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Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
21/03/2008 12:23
 
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VENERDÌ SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Is 52, 13 - 53, 12; Sal 30; Eb 4, 14-16; 5, 7-9; Gv 18, 1 - 19, 42


Cristo vero Agnello Pasquale

Oggi la comunità cristiana non celebra l’Eucaristia perché il clima di festa non si addice all’evento che riempie il suo ricordo e motiva il suo digiuno (cf Mc 2,19-20): la morte del suo Signore e Sposo. L’azione liturgica è dominata dalla croce; manifestazione luminosa dell’amore divino spinto alla follia, la croce lascia spazio solo al silenzio e alla contemplazione.

« Per le sue piaghe siamo stati guariti »
I profeti (cf prima lettura) descrivono il Servo del Signore nel momento in cui attua la missione di liberare il popolo dai peccati: come agnello innocente, carico dei delitti del suo popolo, si lascia condurre in silenzio al macello. E proprio dalla sua morte liberamente accettata sgorga la giustificazione «per i molti».
Le scelte di Dio sono sconcertanti: l’onnipotenza rinuncia ad imporsi con la forza e diventa impotenza. Ma il fallimento e la sconfitta, frutto della dedizione a Dio e agli uomini, sono vissuti da Gesù con incrollabile fiducia nella paternità di Dio.
Gesù muore nel momento in cui nel tempio si immolano gli agnelli destinati alla celebrazione della Pasqua: la sua è un’immolazione «reale», un sacrificio compiuto una volta per tutte, perché la vittima «spirituale» ha reso inutili le vittime materiali. Dal suo fianco trafitto sgorga il sangue da cui sono misteriosamente segnati gli appartenenti al nuovo popolo, quelli che Dio salva (cf Es 12,7.13). Cristo crocifisso è dunque il «vero Agnello pasquale», è lui la «nostra Pasqua» immolata (cf I Cor 5,7). «Vero» perché è la realtà di ciò che i sacrifici antichi esprimevano: l’alleanza con Dio e l’inserimento nel suo progetto di salvezza.

Una morte per la vita
La passione di Gesù è veramente una «passione gloriosa» perché il Padre ha già dato la sua risposta che trasforma la sconfitta in vittoria e il luogo dell’infamia in centro di attrazione universale: «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me!» (Gv 12,32). Nella carne dell’Agnello immolato «tutto è compiuto» (Gv 19,30), si attua la salvezza voluta dai Padre, quella di riunire in unità i figli di Dio dispersi dal peccato (cf Gv 11,52); attraverso il sangue dell’Agnello pasquale Dio riconcilia a sé l’umanità ed essa può entrare (cf Eb 4,16: seconda lettura) in comunione vitale con Dio; nella morte di Cristo lo Spirito è riconsegnato al Padre perché lo effonda sugli uomini, come sorgente di vita nuova.
La croce diventa così il cuore del mondo. Da essa si è innalzata al Padre la preghiera di Cristo per la salvezza di tutti. Unita al gesto sacerdotale dei suo Signore la Chiesa eleva la grande intercessione: tutto è radunato sotto la croce, perché solo in questo mistero di morte e di risurrezione possono trovare soluzione i problemi e i drammi che coinvolgono la storia della Chiesa e dell’umanità. Tra le molteplici invocazioni emerge la supplica per l’unità dei cristiani. La croce svela il dramma della divisione fra le Chiese e diventa implicita accusa di un peccato originato dalla poca fedeltà alla croce e dall’orgoglio. Per ultimi, uniti da una strana coincidenza, sono ricordati gli uomini che governano e i tribolati. Gli uni hanno bisogno di vedere il potere come «servizio che crocifigge», gli altri, perché crocifissi, di riacquistare il posto dovuto nella considerazione di tutti.

