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No World Order. Migliaia di vaccini ritirati

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2024 16:49
26/07/2017 02:38
 
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Vaccini, presidio free-vax a Montecitorio. Imposimato invita alla disobbedienza: “Genitori, non lo applicate”

Video: www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/24/vaccini-presidio-free-vax-a-montecitorio-imposimato-invita-alla-disobbedienza-genitori-non-lo-applicate/...

“Presidente, sei il nostro presidente”: Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, prende la parola al presidio davanti a Montecitorio. È il popolo dei free-vax e dei no-vax a scendere ancora una volta in piazza in vista dell’approvazione del decreto Lorenzin alla Camera. La fiducia è prevista per venerdì. “Se decideranno di approvare il decreto nonostante la nostra contrarietà”, dice Imposimato, “sarà disobbedienza civile. Genitori: non lo dovrete applicare. E non vi preoccupate: non sarete voi, ma loro ad essere contro la legge, perché il decreto è incostituzionale”.

Angela Gennaro
24 luglio 2017
www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/24/vaccini-presidio-free-vax-a-montecitorio-imposimato-invita-alla-disobbedienza-genitori-non-lo-applicate/...


28/07/2017 00:14
 
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Esposto in Procura per "procurato allarme" contro il decreto legge n. 73/2017 sui vaccini

Oggi, venerdì 21 luglio, un gruppo di cittadini della Provincia di Ravenna, assistito dagli avvocati Claudio Fabbri e Sara Balzani del Foro di Ravenna, ha depositato presso la Procura della Repubblica di Ravenna un esposto in ordine all’ingiustificato allarmismo (procurato allarme) che il decreto legge n. 73/2017 recante le “disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” ha procurato in assenza di alcuna emergenza sanitaria. “A nostro avviso – esordisce l’avv. Claudio Fabbri – il decreto legge, ora in fase di conversione, è stato approvato in assenza dei presupposti che giustificano la limitazione del diritto individuale alla salute a favore del diritto collettivo alla salute. Difettano anche i presupposti – prosegue Fabbri – che giustificano la privazione del diritto alla libertà di scelta, senza trascurare il diritto all’istruzione, pur a fronte della consapevolezza che la pratica vaccinale può comportare delle complicanze di tipo irreversibile”. “Dai dati resi noti dal Ministero della Salute, non risulta che ci sia in Italia una emergenza sanitaria – afferma l’avv. Sara Balzani, che si è occupata della questione sin dall’inizio - e di conseguenza la decisione di eseguire il vaccino, che può essere un'utile arma di prevenzione a fronte di un reale rischio epidemiologico, non deve essere imposta. L’esposto – precisa l’avv. Balzani – non prende posizione naturalmente sugli aspetti medico-scientifici dei vaccini ma si limita ad analizzare la vicenda sotto il profilo strettamente giuridico”. “L’esposto è stato firmato da genitori, da futuri genitori e da cittadini che pur non avendo figli hanno manifestato grande sensibilità” – affermano i due legali – “nonché grande disappunto verso la ingiustificata compressione dei diritti individuali costituzionalmente garantiti”. Con l’esposto è stato chiesto al P.M. di turno di accertare e valutare la rilevanza penale dei fatti esposti, procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti che verranno individuati quali responsabili. Nei prossimi giorni seguirà il deposito di un altro esposto da parte di un altro gruppo di cittadini.

Il testo dell’esposto
"In data 7.6.2017 è stato pubblicato sulla G.U. n. 130 il Decreto Legge n. 73/2017 - all'art. 1, comma 1, del decreto legge (“vaccinazioni obbligatorie”) - ove appunto sono elencate le n. 12 vaccinazioni obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni - si legge che il fine della norma è quello di:

1) Assicurare la tutela della salute pubblica

2) Mantenere adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale

3) Garantire il rispetto degli obblighi assunti a livello europeo ed internazionale

All'art. 1, comma 3, si legge che le vaccinazioni possono essere omesse o differite solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta; - all'art. 1, comma 4, del decreto legge è prevista la sanzione amministrativa pecuniaria da 500,00 €. a 7.500,00 € a carico di coloro che non osservano l'obbligo vaccinale ed al comma 5 si prevede che l'ASL, a fronte dell'inadempimento dell'obbligo vaccinale, faccia una segnalazione alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni per gli eventuali adempimenti di competenza; - all'art. 3, comma 3 del decreto legge, si legge che la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso per i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie; - è necessario suddividere l'esame di detto decreto legge in 6 punti:

1) Non risulta che ci sia in Italia una emergenza sanitaria e di conseguenza la decisione di eseguire il vaccino, che può essere un'utile arma di prevenzione a fronte di un reale rischio epidemiologico, non deve essere imposta: d'altronde la vaccinazione è un trattamento sanitario che non tutela il personale e diretto interesse del minore, ma è una scelta politica legislativa sanitaria che mira a tutelare l'interesse pubblico e cerca di evitare l'insorgere di importanti focolai epidemici. L'art. 32 della Costituzione recita:“la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”: la salute, dunque, è vista sia come bene personale, sia come bene collettivo (il diritto di un soggetto a stare in salute comporta anche un dovere del medesimo soggetto a compiere quegli atti che aiuteranno a mantenere in salute anche gli altri individui) meritevole di tutela costituzionale, quindi di rango primario.

Tale principio deve coordinarsi (e certamente non collidere) con il diritto alla libertà personale/di scelta, anch'esso meritevole di tutela Costituzionale ex art. 13 della Costituzione, che non può essere indifferente alla raggiunta consapevolezza per cui la pratica vaccinale può comportare dei rischi reali per la salute: la Legge 229/2005, intitolata “disposizioni in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie” e, prima ancora, la Legge 210/1992 che consente di chiedere un indennizzo da parte dei soggetti danneggiati, sono la dimostrazione che per lo Stato italiano, la U.E., oltre che per la Comunità scientifica, le vaccinazioni possono essere potenzialmente dannose per alcuni dei soggetti a cui sono destinate (e con esse lo sono le innumerevoli sentenze che hanno provveduto in ordine alla loro applicazione: Tribunale di Ascoli Piceno, sentenza n. 489/2008, Tribunale di Pesaro, 11.11.2013, Tribunale di Pesaro, sentenza n. 260/2013; da ultima la sentenza della Corte di Giustizia dell'U.E. del 21.6.2017 che ritiene sufficienti gli indizi gravi per stabilire il nesso vaccino-malattia, senza che sia necessaria la prova scientifica). La libertà di scelta trova tutela anche nella Convenzione di Oviedo (recepita in Italia con la Legge 145/2001), la quale all'art. 5 stabilisce espressamente:“Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato.

Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell'intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, ritirare liberamente il proprio consenso”. Allora è doveroso chiedersi: può essere sacrificato il diritto dell'individuo a favore dell'interesse della collettività (e quindi compressa l'autodeterminazione dell'individuo) e, con essa, la libertà personale del singolo, imponendo obbligatoriamente le vaccinazioni previste dal Decreto Legge 73/2017, pur in assenza dei fini che lo stesso decreto espressamente disciplina ed in assenza dei presupposti che giustificherebbero l'adozione del decreto legge stesso? E stanti le accertate complicanze che i vaccini possono comportare (riconosciute anche dalla legge dello Stato e dall'U.E.) è costituzionalmente corretto comprimere la libertà di scelta quando, invero, il trattamento medico potrebbe essere personalizzato adattandolo alle caratteristiche personali, nutrizionali, familiari, ambientali e sociali di ogni singola persona? D'altronde la ricerca medica va in questa direzione (e non dimentichiamo che i vaccini sono farmaci veri e propri e, come tali, hanno indicazioni, non indicazioni e controindicazioni) ossia mira alla personalizzazione della terapia e cerca i farmaci più efficaci in base, ad esempio, al genoma dell'individuo.

Non dobbiamo inoltre dimenticare che la copertura vaccinale prevista nel decreto legge (come ci dicono la relazione tecnica e quella illustrativa), che dovrebbe, per mera convenzione scientifica, essere pari al 95% della popolazione per evitare la ricomparsa di malattie oggetto dei vaccini, si riferisce alla sola popolazione pediatrica (fascia 0-14): considerando che la popolazione pediatrica costituisce il 16% della popolazione complessiva italiana e il restante 84% sono adulti, è evidente che la copertura vaccinale non potrà raggiungere il 95% della popolazione, posto che vi è una larga fetta di cittadini che non risultano immunizzati. E questo per diversi motivi: o non sono stati vaccinati in quanto nati prima dell'introduzione dei vaccini medesimi (vedi per esempio: morbillo, parotite, rosolia, introdotti nel 1982) e per i quali non hanno poi provveduto in età adulta, o hanno perso l'immunità (come indicato in quasi tutti i bugiardini dei vaccini) o sono no responder, ossia soggetti che non rispondono alle vaccinazioni (come riconosciuto dalla comunità scientifica)

2) In ordine all'esame delle 12 malattie oggetto di vaccini (anche se il numero sembra essere destinato a ridursi a n. 10) è bene provvedere al loro singolo esame al fine di verificare se ci sia o meno l'emergenza sanitaria annunciata:

a) Poliomielite: non si è verificato alcun caso da moltissimi anni e dal 2002 l'Europa è stata dichiarata polio free: gli unici due stati dove attualmente la poliomielite è endemica sono l'Afghanistan ed il Pakistan

b) Difterite: in Italia non si sono più registrati casi di difterite dal 1996

c) Tetano: si tratta di una malattia non contagiosa ed in ogni caso i casi di tetano in età pediatrica sono stati dal 1993 al 2004 pari a zero: non si rinvengono dati ufficiali successivi sul sito del Ministero della Salute (quindi si esclude che ci sia un allarmismo recente)

d) Epatite B: dal 2009 i tassi stimati sono scesi di anno in anno ed al momento sono di 0,1 casi per 100.000 per la fascia di età 0-14 anni, 0,3 per la fascia di età 15-24 e 0,8 per la fascia di età superiore a 25 anni

e) Pertosse: i dati disponibili sul sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità sono disponibili fino al 2009 e si evince un costante calo dei casi di malattia: non sono stati segnalati aumenti di casi negli ultimi anni

f) Haemophilus influenzae tipo b: i dati europei arrivano fino al 2014 e mostrano un numero di casi molto basso, pari a 101 annui con un'incidenza dello 0,2 ogni 100.0000 abitanti. Sul sito di Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità risulta che nel 2015 il maggior numero di casi si verifica in determinate regioni e si tratta “comunque di piccole variazioni, che rappresentano presumibilmente normali fluttuazioni di frequenza di sierotipi Hi non prevenibili da vaccinazioni … è evidente la netta predominanza dei ceppi non capsulati che rappresentano l'88% del totale dei ceppi tipizzati. I casi dovuti al sierotipo b, gli unici prevenibili mediante vaccinazioni, si mantengono rari (nessun caso nel 2011, 6 nel 2012, 5 nel 2013, 7 nel 2014, 4 nel 2015 e 5 nel 2016)”

g)/h) Meningite: i dati pubblicati sul sito internet Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità indicano che dal 2015 al 2016 vi è stato un leggero calo dei casi (196 il primo anno e 191 il secondo anno): in tale sito si legge:“Dal punto di vista scientifico ed epidemiologico, la diffusione di malattie invasive (meningiti e/o sepsi) è sovrapponibile a quella dell'anno precedente. Il patogeno più pericoloso continua ad essere responsabile, in Italia, di circa 200 casi all'anno, mentre le forme invasive prevenibili con le vaccinazioni dello pneumococco sono in diminuzione”

i) Morbillo - rosolia: se è vero che nel 2017 si è avuto un incremento del 230% rispetto al 2016, è altresì vero che il morbillo ha un andamento ciclico e che si è sempre presentato ad ondate epidemiche ogni 3-5 anni: quindi i dati del 2017 sono in linea con quelli che sono verificati qualche anno prima quando, al contrario, non era stato lanciato alcun allarme e le coperture vaccinali erano più alte rispetto ad oggi. In particolare, nel 2010 sono stati segnalati 3011 casi di morbillo, nel 2011 4671 casi e nel 2013 2258 casi: in tali anni le coperture vaccinali erano attorno al 90%, quindi molto alte. Oggi le segnalazioni di morbillo provengono da quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Lazio e Toscana) dove i tassi di copertura vaccinale sono tra i più alti: in Piemonte è pari all'88,72%, in Lombardia pari al 90,32%, in Toscana pari all'88,72% e nel Lazio pari all'84,47%. Bolzano ha una copertura del 68,84%, e non ci sono segnalazioni di casi di malattia da diversi anni;

l) rosolia: i dati disponibili sul sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità sono disponibili fino al 2006 e si evince un costante calo dei casi di malattia: a partire dal 2002 il trend vede una diminuzione del numero dei casi di rosolia fino al minimo rappresentato da 257 casi nel 2006

m) Parotite: i dati disponibili sul sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità sono disponibili fino al 2009 e si evince un costante calo dei casi di malattia: non sono stati segnalati aumenti di casi negli ultimi anni

n) Varicella: i dati disponibili sul sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità sono disponibili fino al 2009 ed ogni anno vengono aggiornati in base ai casi notificati

3) l'esenzione dalle vaccinazioni per quei soggetti che hanno condizioni cliniche specifiche e documentate tali per cui il vaccino potrebbe essere pericoloso mira senz'altro a tutelare la loro libertà di autodeterminazione, ma dal punto di vista pratico come si arriva a questa “esenzione”?

Il decreto sul punto è generico e nella circolare recante le prime indicazioni operative per l'attuazione del decreto si legge che “in linea generale, la somministrazione di qualsiasi vaccino è controindicata (controindicazione permanente) solo per i soggetti che abbiano avuto una pregressa reazione allergica grave (anafilassi) ovvero il rischio di vita a uno dei componenti del vaccino o a una precedente dose”: in pratica e paradossalmente, dunque, solo dopo che il soggetto ha eseguito un primo vaccino può ottenere l'esenzione dal sottoporsi a quelli successivi? Per tutelare la libertà di scelta nell'interesse del minore, il pediatra dovrebbe raccogliere una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso prima della vaccinazione, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest'ultimo nella sua globalità perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive e quelle lavorative, economiche, nutrizionali, tossicologiche e psico-comportamentali della sua famiglia

4) in relazione alla irrogazione a carico dei genitori di una sanzione amministrativa pecuniaria (il cui quantum è in fase di verifica ed in fase di conversione del d.l. Il Parlamento sta valutando la sua riduzione ad €. 3.500,00), i Giudici di Pace, competenti per valore, si sono già a suo tempo pronunciati accogliendo i ricorsi depositati in ragione del fatto che i genitori avevano espresso il proprio dissenso informato e dall'altro canto, l'Ausl “non aveva provveduto ad informare doverosamente i genitori su una prassi, ritenuta anche pericolosa, come le vaccinazioni” (Giudice di Pace di Cesena 29.11.2011)

5) è necessario spendere due parole in merito alla condotta dell'ASL che, a tenore della prima stesura, ha il dovere di segnalare l'inadempimento dell'obbligo vaccinale alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni (anche se tale obbligo pare, ad oggi, destinato ad essere cassato in sede di conversione del d.l.).

