattivata, rendendoli ancora più vulnerabili alle infezioni e meno propensi a reagire rispetto a coloro che non sono mai stati vaccinati. Quando si è esposti a un raffreddore o a qualsiasi altro virus in modo ripetuto e distanziato nel corso della vita, come accade con l'esposizione naturale, non si sviluppa una tolleranza al virus, ma il corpo lo combatte senza che ce ne accorgiamo. Il corpo utilizza la normale risposta immunitaria per combattere le malattie ma, poiché riconosce l'agente infettivo, non si manifestano i sintomi dell'infiammazione. Per questo motivo, quando si è esposti naturalmente a molte malattie, si ha un'immunità che dura tutta la vita. Al contrario, questo nuovo studio dimostra che le ripetute iniezioni di mRNA e i richiami di Covid 19 producono una risposta di tolleranza, come se fossero iniezioni di allergia. Stanno abituando l'organismo al virus, in modo da non riconoscerlo più come pericoloso. Un altro studio, pubblicato a luglio da un team di oltre 20 scienziati tedeschi, ha confermato in modo indipendente che le successive iniezioni e i richiami di Covid 19 stanno convertendo la risposta immunitaria dalla classe protettiva delle IgG alla classe di tolleranza. Allo stesso tempo, la creazione di questa tolleranza indotta dal vaccino non significava che i soggetti non fossero protetti.

www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.07.05.22277189v1

Mantenere le persone malate
Il vaccino e il programma di richiamo hanno finito per fare l'opposto di ciò che era previsto: evitare che le persone si ammalino. Ma questo è mai stato un obiettivo realistico? Il Covid 19 è come i coronavirus endemici correlati. Proprio come il comune raffreddore, sembra che la SARS-CoV-2 non stia scomparendo, che nessuno possa evitarla all'infinito e che continuerà a mutare. Da un lato, questo studio suggerisce che i vaccini aiutano il sistema immunitario dell'organismo a non reagire in modo eccessivo al virus. Il virus in sé non uccideva le persone, ma era l'interazione del virus con il sistema immunitario dei pazienti a causare infezioni gravi e talvolta letali, a causa della reazione eccessiva del sistema immunitario a un virus nuovo. D'altra parte, l'immunità acquisita naturalmente sembra essere più forte di quella acquisita con il vaccino e i pericoli dei vaccini stessi, soprattutto per i giovani, suggeriscono che i rischi della vaccinazione superano di gran lunga i benefici. Se i vaccinati ora contraggono facilmente il virus ma hanno solo reazioni lievi perché il loro sistema immunitario dice loro di tollerarlo, questo potrebbe essere un vantaggio della vaccinazione. Ma i richiami non sono mai stati necessari per produrre tolleranza: lo studio ha dimostrato che i soggetti hanno iniziato a sviluppare tolleranza dopo solo due dosi. I vaccini potrebbero aver contribuito a desensibilizzare la popolazione a risposte immunitarie infiammatorie dannose al Covid 19. Non è necessario continuare con i richiami ed è difficile supporre che chi prende queste decisioni non sia al corrente delle conseguenze.

07 agosto 2022
www.vocidallastrada.org/2022/08/nuovo-studio-piu-diffusione-del-vacc...
22/08/2022 19:54
 
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Vaccino e danni al cuore, nuove prove. In campo il Pentagono

Nuovi studi internazionali sui vaccini a mRNA smentiscono la narrazione dei benefici che superano i danni. Secondo un nuovo studio thailandese, quasi il 30% dei bambini che hanno ricevuto il vaccino di Pfizer ha subito effetti cardiaci. Ma questo è solo uno dei circa 200 studi pubblicati che dimostrano che i rischi della vaccinazione Covid superano di gran lunga qualsiasi beneficio teorico. E ora ad avere dubbi è anche il Pentagono: i dati del Ministero della Difesa USA sui giovani soldati vaccinati sono allarmanti: il 2021 ha visto picchi drastici in una varietà di diagnosi per gravi problemi medici rispetto alla media dei cinque anni precedenti