« Guarderanno colui che hanno trafitto »
Il rifiuto di un popolo riassume, in un certo senso, il rifiuto, l’ottusità, l’incredulità dell’uomo di ogni tempo, posto di fronte ai valori di verità, di giustizia e di amore che Dio ha rivelato in Gesù. La fede professa che il Giusto « morì per i nostri peccati » (1 Cor 15,3): a motivo dei nostri peccati, del peccato universale di tutta la famiglia umana; ma soprattutto morì a vantaggio di noi, per la remissione dei peccati di tutti: Dio infatti ci ha perdonati e riconciliati a sé per il sangue di Cristo (cf Il catechismo dei giovani, pp. 146.150).
Il gesto dell’adorazione della croce diventa significativa risposta al dono immeritato, e avveramento della parola profetica: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto!» (Zc 12,10; Gv 19,37). Gesto di fede e di amore, riconoscimento della regalità salvifica di Cristo e della speranza nata dalla croce; gesto di penitenza, ma anche di impegno a vivere nell’obbedienza a Dio e a promuovere con tutte le forze la verità e l’amore.
La comunione eucaristica, che conclude l’azione liturgica, rende partecipi della morte gloriosa di Cristo e dei suoi frutti: è inserimento nell’alleanza sigillata nel sangue dell’Agnello; è accoglienza dello Spirito sgorgato dal costato di Cristo e che permette già ora di partecipare alle nozze dell’Agnello, che avranno il loro pieno compimento nella festa dei cielo (cf Ap 19,7-9).






La forza del sangue di Cristo

Dalle « Catechesi » di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Catech. 3,13-19; SC 50,174-177)
Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell'Antico Testamento.
«Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte» (Es 12,5). Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l'uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell'antico simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del tempio di Cristo.
Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, s'avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue.
L'una simbolo del battesimo, l'altro dell'eucaristia. Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. La stessa cosa accadde per l'Agnello: i Giudei sgozzarono la vittima ed io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio.
«E uscì dal fianco sangue ed acqua» (cfr. Gv19,34). Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell'acqua e quel sangue sono simbolo del battesimo e dell'eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito santo per mezzo del battesimo e dell'Eucaristia. E i simboli del battesimo e dell'Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva.
Per questo Mosè, parlando del primo uomo, usa l'espressione: «ossa delle mie ossa, carne della mia carne» (Gn 2,23), per indicarci il costato del Signore. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l'acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l'acqua durante il sonno della sua morte.
Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita. Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato.


VENERDÌ SANTO
Celebrazione della Passione del Signore


In questo giorno e nel giorno seguente, la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l'Eucaristia.

Nelle ore pomeridiane ha luogo la celebrazione della Passione del Signore. Commemoriamo insieme i due aspetti del mistero della croce: la sofferenza che prepara la gioia di Pasqua, l'umiliazione e la vergogna di Gesù da cui sorge la sua glorificazione. Oggi è già Pasqua: Cristo che muore sulla croce «passa» da questo mondo al Padre; dal suo costato sgorga per noi la vita divina: noi «passiamo» dalla morte del peccato alla vita in Dio.

La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.

Non vi è Antifona d'inizio; la solenne azione liturgica comincia con la preghiera silenziosa, in ginocchio, di tutta l'assemblea.

Orazione
Ricòrdati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine, et fámulos tuos ætérna protectióne sanctífica, pro quibus Christus, Fílius tuus, per suum cruórem instítuit paschále mystérium. Qui vivit et regnat in sǽcula sæculórum. R. Amen.


Oppure:
O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell'antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l'immagine dell'uomo terreno, così per l'azione del tuo Spirito, fa' che portiamo l'immagine dell'uomo celeste. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui peccáti véteris hereditáriam mortem, in qua posteritátis genus omne succésserat, Christi Fílii tui, Dómini nostri, passióne solvísti, da, ut confórmes eídem facti, sicut imáginem terréni hóminis natúræ necessitáte portávimus, ita imáginem cæléstis grátiæ sanctificatióne portémus. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


I - LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Is 52, 13 - 53, 12
Egli è stato trafitto per i nostri peccati (quarto canto del Servo del Signore).

Dal libro del profeta Isaia
Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà innalzato, onorato, esaltato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
— tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo —
così si meraviglieranno di lui molte genti;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi,
non splendore per potercene compiacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà la loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha consegnato se stesso alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i peccatori.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.

Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini, l'orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto.

Io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni».
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori.

Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.

Seconda Lettura Eb 4, 14-16; 5, 7-9
Cristo imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Canto al Vangelo Cf Fil 2, 8-9
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte,
alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!





Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

Vangelo Gv 18, 1-19, 42

Indicazioni per la lettura dialogata:
X=Gesù; C=Cronista; D=Discepoli e amici; F=Folla; A=Altri personaggi


Afferrarono Gesù e lo legarono
C In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cedron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: X «Chi cercate?». C Gli risposero: F «Gesù, il Nazareno». C Disse loro Gesù: X «Sono io!». C Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: X «Chi cercate?». C Risposero: F «Gesù, il Nazareno». C Gesù replicò: X «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». C Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: X «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».

Lo condussero prima da Anna
C Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È meglio che un uomo solo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: A «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». C Egli rispose: D «Non lo sono». C Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: X «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». C A queste parole, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: A «Così rispondi al sommo sacerdote?». C Gli rispose Gesù: X «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». C Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.

Non sei anche tu dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: A «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». C Egli lo negò e disse: D «Non lo sono». C Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: A «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». C Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Il mio regno non è di questo mondo
Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: A «Che accusa portate contro quest'uomo?». C Gli risposero: F « Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». C Allora Pilato disse loro: A «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». C Gli risposero i Giudei: F «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». C Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: A «Tu sei il re dei Giudei?». C Gesù rispose: X «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». C Pilato rispose: A «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». C Rispose Gesù: X «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». C Allora Pilato gli disse: A «Dunque tu sei re?». C Rispose Gesù: X «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». C Gli dice Pilato: A «Che cos'è la verità?».
C E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: A «Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». C Allora essi gridarono di nuovo: F «Non costui, ma Barabba!». C Barabba era un brigante.

Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: F «Salve, re dei Giudei!». C E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: A «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa». C Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora.
E Pilato disse loro: A «Ecco l'uomo!». C Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: F «Crocifiggilo, crocifiggilo!». C Disse loro Pilato: A «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa». C Gli risposero i Giudei: F «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». C All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: A «Di dove sei?». C Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: A «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». C Rispose Gesù: X «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».

Via, via, crocifiggilo !
C Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: F «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare». C Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbata. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: A «Ecco il vostro re!». C Ma quelli gridarono: F «Via, via, crocifiggilo!». C Disse loro Pilato: A «Metterò in croce il vostro re?». C Risposero i sommi sacerdoti: F «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare». C Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Lo crocifissero e con lui altri due
Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: F «Non scrivere: Il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». C Rispose Pilato: A «Ciò che ho scritto, ho scritto».

Si son divise tra loro le mie vesti
C I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le su e vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: «Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte». E i soldati fecero proprio così.

Ecco il tuo figlio. Ecco la tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: X «Donna, ecco il tuo figlio!». C Poi disse al discepolo: X «Ecco la tua madre!». C E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Tutto è compiuto !
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: X «Ho sete». C Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: X «Tutto è compiuto!». C E, chinato il capo, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende con gli oli aromatici
Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.


PREGHIERA UNIVERSALE


I. Per la santa Chiesa
Preghiamo, fratelli carissimi, per la santa Chiesa di Dio: il Signore le conceda unità e pace, la protegga su tutta la terra, e doni a noi, in una vita serena e tranquilla, di render gloria a Dio Padre onnipotente.



Dilectíssimi nobis, pro Ecclésia sancta Dei, ut eam Deus et Dóminus noster pacificáre, adunáre et custodíre dignétur toto orbe terrárum, detque nobis, quiétam et tranquíllam vitam degéntibus, glorificáre Deum Patrem omnipoténtem.