Due gli aspetti da esaminare: 1) Presupposto per l'inadempimento è l'esistenza di una obbligazione in forza della quale un soggetto, detto debitore, è tenuto ad eseguire una determinata prestazione in favore di un soggetto, detto creditore. L'obbligo di vaccinazione rientra in questo schema sinallagmatico? 2) Migliaia di procedimenti promossi davanti al Tribunale dei Minorenni si sono conclusi con: “non luogo a provvedere in ordine al ricorso del PM”, il quale, avendo accertato la mancata sottoposizione del minore alle vaccinazioni obbligatorie ha attivato il procedimento ex art. 330 c.c. (“decadenza dalla responsabilità genitoriale sui figli”): il Tribunale ha invero più volte ribadito che “la mancata sottoposizione del minore all'obbligo vaccinale non risulta affatto espressione di trascuratezza e/o incuria, bensì espressione di una scelta consapevole effettuata dai genitori sulla base di documentazione e ricerche scientifiche che contestano la validità delle vaccinazioni e ne sostengono la nocività per l'organismo umano” (Trib. per i Minorenni dell'Emilia Romagna in Bologna 23.1.2014, 15.1.2013, 22.6.2011, Tribunale per i Minorenni delle Marche, Ancona, 20.6.2000; Trib. dei Minori di Taranto, 5.4.2012)

6) il diritto all'istruzione per i bambini che vogliono frequentare il nido e la scuola materna viene subordinato all'esigenza di prevenzione di infezioni: in sostanza si sacrifica il diritto all'istruzione sancito dall'art. 34 della Costituzione per l'interesse della collettività, senza tuttavia che ci sia una attuale esigenza di tutela della collettività poiché manca una emergenza sanitaria (sic!); - quanto sopra premesso, i sottoscritti PRESENTANO ESPOSTO in ordine all'ingiustificato allarmismo (procurato allarme) che il decreto legge ha procurato in assenza di alcuna emergenza sanitaria e, quindi, in assenza dei presupposti che giustificano la limitazione del diritto individuale alla salute a favore del diritto collettivo alla salute, che giustificano la privazione del diritto alla libertà di scelta pur a fronte della consapevolezza che la pratica vaccinale può comportare delle complicanze di tipo irreversibile ed in assenza dei presupposti che giustificano, infine, la compressione del diritto all'istruzione; chiedono, pertanto, che il P.M. accerti e valuti se nei fatti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti, procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti che verranno individuati quali responsabili".

21/07/2017
www.ravennanotizie.it/articoli/2017/07/21/esposto-in-procura-per-procurato-allarme-contro-il-decreto-legge-n.-732017-sui-vacc...
[Modificato da wheaton80 28/07/2017 00:30]
28/07/2017 21:41
 
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Legge vaccini: pretendere il rispetto del ‘consenso informato’ determinerà la sua sconfitta

Oggi è morta definitivamente la democrazia e si è consumata l’approvazione di un crimine contro i bambini italiani. Tuttavia, anziché abbandonarci in polemiche da bar sport, crediamo sia utile fornire uno strumento chiaro ed inequivocabile che pone al riparo qualunque persona di fronte a un obbligo che costituisce una violazione dei “diritti umani” e della “libertà individuale”: è principio acclarato che l’acquisizione di un valido consenso informato “libero e consapevole” prima di intraprendere qualunque trattamento sanitario [tranne che in “stato di necessità” ove è in pericolo la vita del paziente] costituisce un obbligo indiscusso la cui violazione da parte del medico vaccinatore lo esporrà a responsabilità di natura sia giuridica che deontologica. Infatti, l’unico “stato di necessità” che può sollevare dalle sue responsabilità un medico vaccinatore è rappresentato dal caso in cui si proceda a vaccinazione coatta per dichiarata pandemia [a livello mondiale] di una determinata malattia. Non è quindi il caso dell’obbligo vaccinale dichiarato nel decreto né il morbillo, che rappresenta un indicatore aziendale per promuovere politiche vaccinali ed è stato il cavallo di Troia per redigere questo insensato decreto.

Definizione

Nel nostro quadro legislativo di riferimento non esiste una vera e propria definizione di consenso informato, seppure esso sia più volte citato in norme e atti giuridici. Tuttavia, è comunque possibile estrapolare una sua definizione attraverso quanto stabilito dalle codificazioni deontologiche, dalla letteratura e dalla Giurisprudenza: il consenso informato, concetto che attiene alla relazione medico-paziente, rappresenta il fondamento della liceità dell’attività sanitaria, che in sua assenza costituirebbe reato, il cui fine è quello di promuovere l’autonomia dell’individuo nell’ambito delle decisioni mediche, assumendo il significato d’adesione consapevole all’atto medico proposto. Tale definizione enfatizza il rispetto dell’autonomia decisionale del paziente e il diritto di ciascuno d’autodeterminarsi, in conformità a quanto stabilito all’art. 32 della Costituzione Italiana, che sancisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, in sintonia a sua volta con il principio fondamentale dell’inviolabilità della libertà personale [art. 13]. Gli stessi principi dell’art. 32 della Costituzione sono anche ribaditi nella Legge 180/1978 all’art. 1, comma 1 e 5, confluiti poi nella Legge 833/1978 all’art. 33, comma 1 e 5.

Natura giuridica
L’acquisizione di un valido consenso prima di intraprendere qualunque trattamento sanitario [tranne che in “stato di necessità” – Art. 54 c.p.] costituisce un obbligo indiscusso, poiché su questo si basa la liceità dell’atto medico nel rispetto dei dettami costituzionali [Costituzione italiana, Art. 32 comma 2 e Art. 13], del Codice di deontologia medica [Artt. 33 , 35 , 37 e 38 Codice deontologia medica] e delle norme contenute nel Codice penale [Art. 50 c.p.] e nel Codice civile [sent. Cass. civ. sent. 25 novembre 1994, n. 10014]. Nella pratica clinica, salvo alcune eccezioni, il consenso informato non può essere eluso e bisogna porre attenzione a non ridurlo ad atto meramente “formale e spersonalizzato”, ovvero, un “consenso consapevole” non può reputarsi legittimamente ottenuto mediante la mera sottoscrizione di prestampati standard, contenenti indicazioni generiche oppure, al contrario, eccessivamente tecniche e scarsamente comprensibili. Esso rappresenta, invece, uno strumento indispensabile per aiutare il dialogo e il rapporto personale di fiducia tra l’operatore sanitario e l’utente-cittadino, e non può essere relegato in secondo piano da un obbligo folle.

Recenti sentenze [Cassazione penale, Sez. VI, 14 febbraio 2006, n. 11640, Caneschi] ripropongono il principio secondo cui «l’attività medica richiede per la sua validità e concreta liceità la manifestazione del consenso del paziente, che non si identifica con quello di cui all’art. 50 c.p., ma costituisce un presupposto di liceità del trattamento», derivandone da ciò che la mancanza o la invalidità del consenso «determinano la arbitrarietà del trattamento medico-chirurgico e, quindi, la sua rilevanza penale, in quanto compiuto in violazione della sfera personale del soggetto e del suo diritto di decidere se permettere interventi estranei sul proprio corpo». Nella sentenza della Cassazione penale, Sez. IV, 14 marzo 2008, n. 11335 si legge che «la sentenza pronunciata da questa stessa Sezione in data 11 luglio 2001, Firenzani, condivisibilmente sottolinea che la legittimità di per sé dell’attività medica richiede per la sua validità e concreta liceità, in principio, la manifestazione del consenso del paziente, il quale costituisce un presupposto di liceità del trattamento medico chirurgico. Il consenso afferisce alla libertà morale del soggetto e alla sua autodeterminazione, nonché alla sua libertà fisica intesa come diritto al rispetto della propria integrità corporea, le quali sono tutte profili della libertà personale proclamata inviolabile dall’art. 13 Cost. Ne discende che non è attribuibile al medico un generale diritto di curare, a fronte del quale non avrebbe alcun rilievo la volontà dell’ammalato, che si troverebbe in una posizione di soggezione su cui il medico potrebbe ad libitum intervenire, con il solo limite della propria coscienza; appare, invece, aderente ai principi dell’ordinamento riconoscere al medico la facoltà o la potestà di curare, situazioni soggettive, queste, derivanti dall’abilitazione all’esercizio della professione sanitaria, le quali, tuttavia, per potersi estrinsecare abbisognano, di regola, del consenso della persona che al trattamento sanitario deve sottoporsi». Il consenso informato ha come contenuto concreto «la facoltà non solo di scegliere tra le diverse possibilità di trattamento medico, ma anche di rifiutare eventualmente la terapia e di decidere consapevolmente di interromperla, in tutte le fasi della vita, anche in quella terminale» [Cass. civ. Sez. III, 4 ottobre 2007, n. 21748].

Tale conclusione, fondata sul rispetto del diritto del singolo alla salute, tutelato dall’art. 32 della Costituzione [per il quale i trattamenti sanitari sono obbligatori nei soli casi espressamente previsti dalla Legge ma senza violare il rispetto della persona umana], evidenzia come il criterio di disciplina della relazione medico-paziente è quello della libera disponibilità del bene salute da parte del paziente in possesso delle capacità intellettive e volitive, secondo una totale autonomia di scelte che può comportare il sacrificio del bene stesso della vita e che deve essere sempre rispettata dal sanitario [cfr. del resto anche Sezione IV, 4 luglio 2005, PM in proc. Da Re, dove in linea con questi principi si affronta la questione del “rifiuto” da parte del paziente del trattamento sanitario].

Nonostante l’incerta elaborazione dottrinaria, non c’è alcun dubbio sull’odierna necessità del consenso in quanto espressione del rispetto della dignità e del diritto di autodeterminazione del paziente. Destinatario del consenso è il sanitario responsabile delle cure medico-chirurgiche, titolare della “posizione di garanzia” nei confronti del paziente, ovvero, in caso di lavoro di équipe, chiunque altro della stessa qualifica o specializzazione.

Principali fonti giuridiche
Come già evidenziato non esiste una previsione normativa che impone tassativamente l’acquisizione del consenso quale manifestazione scritta della volontà del soggetto, ma vengono prese in considerazione in via deduttiva e analogica:

- Alcune disposizioni nazionali in campo sanitario
- Alcuni articoli della Costituzione italiana [artt. 13 e 32] del nostro Codice penale e Codice civile
- Gli articoli specifici del codice deontologico delle diverse professioni sanitarie
- Varie sentenze della Suprema Corte di Cassazione
- Alcune disposizioni internazionali in campo sanitario

Fonti del Codice Penale


Art. 50 c.p. [Consenso dell’avente diritto]
Non è punibile chi lede o pone in pericolo un diritto, col consenso della persona che può validamente disporne

Art. 610 c.p. [Violenza privata]
Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare, od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni. La pena è aumentata se concorrono le condizioni prevedute dall’articolo 339

Fonti del Codice Civile


Art. 1325 c.c. [Indicazione dei requisiti]

I requisiti del contratto sono: (1) l’accordo delle parti; (2) la causa; (3) l’oggetto; (4) la forma, quando risulta che è prescritta dalla legge sotto pena di nullità

Art. 1337 c.c. [Trattative e responsabilità precontrattuale]
Le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto, devono comportarsi secondo buona fede

Art. 1418 c.c. [Cause di nullità del contratto]
Il contratto è nullo quando è contrario a norme imperative, salvo che la legge disponga diversamente. Producono nullità del contratto la mancanza di uno dei requisiti indicati dall’articolo 1325, l’illiceità della causa, l’illiceità dei motivi nel caso indicato dall’articolo 1345 e la mancanza nell’oggetto dei requisiti stabiliti dall’articolo 1346. Il contratto è altresì nullo negli altri casi stabiliti dalla legge

Fonti del Codice di Deontologia medica

Art. 33 [Informazione al cittadino]
Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate. Il medico dovrà comunicare con il soggetto tenendo conto delle sue capacità di comprensione, al fine di promuoverne la massima partecipazione alle scelte decisionali e l’adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche. Ogni ulteriore richiesta di informazione da parte del paziente deve essere soddisfatta. Il medico deve, altresì, soddisfare le richieste di informazione del cittadino in tema di prevenzione. Le informazioni riguardanti prognosi gravi o infauste o tali da poter procurare preoccupazione e sofferenza alla persona, devono essere fornite con prudenza, usando terminologie non traumatizzanti e senza escludere elementi di speranza. La documentata volontà della persona assistita di non essere informata o di delegare ad altro soggetto l’informazione deve essere rispettata

Art. 35 [Acquisizione del consenso]
Il medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito e informato del paziente. Il consenso, espresso in forma scritta nei casi previsti dalla legge e nei casi in cui per la particolarità delle prestazioni diagnostiche e/o terapeutiche o per le possibili conseguenze delle stesse sulla integrità fisica si renda opportuna una manifestazione documentata della volontà della persona, è integrativo e non sostitutivo del processo informativo di cui all’art. 33. Il procedimento diagnostico e/o il trattamento terapeutico che possano comportare grave rischio per l’incolumità della persona, devono essere intrapresi solo in caso di estrema necessità e previa informazione sulle possibili conseguenze, cui deve far seguito una opportuna documentazione del consenso. In ogni caso, in presenza di documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona. Il medico deve intervenire, in scienza e coscienza, nei confronti del paziente incapace, nel rispetto della dignità della persona e della qualità della vita, evitando ogni accanimento terapeutico, tenendo conto delle precedenti volontà del paziente

Art. 37 [Consenso del legale rappresentante]
Allorché si tratti di minore o di interdetto il consenso agli interventi diagnostici e terapeutici, nonché al trattamento dei dati sensibili, deve essere espresso dal rappresentante legale. Il medico, nel caso in cui sia stato nominato dal giudice tutelare un amministratore di sostegno deve debitamente informarlo e tenere nel massimo conto le sue istanze. In caso di opposizione da parte del rappresentante legale al trattamento necessario e indifferibile a favore di minori o di incapaci, il medico è tenuto a informare l’autorità giudiziaria; se vi è pericolo per la vita o grave rischio per la salute del minore e dell’incapace, il medico deve comunque procedere senza ritardo e secondo necessità alle cure indispensabili

Art. 38 [Autonomia del cittadino e direttive anticipate]

Il medico deve attenersi, nell’ambito della autonomia e indipendenza che caratterizza la professione, alla volontà liberamente espressa della persona di curarsi e deve agire nel rispetto della dignità, della libertà e autonomia della stessa. Il medico, compatibilmente con l’età, con la capacità di comprensione e con la maturità del soggetto, ha l’obbligo di dare adeguate informazioni al minore e di tenere conto della sua volontà. In caso di divergenze insanabili rispetto alle richieste del legale rappresentante deve segnalare il caso all’autorità giudiziaria; analogamente deve comportarsi di fronte a un maggiorenne infermo di mente. Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo
certo e documentato

Convenzione di Oviedo e Carta dei Diritti del Malato

Lo scopo principale del consenso informato è quello di rispettare e tutelare il diritto all’autodeterminazione del soggetto. Non meno importante è, inoltre, la sua funzione di strumento indispensabile a facilitare il dialogo medico-paziente per creare quel rapporto personale di fiducia che costituisce la base alla condivisione del percorso di cure che, auspicabilmente, deve sfociare poi nella cosiddetta “alleanza terapeutica”. Oltre ai già citati articoli della Costituzione, del Codice Penale, del Codice Civile e del Codice di deontologia medica, è utile ricordare quanto stabilito dalla Convenzione di Oviedo [1997], che all’art. 2 recita:«l’interesse e il bene dell’essere umano debbono prevalere sul solo interesse della società o della scienza», garantendo pertanto ad ogni persona capace il diritto di prestare o negare il proprio consenso in relazione ai trattamenti sanitari, mentre all’art. 5 ribadisce che «qualsiasi intervento in campo sanitario non può essere effettuato che dopo il consenso libero e dichiarato della persona interessata, la quale riceve preventivamente un’informazione adeguata in merito allo scopo e alla natura dell’intervento nonché alle sue conseguenze e ai suoi rischi». Anche la Carta dei diritti del malato, all’art. 4, stabilisce che «il paziente ha il diritto di rifiutare il trattamento nell’estensione permessa dalla legge e di essere informato delle conseguenze mediche della sua azione». L’obbligo di informazione da parte del sanitario assume, infine, una funzione di rilievo nella fase precontrattuale, in cui si forma il consenso del paziente al trattamento o all’intervento, e trova fondamento nel dovere di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto [art. 1337 c.c.]. La documentazione di avere acquisito il consenso, dopo avere fornito le adeguate informazioni, è parte integrante della cartella clinica e rappresenta un elemento indispensabile per l’esecuzione del trattamento sanitario, sia esso di routine o meno.