Nell’ambito della vaccinologia, una branca della Medicina che vanta decenni di storia, ogni vaccino da sempre doveva rispondere a due fondamentali requisiti: efficacia e sicurezza. Fin dalla comparsa dei vaccini nel dicembre 2020, si sentiva ripetere, peraltro senza che ci fossero studi importanti di verifica, che i vaccini anti-Covid erano assolutamente sicuri. I virostar dagli schermi televisivi asserivano che gli effetti collaterali erano inesistenti. Affermazione peraltro abbastanza azzardata perché ogni vaccino presenta degli effetti avversi, e le stesse ditte produttrici dei vaccini Covid nelle loro schede tecniche elencavano una serie di possibili effetti collaterali, e precisavano che oltre a questi avrebbero potuto essercene altri, ancora imprevedibili. Poi il tempo e i fatti hanno dimostrato la realtà di queste reazioni, e allora il ritornello ripetuto dai sostenitori della campagna vaccinale è diventato un altro:"I benefici della vaccinazione Covid superano di gran lunga qualsiasi danno". Questa affermazione apodittica è stata utilizzata soprattutto per sostenere la vaccinazione nei giovani e nei bambini, là dove era più problematico sostenere la necessità dell’inoculazione, viste le percentuali infinitesimali dei morti al di sotto dei 20 anni, e dove fin dagli inizi erano evidenti tra i bambini effetti collaterali importanti. Ora, la tesi che “i benefici superano i danni” sta progressivamente venendo smentita da una serie di studi. Negli scorsi mesi un team di ricercatori della John Hopkins School of Medicine ha analizzato circa 48.000 bambini sotto i 18 anni con diagnosi di Covid, utilizzando i dati delle assicurazioni sanitarie degli Stati Uniti, e ha riscontrato un tasso di mortalità pari a zero tra i bambini senza delle comorbilità molto gravi, come dei tumori maligni, che rappresentavano la causa reale per cui questi bambini erano deceduti. Quindi i bambini in buona salute non corrono alcun rischio ammalandosi di Covid; ne corrono invece venendo vaccinati. Secondo un nuovo studio thailandese, riportato da LifeSiteNews, quasi il 30% dei bambini che hanno ricevuto il vaccino Covid 19 a base di mRNA di Pfizer ha subito effetti cardiaci. Lo studio, pubblicato come preprint, ha esaminato 301 studenti thailandesi di età compresa tra 13 e 18 anni che avevano ricevuto la prima dose del vaccino senza effetti negativi per vedere come hanno reagito alla seconda dose. E i risultati sono particolarmente significativi: effetti cardiovascolari sono stati riscontrati nel 29,24% dei pazienti, che vanno da tachicardia, palpitazioni, pericardite e miopericardite, documenta il preprint, che raccomanda quindi che gli adolescenti che ricevono vaccini mRNA dovrebbero essere monitorati per gli effetti collaterali:

www.lifesitenews.com/news/new-study-sees-one-in-three-teenagers-who-took-the-pfizer-jab-suffer-cardiovascular-side-...