Dio onnipotente ed eterno, che hai rivelato in Cristo la tua gloria a tutte le genti, custodisci l'opera della tua misericordia, perché la tua Chiesa, diffusa su tutta la terra, perseveri con saldezza di fede nella confessione del tuo nome. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui glóriam tuam ómnibus in Christo géntibus revelásti: custódi ópera misericórdiæ tuæ, ut Ecclésia tua, toto orbe diffúsa, stábili fide in confessióne tui nóminis persevéret. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


II. Per il papa
Preghiamo il Signore per il nostro santo padre il papa Benedetto XVI: il Signore Dio nostro, che lo ha scelto nell'ordine episcopale, gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa, come guida e pastore del popolo santo di Dio.


Orémus et pro beatíssimo Papa nostro N., ut Deus et Dóminus noster, qui elégit eum in órdine episcopátus, salvum atque incólumem custódiat Ecclésiæ suæ sanctæ, ad regéndum pópulum sanctum Dei.


Dio onnipotente ed eterno, sapienza che reggi l'universo, ascolta la tua famiglia in preghiera, e custodisci con la tua bontà il papa che tu hai scelto per noi, perché il popolo cristiano, da te affidato alla sua guida pastorale, progredisca sempre nella fede. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, cuius iudício univérsa fundántur, réspice propítius ad preces nostras, et eléctum nobis Antístitem tua pietáte consérva, ut christiána plebs, quæ te gubernátur auctóre, sub ipso Pontífice, fídei suæ méritis augeátur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


III. Per tutti gli ordini sacri e per tutti i fedeli
Preghiamo per il nostro vescovo N, per tutti i vescovi presbiteri e i diaconi, per tutti coloro che svolgono un ministero nella Chiesa e per tutto il popolo di Dio.



Orémus et pro Epíscopo nostro N., pro ómnibus Epíscopis, presbyteris, diáconis Ecclésiæ, et univérsa plebe fidélium.


Dio onnipotente ed eterno che con il tuo Spirito guidi e santifichi tutto il corpo della Chiesa, accogli le preghiere che ti rivolgiamo perché secondo il dono della tua grazia tutti i membri della comunità nel loro ordine e grado ti possano fedelmente servire. Per Cristo nostro Signore.

IV. Per i catecumeni
Preghiamo per i [nostri] catecumeni: il Signore, Dio nostro, illumini i loro cuori e apra loro la porta della sua misericordia, perché mediante l'acqua del Battesimo ricevano il perdono di tutti i peccati e siano incorporati in Cristo Gesù, nostro Signore.



Orémus et pro catechúmenis (nostris), ut Deus et Dóminus noster adapériat aures præcordiórum ipsórum ianuámque misericórdiæ, ut, per lavácrum regeneratiónis accépta remissióne ómnium peccatórum, et ipsi inveniántur in Christo Iesu Dómino nostro.


Dio onnipotente ed eterno, che rendi la tua Chiesa sempre feconda di nuovi figli, aumenta nei [nostri] catecumeni l'intelligenza della fede, perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale, siano accolti fra i tuoi figli di adozione. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui Ecclésiam tuam nova semper prole fecúndas, auge fidem et intelléctum catechúmenis (nostris), ut, renáti fonte baptísmatis, adoptiónis tuæ fíliis aggregéntur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


V. Per l'unità dei cristiani
Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo; il Signore Dio nostro conceda loro di vivere la verità e professano e li raduni e li custodisca nell'unica sua Chiesa.



Orémus et pro univérsis frátribus in Christum credéntibus, ut Deus et Dóminus noster eos, veritátem faciéntes, in una Ecclésia sua congregáre et custodíre dignétur.


Dio onnipotente ed eterno, che riunisci i dispersi e li custodisci nell'unità, guarda benigno al gregge del tuo Figlio, perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo formino una sola famiglia nel vincolo dell'amore e della vera fede. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui dispérsa cóngregas et congregáta consérvas, ad gregem Fílii tui placátus inténde, ut, quos unum baptísma sacrávit, eos et fídei iungat intégritas et vínculum sóciet caritátis. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


VI. Per gli ebrei
Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.



Orémus et pro Iudæis, ut, ad quos prius locútus est Dóminus Deus noster, eis tríbuat in sui nóminis amóre et in sui foderis fidelitáte profícere.


Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui promissiónes tuas Abrahæ eiúsque sémini contulísti, Ecclésiæ tuæ preces cleménter exáudi, ut pópulus acquisitiónis prióris ad redemptiónis mereátur plenitúdinem perveníre. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


VII. Per i non cristiani
Preghiamo per coloro che non credono in Cristo perché, illuminati dallo Spirito Santo, possano entrare anch'essi nella via della salvezza.



Orémus et pro iis qui in Christum non credunt, ut, luce Sancti Spíritus illustráti, viam salútis et ipsi váleant introíre.


Dio onnipotente ed eterno, fa' che gli uomini che non conoscono il Cristo possano conoscere la verità camminando alla tua presenza in sincerità di cuore, e a noi tuoi fedeli concedi di entrare profondamente nel tuo mistero di salvezza e di viverlo con una carità sempre più grande tra noi, per dare al mondo una testimonianza credibile del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, fac ut qui Christum non confiténtur, coram te sincéro corde ambulántes, invéniant veritátem, nosque, mútuo proficiéntes semper amóre et ad tuæ vitæ mystérium plénius percipiéndum sollícitos, perfectióres éffice tuæ testes caritátis in mundo. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


VIII. Per coloro che non credono in Dio
preghiamo per coloro che non credono in Dio perché, vivendo con bontà e rettitudine di cuore, giungano alla conoscenza del Dio vero.



Orémus et pro iis qui Deum non agnóscunt, ut, quæ recta sunt sincéro corde sectántes, ad ipsum Deum perveníre mereántur.


Dio onnipotente ed eterno, tu hai messo nel cuore degli uomini una così profonda nostalgia di te, solo quando ti trovano hanno pace: fa' che, al di là di ogni ostacolo, tutti riconoscano i segni della tua bontà e, stimolati dalla testimonianza della nostra vita, abbiano la gioia di credere in te, unico vero Dio e padre di tutti gli uomini. Per Cristo nostro Signore.


Omnípotens sempitérne Deus, qui cunctos hómines condidísti, ut te semper desiderándo quærerent et inveniéndo quiéscerent, præsta, quæsumus, ut inter nóxia quæque obstácula omnes, tuæ signa pietátis et in te credéntium testimónium bonórum óperum percipiéntes, te solum verum Deum nostríque géneris Patrem gáudeant confitéri. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


IX. Per i governanti
Preghiamo per coloro che sono chiamati a governare la comunità civile, perché il Signore Dio nostro illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace.



Orémus et pro ómnibus rempúblicam moderántibus, ut Deus et Dóminus noster mentes et corda eórum secúndum voluntátem suam dírigat ad veram ómnium pacem et libertátem.


Dio onnipotente ed eterno, nelle tue mani sono le speranze degli uomini e i diritti di ogni popolo: assisti con la tua sapienza coloro che ci governano, perché, con il tuo aiuto, promuovano su tutta la terra una pace duratura, il progresso sociale e la libertà religiosa. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, in cuius manu sunt hóminum corda et iura populórum, réspice benígnus ad eos, qui nos in potestáte moderántur, ut ubíque terrárum populórum prospéritas, pacis secúritas et religiónis libértas, te largiénte, consístant. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


X. Per i tribolati
Preghiamo, fratelli carissimi, Dio Padre onnipotente, perché liberi il mondo da ogni disordine: allontani le malattie, scacci la fame, renda libertà ai prigionieri, giustizia agli oppressi, conceda sicurezza a chi viaggia, il ritorno ai lontani da casa, la salute agli ammalati, ai morenti la salvezza eterna.



Orémus, dilectíssimi nobis, Deum Patrem omnipoténtem, ut cunctis mundo purget erróribus, morbos áuferat, famem depéllat, apériat cárceres, víncula solvat, viatóribus securitátem, peregrinántibus réditum, infirmántibus sanitátem atque moriéntibus salútem indúlgeat.


Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, ascolta il grido dell'umanità sofferente, perché tutti si rallegrino di avere ricevuto nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, mæstórum consolátio, laborántium fortitúdo, pervéniant ad te preces de quacúmque tribulatióne clamántium, ut omnes sibi in necessitátibus suis misericórdiam tuam gáudeant affuísse. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


II - ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE


L'ostensione della croce può farsi o dall'altare, oppure partendo dalla porta della chiesa e avanzando verso l'altare. Nel fare l'ostensione della croce, il sacerdote dice o canta:

Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, salvatore del mondo.
Venite, adoriamo.

Il sacerdote, il clero e i fedeli si recano quindi processionalmente all'adorazione della croce, facendo davanti ad essa una genuflessione semplice o un altro segno di venerazione (ad esempio baciando la croce), secondo l'uso del luogo. Nel frattempo si eseguono i seguenti canti o altri adatti. (I canti si fanno a cori alterni, le parti in nero a cori uniti).



Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pepéndit

Vénite, adorémus..

Il sacerdote, il clero e i fedeli si recano quindi processionalmente all'adorazione della croce, facendo davanti ad essa una genuflessione semplice o un altro segno di venerazione (ad esempio baciando la croce), secondo l'uso del luogo. Nel frattempo si eseguono i seguenti canti o altri adatti. (I canti si fanno a cori alterni, le parti in nero a cori uniti).


Adoriamo la tua Croce Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto e abbia misericordia. Sal 66, 2

Adoriamo la tua Croce Signore...



Crucem tuam adorámus, Dómine,

et sanctam resurrectiónem tuam laudámus et glorificámus: ecce enim propter lignum venit gáudium in univérso mundo.



Cf. Ps 66,2

Deus misereátur nostri, et benedícat nobis: illúminet vultum suum super nos, et misereátur nostri.

Crucem tuam...

LAMENTI DEL SIGNORE I

Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Io ti ho guidato fuori dall'Egitto,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.

Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Hágios o Theós. Sanctus Deus.
Hágios ischyrós. Sanctus fortis.
Hágios athánatos, eléison himás. Sanctus immortális, miserére nobis.

Perché ti ho guidato quarant'anni nel deserto,
ti ho sfamato con manna,
ti ho introdotto in paese fecondo,
tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.

Hágios o Theós...

Che altro avrei dovuto fare e non ti ho fatto?
Io ti ho piantato, mia scelta e florida vigna,
ma tu mi sei divenuta aspra e amara:
poiché mi hai spento la sete con aceto
e hai piantato una lancia nel petto del tuo Salvatore.

Hágios o Theós...


IN LATINO



1 et 2 Pópule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristávi te? Respónde mihi!



1 Quia edúxi te de terra Ægypti: parásti Crucem Salvatóri tuo.



1 Hágios o Theós.

2 Sanctus Deus.



1 Hágios Ischyrós.

2 Sanctus Fortis.



1 Hágios Athánatos, eléison himás.

2 Sanctus Immortális, miserére nobis.



1 et 2 Quia edúxi te per desértum quadragínta annis,

et manna cibávi te, et introdúxi te in terram satis bonam:

parásti Crucem Salvatóri tuo.



1 Hágios o Theós.

2 Sanctus Deus.



1 Hágios Ischyrós.

2 Sanctus Fortis.



1 Hágios Athánatos, eléison himás.

2 Sanctus Immortális, miserére nobis.

LAMENTI DEL SIGNORE II

Io per te ho flagellato l'Egitto e i primogeniti suoi
e tu mi hai consegnato per esser flagellato.

Popolo mio, che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Io ti ho guidato fuori dall'Egitto
e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso,
e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti.

Io ho aperto davanti a te il mare,
e tu mi hai aperto con la lancia il costato

Io ti ho fatto strada con la nube,
e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato

Io ti ho nutrito con manna nel deserto,
e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.

Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza,
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.

Io per te ho colpito i re dei Cananei,
e tu hai colpito il mio capo con la canna

Io ti ho posto in mano uno scettro regale,
e tu hai posto sul mio capo una corona di spine.

lo ti ho esaltato con grande potenza,
e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.


IN LATINO



Ego propter te flagellávi Ægyptum cum primogénitis suis: et tu me flagellátum tradidísti.



Pópule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristávi te? Respónde mihi!