Requisiti
In atto non esiste alcuna norma giuridica d’ordinamento sulla forma del consenso, tranne che per alcuni casi particolari in cui ne è prevista una scritta attestante l’acquisizione. Si tratta tuttavia di settori limitati e specialistici come in materia di trasfusione di sangue ed emocomponenti o di somministrazione di emoderivati [D.M. del 1 settembre 1995 e dopo del 26 gennaio 2001, poi abrogato dal D.M. 3 marzo 2005] e di trapianti d’organo, di sperimentazione dei farmaci [D.M. 27 aprile 1992], di accertamenti per HIV [Legge 5 giugno 1990, n. 135], di radiazioni ionizzanti [D.L. 230/1995]. Il consenso, per essere valido, deve essere fondato su alcuni requisiti e caratteristiche indispensabili, la cui mancanza, anche se parziale, può invalidarne l’efficacia liberatoria nei confronti del sanitario. Il consenso deve essere informato, consapevole, reale e specifico, preventivo, personale, attuale, revocabile, rinnovabile, legale e immune da vizi. «La validità del consenso presuppone che l’informazione deve «provenire dallo stesso sanitario cui è richiesta la prestazione professionale» [sentenza Cass. civ. 15 gennaio 1997, n. 364]. Allo stesso modo una compilazione del modulo da parte di un soggetto non competente rende il consenso stesso invalido e pertanto nullo. La validità del consenso si desume anche dall’osservanza puntuale nella compilazione del modulo, sia dei requisiti formali [firma del medico, firma del paziente, data, luogo] che di quelli sostanziali [contenuto, informazione adeguata].

autismoevaccini.files.wordpress.com/2017/07/requisiti-consenso-informato.jpg?w=620&a...

Consenso informato e Stato di necessità
Spesso, in emergenza-urgenza, si possono prefigurare situazioni in cui il paziente, “in stato di incoscienza”, non si trovi nelle condizioni di intendere e volere tali da potere decidere autonomamente per se stesso, ovvero versando in condizioni di sofferenza [fisica e/o psichica] non ha comunque la possibilità di scegliere liberamente e consapevolmente. In questi casi la liceità all’atto medico è giustificata dallo stato di necessità. Il riferimento pertinente è alla norma sostanziale del Codice penale, art. 54, riferita, per via analogica, alle condizioni dell’agire medico in stringenti condizioni di urgenza, che costituisce una nota esimente di punibilità. L’art. 54 c.p. prevede che il sanitario possa prescindere dal consenso nel caso in cui si configuri «la necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo».

Secondo tale articolo, pertanto, qualora sussistano le condizioni di necessità e la persona non sia in grado di esprimere il proprio consenso, il medico è tenuto a intervenire anche senza acquisizione di un valido consenso informato. Per invocare lo stato di necessità medica occorre, tuttavia, che il pericolo sia attuale e inevitabile:

- Attuale, in quanto imminente, sovrastante e in atto al momento dell’azione [sussistenza di condizioni in grado di tradursi in un danno per la vita e l’incolumità fisica del paziente]
- Inevitabile, in quanto non eliminabile con diversa condotta

Il medico ha il dovere di compiere tutti gli atti possibili, documentando accuratamente la situazione che viene ad affrontare e i provvedimenti relativi, non procrastinabili e specificamente necessari a superare quel pericolo o quel rischio. Ai familiari non è riconosciuto alcun vero e proprio potere di decidere anche se è opportuno informarli. Come ben si può comprendere, queste “necessità di urgenza ed emergenza” non hanno nulla a che vedere con la coercizione vaccinale imposta dalla folle legge vaccini, ma rappresentano casi estremi in cui è manifestamente in pericolo la vita del paziente.

Consenso del minore e della persona incapace
Per i minori, il potere decisionale è affidato a chi detiene la patria potestà. Secondo l’art. 37 del Codice di deontologia medica, il consenso agli interventi diagnostici e terapeutici, in caso di minore o di interdetto, deve essere espresso dal rappresentante legale. Secondo lo stesso articolo, inoltre, in caso di una sua opposizione a un trattamento necessario e indifferibile, il medico è tenuto a informare l’autorità giudiziaria e deve comunque procedere senza ritardo e secondo necessità alle cure indispensabili solamente se vi è pericolo per la vita o grave rischio per la salute. Quest’ultimo caso non riguarda le vaccinazioni obbligatorie, ma spesso viene utilizzato per intimorire e violentare psicologicamente i genitori più resistenti. Nei minori il consenso informato deve essere richiesto a entrambi i genitori. Se vi è contrasto tra loro su una questione di particolare importanza [come appunto può essere una questione di salute], ciascuno può ricorrere informalmente al Tribunale per i minorenni, chiedendo che siano presi i provvedimenti più idonei. Nel caso in cui uno dei genitori non può esprimere il consenso a causa di lontananza, di incapacità o di altro impedimento, la potestà è esercitata in modo esclusivo dall’altro [art. 317 c.c.]. Se i genitori sono separati o divorziati, l’esercizio della potestà spetta al genitore affidatario, fatta eccezione per le questioni di più forte interesse, come possono essere gravi problemi di salute, per cui è necessario l’accordo di entrambi, a cui è opportuno, in questi casi, richiedere il consenso o comunque manifestazioni di accordo, salvo condizioni particolari stabilite dal Tribunale o dal Giudice tutelare. Quando i genitori sono stati privati della patria potestà o sono morti, il consenso deve essere espresso dal tutore.

Nel caso in cui il minore versa in una situazione di emergenza [ma non è il caso delle vaccinazioni obbligatorie] e nessuno dei rappresentanti legali è presente o raggiungibile rapidamente, o comunque nessuno dei criteri di decisione sopra riportati è applicabile, il medico deve intervenire al meglio per tutelarne il diritto alla sua salute. Vige chiaramente lo stato di necessità secondo l’art. 54 del Codice penale. Nella Raccomandazione sul diritto dei minori all’informazione e al consenso informato approvata all’unanimità dal Consiglio del Comitato Permanente dei Medici Europei [CPME], Bruxelles 11 marzo 2006, si legge che «non si può negare il diritto di un minore a essere curato in quanto soggetto e a essere, per quanto possibile, coinvolto in decisioni riguardanti le scelte terapeutiche» e che «mentre un minore può non avere maturità giuridica nel prendere alcune decisioni nella scelta terapeutica, lo stesso/a può aver sviluppato un’esperienza significativa nei confronti della propria malattia, e può avere un’opinione sulla terapia che occorre ascoltare e prendere in considerazione». Questa raccomandazione invita inoltre i medici a provvedere affinché le informazioni siano date «in modo adeguato alle capacità intellettive del minore e alla maturità dello stesso/a, riconoscendo, nel contempo, che la stessa informazione dovrebbe essere fornita a coloro che hanno il diritto di dare il consenso alle cure». Finisce dichiarando che «la finalità di tale approccio è quella di dare informazione al minore guidandolo con sensibilità e prudenza e supportandolo nella sua malattia» e che è essenziale «sia il riconoscimento del diritto del minore coinvolto nelle scelte terapeutiche, sia il ruolo dei genitori o dei suoi legali rappresentanti».

L’art. 6 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina [Oviedo, 4 aprile 1997] contiene una specifica disposizione riguardante i trattamenti sanitari rivolti ai minori:«Il parere del minore è preso in considerazione come un fattore sempre più determinante, in funzione della sua età e del suo grado di maturità». A supporto di tale disposizione interviene anche un’analoga previsione del Codice di deontologia medica, che [fermo restando l’enunciato dell’art. 37:«il consenso agli interventi diagnostici e terapeutici deve essere espresso dal rappresentante legale»] prevede all’art. 38 che il medico, compatibilmente con l’età, con la capacità di comprensione e con la maturità del soggetto, ha l’obbligo di dare adeguate informazioni al minore e di tenere conto della sua volontà.
Anche il Codice deontologico degli infermieri [2009], riferendosi al consenso del minore, all’art. 31 stabilisce che «l’infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opinione del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e sperimentali, tenuto conto dell’età e del suo grado di maturità». Considerato che l’art. 2 c.c. fissa la maggiore età al compimento del diciottesimo anno, per delineare nel minore lo spazio più o meno ampio di autonomia che si ricollega al grado di maturità e di equilibrio raggiunti [che non necessariamente dipendono sempre dall’età anagrafica], generalmente e indicativamente si identificano tre fasce di età:

- Nel minore non ancora quattordicenne [almeno fino al recente passato], si ritiene che questi non sia in grado, tranne eccezioni e situazioni particolari, di comprendere pienamente i significati e le problematiche sottese a un delicato intervento sanitario
- Nella fascia d’età compresa tra i quattordici e i sedici anni, riconoscendo a tali minori un’individuale capacità di agire, non è possibile non riconoscere adeguata rilevanza a una loro consapevole volontà espressa specie in caso di esplicito e fermo dissenso al trattamento sanitario proposto
- Dopo il compimento dei sedici anni, la volontà del minore assume una rilevanza quasi completa essendo già fondata sull’accentuato sviluppo delle capacità fisiche e psichiche

Altro aspetto da considerare in tema di consenso informato è la sua acquisizione in caso di soggetto incapace. Nei pazienti che versano in uno stato d’incoscienza con impossibilità a essere interpellati, o in coloro che, per infermità mentale, non sussistano le condizioni per fornire e far comprendere le informazioni, si pone riferimento a una presunzione di consenso elaborata dal medico. Secondo l’art. 38 del Codice di deontologia medica, tuttavia, il medico «deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dal paziente in modo certo e documentato». È ovvio che tale disposizione deontologica dovrà inevitabilmente raccordarsi con l’attuale elaborazione normativa, anche in Italia, del testamento biologico. Esistono, comunque, in riferimento a tali soggetti, delle figure specifiche che hanno facoltà, in determinate situazioni, di prendere le decisioni in loro vece, come per esempio, l’amministratore di sostegno. Questo istituto giuridico è sorto nel 2004 al fine specifico di tutelare i diritti dei soggetti anche temporaneamente incapaci di prendere delle decisioni [non solo in campo sanitario], che, però, non necessitano di interdizione o inabilitazione. Il medico, nel caso in cui sia stato nominato dal giudice tutelare un amministratore di sostegno, deve debitamente informarlo e tenere nel massimo conto le sue istanze [art. 37 del Codice di deontologia medica].

Consenso informato per comunità religiose
Senza dilungarci in troppi particolari, il medico vaccinatore dovrà confrontarsi anche con grandi questioni etiche poste dalle fondamentali verità di riferimento valide per quelle comunità religiose, come l’Islamica e dei Testimoni di Geova, la cui presenza è molto forte in Italia. In tale contesto, il problema della corretta e adeguata informazione, con la successiva consapevole adesione del paziente alle scelte diagnostico-terapeutiche proposte e le sue conseguenti implicazioni sul piano etico, sociale ed economico, richiede un’attenta valutazione di tutti i suoi aspetti per potere conciliare l’intervento sanitario e i diritti fondamentali dell’individuo, con la teoria e la regola giuridica del consenso informato [con particolare riferimento alle suddette comunità].

Conclusioni

Si è presa come scusa una residua circolazione del morbillo dovuta a gravi errori di strategia che hanno permesso il building-up di soggetti suscettibili per gridare all’untore e cacciare le streghe, che muovono l’uno percento della popolazione interessata [indagini population based del 2002 e 2009-11], quando i cali vaccinali [e non solo] dipendono in larghissima misura dallo smantellamento dei servizi pubblici di base come centri vaccinali e consultori familiari, impoveriti di mezzi e personale e gravati di scorte di vaccini obsoleti a scarsa efficacia, soprattutto quando dovrebbero essere considerati per una strategia vaccinale seria. Un’orda di impostori è riuscita a far approvare un provvedimento anticostituzionale, perché non c’è urgenza e non si possono imporre per Legge dei vaccini con scadenti capacità di stimolare il sistema immunitario, e di garantire immunità persistente, oltre che essere fonti di danno per le loro manifeste fallanze illustrate ampiamente in bibliografia scientifica.

28 luglio 2017
autismovaccini.org/2017/07/28/legge-vaccini-pretendere-il-rispetto-del-consenso-informato-determinera-la-sua-sc...
[Modificato da wheaton80 28/07/2017 21:42]
09/09/2017 18:17
 
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Il laboratorio di Terni che crea le zanzare antimalaria

Finora era conosciuta come la città dell’acciaio, ma Terni sta diventando uno dei luoghi da segnare nella mappa globale della ricerca di frontiera. Il Corriere ha visitato in anteprima il nuovo laboratorio di ecologia-genetica della città umbra, coinvolto nel progetto di lotta alla malaria finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. Oggi e domani, in occasione degli Open Days, anche i comuni cittadini potranno vedere le apparecchiature, le camere climatiche e le gabbie per ospitare le zanzare, che sono le vere protagoniste dell’impresa. Qui a Terni, infatti, si fa ricerca per capire se l’idea di usare le biotecnologie per ridurre drasticamente la specie che trasmette la malattia (Anopheles gambiae) è destinata a funzionare nel mondo reale. Ad aprirci le porte è Greta Immobile Molaro, l’Amministratore Delegato del Polo GGB (genomica, genetica e biologia). Sorriso, modi diretti e pancione di 7 mesi. Vedendola si capisce subito che, pur trovandoci in un laboratorio pronto ad allevare migliaia di zanzare geneticamente modificate, siamo in buone mani. “Struttura e procedure hanno appena superato l’ispezione di un gruppo di esperti internazionali”, ci dice.

Il progetto Target malaria
“La trasparenza è alla base della filosofia del progetto Target malaria. Trasparenza e sicurezza”, scandisce Andrea Crisanti, in collegamento via Skype. Questo parassitologo molecolare dirige l’istituto dell’Imperial College London, dove si fa gran parte del lavoro di modificazione genetica, oltre a insegnare a Perugia, l’altra città italiana attiva nel network. “All’inizio eravamo quattro gatti visionari, ora sono coinvolte un centinaio di persone di 16 istituti, dall’Italia al Kenya. Non vogliamo donare la tecnologia ai paesi tropicali, ma svilupparla con loro. Abbiamo reclutato epidemiologi, matematici, ecologi, specialisti in scienze sociali, etica, problemi regolatori”, racconta. Bill Gates lo ha incontrato due volte e crede così tanto nell’idea da aver stanziato 100 milioni di dollari. La malaria si porta via ogni anno 438.000 vite, un bambino ogni due minuti, e non sono riusciti a fermarla né zanzariere né farmaci. Per questo ora si scommette sul controllo genetico, che potrebbe concretizzarsi prima dell’arrivo di un vaccino, e vengono tentate due strade. Distruggere il cromosoma X delle zanzare durante la formazione degli spermatozoi, in modo che nascano solo maschi, che non trasmettono la malattia. Oppure sabotare un gene coinvolto nella fertilità delle femmine: i maschi continuerebbero a trasmetterlo alle figlie, ma queste nascerebbero sterili. In entrambi i casi si arriverebbe a un crollo della popolazione, se non proprio all’eradicazione. Alcune zanzare infatti potrebbero sopravvivere in piccoli rifugi per poi riemergere quando la malaria è stata eliminata.

“Drive genetici”
Per diffondere queste modificazioni genetiche, dannose per le zanzare ma utili a noi, si prevede di usare la tecnologia dei “drive genetici” di cui Crisanti è un pioniere. Si tratta di uno stratagemma basato sulla piattaforma di modificazione genetica CRISPR e fa sì che i portatori di una mutazione desiderata la trasmettano a tutti i figli anziché alla metà di loro come vorrebbe la legge di Mendel. Ma non è detto che ciò che vale in condizioni di laboratorio funzioni anche in natura all’aperto. Per questo Terni rappresenta una sorta di tappa intermedia tra Londra e l’Africa, per verificare la funzionalità e la scalabilità dell’idea, indagando come interagiscono le zanzare normali e anti-malariche. Le prime linee geneticamente modificate arriveranno tra due settimane, per evitare che il viavai di gente di questi giorni causi un rilascio accidentale. Poi, quando sarà pienamente operativo, il centro potrà contare su tre livelli di confinamento. Il primo è fisico, con sistemi avanzati di filtrazione dell’acqua e dell’aria, cabina di contenimento, cappe speciali. Il secondo è procedurale, il terzo ambientale. “Anopheles non si riproduce sotto i 18 gradi centigradi. Gli individui transgenici sono ancora più delicati, hanno bisogno di 24 gradi. E comunque in Italia non troverebbero esemplari con cui accoppiarsi”, ci spiega Ruth Müller mentre ci guida negli ambienti caldi e umidi, indicando l’alcova per gli accoppiamenti (“swarming arena”). L’ecologa tedesca, che ha percorso al contrario il tragitto di tanti giovani ricercatori italiani, è a capo di questa struttura di livello biosafety 2. Ci accompagnano una genetista di popolazione e due tecniche di laboratorio, che mostrano le vasche con pupe e larve. La prevalenza femminile è schiacciante, noto: quante siete? Nei laboratori di Perugia e Terni si aggirano 6 uomini e 14 donne, senza contare la bambina che sta per nascere.