Commentando i risultati, il professor Peter McCullough, cardiologo americano, docente alla Texas A&M University e vice responsabile di medicina interna alla Baylor University, che fin dall’inizio dell’epidemia è il principale avversario delle narrazioni ufficiali date da Fauci, e che in America è stato il principale sostenitore dell’importanza delle cure precoci e dell’utilizzo dell’Idrossiclorochina, ha dichiarato che «qualsiasi forma di danno cardiaco nei giovani è preoccupante poiché i rischi a lungo termine di insufficienza cardiaca e morte improvvisa con l'esercizio sono sconosciuti». Inoltre ha sottolineato che quello thailandese è uno dei circa 200 studi pubblicati che dimostrano che i rischi della vaccinazione Covid superano di gran lunga qualsiasi beneficio teorico. A sostegno delle valutazioni del professor McCollough, vengono ulteriori dati forniti dal database federale americano Vaccine Adverse Events Reporting System (VAERS). I dati rivelano che 11.289 casi di pericardite/miocardite dopo la vaccinazione Covid sono stati segnalati in meno di due mesi, tra il 1° gennaio e il 25 febbraio di quest’anno, che rappresenta già il 47% delle 24.177 segnalazioni per lo stesso presentate in tutto il 2021. I difensori del vaccino affermano che VAERS offre una visione esagerata dei potenziali rischi di un vaccino, poiché chiunque può presentare un rapporto senza esaminarlo, ma i ricercatori dei Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie hanno riconosciuto un alto tasso di verifica delle segnalazioni di miocardite al VAERS dopo la vaccinazione a mRNA, e che, anzi, le segnalazioni sono quasi certamente sottostimate. Ma VAERS non è l'unica fonte di dati che giustifica le preoccupazioni per gli eventi avversi. LifeSiteNews ha riferito dei dati Pfizer che l'azienda aveva deciso di mantenere secretati fino al 2076, comprese le segnalazioni di 158.893 eventi avversi gravi dopo la vaccinazione in dozzine di Paesi in tutto il mondo dal 1° dicembre 2020 al 28 febbraio 2022. Infine, c’è un ultimo dato proveniente da una speciale autorità governativa americana: il Pentagono. I dati del Ministero della Difesa, i Defence Medical Epidemiology Database (DMED), che ha condotto degli studi sui giovani soldati vaccinati, sono piuttosto allarmanti: il 2021 ha visto picchi drastici in una varietà di diagnosi per gravi problemi medici rispetto alla media dei cinque anni precedenti, tra cui ipertensione (2.181%), disturbi neurologici (1.048 %), sclerosi multipla (680%), sindrome di Guillain-Barré (551%), cancro al seno (487%), infertilità femminile (472%), embolia polmonare (468%), emicrania (452%), disfunzione ovarica ( 437%), cancro ai testicoli (369%) e tachicardia (302%):

www.lifesitenews.com/news/new-study-finds-29-percent-of-young-people-had-heart-problems-after-second-pfizer-dose/?utm_source=top_news&utm_camp...

Tali dati sull’aumento di patologie di tali gravità in una popolazione giovane e necessariamente sana come deve essere quella di soldati professionisti non può preoccupare solo il Pentagono, ma ogni genitore di ogni parte del mondo, su quello che potrebbe succedere ad una propria figlia e figlio sottoposti alla sperimentazione vaccinale.

16 agosto 2022
Paolo Gulisano
lanuovabq.it/it/vaccino-e-danni-al-cuore-nuove-prove-in-campo-il-p...
29/08/2022 19:46
 
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Moderna fa causa a Pfizer-BioNTech per i vaccini Covid

Secondo Moderna, la tecnologia usata nei vaccini Pfizer-BioNtech viola i suoi brevetti depositati fra 2010 e il 2016. "Facciamo causa per proteggere la nostra piattaforma tecnologica innovativa mRNA in cui abbiamo investito miliardi", afferma Moderna. Moderna ha depositato l'azione legale alla Corte Distrettuale del Massachusetts e a un tribunale regionale tedesco. La decisione di Moderna di fare causa rappresenta una escalation nella battaglia per la proprietà intellettuale sui diritti mRNA. Secondo gli esperti la posta in gioco è alta, considerato che Pfizer, BioNTech e Moderna prevedono di generare 52 miliardi di dollari in vendite di vaccini nel 2022. "Riteniamo che Pfizer e BioNTech abbiano illegalmente copiato le invenzioni di Moderna e abbiano continuato a usarle senza permesso", afferma il responsabile legale di Moderna, Shannon Thyme Klinger. Moderna ritiene che Pfizer e BioNTech abbiano copiato due elementi centrali delle sue tecnologie brevettate. "Quando il Covid è emerso né Pfizer né Moderna avevano il livello di esperienza per lo sviluppo" dei vaccini mRNA e, mette in evidenza Moderna, hanno consapevolmente seguito Moderna nello sviluppare i loro vaccini.