Ego edúxi te de Ægypto, demérso Pharaóne in Mare Rubrum: et tu me tradidísti princípibus sacerdótum.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego ante te apérui mare: et tu aperuísti láncea latus meum.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego ante te præívi in colúmna nubis: et tu me duxísti ad prætórium Piláti.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego te pavi manna per desértum: et tu me cecidísti álapis et flagéllis.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego te potávi aqua salútis de petra: et tu me potásti felle et acéto.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego propter te Chananæórum reges percússi: et tu percussísti arúndine caput meum.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego dedi tibi sceptrum regále: et tu dedísti cápiti meo spíneam corónam.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego te exaltávi magna virtúte: et tu me suspendísti in patíbulo Crucis.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Hymnus



Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis, Nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!



Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!



Pange, lingua, gloriósi pro´ lium certáminis, Et super crucis trop?o dic triúmphum nóbilem, Quáliter Redémptor orbis immolátus vícerit.



Crux fidélis…



De paréntis protoplásti fraude factor cóndolens, Quando pomi noxiális morte morsu córruit, Ipse lignum tunc notávit, damna ligni ut sólveret.



Dulce lignum…



Hoc opus nostræ salútis ordo depopóscerat, Multifórmis perditóris arte ut artem fálleret, Et medélam ferret inde, hostis unde læserat.



Crux fidélis…



Quando venit ergo sacri plenitúdo témporis, Missus est ab arce Patris Natus, orbis cónditor, Atque ventre virgináli carne factus pródiit.



Dulce lignum…



Vagit infans inter arta cónditus præse´ pia, Membra pannis involúta Virgo Mater álligat, Et manus pedésque et crura stricta cingit fáscia.



Crux fidélis…



Lustra sex qui iam perácta tempus implens córporis, se volénte, natus ad hoc, passióni déditus, agnus in crucis levátur immolándus stípite.



Dulce lignum…



En acétum, fel, arúndo, sputa, clavi, láncea; Mite corpus perforátur, sanguis, unda prófluit; Terra, pontus, astra, mundus quo lavántur flúmine!



Crux fidélis…



Flecte ramos, arbor alta, tensa laxa víscera, Et rigor lentéscat ille, quem dedit natívitas, Ut supérni membra Regis miti tendas stípite.



Dulce lignum…



Sola digna tu fuísti ferre sæcli prétium Atque portum præparáre nauta mundo náufrago, Quem sacer cruor perúnxit fusus Agni córpore.



Crux fidélis…



Per finire si conclude con :



Æqua Patri Filióque, ínclito Paráclito, Sempitérna sit beátæ Trinitáti glória; cuius alma nos redémit atque servat grátia. Amen.



Si può cantare anche lo Stabat Mater




III - COMUNIONE DELL'ASSEMBLEA


Il Presidente intona o recita il Pater e il Libera nos, salta lo scambio della pace e arriva all’Agnus Dei e distribuisce la Comunione come di consueto. Termina con le orazioni che seguono.

Orazione dopo la Comunione
Dio onnipotente ed eterno, che hai rinnovato il mondo con la gloriosa morte e risurrezione del tuo Cristo, conserva in noi l'opera della tua misericordia, perché la partecipazione a questo grande mistero ci consacri per sempre al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui nos Christi tui beáta morte et resurrectióne reparásti, consérva in nobis opus misericórdiæ tuæ, ut huius mystérii participatióne perpétua devotióne vivámus. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


Orazione sul popolo
Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo, che ha commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza nella redenzione eterna. Amen.



Super pópulum tuum, quæsumus, Dómine, qui mortem Fílii tui in spe suæ resurrectiónis recóluit, benedíctio copiósa descéndat, indulgéntia véniat, consolátio tribuátur, fides sancta succréscat, redémptio sempitérna firmétur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.



Termina il tutto inginocchiandosi alla Croce.
Nella Chiesa non c’è più la presenza reale della
Santissima Eucaristia


www.maranatha.it/index.htm


[Modificato da LiviaGloria 21/03/2008 12:24]
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