Anna Meldolesi
8 giugno 2017
www.corriere.it/cronache/17_giugno_08/laboratorio-terni-che-crea-zanzare-antimalaria-4fae95c0-4c8a-11e7-a0c3-52aebd58a5...

Nota Wheaton80

Wow, come Bill Gates mette piede in Italia, ecco che poco dopo spunta il primo caso mediatico di malaria. Ma sono coincidenze...
09/09/2017 18:26
 
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Vaccini, famiglie ribelli in Valle d’Aosta:“No all’obbligo, educhiamo i figli in casa”. In Italia l’homeschooling è in crescita

“In questa scuola pubblica non ci sentiamo liberi, ce ne andiamo”. Gli ultimi dissidenti del sistema d’istruzione italiano sono una cinquantina di famiglie della Valle d’Aosta che si sono conosciute nell’ambito del movimento nato contro l’obbligo vaccinale. Mamme e papà che si sono sentiti obbligati dallo Stato e che hanno scoperto di avere il desiderio di un’istruzione differente per i loro figli. Una scelta per evitare la vaccinazione obbligatoria e assicurare l’istruzione ai bambini che potrebbe ben presto essere seguita da molti altri genitori in tutt’Italia. “Per ora – spiega Stefano Minetti, Presidente dell’associazione “Pro libera scelta Vda” – siamo circa cinquanta famiglie ma molto dipende da come si comporterà lo Stato a marzo: se quei bambini saranno sbattuti fuori dalle aule potrebbero decidere di fare scuola parentale. I genitori sono preoccupati e scettici”. Numeri che vanno a sommarsi ai tanti che in Italia hanno già fatto questa scelta: solo nell’ultimo anno scolastico il Ministero ha registrato 1.226 alunni in istruzione parentale. Per la precisione: 438 alla scuola primaria, 475 alla secondaria di primo grado e 313 alle superiori. Un fenomeno che è sempre più in espansione. Non stiamo parlando di numeri allarmanti ma dall’anno scolastico 2014/2015 ad oggi (unici dati disponibili) c’è stato un netto aumento delle famiglie che hanno fatto questa scelta. Tre anni fa alle elementari erano 307 i bambini che venivano educati a casa. Mentre va registrato un calo alle medie: se nel 2014, infatti, erano 638, nel 2015 sono calati a 337 per aumentare di nuovo lo scorso anno a 475. Quest’anno l’obbligo vaccinale potrebbe portare di nuovo ad un incremento. Le regioni dove vi sono più alunni che abbandonano la scuola pubblica sono la Campania (228 alunni in istruzione parentale); il Trentino Alto Adige (160), la Sicilia (133) e la Lombardia (119). In Molise, invece, non vi è una sola famiglia che ha fatto questa scelta; in Basilicata sono solo quattro e sei in Calabria. In Italia la scuola parentale è garantita dall’articolo trenta della Costituzione (“È diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i propri figli”) che dà il compito a mamma e papà di scegliere come insegnare ai figli a leggere, scrivere e far di conto. Chi opta per questa strada è sottoposto solo alla legislazione italiana, non a norme regionali o locali.

In caso di istruzione parentale, i genitori dell’alunna o dell’alunno, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Questi studenti sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Dal punto di vista legislativo la garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione avviene attraverso l’autocertificazione dei genitori di avere le capacità tecniche ed economiche per provvedere all’educazione dei propri figli. Famiglia e direzione scolastica si accordano su una data in cui i genitori e lo studente presenteranno il lavoro svolto durante l’anno scolastico. La programmazione delle famiglie è tenuta a seguire le linee guida nazionali del MIUR e non i singoli programmi della scuola di riferimento. Di fatto il panorama degli “homeschoolers” è vario. C’è chi ha scelto di essere “duro e puro” e non adotta alcun libro scolastico e non ha orari definiti e chi invece decide per una via di mezzo, istruendo i figli tra le mura di casa ma prendendo come punto di riferimento i testi adottati dai compagni. La terza strada, infine, è quella di chi si affida a degli esperti, a degli insegnanti che si prendono in carico un piccolo gruppo di bambini. In Valle D’Aosta non hanno ancora deciso che strada prendere:“Non facciamo scissioni per partito preso. Siamo partiti dal tema dei vaccini pensando che un tema così delicato non può essere trattato come un trattamento sanitario obbligatorio ma mentre ragionavamo abbiamo capito che in Italia è necessario fare scelte di libertà anche per quanto riguarda l’istruzione dei figli. Il nostro progetto di scuola parentale nascerà in Valle D’Aosta in un luogo raggiungibile a tutti. Non vogliamo fare una scuola privata e saremmo felici che ci fosse la scuola pubblica che ci offre una pedagogia in linea con la società che viviamo”, spiega Minetti.

Alex Corlazzoli
7 settembre 2017
www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/07/vaccini-famiglie-ribelli-valle-daosta-no-allobbligo-educhiamo-nostri-figli-casa-negli-ultimi-anni-lhomeschooling-cresce-italia/...
14/09/2017 19:30
 
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Indagini della Procura della Repubblica di Roma: rischio contaminazione inorganica nei vaccini

1.bp.blogspot.com/-nxDaB0KJOfY/WXHpzf0qpAI/AAAAAAAAAZ8/jWTWfmv7WpYWIxvu1GiUctHSfO8VdbcBwCLcBGAs/s1600/rispostaprocura-udine-statoprocedimentoesposto-scantamburlo-luca-vaccini2017-sicur...

Comunico con la presente che, a seguito del mio Esposto ai NAS dei Carabinieri di Udine ed alla Procura della Repubblica di Udine, depositato a marzo 2017, la Procura della Repubblica di Udine ha aperto già a marzo 2017 un procedimento penale a carico di ignoti, sulle problematiche e criticità di sicurezza della vaccinoprofilassi da me evidenziate nell'esposto, ed ha trasferito tutto il fascicolo alla Procura della Repubblica di Roma, per competenza, già nello stesso mese di marzo 2017. Di questo la pubblica opinione non ha avuto notizia sui giornali finora perché la stampa/quotidiani da me contattati non rispondono e al momento evidentemente essi ritengono non opportuno, per non dire altro, dare questa notizia di reato, o la giudicano non interessante per l’opinione pubblica. Il che, a mio personale e modesto giudizio, costituisce grave violazione dei principi deontologici della carta dei doveri dei giornalisti. Di questo mio Esposto e del procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di Udine, ho personalmente informato la quasi totalità dei Senatori della Repubblica, ma solo il Senatore Pepe, tramite un suo contatto, mi ha fatto sapere indirettamente di tenerlo aggiornato. Nessun Senatore finora mi ha risposto direttamente per iscritto allo scopo specifico di chiedermi delucidazioni o ulteriori informazioni in proposito. Ecco perché giorni fa mi sono rivolto a Gianni Lannes, ex giornalista d'inchiesta di periodici e quotidiani, e soltanto lui, dopo aver studiato le carte ed i documenti che gli ho inviato, ha avuto il coraggio di esporsi e dare la notizia al pubblico pochi giorni fa, commentandola sul suo blog personale:

sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/07/vaccini-pericolosi-inchie... (notizia data il 15 luglio 2017)

Nessuno degli altri quotidiani/mass media da me contattati precedentemente, e con cui ho anche parlato al telefono talvolta, ha avuto la decenza di pubblicare la notizia. Nemmeno una riga. Trovo che questa cosa sia vergognosa, e non degna di un Paese civile e democratico.

Rischio contaminazione inorganica in tracce nei vaccini rilevato in USA sin dagli anni '80
Segnalo inoltre che vi è un articolo scientifico statunitense di alcuni decenni fa, redatto in lingua inglese negli anni'80 del secolo scorso e che ho individuato durante le mie ricerche/consultazioni dei mesi scorsi, che indica chiaramente che la problematica/criticità di sicurezza (safety) dei farmaci vaccini evidenziata dalle analisi di Gatti e Montanari, era già stata acquisita e messa in luce decenni prima con le tecnologie e metodologie chimiche analitiche in uso allora (a differenza dell'approccio fisico sui generis a livello di indagine micro e nano diagnostico dei due ricercatori modenesi). Esso fu pubblicato sul periodico Journal of Biological Standardization, (1986) 14, 363-375, e si intitola:"A survey of the concentrations of eleven metals in vaccines, allergenic extracts, toxoids, blood, blood derivatives and other biological products" di Joan C May, Theodore C. Rains, F. Jzlne Maientbal, G. N. Biddleg and Joseph J. Progar. Già allora fu identificata l'anomalia di produzione dei farmaci vaccini, che già all'epoca era responsabile di una contaminazione inorganica (dell'ordine di pochi PPM, ma relativi anche ad alcuni inquinanti inorganici estremamente nocivi e pericolosi, oltre che a taluni oligo-elementi, utili nella dieta umana, ma non certo assunti sotto forma di micro e nanoparticelle):" [...] 11 elements, namely aluminum, arsenic, barium, cadmium, chromium, lead, mercury, selenium, thallium and zinc". Questo articolo è citato in bibliografia nel mio esposto alla Procura e ai NAS Carabinieri di Udine.

In questo articolo gli autori, rilevata la contaminazione, seppur in tracce, raccomandavano comunque prudenza nel numero di dosi iniettate annualmente (cioè di non farne uso frequente), per evitare che metalli come alluminio e mercurio superassero certe concentrazioni e finissero col costituire un significativo rischio per la salute. Questo articolo costituisce l'evidenza scientifica di un primo campanello d'allarme suonato per la comunità medico-scientifica e per gli addetti ai lavori del mondo della vaccinoprofilassi. L'indagine di nanodiagnostica di Gatti e Montanari ha evidentemente accertato la consistenza fisica di questo inquinamento, costituito da particolato. Tali inquinanti, che non erano e non sono dunque - se essi provengono dalle medesime anomalie di produzione sottolineate recentemente - presenti in soluzione nella fiala (sotto forma di ioni, disciolti in soluzione), sono probabilmente presenti sovente sotto forma di particelle solide, micro e nanodimensionate. Dunque il dr. Stefano Montanari e la dottoressa Antonietta Morena Gatti, con le loro brillanti ed ineccepibili ricerche di laboratorio e di lavoro teorico per interpretare i dati sperimentali da loro ottenuti, hanno approfondito la questione, indirettamente ed in maniera indipendente, e scoperchiato il Vaso di Pandora di una problematica di sicurezza che deve essere affrontata dalle Autorità, a mio giudizio, viste le potenziali implicazioni nocive sulla salute umana, sia a breve sia a lungo termine, causate da questo particolato inquinante presente in tracce, biopersistente e non biodegradabile, ad alta densità atomica e di origine inorganica, come messo in luce proprio dai due ricercatori scientifici modenesi prima citati. Resto a disposizione per ulteriori informazioni.

Cordialmente, Luca Scantamburlo, Freelance Writer, member of the
F.L.I.P. - Free Lance International Press in Rome, Italy
I.A.P.P. - International Association of Press Photographers, USA
R.S.F., Reporters sans frontières/Reporters Without Borders/France

21 luglio 2017
vaccinoconsapevole.blogspot.it/2017/07/indagini-della-procura-della-repubblica....
[Modificato da wheaton80 14/09/2017 19:31]
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L'Ordine dei Medici di Roma:«Nessuna vaccinazione senza il consenso dei genitori»

In una comunicazione agli iscritti del 13 ottobre, l'OMCEO (Ordine dei Medici di Roma) fornisce un'analisi della situazione venutasi a creare con l'introduzione dell'obbligo di dieci vaccinazioni per la fascia 0-16 anni in merito alla necessità di ottenere comunque dai genitori il consenso informato alla vaccinazione stessa. Riportiamo la comunicazione, disponibile anche qui:

www.dire.it/newsletter/odm/anno/2017/ottobre/13/?news=01

«La nuova normativa che, a partire da quest'anno, prevede l'allargamento delle vaccinazioni obbligatorie sta creando un sovraffollamento nei centri vaccinali delle ASL, con il personale messo sotto pressione, non solo da un carico di lavoro decuplicato ma anche dalle ansie e dalle resistenze di molti cittadini preoccupati, a causa, soprattutto, della divulgazione attraverso media e social network di informazioni scientificamente non corrette. In tale quadro, una Dirigente Medico, responsabile di uno dei centri vaccinali territoriali di una ASL della Capitale, ha posto - anche a nome di altri colleghi - un importante quesito all'OMCEO di Roma cui è iscritta. Come si deve comportare il medico qualora i genitori o chi ha la potestà genitoriale di un minore si rifiutino di firmare il consenso informato, adducendo come motivazione che essendo obbligati per legge non intendono esprimere il proprio consenso? A tale proposito, il Presidente dell'Ordine, Giuseppe Lavra, rispondendo all'interessata e a agli altri colleghi, precisa che "Il principio del consenso informato - nel caso di minori, espresso dai genitori - è un principio cardine per l'espletamento di qualsiasi attività sanitaria". Infatti, La Corte Costituzionale ha già affermato che "il consenso informato, quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico" deve considerarsi "principio fondamentale in materia di tutela alla salute", trovando "fondamento negli artt. 2, 13 e 32 della Costituzione" (Corte Cost. sent. 43/2008). Peraltro, ricorda Lavra, la Convenzione di Oviedo del Consiglio d'Europa sui diritti dell'uomo e sulla biomedicina e la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, esprimono principi analoghi.

A ciò si aggiungano i riferimenti al consenso informato contenuti nella legislazione nazionale, ogniqualvolta si affermi il carattere, di norma volontario, dei trattamenti sanitari. Da ultimo, sottolinea il Presidente dell'Ordine di Roma, anche il Codice Deontologico stabilisce all'art. 35 che "il medico non intraprende né prosegue in procedure diagnostiche e/o interventi terapeutici senza la preliminare acquisizione del consenso informato o in presenza di dissenso informato". Da tutto ciò deriva che un atto sanitario posto in essere in assenza di consenso può integrare un illecito civile, penale e deontologico. Su un piano diverso opera invece l'obbligatorietà del vaccino: il D.L. 73/2017 prevede che il genitore che non adempia venga dapprima indirizzato alla ASL competente e poi, in caso di perdurante diniego, condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria. In altre parole, nel caso in cui immotivatamente il genitore si rifiuti di sottoporre il proprio figlio a vaccinazione (non portandolo al centro vaccinale o non prestando il proprio consenso, ipotesi queste assimilabili al quesito posto), l'ordinamento non prevede di imporre coattivamente la vaccinazione, bensì di sanzionare il comportamento a livello amministrativo. In sostanza, l'obbligatorietà della vaccinazione non appare come alcuna deroga al principio per cui il medico debba raccoglierne il consenso prima di procedere alla vaccinazione, dopo aver escluso che possano esservi circostanze ostative alla vaccinazione e dopo aver opportunamente informato. Nessuna vaccinazione, pertanto, senza il consenso dei genitori».

16 Ottobre 2017
www.terranuova.it/News/Salute-e-benessere/L-Ordine-dei-Medici-di-Roma-Nessuna-vaccinazione-senza-il-consenso-dei-...
17/11/2017 19:42
 
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Consiglio Regionale Liguria approva O.d.G. che impegna la Giunta a superare le criticità della Legge 119/17

Il 14 Novembre u.s., il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato l'Ordine del Giorno “Politiche sanitarie di immunizzazione tramite vaccinazioni e iniziative in merito alla Legge 119/17”. Un atto importantissimo, che getta le basi per azioni significative nei mesi a venire, poiché impegna il Presidente e la Giunta Regionale "ad assumere tutte le iniziative opportune, a livello istituzionale e politico, affinché possano essere superate le ulteriori criticità della legge 119/2017 nelle parti riguardanti le misure coercitive e le relative sanzioni, anche al fine di garantire a tutti i bambini e alle loro famiglie la possibilità di esercitare a pieno il diritto all'istruzione".

scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/23621245_1550206151725881_3991577329162214998_n.jpg?oh=91b0700ca3305a5fd8fa95efd2e5a06c&oe=...