27 agosto 2022
www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/focus_vaccini/2022/08/26/moderna-fa-causa-a-pfizer-biontech-per-i-vaccini-covid_ee66d57d-b39a-4cb9-bcb0-5eee4d2ad...
14/09/2022 14:56
 
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Covid, l'informatore interno Brook Jackson incastra Pfizer: l'azienda avrebbe diffuso informazioni false sul vaccino

Pfizer ha da poco presentato una mozione in risposta ad una causa per Flase Claims Act. L'azienda produttrice americana avrebbe diffuso affermazioni false sul suo vaccino Covid, ma la stessa Pfizer non può utilizzare il governo come scudo per proteggersi dalle responsabilità dovute alla sua azione. E questo lo hanno definito gli avvocati di un whistleblower. Quest'ultimo è un informatore interno che starebbe lavorando dall'interno per smontare alcune tesi ritenute "false". Un informatore che agisce nell’interesse pubblico, ovviamente, senza scopo di lucro. E questo informatore è Brook Jackson. “I convenuti sostengono che le certificazioni fraudolente, le false dichiarazioni, i dati falsificati, gli studi clinici contaminati e il licenziamento degli informatori possono essere ignorati sulla base della teoria che la società ha ottenuto una copertura legale federale che le permette di tutelarsi dalle cause per danni". È questa la risposta degli avvocati di Jackson del 22 agosto. La donna ha lavorato come direttore regionale in uno degli studi clinici utilizzati per sviluppare il vaccino Pfizer, quindi sostiene di essere a conoscenza delle sue tesi. "Una società farmaceutica non può indurre i contribuenti a pagare miliardi di dollari per un prodotto", hanno replicato, "che dati corretti dimostrerebbero avere più rischi che benefici, e questo ignora il contratto reale e la legge stessa". In sostanza Jackson sostiene che Pfizer e due dei suoi subappaltatori avrebbero violato il False Claims Act, avendo fornito risultati di studi clinici fasulli per ottenere l’approvazione da parte della FDA del suo vaccino Covid 19. Se si riesce a dimostrare che un individuo, o un'azienda in questo caso, ha mentito al governo col solo scopo di approvare il suo vaccino, secondo la legge federale degli USA i singoli possono fare causa (per conto del governo), in modo da ottenere un risarcimento triplo. In questo caso si parla di addirittura 3.300 miliardi di dollari. Un colpo che manderebbe in bancarotta l'azienda, secondo il legale Mendenhall.

Ivan Vito
02 settembre 2022
www.ilgiornaleditalia.it/news/salute/400672/covid-informatore-interno-brook-jackson-pfizer-informazioni-false-vacc...
17/09/2022 18:35
 
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Le prove del grafene nei vaccini: il piano per uno sterminio di massa

La storia del grafene nei sieri, impropriamente chiamati “vaccini”, è una storia proibita, occultata dalla cappa mediatica. Troppo sconvolgenti le conclusioni e troppo devastanti le conseguenze per coloro che hanno permesso che tali farmaci fossero distribuiti. Tutto iniziò lo scorso anno, quando il biologo spagnolo, il professor Pablo Campra dell’Università d’Almeria, rivelò i clamorosi risultati delle sue analisi sul vaccino Pfizer:

truthcomestolight.com/dr-pablo-campra-on-graphene-weird-morgellons-like-elements-possible-microbiota-in-covid-v...