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L’O.d.G., depositato lo scorso settembre a firma di Claudio Muzio (Forza Italia), del collega di gruppo Angelo Vaccarezza, di Giovanni Battista Pastorino e Francesco Battistini (Rete a Sinistra/Libera-MENTE-Liguria) e di Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) è stato approvato con 22 voti favorevoli (FI, Lega Nord Liguria-Salvini, Giovanni Toti Liguria, Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria, Movimento 5 Stelle), 6 contrari (PD) e 1 astenuto (Liguria Popolare). Maggioranza e opposizione unite nella volontà di andare incontro alle esigenze dei cittadini, ribadendo la necessità di dialogo e collaborazione fra famiglie e istituzioni. Si dà così continuità alla cosiddetta “via ligure” che, tramite la spedizione di 58.000 lettere, ha permesso non solo di sgravare i cittadini dalla corposa burocrazia imposta dalla legge 119, ma di iniziare l’anno scolastico con minimi disguidi. Ora la priorità è posta sulla necessità di garantire a tutti i bambini la continuità del percorso scolastico. E’ resa manifesta, inoltre, la volontà di sollevare le famiglie dalle sanzioni imposte dalla legge; infatti, pur ritenendo la vaccinazione un utile strumento di prevenzione per specifiche patologie infettive, vi è la necessità di stabilire un equilibrio equo fra libertà di scelta personale e ragioni di salute pubblica, al fine di tutelare inviolabili diritti della persona, sanciti dalla Costituzione: il diritto all’autodeterminazione in materia sanitaria, il diritto alla salute individuale e il diritto all’istruzione.

La Regione Liguria non ritiene la strada dell’imposizione quella più opportuna riguardo alla profilassi vaccinale; bensì sottolinea la necessità di instaurare un percorso di “alleanza terapeutica”, di condivisione tra medico e paziente/genitore. Le parole del Consigliere Muzio (FI), primo firmatario dell'OdG, nel suo intervento di presentazione dell’OdG al Consiglio Regionale (consultabile al link in calce), sono molto chiare e sentite. Mette in discussione la Legge 119/17 sia nel metodo, ovvero un iter troppo precipitoso per una materia così complessa e delicata come quella della profilassi vaccinale, sia nel merito, perché lede diritti fondamentali, compreso il diritto all’istruzione, e confida che la Corte Costituzionale ne dichiari l’illegittimità. Ha anche parlato di "libertà individuali non negoziabili, nè comprimibili", come la libertà di scelta in materia sanitaria, sottolineando che si stratta di una sua posizione personale, non necessariamente condivisa da tutti i firmatari dell’O.d.G.; ha posto l’accento sulla inopportunità di utilizzare la parola "gregge", ovvero "massa indefinita", riferendosi agli individui, anzi a individui “deboli”:"I bambini sono deboli e vanno protetti" e la vaccinazione può rappresentare una forma di protezione solo se condivisa, non imposta, e solo in presenza di adeguate condizioni. Ha sottolineato anche l’importanza dell’aspetto informativo, propedeutico alla vaccinazione, come previsto dalla legge 210 del '92, "che è rimasta lettera morta" al riguardo. L’intervento di presentazione dell’O.d.G del Consigliere Muzio:

drive.google.com/file/d/1gje_GSW-6O8wYmpmjxYaeqSKhZuem...

15 novembre 2017
www.facebook.com/notes/libera-scelta-liguria-ufficio-stampa/consiglio-regionale-liguria-approva-odg-che-impegna-la-giunta-a-superare-le-crit/155020070...
[Modificato da wheaton80 17/11/2017 19:45]
24/11/2017 18:14
 
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L’obbligatorietà sui vaccini? Potrebbe scatenare conseguenze negative, parola di OMS

La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso della regione Veneto contro l’obbligatorietà dei vaccini, sancendo che la legge voluta dalla Ministra Lorenzin «si giustifica alla luce del contesto attuale, caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali».

Obbligatorietà vaccini, le parole dell’OMS
Ma siamo sicuri che l’obbligatorietà sia lo strumento più efficace per aumentare le coperture vaccinali? Non lo è, per esempio, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel 2014 l’agenzia dell’ONU ha riunito un gruppo di esperti per studiare il fenomeno della «diffidenza vaccinale», presente un pò in tutto il mondo. Ci può essere diffidenza vaccinale, spiega il rapporto dell’OMS, quando non si ha fiducia nella «efficacia e sicurezza dei vaccini», nei «servizi sanitari e nel personale medico» e nelle «motivazioni dei politici che decidono sui vaccini da fare». Che fare, quindi, per aumentare la copertura vaccinale? Gli esperti consigliano di puntare su una risposta multi fattoriale, che va dalla comunicazione, al miglioramento dell’accesso dei vaccini, fino all’obbligatorietà. Che, badate bene, è solo una delle opzioni, insieme alle sanzioni ai non vaccinati, e non l’unica opzione possibile.

Anche perché è sempre l’OMS a mettere in guardia: strategie che includano l’obbligatorietà «possono essere viste come coercitive e invadenti e possono limitare la fiducia», e quindi «scatenare conseguenze negative non volute» che potrebbero «superare i benefici potenziali come l’incremento della copertura vaccinale». Sono parole dell’OMS, non mie. Che portano oggi 15 Paesi europei a non avere neanche un vaccino obbligatorio, mantenendo però ottimi numeri di copertura vaccinale. Invece, nell’assurdo muro contro muro che ha accompagnato l’adozione della legge che ha imposto il passaggio da 4 a 10 vaccini obbligatori, non ho quasi mai sentito neanche un dubbio sull’efficacia dell’obbligatorietà, perché farlo equivaleva a essere tacciati di essere contro i vaccini. Invece no: un conto sono i vaccini, «il più efficace intervento nel campo medico dopo la potabilizzazione dell’acqua», come recita il Piano Nazionale sui Vaccini vigente, e un conto è la politica sanitaria legata ai vaccini. Che si può legittimamente criticare proprio in difesa dei vaccini stessi.

Obbligatorietà vaccini, ecco perché vale la pena indagare in modo più approfondito
Ed è stata l’assenza del dibattito attorno a una scelta di politica sanitaria così rivoluzionaria a spingermi a indagare. Ho chiuso in questi giorni un libro, che si chiama “Vacci_nazione”, e il documentario “Il bambino è mio!”, che saranno fra pochissimo a disposizione di chiunque voglia andare più a fondo sulla questione. Affronto diversi aspetti poco chiari che ruotano intorno alla questione dei vaccini: la farmacovigilanza in Italia funziona? Perché Beatrice Lorenzin nega l’esistenza dei danneggiati da vaccino nel nostro Paese, quando il suo Ministero eroga oltre 600 indennizzi a persone a cui è stato riconosciuto il danno? È vero che le case farmaceutiche coi vaccini non guadagnano? E le persone che hanno scritto il Piano Nazionale dei Vaccini, a cui fa riferimento anche la stessa Corte Costituzionale, erano libere da conflitti d’interesse con le case farmaceutiche? So che per questo lavoro sarò oggetto di critiche. Ma ho deciso di portarlo avanti comunque, proprio perché alle domande legittime va sempre cercata una risposta.

Giulia Innocenzi
22.11.2017
www.giornalettismo.com/archives/2640631/obbligatorieta-vaccini-conseguenze-nega...
06/12/2017 01:03
 
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Vaccini: CODACONS, bene denuncia Ministero. Ora si faccia luce

ANSA – “Mai affermato che i decessi sono causati da vaccini. Siamo lieti della denuncia del Ministero perché grazie ad essa sarà finalmente possibile fare luce su alcuni aspetti delle vaccinazioni che preoccupano migliaia e migliaia di famiglie italiane”. Lo afferma in una nota il CODACONS Sicilia in merito alla denuncia presentata dal Ministero della Salute alla Procura della Repubblica di Roma per procurato allarme dopo che la sede regionale dell’associazione aveva presentato insieme al Comitato Vaccini Sicuri (COVASI) alla Procura della Repubblica di Catania un esposto-denuncia “per omicidio colposo, commercio e somministrazione di medicinali guasti” affermando che “uno studio indipendente condotto dalla ricercatrice del CNR Antonietta M. Gatti e dal farmacologo scienziato e divulgatore di fama internazionale ed esperto di vaccini Stefano Montanari pubblicato recentemente evidenzia una contaminazione da micro e nanoparticelle dei vaccini distribuiti dal nostro Servizio Sanitario Nazionale”. Anche dall’AIFA ieri è arrivata una smentita ai dati contenuti nell’esposto. Secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco non ci sarebbe infatti alcuna relazione fra i decessi e le vaccinazioni. Per il CODACONS Sicilia, dopo la denuncia da parte del Ministero, sarà possibile “capire se lo studio dei ricercatori Montanari e Gatti sulle sostanze contenute nei vaccini sia veritiero e attendibile e soprattutto verificare i 13 decessi sospetti di bambini registrati negli ultimi mesi in Italia (e non nel mondo, a differenza di quanto sostenuto ieri da AIFA), decessi che non sono emersi dallo studio dei due ricercatori ma da articoli e inchieste giornalistiche e che meritano di essere approfonditi nell’interesse delle famiglie”. Il CODACONS Sicilia ha inoltre deciso di querelare il quotidiano “La Repubblica” che, “lasciandosi prendere troppo la mano dalla caccia alle ‘fake news’, in un articolo pubblicato ieri sul WEB ha accusato il CODACONS di aver creato una ‘bufala’ che tuttavia bufala non era affatto, essendo lo studio dei ricercatori regolarmente pubblicato”. L’associazione inoltre annuncia querela nei confronti di “chiunque associ il nome dell’associazione al termine bufala o accuserà l’organizzazione di affermare che i vaccini sono dannosi, tesi mai sostenuta dal CODACONS”.

5 dicembre 2017
codacons.it/vaccini-codaconsbene-denuncia-ministero-ora-si-facc...
18/12/2017 23:35
 
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M5S contro Ricciardi:“Decide sui vaccini ma collabora con case farmaceutiche e OMS”



ROMA – Interrogazione parlamentare urgente depositata dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Taverna sul tema dei vaccini. La richiesta, diretta al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, riguarda i possibili conflitti di interesse del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, le sue consulenze presso le case farmaceutiche e, addirittura, alcune presunte omissioni in merito anche nei confronti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’interrogazione urgente di Paola Taverna chiede esplicitamente se il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin fosse a conoscenza delle consulenze prestate da Walter Ricciardi per 15 prodotti fra farmaci e vaccini, dal 2007 al 2012. Come scrive Giornalettismo (http://www.giornalettismo.com/archives/2643186/paola-taverna-contro-walter-ricciardi):“La questione che emerge con maggiore forza dall’interrogazione urgente di Paola Taverna è l’omissione di Walter Ricciardi di suoi potenziali conflitti di interesse con le finalità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In questo senso, la parlamentare del Movimento 5 Stelle ha evidenziato come, dal luglio del 2012 al luglio del 2014, Ricciardi sia stato membro dell’European Advisory Committee on Health Research (EACHR) presso l’OMS. L’organismo si è occupato, nel corso di un incontro tenutosi a Copenhagen dal 7 all’8 luglio 2014, anche di pratiche vaccinali. È proprio a questo punto che sorge il problema: Walter Ricciardi, infatti, come membro dell’EACHR ha dovuto firmare una dichiarazione di interessi in cui ha negato di aver ricevuto negli ultimi quattro anni una remunerazione da un’entità commerciale o da altra organizzazione correlata con un argomento relativo all’oggetto di discussione dell’incontro o del lavoro. E le consulenze di cui abbiamo parlato, quindi? Perché, come si può evincere da questo documento, Ricciardi ha barrato la casella del ‘NO’ alla voce «Negli ultimi 4 anni ha ricevuto una remunerazione da un’entità commerciale o altra organizzazione correlata correlata con un argomento relativo all’oggetto di discussione dell’incontro o del lavoro?»”.

La difesa di Ricciardi

Contattato da La Stampa (http://www.lastampa.it/2017/12/14/italia/politica/walter-ricciardi-conflitto-di-interessi-non-sapevo-che-ci-fosse-una-lobby-dietro-quelle-riviste-LmoOpe8RGp6gmUym2HhKqI/pagina.html), il Presidente dell’ISS risponde a tutti i punti contestati. Sostiene di non essere “mai entrato”, da membro OMS, “nel merito di argomenti che potessero configurare alcun conflitto di interessi” e di essersi dimesso da qualsiasi attività “appena nominato presidente dell’ISS”, comprese le direzioni scientifiche e i contributi editoriali a varie riviste. Sì, ma perché non citare nelle dichiarazioni allegate a Commissione Europea e OMS queste collaborazioni, tra l’altro ancora attive, mentre era commissario dell’ISS? “Francamente non lo so”, è la risposta. “Sono collaborazioni a titolo gratuito. Ne faccio tante e mica ho dichiarato tutti i lavori che ho fatto”.

14 dicembre 2017
www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/m5s-ricciardi-vaccini-...
23/12/2017 23:45
 
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Fuga dal decreto Lorenzin. Nascono le scuole no-vax

PADOVA - Gruppi di famiglie che, non avendo vaccinato i figli a causa del Decreto Lorenzin, rischiano l’“espulsione” dalla scuola pubblica e paritaria, stanno cercando di aggirare la legge e di dar vita a una scuola dell’infanzia “parentale” libertaria a Padova, perché per le scuole parentali non hanno l’obbligo di presentare il certificato di vaccinazione di chi la frequenta. Si sono ritrovati in zona Palestro, per conoscere Manuele Rampazzo e la sua Associazione Semi di Tarassaco, che propone una non-scuola. Con loro anche l’antropologo-anarchico (come lui stesso si definisce) Stefano Boni.

Strategia libertaria

Ad oggi, i bambini in età prescolare (0-6 anni), per accedere ad un servizio scolastico (nido o materna, privato o pubblico), devono vaccinare i figli. Da questa condizione non si scappa. O si vaccinano i piccoli o non si accede alla scuola. Alcune famiglie sono scese a compromesso e hanno portato i bambini in ambulatorio. Altri hanno deciso di resistere tenendo i figli a casa. Nel frattempo si sono guardati intorno, intercettando la realtà delle scuole libertarie che si basano sul diritto, sancito dalla Costituzione, dell’istruzione familiare. Tra agosto ed ottobre, a Rampazzo sono arrivate 5-10 telefonate al giorno. «Non esagero nel dire che centinaia di genitori mi hanno contattato», conferma il Presidente dell’associazione. «Non avendo in programma di avviare una scuola, non siamo soggetti alla normativa e, pertanto, siamo papabili come soluzione alternativa per l’educazione. Siamo disponibili ma vogliamo ribadire un concetto fondamentale: noi ci occupiamo di educazione libertaria e non siamo un gruppo che si occupa di vaccinazioni, tanto meno siamo un’associazione di no-vax. A chi cerca una scuola veloce come alternativa a quella tradizionale purché accetti i bambini non vaccinati, diciamo che ci dispiace ma non è una strada che abbiamo intenzione di percorrere, perché non corrisponde ai nostri obiettivi che sono già molto impegnativi. Dunque va bene che le famiglie no-vax si appoggino a noi, ma devono sapere a cosa vanno incontro e che abbiamo una filosofia precisa».

La resistenza
Con queste premesse, un gruppetto di genitori, rappresentanti di movimenti provinciali e regionali, ha discusso a Padova, con Rampazzo e Boni, le strategie della resistenza che vorrebbero far passare dalla scuola dell’infanzia libertaria; dalla scuola elementare in casa; dalla multa da pagare come una “tassa” alle proprie convinzioni o, ancora, da una class action che stanno studiando: ricorso tutti insieme alla prima pioggia di sanzioni attesa per il 10 marzo, data ultima per presentare i certificati delle avvenute vaccinazioni; infine la costituzione di un’associazione nazionale che raggruppi tutti i movimenti sorti spontaneamente, che faccia rete e, dunque, abbia la forza dei numeri.

Le anime del movimento

Ma chi sono i no-vax? Una riunione di un paio d’ore con loro dà un’idea delle numerose sfaccettature che li contraddistinguono. Sono persone sensibili e intelligenti che mettono l’accento sull’autodeterminazione dell’individuo, compresa la sfera sanitaria. Sono persone che studiano perché vogliono capire. Sono persone capaci di grandi sacrifici che mettono al primo posto la consapevolezza. Amano profondamente i loro figli e vogliono scegliere con cognizione: chiedono studi sui bambini non vaccinati e sulle composizioni stesse dei vaccini. Non vogliono essere messi da parte nel processo decisionale, che rischia di trasformare la politica in dittatura e una legge in un sopruso. Ma ci sono anche persone deliranti e spaventate, al limite della paranoia e del complotto, che sembrano aver confuso i social network con bibbie religiose: parlano di eugenetica o cellule staminali senza avere la minima competenza medica; vaneggiano di feti «con il sistema immunitario a bomba» senza la più piccola idea di quello che stanno dicendo.

L’antropologo
Boni, «genitore di figli non vaccinati che ha tante domande», chiede «più ricerca e trasparenza su studi contrari ai vaccini già eseguiti». «Ci troviamo di fronte ad un sistema che impone una verità presunta con la forza», spiega. «Il risultato è che si incrementa lo scetticismo. Discutiamo dell’obbligo, non della possibilità di vaccinarsi: perché chi vaccina si sente minacciato da chi non vaccina? Per una millantata emergenza. Mentre le emergenze vere in buona parte le sta provocando il nostro modello di vita consumistico che inquina aria, acqua, terra e frutti».

Elvira Scigliano
21 dicembre 2017
mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/12/21/news/fuga-dal-decreto-lorenzinnascono-le-scuole-no-vax-1....
29/01/2018 23:09
 
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Trump pone le basi per vietare le vaccinazioni obbligatorie negli Stati Uniti

Il Presidente Trump ha creato una nuova divisione all'interno del servizio sanitario Health and Human Services Office for Civil Rights, con il preciso scopo di vietare le vaccinazioni obbligatorie in tutto il Paese e garantire ai cittadini il diritto di scegliere la propria assistenza sanitaria. Con l'istituzione, di giovedì, della Conscience and Religious Freedom Division, Trump ha gettato le basi per smantellare ogni singolo mandato sui vaccini in tutto il Paese. È stato deliberato un blocco all'industria farmaceutica (Big Pharma) sulla sanità nazionale. Se pensi che questa nuova divisione presso il Servizio Sanitario e Servizi Sociali non sia una questione importante, è proprio questo il momento di ripensarci. La Conscience and Religious Freedom Division offre a diversi gruppi un ombrello di protezione sotto il quale poter combattere per i propri diritti costituzionali. Cristiani e libertari, così come liberi pensatori e persone di altre fedi religiose, hanno un interesse comune nella lotta contro l'establishment della sanità corrotto da Big Pharma. I media mainstream sono disperati perché non riescono a silenziare e nascondere queste notizie. Non vogliono che tu sappia che il Presidente sta lavorando per garantire ai cittadini americani il diritto di scegliere la propria assistenza sanitaria.

Le aziende farmaceutiche offrono ai media tradizionali grandi percentuali delle loro entrate pubblicitarie. Le grandi case farmaceutiche spendono in realtà molto più sulla pubblicità che sulla ricerca. Stiamo parlando di centinaia di miliardi di dollari (https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2015/02/11/big-pharmaceutical-companies-are-spending-far-more-on-marketing-than-research/?utm_term=.6ef36b32eae9). Per BolenReport (http://bolenreport.com/president-trump-drops-nuclear-bomb-vaccine-mandates/):“Kevin McCarthy (R-California), House Majority Leader, è una delle figure chiave che ha portato a termine questo progetto. Pensi che non sia a conoscenza della draconiana legge sui vaccini obbligatori in California che ha tolto le esenzioni religiose e filosofiche (di coscienza)?”. Questa nuova divisione nell'HHS è un 'fuori campo' per tutti coloro che credono nella libertà e nella salute. In un comunicato stampa diffuso giovedì (https://www.hhs.gov/about/news/2018/01/18/hhs-ocr-announces-new-conscience-and-religious-freedom-division.html) dall'HHS Office for Civil Rights, il Direttore Roger Severino ha dichiarato:"La legge che protegge la libertà religiosa e i diritti di coscienza è solo un insieme di vuote parole sulla carta, se non vengono applicate.

Nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere tra l'aiutare le persone malate e il vivere secondo le proprie convinzioni morali o religiose più profonde, e la nuova divisione contribuirà a garantire che le vittime di discriminazioni illegali trovino giustizia. Per troppo tempo i governi grandi e piccoli hanno trattato le richieste di coscienza con ostilità invece di proteggerle, ma il cambiamento sta arrivando e inizia qui e ora”. In un articolo per TownHall, il leader della maggioranza della Camera Kevin McCarthy è stato molto esplicito:“In passato questo ufficio aveva inviato il messaggio “Questo non è il momento della libertà, è tempo di conformarsi”. Che differenza può fare un anno di tempo” (https://townhall.com/tipsheet/laurettabrown/2018/01/18/members-of-congress-explain-need-for-new-hhs-conscience-and-religious-freedom-division-n2436320). Il dottor Everett Piper della Oklahoma Wesleyan University ha fatto eco a questi commenti, provocando una risata nel gruppo, notando la differenza che ci sarebbe stata nel ringraziare Health and Human Services piuttosto che nel denunciarla. Anche il Segretario di Health and Human Services, Eric Hargan, ha enunciato parole notevoli:"Per troppo tempo, troppi di questi operatori sanitari sono stati vittime di bullismo e discriminazione a causa delle loro convinzioni religiose e convinzioni morali, lasciando molti di loro con una domanda senza risposta: se avrebbero avuto un futuro nel nostro sistema sanitario.

Quando gli americani fedeli vengono fatti fuori dalla pubblica piazza e dal servizio pubblico, quando il fanatismo è autorizzato a prosperare, siamo tutti perdenti" (https://www.westernjournal.com/trumps-hhs-targets-obamas-legacy-with-new-religious-freedom-division/). Il nuovo sito web per la Conscience and Religious Freedom Division ha un comodo portale che incoraggia a presentare, se necessario, una denuncia da parte di chiunque ritenga che i propri diritti religiosi o la propria coscienza siano stati violati. Che dire di tutti quei genitori della California che vivono sotto la legge che obbliga il vaccino infantile? I loro diritti religiosi e di coscienza non vengono violati? Il Presidente Trump ci ha dato uno strumento da usare contro la tirannia. Miei cari fratelli e sorelle, è ora di prendere quest'arma e usarla contro il nostro nemico comune.

Baxter Dmitry
27 gennaio 2018
Fonte: yournewswire.com/trump-ban-mandatory-vaccinations/

sadefenza.blogspot.it/2018/01/trump-pone-le-basi-per-vietare-le....
01/02/2018 00:26
 
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USA - Capo autorità Sanità lascia



WASHINGTON - Brenda Fitzgerald, Direttrice dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, si è dimessa. Lo rende noto Politico, che ieri aveva rivelato che la dirigente ha acquistato alcune partecipazioni azionarie in società dei settori del tabacco, del cibo e dei medicinali, sollevando l'interrogativo di possibili conflitti di interesse. I 'Centers for Disease Control and Prevention' (CDC), sono un importantissimo organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti.

31 gennaio 2018
www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/01/31/usa-capo-autorita-sanita-lascia_d2fcc4bd-41f6-4213-b39e-d11222560...

Nota Wheaton80: Brenda Fitzgerald aveva posizioni vacciniste e Trump era stato criticato per la sua nomina, accusato di non aver mantenuto le promesse elettorali. Non è un caso che la Fitzgerald lasci proprio ora che Trump è riuscito a creare le basi per vietare l'obbligo dei vaccini
[Modificato da wheaton80 01/02/2018 00:29]
17/02/2018 00:59
 
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Commissione inchiesta sull’uranio, il caso dei vaccini ai militari:“Manca analisi pre vaccinale e le linee guida sono disattese”

Il lavoro della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito non si è limitato a scandagliare missioni all’estero e poligoni militari parlando di “negazionismo” dei vertici e di “criticità sconvolgenti”, conclusioni contestate dallo Stato Maggiore. Diverse segnalazioni nei giorni successivi all’approvazione della relazione hanno sottolineato a Ilfattoquotidiano.it un altro aspetto affrontato dai commissari, quello relativo alla sorveglianza sanitaria e alla profilassi vaccinale sul personale dell’amministrazione della Difesa.

Le raccomandazioni
Deputati e senatori hanno dedicato un capitolo di circa 40 pagine agli “Effetti delle modalità di somministrazione dei vaccini sui miliari”. La Commissione, spiegando che la scelta dei vaccini da somministrare ai militari e le modalità di somministrazione sono regolate con decreto ministeriale del 2003 e sottolineando che reazioni avverse differiscono tra adulti e bambini, spiega che “l’adozione di pratiche come le vaccinazioni multiple compresse può rappresentare, di per sé, un rischio per la salute” perché “la quantità cumulativa dei vari componenti dei vaccini eccede il limite permesso per l’autorizzazione all’immissione in commercio del singolo vaccino”, “le ipersensibilità indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità delle analisi pre vaccinali” e “le reazioni avverse indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità di una valutazione dei rischi personalizzata sulla profilassi vaccinale e la necessità di un monitoraggio periodico a lungo termine su ogni singolo vaccinato”.

“Non a somministrazioni contemporanee”

E per questo, si legge, la Commissione “conferma ancora una volta le conclusioni già evidenziate dal progetto Signum” per quanto riguarda “la necessità di non somministrare contemporaneamente più di cinque vaccini monovalenti monodose sui militari”, perché questa modalità “appare la più corretta per evitare l’insorgere di reazioni avverse”. Che in alcuni casi si erano verificate “con l’instaurarsi di patologie autoimmuni o neoplastiche, sopravvenute in una parte di popolazione militare non sottoposta a fattori di rischio diversi da quelli vaccinali”. Per questo viene raccomandata l’applicazione della nuova normativa e la “rigorosa verifica” che ciò accada, anche e soprattutto con “riferimento al personale militare da impegnare in missioni all’estero”. Anche perché dalle testimonianze, ricordano i commissari, “si sono tratti significativi elementi a conferma che non sempre sia stata richiesta, analizzata o comunque approfondita, da parte del medico vaccinatore, l’analisi pre vaccinale del militare sottoposto”. Ed è inoltre emerso “con preoccupante ricorrenza” che “alcuni medici vaccinatori non si attengono nel somministrare i vaccini alle norme di precauzione indicate dalle linee guida” imposte dopo il decreto ministeriale del 2003.

Le carenze/1, i dati dell’AIFA

I commissari sottolineano poi come per approfondire il proprio lavoro avessero richiesto all’AIFA una corposa documentazione nella primavera 2016 per “verificare se dalla profilassi vaccinale militare, potessero configurarsi pericoli per la salute”. La richiesta verteva attorno alle “specifiche tecniche, gli studi di sicurezza e la composizione dei vaccini, comprensivi degli elementi sotto soglia”. I dati sono giunti nel novembre 2017 e la “documentazione appare incompleta, sotto diversi aspetti”.

Le carenze/2, lo studio sull’impatto genotossico
La Comissione ha proseguito anche la seconda fase del progetto Signum, che prevede l’osservazione longitudinale della coorte di militari in esame per almeno dieci anni, con controlli eseguiti a cadenza annuale, finalizzati a valutare l’esposizione a genotossici ambientali e l’eventuale presenza di marcatori di un danno a carico del DNA. Nell’ambito del progetto, sottolinea la relazione, “sono stati reclutati in tutte le Forze Armate solo 981 militari“, due terzi dei quali dell’Esercito. “Alla luce di questi dati la Commissione ha dovuto riscontrare l’impossibilità di giungere a conclusioni precise a causa della loro insufficienza”, si legge nella relazione, anche perché “mancavano inoltre tutti i dati relativi ai soggetti congedati e i dati anagrafici dei militari della coorte di studio, nonché i dati sulle vaccinazioni multiple per ogni militare e i relativi effetti sul DNA per ogni singolo militare malato”.

Andrea Tundo
16 febbraio 2018
www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/16/commissione-inchiesta-sulluranio-il-caso-dei-vaccini-ai-militari-manca-analisi-pre-vaccinale-e-le-linee-guida-sono-disattese/...
21/02/2018 22:17
 
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E’ finalmente arrivato il momento di valutare lo stato di salute dei bambini non vaccinati

Per valutare gli effetti a medio e lungo termine dei programmi vaccinali occorre studiare lo stato di salute dei bambini non sottoposti a vaccinazioni. E’ difficile, per vari motivi, sia deontologici che organizzativi. Uno dei ricercatori più attivi è Anthony Mawson, professore del Department of Epidemiology and Biostatistics alla Jackson State University, autore di uno studio pubblicato, poi ritirato e nuovamente pubblicato sul Journal of Translational Science, una piattaforma che, rispettando gli scopi della medicina traslazionale, accoglie e integra studi ed esperienze mediche e scientifiche di varia origine al fine di migliorare la prognosi e le terapie del paziente. Co-autori di questo studio sono Azad Bhuiyan e Binu Jacob, della stessa Università di Mawson, e Brian D. Ray, Direttore del National Home Education Research Institute della città di Salem. Gli scienziati hanno arruolato 666 alunni delle home-schools di età compresa tra i sei e i dodici anni d’età, provenienti da quattro Stati americani: Florida, Mississippi, Oregon e Louisiana. Di questi, 261, cioè il 39%, erano completamente privi di vaccini e gli altri 405 erano totalmente o parzialmente vaccinati. Ricordo che il piano vaccinale statunitense prevede, entro i 5 anni d’età, 35 vaccini ed è non troppo dissimile da quello attualmente in uso in Italia. Così si legge nell’Abstract dello studio:“Ancora non si hanno dati certi sugli effetti sulla salute a lungo termine determinati dai vaccini… Questo studio si propone di:

1) Mettere a confronto lo stato di salute di bambini vaccinati e bambini non vaccinati
2) Determinare se esista una correlazione tra vaccini e disturbi del neurosviluppo (NDD)

E’ stato chiesto ai genitori di rispondere online a un questionario anonimo e di dare informazioni sull’andamento della gestazione, sul parto, sulle vaccinazioni praticate, sulle malattie diagnosticate e curate… Un’attenzione particolare è stata rivolta nel raccogliere informazioni sulla presenza di disturbi del neurosviluppo, e nello specifico, su diagnosi accertate di difficoltà di apprendimento, di Disordine di Iperattività e Deficit di Attenzione e Disordine dello Spettro Autistico… I bambini vaccinati hanno avuto minore incidenza di varicella e pertosse rispetto al campione di controllo, ma si sono ammalati di più di polmonite, otiti, allergie e NDD…”. Dopo aver escluso altri eventuali fattori scatenanti, la conclusione dello studio è che i bambini vaccinati hanno manifestato una maggiore incidenza di allergia e di NDD. Questi in dettaglio i risultati dello studio:

“I bambini vaccinati hanno un rischio 3 volte superiore di sviluppare un Disturbo dello Spettro Autistico (OR 4.3)” [1]

“I bambini vaccinati hanno un rischio 30 volte superiore di sviluppare rinite allergica rispetto ai bambini non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio 22 volte superiore di ricevere terapie farmacologiche per un qualsiasi disturbo allergico, rispetto ai non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio 4 volte superiore di ricevere una diagnosi di disturbo dell’apprendimento (OR 5.2), rispetto ai non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio superiore al 300% di ricevere una diagnosi di ADHD rispetto ai non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio superiore al 340% di contrarre una polmonite rispetto ai non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio superiore al 300% di ammalarsi di otite rispetto ai non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio superiore al 700% di subire un intervento di drenaggio trans-timpanico rispetto ai non vaccinati”

“I bambini vaccinati hanno un rischio di due volte e mezzo superiore di ammalarsi di una malattia cronica”

I bambini dello studio, vaccinati e non vaccinati, si ammalano, come normalmente accade ai bambini. Non sorprende che tra i bambini vaccinati ci siano meno casi di varicella, pertosse o rosolia, malattie normalmente coperte dai vaccini pediatrici. Quello che invece sorprende è che, in entrambi i gruppi, si abbia la stessa incidenza di morbillo, parotite, epatite A e B, influenza, rotavirus e meningite (sia virale sia batterica), cioè anche i bambini vaccinati non sono protetti dalle malattie per cui sono stati vaccinati. Cadrebbe così uno dei dogmi della “religione dei vaccini”, cioè quello della loro efficacia sempre e comunque e della loro capacità, sempre e comunque, di produrre anticorpi specifici. Un dato ulteriore è che, nonostante dal 2000 sia stato introdotto il vaccino anti-pneumococco [2], inizialmente rivolto contro sette ceppi, diventati tredici dal 2010, l’incidenza di polmonite nei bambini vaccinati è 340% superiore rispetto al gruppo dei non vaccinati. Nello studio, l’aspetto più interessante è l’incidenza di disturbi dello spettro autistico quattro volte superiore nei bambini vaccinati rispetto ai non vaccinati (OR 4.1). Sappiamo che negli ultimi anni questa malattia ha avuto una crescita esponenziale passando da 1 bambino su 10.000 degli anni Ottanta ad un bambino su 68 di oggi. La “scienza ufficiale” nega l’esistenza di un legame tra vaccini e autismo, rigettando le tesi dell’inglese Wakefield, ma non dà, al contempo, nessuna risposta certa. I CDC ammettono di non conoscerne le cause e le nostre linee guida parlano di un generico danno biologico senza tentare nessuna ipotesi eziologica e questo nonostante il recente scandalo che ha visto protagonista Thompson, colpevole di aver taciuto dati epidemiologici importanti sulla correlazione tra vaccino MPR e autismo. Si nega qualsiasi legame tra vaccini e autismo, ma nel frattempo aumentano le sentenze dei tribunali che appurano questo legame, ricoscendo un risarcimento ai bambini danneggiati.