Il verdetto del microscopio parlò piuttosto chiaro. Nel siero c’era solo e soltanto una sostanza altamente tossica per il nostro organismo, il grafene. A distanza di un anno da quelle sconcertanti conclusioni, giunge un’altra ricerca eseguita dalla dottoressa indiana Poormina Wagh:

www.bitchute.com/video/BJqGWMB5uHzI/

Prima che si mettano in moto le rotative delle menzogne mediatiche, è indispensabile precisare che la dottoressa Wagh ha un curriculum esteso nei rami della virologia e della immunologia. La scienziata vanta due dottorati di ricerca in questi due campi presso l’università britannica della London School of Hygiene & Tropical Medicine e le sue pubblicazioni sono tutte visibili presso il sito Research Gate:

www.researchgate.net/scientific-contributions/Purnima-K-Wagh-...

L’immunologa indiana ha anche collaborato con l’ospedale pediatrico di Cincinnati. Si tratta di una scienziata a tutti gli effetti, ma ciò non impedirà ai professionisti della disinformazione di screditare la sua reputazione. La dottoressa Wagh ha deciso di eseguire questa ricerca sul grafene nei sieri perché vuole cercare di far arrivare al grande pubblico la verità taciuta dai media saldamente prostrati al culto del vaccino. Assieme ad un gruppo di ricercatori di tutto il mondo ha eseguito delle analisi su 2.305 campioni di sieri di dodici differenti marche di vaccino. Nella lista ci sono le marche dei vaccini più distribuiti negli Stati Uniti e in Europa Occidentale quali Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson. Ci sono anche vaccini cinesi come il Novavax e altri vaccini cubani. Non risulta esserci il vaccino russo Sputnik sviluppato dall’istituto Gamaleya e quindi questo porta ad escludere che la Russia abbia messo nel suo preparato le sostanze che invece sono state trovate negli altri sieri. Le conclusioni di questa ricerca così estesa sono concordanti e inquietanti al tempo stesso. Nulla di quanto dichiarato nei famigerati bugiardini risulta essere vero. Nei sieri Pfizer e Moderna non c’è né l’mRNA né la cosiddetta proteina Spike, mentre in quelli di Astrazeneca e J&J non c’è l’adenovirus che avrebbe dovuto in teoria esserci.

In ogni singolo farmaco sono stati riscontrati ingredienti quali acqua, idrossido di alluminio, nano particelle metalliche e nano particelle di ossido di grafene. Questi ingredienti non sono un composto che serve a prevenire un eventuale “contagio” del cosiddetto “Covid-19”. Appare del tutto evidente che sono sostanze tossiche per il nostro organismo, quali il grafene e l’idrossido di alluminio. Una volta che questo composto entra nell’organismo di una persona inizia a fare il suo “lavoro”, che non è altro che quello di deteriorare il sistema immunitario di chi riceve il siero. La dottoressa Wagh è piuttosto inequivocabile nelle sue conclusioni. Questi “vaccini” sono stati distribuiti come parte di un programma per giungere “ad un massiccio depopolamento”. Non appare esserci altro scopo considerati gli ingredienti utilizzati per sviluppare questi farmaci. Stanno poi emergendo al tempo stesso altri elementi che sembrano confermare le conclusioni di queste analisi di laboratorio. E’ il caso dell’imbalsamatore americano Richard Hirshman. Hirshman conosce il suo mestiere molto bene, da più di 20 anni. L’imbalsamatore ha raccontato al quotidiano americano “The Epoch Times” che nei cadaveri che ha avuto modo di trattare negli ultimi mesi ha riscontrato la presenza di una sostanza che né lui nei suoi colleghi hanno “mai visto” nel corso della loro carriera:

www.theepochtimes.com/mystery-clots-appear-in-50-70-percent-of-deceased-since-2020-says-funeral-director_4712...

Si tratta di “tessuti fibrosi bianchi” e ciò lascia pensare che potrebbe esserci qualche collegamento con le sostanze messe nei sieri, in particolar modo il grafene. Il grafene può essere infatti sia di colore nero sia di colore bianco. Ma questa non è l’unica prova che avalla le conclusioni di Campra e della Wagh. Proprio in Italia è stata condotta una ricerca da tre medici chirurgi, il dottor Franco Giovannini, il dottor Benzi Cipelli e il dottor Pisano, sul sangue delle persone che si sono sottoposte alla vaccinazione:

www.ambienteweb.org/2022/07/27/vaccini-e-grafene-studio-shock-di-3-chirurghi-i...