D’altra parte, nella letteratura medica si è accertato che più di un tipo di vaccino è correlato all’Encefalite Acuta Disseminata [3], che procura aree di demielinizzazione cerebrale, visibili con la risonanza e suscettibili di evolvere in Sclerosi Multipla. Altri esempi di danni del sistema nervoso procurati dai vaccini sono la sindrome di Guillain-Barré e la Narcolessia. Nello studio di Mawson e collaboratori, l’incidenza di ADHD è maggiore di quattro volte (OR 4.3) tra i bambini vaccinati rispetto ai bambini non vaccinati, l’incidenza di disturbi dell’apprendimento è maggiore di cinque volte (OR 5.2) e nel complesso, i casi di NDD, cioè un’alterazione della crescita e dello sviluppo del cervello e del sistema nervoso associata ad una diagnosi di ADHD, disturbi dell’apprendimento o autismo, è maggiore di tre volte tra i bambini vaccinati rispetto alla popolazione non vaccinata (OR 3.67). I meccanismi attraverso i quali possono verificarsi danni al sistema nervoso sono vari, ma tra i maggiori indiziati ci sono i metalli pesanti quali il mercurio e l’alluminio, entrambi difficilmente eliminabili dall’organismo e tendenti ad accumularsi nel tessuto nervoso, nel tessuto linfatico e nella milza. Recentemente, in questo sito è stato pubblicato un articolo che indagava sugli effetti dell’alluminio [4] e la sua correlazione con patologie come la Sindrome di Affaticamento Cronico o la Miofascite Macrofagica. La farmacocinetica degli adiuvanti dei vaccini non è studiata, però si afferma, a livello ufficiale, che le quantità di alluminio contenute nei vaccini sono minime e al di sotto della dose tossica assunte per bocca, dimenticando che con la vaccinazione l’alluminio è iniettato nel muscolo, impedendo alle barriere protettive del tratto gastro-intestinale di riconoscerlo ed eliminarlo, cosa che accadrebbe se fosse assunto per via orale. Altri ingredienti “misteriosi” dei vaccini sono frammenti di DNA di cellule di feti abortiti e di DNA animale, retrovirus ed altri contaminanti i cui effetti sulla salute sono stati poco, o per nulla, indagati. Nello studio, come parametro della salute dei gruppi di popolazione a confronto, è stata scelta l’incidenza delle infezioni dell’orecchio medio. La popolazione vaccinata ha un’incidenza maggiore di quattro volte rispetto alla popolazione non vaccinata e richiede, con una frequenza superiore al 700%, un intervento chirurgico di drenaggio trans-timpanico. Una maggiore incidenza di queste infezioni comporta uso di antibiotici e cortisone, oltre al ricorso alla chirurgia.

Di conseguenza, è un problema molto rilevante anche in termini di spesa sanitaria, e i nostri politici, tanto impegnati nel contenere la spesa pubblica, dovrebbero prenderlo in considerazione. Gli autori dello studio hanno esaminato i database dei VAERS [5], che sono gli omologhi americani del nostro sistema di farmacovigilanza: secondo questi database, negli anni tra il 1990 e il 2011, 438.573 bambini sotto l’anno di età, a distanza di una settimana dal vaccino, avevano sviluppato un’otite “spesso con febbre ed altri segni d’infiammazione e sintomi di interessamento neurologico”. E se l’osservazione, invece che limitarsi ad una settimana, si estendesse a tempi più lunghi? Mawson e gli altri autori dello studio, per spiegare il meccanismo eziologico e la correlazione tra vaccini e otiti, citano uno studio del 2006 [6], secondo il quale nelle mucose della rinofaringe dei bambini vaccinati con il vaccino anti-pneumococco aumenta la presenza di un batterio, la Morexella Catarrhalis, che è strettamente correlato ad un maggiore rischio di otite. Ma i danni indotti dal vaccino non si limitano a questo. L’otite impone, per chi pratica la medicina convenzionale, cicli ripetuti di antibiotici a largo spettro con le inevitabili conseguenze dannose sul microbioma. La scienza ancora non conosce bene la composizione di un microbioma sano ma sa per certo che una sua compromissione spiega malattie come la Sindrome del Colon Irritabile, l’Obesità, il Diabete, la Sclerosi Multipla ed anche disturbi come la Depressione, la Schizofrenia e l’Autismo. L’idea che anche le malattie “psichiatriche” siano il prodotto di una compromissione di tutto l’organismo e non effetto del solo disordine mentale e che un ruolo primario sia svolto dall’intestino, è antica. William Arbuthnot Lane ha esplorato le connessioni tra alimentazione, intestino e malattie croniche. Gli autori dello studio citano anche uno studio del 2011, pubblicato sul Lancet [7] da ricercatori danesi, in cui si dimostra che il vaccino anti-pneumococco ha effetti dannosi sul microbioma. Infine, lo studio dimostra che i bambini vaccinati hanno un rischio trenta volta superiore, rispetto ai bambini non vaccinati, di ammalarsi di rinite allergica (OR 30.1), ed anche di allergie in generale (OR 3.9) e di eczema (OR 3.1). Sembra che negli Stati Uniti, nel 2012, la rinite allergica affligga più di sei milioni e mezzo di bambini e che quasi sempre si associ all’asma. Circa tre milioni sono i bambini che manifestano un’allergia alimentare. Anche i numeri per le allergie crescono e non solo negli Stati Uniti.

In Italia, in un articolo leggiamo:“In Italia, nel 2002, si è stimata una prevalenza dell’asma del 9% e del 10% in bambini di 6-7 anni e di 13- 14 anni, equivalente a 2-3 bambini/adolescenti che soffrono di questa patologia presenti in una classe… le due indagini epidemiologiche del 1995 e del 2002 riportano un trend in aumento di +5.2% (da 13.8% a 18.9%) e di +4.1% (da 31.6% a 35.1%), rispettivamente nei bambini 6-7 anni e negli adolescenti di 13-14 anni…”. Anche questi disturbi richiedono terapie farmacologiche, che pesano sulle tasche del contribuente e minano la salute dei nostri figli. Anche in questo caso, la scienza non sa spiegare i motivi dell’incremento di questa epidemia di allergia. Alcuni studiosi hanno trovato una correlazione tra allergie e gli adiuvanti di alluminio dei vaccini. Infatti, un sistema usato dai ricercatori per riprodurre l’allergia e l’asma negli animali e poter disporre di modelli animali per studiare queste patologie, è iniettare idrossido di alluminio coniugato con la Bordetella Pertussis, cioè l’agente patogeno della pertosse, ed esporre l’animale da esperimento a un antigene per via orale, come noci o soia. Questo sistema è descritto in uno studio del 2014 [8]. Va notato che questa combinazione tra l’agente patogeno della pertosse e l’idrossido di alluminio è presente anche nel vaccino esavalente, correntemente somministrato nel bambino sotto l’anno di vita [9]. Altri studi descrivono come riprodurre modelli animali di asma somministrando idrossido di alluminio coniugato a proteine dell’uovo, che a loro volta, sono ingredienti presenti nei vaccini. Non stride il fatto che le sostanze usate per riprodurre modelli animali di asma o altre malattie allergiche, sono le stesse sostanze che sono iniettate nei bambini mediante i vaccini? A conclusione di questo studio, Mawson e i suoi collaboratori invitano ad “approfondire le basi biologiche di questi dati inattesi e documentati nella popolazione vaccinata, al fine di assicurare politiche sanitarie più sicure”. Questo è anche il mio augurio. Vorrei che il mondo accademico, invece di pronunciare dogmi indiscutibili, riconquistasse un atteggiamento “scientifico” e approfondisse questi temi scottanti. Perché il ricercatore e lo scienziato onesti non possono accontentarsi di “veline” o “slide” predigerite, senza fare domande. Chiudo con un pensiero del filosofo Karl Popper:“Una teoria che non può venire confutata da nessun evento concepibile non è scientifica. L’inconfutabilità di una teoria non è (come spesso si ritiene) una virtù, bensì un vizio”.

Fonte: www.oatext.com/Pilot-comparative-study-on-the-health-of-vaccinated-and-unvaccinated-6-to-12-year-old-U-S-chil...

[1] OR o Odds Ratio è, in epidemiologia, la misura dell’associazione di tra due fattori, per esempio tra un fattore di rischio e una malattia. Il calcolo dell’odds ratio prevede il confronto tra le frequenze di comparsa della malattia rispettivamente nei soggetti esposti e in quelli non esposti al fattore di rischio in studio, in questo caso il vaccino. E’ utilizzata negli studi retrospettivi (caso-controllo)

[2] Il nome commerciale del vaccino anti-pneumococco è Prevenar

[3] Acute disseminated encephalomyelitis, silvia Tenembaum, MD, Tanuja Chitnis, MD, Jayne Ness, MD, PhD, Jin S. Hahn, MD for the International Pediatric MS Study Group*

[4] “Riflessioni sulla sicurezza dell’Alluminio come adiuvante nei vaccini”

[5] VAERS: Vaccine Adverse Reporting System

[6] Pediatrics. 2006 May;117(5):1823-9. Effect of pneumococcal conjugate vaccine on nasopharyngeal bacterial colonization during acute otitis media. Revai K1, McCormick DP, Patel J, Grady JJ, Saeed K, Chonmaitree T.

[7] Lancet. 2011 Dec 3;378(9807):1962-73. doi: 10.1016/S0140-6736(10)62225-8. Epub 2011 Apr 12. Serotype replacement in disease after pneumococcal vaccination. Weinberger DM1, Malley R, Lipsitch M.

[8] International Archives of Allergy and Immunology: Development of an Animal Model to Evaluate the Allergenicity of Food Allergens Ahrens B.a Quarcoo D.a, c Buhner S.b, d Reese G.f Vieths S.f Hamelmann E.

[9] Infanrix Hexa ha tra i suoi costituenti Antigeni della Bordetella pertussis adsorbito su alluminio idrossido, idrato (Al(OH)3) (http://www.ema.europa.eu)

19 giugno 2017
www.assis.it/finalmente-arrivato-momento-valutare-lo-salute-dei-bambini-non-va...
[Modificato da wheaton80 21/02/2018 22:19]
25/04/2018 05:11
 
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Vaccini - Due scienziati indiani scoprono le carte truccate di Glaxo

Il colosso farmaceutico britannico e numero uno dei vaccini a livello mondiale, GlaxoSmithKline, trucca le carte. Alcuni ricercatori indiani, infatti, hanno scoperto che un recente rapporto inviato all’EMA, l’Agenzia Europea per il Farmaco, contiene dati incompleti e fuorvianti: quindi tali da non fornire un attendibile profilo circa la sicurezza di un vaccino, Infanrix Hexa. In sostanza, secondo quanto ricostruito, sono stati taroccati i numeri sui decessi post vaccino. Un fatto, se confermato, di eccezionale gravità. Vediamo cosa è successo. Si tratta di un prodotto-combinazione di svariati vaccini: vale a dire contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, polio e influenza di tipo B. GSK, ovvero GlaxoSmithKline, lo ha immesso sul mercato nel 2005, lo stesso anno in cui è entrato nel circuito commerciale un altro prodotto simile, Hexavax, realizzato da Sanofi Pasteur, la casa ‘rivale’ sul fronte dei vaccini: ebbene, nel 2005 Sanofi ha dovuto ritirarlo perchè alcune verifiche successive hanno dimostrato un aumento nelle morti di bimbi a 48 ore dall’assunzione. Cosa succede ora per Infanrix? Qualcosa di simile, solo che fino ad oggi tutto è rimasto ben nascosto.

Quei ricercatori ficcanaso

Fino al momento in cui due ricercatori indiani, Jacob Pulijel e Christina Sathyamala, hanno scoperto delle anomalie in un rapporto trasmesso dalla casa produttrice, GSK, ad EMA, l’Agenzia per mesi al centro delle polemiche per la sede trasferita da Londra (dove tra l’altro c’è il quartier generale di GSK) ad Amsterdam, mentre Milano è rimasta clamorosamente esclusa. In particolare i due scienziati hanno passato ai raggi X il rapporto periodico sulla sicurezza, il cosiddetto PSUR, contenente dati sul vaccino prodotto da Glaxo, aggiornati a tutto il 2015. Si tratta di un report “riservato”, che per fortuna i due sono riusciti ad ottenere grazie alla legge sull’informazione che vige in India (certo più avanzata di quella esistente oggi in Italia, a botte di querele penali e citazioni civili milionarie). Ecco cosa denuncia Corvelva, il coordinamente veneto per la libertà delle vaccinazioni:“I medici hanno scoperto che l’ultimo rapporto presentato da GSK nel 2015 ha cancellato i decessi riportati dalla stessa GSK in precedenza (il sedicesimo rapporto del 2012)”. Uno degli autori del rapporto farlocco, tra l’altro, ha ammesso di “aver omesso informazioni statisticamente significative: cioè che i maschi afroamericani a cui era stato somministrato il vaccino prima di 36 mesi, erano a maggiore rischio di autismo”. Tutta l’equipe al servizio di Glaxo, quindi, ha trovato prove sull’incremento del rischio, ma ha pensato bene di eliminare i dati di “un elevato numero di bimbi di colore”.

Numeri taroccati

Sono stati poi presentati i dati finali (taroccati) secondo cui “non vi era un aumento del rischio di autismo”. Un vero e propro gioco delle tre carte: sulla pelle dei bambini di mezzo mondo, tanto è ampio il mercato internazionale di uno dei pezzi da novanta di Big Pharma, GSK appunto. Puntualizza Corvelva:“Se queste morti non fossero state cancellate, il numero dei decessi dopo la vaccinazione sarebbe stato significativamente superiore. Il produttore, GSK, avrebbe dovuto ammettere davanti all’EMA che quel vaccino era la causa di tali morti in eccesso”. Pulijel e Sathyamala sostengono poi che la casa produttrice del vaccino “deve spiegare le cifre che ha presentato alle autorità regolatorie. Fino ad ora ha sostenuto che le morti riportate dopo il vaccino sono ‘coincidenti’ e che avrebbero avuto luogo anche se non ci fossero state le vaccinazioni”. I due ricercatori sottolineano che la loro analisi ha dimostrato e portato alla luce un dato clamoroso e drammatico: ben l’83 per cento delle morti prese in esame è avvenuto immediatamente dopo la vaccinazione, cioè nei primi 10 giorni. E solo il 17 per cento si è verificato nei successivi 10 giorni. Quindi, “se si fosse trattato di morti ‘coincidenti’, non si sarebbero tutte raggruppate subito dopo la vaccinazione, ma sarebbero state distribuite uniformemente nel periodo di 20 giorni”. Durissimo un altro commento degli scienziati indiani. “Qualsiasi argomento”, precisano, “secondo cui le morti improvvise dopo la vaccinazione sono compensate dalle vite salvate dal vaccino, non è accettabile: allo stesso modo in cui sarebbe considerato illecito uccidere una persona per usare i suoi organi per salvare altre 5 persone”. Non è finita. Il j’accuse va avanti:“Celare le morti dopo le vaccinazioni può impedire o ritardare le valutazioni dei profili di sicurezza e ciò può portare a decessi inutili e difficilmente giustificabili sotto il profilo etico”.