Anche in questo caso i risultati sono stati a dir poco sconvolgenti. Nella relazione che i tre medici hanno preparato viene riportato che nel sangue dei vaccinati ci “sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene”. Saremmo in presenza di una mutazione vera e propria del sangue dei vaccinati, che ha una composizione e caratteristiche diverse da quello normale di chi non ha invece ricevuto il siero.

Il mancato isolamento del virus
Un altro aspetto fondamentale approfondito dalla scienziata indiana è quello che riguarda l’isolamento del coronavirus. L’isolamento è il principio della “emergenza”, dal momento che senza di esso non si può determinare o meno l’esistenza di un virus. La dottoressa Wagh ha chiesto al Centro per la Prevenzione e la Cura delle Malattie degli Stati Uniti, il famoso CDC, di fornire un campione isolato e purificato del virus, ma non c’è stato nulla da fare. Il CDC non è stato in grado di assecondare tale richiesta. Il virus isolato non appare. Altri ancora hanno provato a chiedere prova dell’isolamento del virus, come ha fatto la ricercatrice canadese Christine Massey, che ha aperto un sito dedicato all’argomento nel quale mostra tutte le sue lettere alle differenti istituzioni sanitarie internazionali:

www.globalresearch.ca/does-the-virus-exist-has-sars-cov-2-been-isolated-interview-with-christine-massey...

La Massey ha scritto alle autorità sanitarie canadesi, britanniche, americane ed europee ma nessuna di queste, quando gli è stato chiesto di produrre un campione del virus isolato, ha saputo darle una prova dell’isolamento del cosiddetto Covid-19. A questo punto, è d’obbligo un interrogativo. Ci si chiede quali vaccini per prevenire il “contagio” contro il Covid-19 abbiano potuto sviluppare le case farmaceutiche se fino ad oggi il virus chiamato Covid-19 non risulta nemmeno essere stato isolato? Ugur Sahin, il co-fondatore di BionTech, ha rivelato che il vaccino Pfizer fu concepito nel giro di poche ore a gennaio del 2020:

www.businessinsider.com/pfizer-biontech-vaccine-designed-in-hours-one-weekend-2020-12?r=US&...

Ma un vaccino non si sviluppa di certo in poche ore e richiede anni di ricerche e diversi test. Soprattutto c’è da considerare un altro aspetto. In quel periodo ancora non c’era un vero e proprio panico “pandemico”. L’OMS non aveva nemmeno fatto la sua dichiarazione formale di “stato pandemico”, che avverrà solamente l’11 marzo del 2020. Ciò porta ad una unica conclusione. I “grandi” gruppi farmaceutici erano già all’opera prima per preparare questi sieri e le analisi di Pablo Campra e Poormina Wagh rivelano come lo scopo non fosse certo quello di migliorare o tutelare la salute pubblica. Lo scopo non era altro che quello annunciato da Bill Gates nel 2010 ad una conferenza della serie TEDx. Fu in quell’occasione che Gates disse che, per ciò che riguarda la riduzione della popolazione mondiale, “se fosse stato fatto un buon lavoro con i vaccini” tale numero avrebbe potuto essere ridotto del 10/15%.

www.redressonline.com/2021/11/what-does-bill-gates-mean-by-population-...

E quindi si spiegano perfettamente gli investimenti milionari che il fondatore di Microsoft, l’uomo dei vaccini, ha fatto negli scorsi anni in questo campo. Fu sempre Gates ad annunciare nel 2018, due anni prima dell’inizio della “emergenza Covid”, che il mondo avrebbe dovuto prepararsi ad un evento pandemico come se avesse dovuto “affrontare una guerra”:

www.redressonline.com/2021/11/what-does-bill-gates-mean-by-population-...

La cosiddetta “pandemia” dunque non è mai stata tale. Si è trattato di una operazione studiata a tavolino e preparata meticolosamente per giungere alla società che uomini come Gates e i membri del club di Davos avevano in mente. In questa società distopica, il numero della popolazione mondiale deve essere ridotto per essere conforme ai canoni della filosofia neomalthusiana sulla quale si fonda l’ideologia globalista. L’esistenza stessa dell’uomo viene vista come una “minaccia” dai vertici di questi poteri, che si connotano per il loro feroce odio nei confronti dell’umanità intera, considerata alla stregua di un ammasso di “mangiatori inutili”, espressione coniata dal club di Roma finanziato dalla famiglia Rockefeller. E in questa storia troviamo sempre questi nomi. Bill Gates, Rockefeller, Klaus Schwab e Jacques Attali. Troviamo i nomi di coloro che hanno concepito questo mondo.

Nessun placebo nei vaccini
C’è poi un altro mito da sfatare diffuso da alcuni disinformatori, ovvero quello che siano stati inseriti dei placebo nei vari lotti vaccinali. Nulla di tutto ciò è vero, come ha spiegato la scienziata indiana nella sua relazione. Se alcuni vaccinati non avvertono per ora sintomi negativi è dovuto solo al fatto che in alcuni sieri la quantità di grafene è lievemente inferiore a quella riscontrata in altri. La distribuzione di un siero con più o meno grafene rientra in quella che si può definire come una perversa roulette russa nella quale alcuni “fortunati” evitano patologie sull’immediato ma nessuno di questi scamperà ai gravi effetti collaterali nel lungo periodo. La dottoressa Wagh spiega che l’aspettativa di vita di chi ha ricevuto tali sostanze, anche in quantitativi minori rispetto ad altri, si accorcia mediamente “dai 10 ai 15 anni”. L’ulteriore somministrazione di seconde, terze o quarte dosi serve soltanto ad accelerare il processo di progressivo decadimento dell’organismo. Tante più dosi entrano nei nostri corpi, tanto più essi vengono definitivamente compromessi da quelli che non possono essere che definiti come veleni per la nostra salute. In tutto questo sconcertante disegno per attentare alla salute pubblica, l’unica nota “positiva” sembra essere quella che riguarda gli effetti collaterali dei sierati che, secondo la dottoressa Wagh, non possono essere trasmessi a coloro che non hanno fatto il siero.

L’organismo prova comunque ad espellere una parte delle sostanze tossiche che ha ricevuto, ma quando queste escono dal corpo sono inerti e non possono arrecare danni a chi si trova a contatto con i sierati. Queste sono dunque le verità che scienziati indipendenti stanno cercando di far arrivare al pubblico e che non sono riusciti ancora a trasmettere ad un ampio numero di persone. Molti vaccinati ancora probabilmente ignorano che sono stati ingannati e frodati da un sistema che aveva detto loro che tali sieri erano sicuri. Ed è quindi giunto il momento delle domande a coloro che in Italia hanno attuato la campagna vaccinale. È necessario chiedere conto di quanto accaduto ai governi Conte e Draghi, che hanno promosso questi vaccini e hanno costretto le persone a ricevere nel loro corpo tali sostanze attraverso obblighi vaccinali e certificati verdi. Gli italiani sono stati sottoposti ad una somministrazione di massa che i fatti esposti hanno rivelato essere null’altro che un deliberato tentativo di ridurre la popolazione italiana. C’è da chiedere conto anche all’AIFA, che ha autorizzato la distribuzione di questi micidiali preparati. C’è da chiedere conto ai responsabili di quello che è stato un attentato alla salute pubblica degli italiani senza precedenti. Il sangue di chi ha perduto e sta perdendo la vita in questa strage attende giustizia.

Cesare Sacchetti
14 settembre 2022
www.lacrunadellago.net/le-prove-del-grafene-nei-vaccini-il-piano-per-uno-sterminio-di...
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