Glaxo pigliatutto

E mettono in guardia anche le autorità indiane circa l’importazione di vaccini dagli USA e dall’Europa, chiedendo il massimo rigore da parte del “Drug Controller General of India” e una revisione dell’attuale politica di approvazione autorizzativa all’import. D’altro canto l’India è all’avanguardia sul fronte della produzione pubblica di vaccini, con il Serum Institute of India. Va ricordato che ad inizio anni ’80 anche l’Italia poteva contare su un grosso polo nazionale di produzione: la vecchia e prestigiosa Sclavo, passata a inizio anni ’80 all’ENI e da questa smistata alla sua divisione chimico-farmaceutica, ANIC. A fine anni ’80, poi, ENI passò il suo gioiello Sclavo al gruppo Marcucci, già oligopolista degli emoderivati e all’epoca sotto la protettiva ala di Sua Sanità Francesco De Lorenzo. Ma chi ha poi fatto un sol boccone di Sclavo?GlaxoSmithKline, of course: nel momento in cui il gruppo Marcucci ha deciso di tuffarsi a capofitto nei mari ‘rossi’ e miliardari. Veleggiando a bordo della sua corazzata Kedrion, che qualche anno fa ha celebrato l’ingresso nel suo azionariato (ben il 25 per cento) della nuova IRI di casa nostra, la Cassa Depositi e Prestiti, che ha ‘investito’ nella lavorazione e nel commercio di sangue ben 100 milioni di euro. Torniamo a bomba. Farà sapere ad EMA (e non solo) i dati reali sul suo vaccino Big Glaxo? Sarà in grado di fornire prove tangibili sui profili di rischio del suo Infanrix Hexa? O dovremo aspettare il prossimo report? E poi. Come mai EMA nel frattempo sta a guardare? Timorosa di disturbare il Manovratore? O troppo impegnata nel trasloco da Londra ad Amsterdam?

Andrea Cinquegrani
18 aprile 2018
www.lavocedellevoci.it/2018/04/18/vaccini-due-scienziati-indiani-scoprono-le-carte-truccate-d...
20/07/2018 02:26
 
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Eventi avversi e vaccini, ora si riconosce la correlazione causale

Il rapporto vaccini appena divulgato da AIFA riporta le segnalazioni ricevute nel 2017, riferite anche alle vaccinazioni eseguite negli anni passati. È un corposo volume di 140 pagine che trovate qui:

www.aifa.gov.it/sites/default/files/Rapp_Vaccini_2017_0.pdf

La novità è che, per la prima volta, è ammessa la responsabilità delle vaccinazioni nel provocare una gran parte di eventi avversi gravi. Non era mai successo prima. Infatti, come potete ascoltare dalle dichiarazioni degli esperti nel video allegato (gentilmente realizzato dall’infettivologo Fabio Franchi) gli eventi avversi non erano mai attribuiti ai vaccini se non in casi molto rari, “perché i vaccini sono sicurissimi”.



I professori interpellati hanno riconosciuto che, raramente, queste punture possono provocare una reazione anafilattica (sorta di manifestazione allergica possibile dopo qualsiasi farmaco e risolvibile con un’iniezione di adrenalina), ma si tratta di “un caso su un milione”, oppure “su due milioni”. Invece no. È AIFA che smentisce i professori. È AIFA che, spulciando le segnalazioni ricevute da medici e cittadini, attribuisce a ciascuna un valore: non grave, grave, correlabile, non correlabile. Non solo. Ci dice anche se l’evento avverso si è risolto o è ancora in via di risoluzione. Su quest’ultimo aspetto però AIFA manca di chiarezza: non è specificata la natura degli eventi avversi “in via di risoluzione”. Nè dei casi “non ancora guariti”, né di quelli classificati come “risoluzione con postumi”. Non si tratta di numeri piccolissimi. Perciò, visto che non si parla di “uno shock anafilattico su un milione” e visto che i neonati affrontano vaccinazioni multiple fin dai 60 giorni di vita, in un Paese senza epidemie e che rispetta le norme igieniche, è legittimo pretendere un chiaro rapporto rischi-benefici.

Premessa

Sono arrivate 6.696 segnalazioni; di queste 4.822 sono insorte nel 2017. L’80% delle segnalazioni è stimato non grave. Del 20% considerato grave (1.307), è attribuibile alle vaccinazioni una percentuale variabile da vaccino a vaccino (dal 52% al 76%). Dei casi gravi, riconducibili ai vaccini nelle percentuali appena dette, (vedi tabella allegata), il 59,4% si è risolto, il 14,5% (190) non è ancora guarito, l’11,6% è in miglioramento (152), del 9,8 % (128) non si sa nulla; il 3,9% (51) si è risolto con postumi. Poi ci sono 10 morti, 8 non correlabili ai vaccini e 2 “indeterminati”. Ma il dettaglio di queste situazioni, che pure interesserebbero alle famiglie, non è chiarito. Quanto possono durare una febbre alta o uno svenimento? Da cosa 190 bambini non sono ancora guariti? E da cosa 152 sono in miglioramento? E come mai non sono stati rintracciati i 128 di cui non si sa nulla? Infine in cosa consistono i postumi per 51 di essi?



Eventi avversi correlati ai vaccini in numeri
Vista la mole di dati, ci concentreremo sui numeri degli eventi avversi correlati ai vaccini tralasciando i vaccini meno usati (antiepatite, febbre gialla, rotavirus):

- Esavalente: su 125 reazioni gravi, 90 sono correlabili
- DTAP (difterite, tetano, pertosse): su 25 reazioni gravi, 12 sono correlabili
- Tetravalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite): su 29 reazioni gravi, 22 sono correlabili
- Pneumococco: su 123 su reazioni gravi, 83 correlabili
- Meningococco C e B: su 295 reazioni gravi, 218 correlabili
- Quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella) e trivalente (senza varicella): su 258 reazioni gravi, 198 correlabili
- Anti papilloma virus: su 13 reazioni gravi, 8 correlabili

Uno su un milione?
Per quanto stimati con difetto, ci sono 631 casi importanti correlabili ai vaccini insorti o inseriti nel 2017. Se la matematica non è un’opinione, e se teniamo buone le dichiarazioni degli esperti (che sono peraltro gli unici legittimati a parlare di vaccini, visto che chi ha espresso dubbi è stato radiato), e cioé che i casi gravi sono “uno su un milione”, significa che in Italia avremmo 631 milioni di bambini! Chiaramente qualcosa non quadra e, vista la facilità dell’operazione matematica, lo comprende chiunque.

Eventi avversi correlati ai vaccini nel dettaglio
La seconda tabella allegata ci spiega quali sono i 12 eventi avversi gravi più frequenti a proposito dei quali è stata stabilita una correlazione. Abbiamo chiesto a Fabio Franchi di analizzarla:“Ė una tabella che lascia perplessi”, dichiara il medico. “Per esempio, il fatto che la febbre oltre i 38° C, di per sé, sia considerata grave o da ospedalizzazione, infatti è un segno presente nell’80% dei vaccinati. Lo stesso per la sonnolenza di per sé, è un dato strano. Una sonnolenza che duri mesi e mesi? E che dire del pianto/irritabilità? L’abbiamo sempre ritenuta una reazione “normale” da vaccino, della durata di poche ore, massimo pochi giorni. Ci si chiede se non ci siano altre e più impegnative patologie correlate a questi casi, non ancora risolti nell’anno successivo alla loro insorgenza…”.



I misteri dei bugiardini
AIFA dichiara di riconoscere alcune correlazioni di eventi avversi perché gli stessi sono citati come possibili nella schede tecniche (bugiardini) dei vaccini. I casi avversi si sarebbero verificati durante gli studi di approvazione. Stupisce perciò che, sia il bugiardino del vaccino antimeningococco B Bexsero sia di quello dell’antipapilloma virus Gardasil, riportino percentuali di eventi avversi gravi pari a 2,1 ogni cento vaccinati:

- gsksource.com/pharma/content/dam/GlaxoSmithKline/US/en/Prescribing_Information/Bexsero/pdf/BEX...

- www.fda.gov/downloads/biologicsbloodvaccines/vaccines/approvedproducts/ucm42...

Ciò che lascia di stucco è che nei vaccini italiani i bugiardini riportino percentuali di eventi avversi gravi assai più basse. Non solo. Leggiamo che in altri Paesi l’antimeningocco B è raccomandato a partire dai 10 anni di età e non a tre mesi come in Italia. Ricapitolando: per ben il 30% dei casi avversi (cioè 392) non vi è stata risoluzione neanche tre mesi dopo la fine del 2017. Di questi 392 una percentuale che va dal 52% al 76%, a seconda del vaccino, è correlata alle vaccinazioni. Di cosa soffrono i bambini che non sono ancora guariti? E come mai i bugiardini dei vaccini cambiano la percentuale di eventi avversi gravi a seconda del Paese? Ci aiuterà il Ministro Giulia Grillo a saperlo?

Gioia Locati
19 luglio 2018
blog.ilgiornale.it/locati/2018/07/19/eventi-avversi-e-vaccini-ora-si-riconosce-la-correlazione-...
27/08/2018 19:12
 
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Scandalo vaccini in Cina:‘Tutto il sistema fornisce dati falsi’

Secondo gli esperti lo scandalo che negli ultimi mesi ha interessato la Changsheng Biotech non è un caso isolato nel sistema sanitario cinese. Per la Drug Administration, che controlla la qualità dei vaccini, l’azienda di Jilin avrebbe falsificato i dati riguardo il vaccino per la DPT (Difterite, pertosse e tetano) somministrato ai bambini di tre mesi. Il programma di vaccinazioni è sponsorizzato dallo Stato. Più di 3mila centri in tutto il Paese forniscono gratis le vaccinazioni base alla popolazione. Tuttavia, le autorità di controllo hanno registrato problemi su tutta la filiera produttiva dei medicinali: dai laboratori ai centri locali che forniscono le vaccinazioni. Per questo motivo non è dato sapere quanto in realtà possa essere grande il problema. Il responsabile di un centro di controllo per le malattie dichiara che i problemi legati alla qualità dei vaccini esistono da diverso tempo e che “tutti all’interno del sistema sanitario lo sanno”. Un altro problema riguarda i fondi. Spiega la fonte:“I fondi del governo sono assegnati dall’ufficio sanitario locale, ma l’ufficio dà solo una piccola somma di denaro. In alcuni casi estremi i membri del personale hanno riempito le fiale dei vaccini con soluzione fisiologica e l’hanno spacciata per anti-rabbia”. La fonte spiega che i centri per i vaccini sono costretti, per fare cassa, a proporre vaccini facoltativi. “Se tutti vengono per i vaccini gratuiti, come può il centro mantenersi senza finanziamenti adeguati?”. Un altro problema è legato ai dati sulla diffusione delle malattie. I numeri spesso vengono modificati per non incorrere in sanzioni delle autorità di controllo.

“Molti farmaci sono conservati nella nostra stazione troppo a lungo e ormai sono scaduti. Non abbiamo fatto nulla per prevenire la malaria e non osiamo riferire i numeri dei malati”. Un'altra fonte legata al mondo delle aziende farmaceutiche riferisce che i produttori spesso falsificano i dati dei test sulle vaccinazioni per ottenere approvazione dello Stato. “Si cambia la data di produzione. Se una serie di prodotti scade, la data di produzione viene modificata in modo che possano essere ancora venduti”. “Nel caso recente della Changsheng Biotech l’azienda ha registrato dati falsati sulle attrezzature e sui parametri tecnici”. Inoltre la società ha usato materiali scaduti e ha condotto esperimenti sui topi senza rispettare le tempistiche. “La società ha emesso ricevute false cambiando la data di acquisto dei topi”. Il Ministero della Salute ha introdotto norme che vietano a tutti i centri di ricerca, a parte i “consorzi di esperti stabiliti dalle autorità cinesi per il controllo delle malattie”, di determinare se una malattia è stata causata dal vaccino. Questa norma rende impossibile a chiunque, tranne le autorità statali, di mettere in discussione la qualità o l’efficacia dei medicinali. I genitori dicono di aver perso fiducia nel sistema sanitario, anche se Pechino cerca di rassicurare il pubblico dicendo che gli scandali sono casi isolati e sono sotto controllo. Joseph Wu, professore di epidemiologia all'Università di Hong Kong, spiega che vaccini inefficaci somministrati a un grande numero di persone aumentano la possibilità di creare un focolaio. Questo vale in particolar modo per le malattie infettive ad altro rischio di trasmissione come il morbillo.

30/07/2018
www.asianews.it/notizie-it/Scandalo-vaccini-in-Cina:-%E2%80%98Tutto-il-sistema-fornisce-dati-falsi%E2%80%99-44...
27/08/2018 19:15
 
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Scandalo vaccini: genitori fuggono ad Hong Kong per curare i loro bambini

Cresce la preoccupazione tra i genitori con bambini piccoli in seguito allo scandalo sulla vendita di vaccini inefficaci. Molti temono le possibili ripercussioni sulla salute dei figli e decidono di andare a Hong Kong o addirittura in Giappone per avere cure mediche e vaccinazioni “sicure”. La Hong Kong University ha aperto poco al di là del confine, a Shenzhen, un ospedale dove i medici vanno a curare i pazienti cinesi. “Da diverso tempo i cinesi dalla mainland vengono a Hong Kong per farsi curare. Anche se è molto costoso tutti ritengono che sia ‘più sicuro’. Anche le persone ricche, che pure possono accedere a una sanità buona in Cina, decidono di venire a farsi curare a Hong Kong”, afferma un membro del personale medico della ex colonia britannica. “C’è molto via vai per quanto riguarda la medicina”. Continua, intanto, il giro di vite verso i responsabili dello scandalo. Le autorità hanno licenziato o sanzionato 51 persone tra politici, alti funzionari provinciali e arrestato 18 membri della Changsheng Biotech, la società produttrice dei vaccini al centro dello scandalo, che ha fornito dati falsi e distribuito circa 500mila dosi difettose per la difterite, pertosse e tetano (DPT).

Quattro alti funzionari del Ministero della Sanità sono stati dimessi. La commissione speciale creata dal governo per svolgere le indagini ha congelato i guadagni della Changsheng Biotech. Il Comitato permanente del Politburo ha imposto le dimissioni del vice-governatore di Jilin, Jin Yuhui, supervisore della regolamentazione dei farmaci nella provincia da aprile dello scorso anno. Sono stati licenziati anche: Li Jinxiu, vice presidente della Conferenza consultiva politica del popolo di Jilin e un ex capo provinciale dell’ufficio per il cibo e le medicine; il sindaco di Changchun, Liu Changlong; Bi Jingquan, segretario di Partito e vicedirettore dell'Amministrazione Statale per la regolamentazione del mercato a Pechino. La commissione ha chiesto a Jiang Zhiying, alto funzionario del Partito di Jilin, e Jiao Hong, direttore del regolatore nazionale delle medicine della Cina, di fare una “accurata auto-ispezione”, e ha imposto sanzioni a 35 altri funzionari non identificati.

Nel frattempo, la National Supervisory Commission, l’agenzia anticorruzione, ha avviato un'indagine ufficiale su Wu Zhen, ex vicedirettore della Food and Drug Administration cinese che era anche responsabile della registrazione e della gestione dei farmaci. Il comitato permanente del Politburo ha richiesto severe pene per i trasgressori e ha introdotto nuove misure per rafforzare la supervisione sulla produzione di vaccini. A conclusione delle indagini preliminari la polizia ha annunciato ieri che le 18 persone della Changsheng arrestate, tra cui la presidente Gao Junfang, verranno incriminate. Le indagini hanno rilevato che la società ha prodotto 499.800 dosi di vaccini DPT inefficaci che venivano somministrati a centinaia di migliaia di bambini, alcuni di appena tre mesi. I lotti sono stati venduti nella provincia costiera di Shandong e in parte minore anche nella provincia sud-orientale di Anhui.

17/08/2018
www.asianews.it/notizie-it/Scandalo-vaccini:-genitori-fuggono-ad-Hong-Kong-per-curare-i-loro-bambini-44...
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